FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 04 – PARTE 04

SERIAL CINEMATOGRAFICI – TV & PILOT & CARTOON INEDITI E NO – PARTE 04

1969 – 1975

Gerry e Sylvia Anderson ritornano con i loro pupazzi animati in The Secret Service (1969), tredici episodi inglesi girati con tecnica mista poiché, nello sfondo, agivano personaggi veri. La storia era originale: un religioso riceve in eredità una valigia contenente un dispositivo in grado di rimpicciolire gli esseri umani. Egli mette l’invenzione a disposizione del Servizio Segreto diventando a sua volta un agente e portandosi dietro un agente miniaturizzato dentro il bagaglio.

Parente stretta di Ai Confini della Realtà, della quale ha anche il padre creativo in comune, è Mistero in Galleria (Rod Serling’s Night Gallery) del 1969. Ebbe tra i registi esordienti Steven Spielberg. Visse con 28 episodi da sessanta minuti e con cinquanta da trenta minuti e presentava storie fantastiche e fantascientifiche autoconcludenti.

Dipartimento S (Department S) è una serie inglese in 28 episodi datati 1969 che ci racconta le vicende di un’agenzia speciale, questa volta una sezione apposita dell’Interpol che, come in X-Files, si occupa di casi strani.

Breve e simpatica serie animata è quella intitolata Space Giants (inedito – 1969), in cui un diavoletto alieno tenta di invadere la Terra fabbricando uomini sintetici e animali preistorici radiocomandati, tutti regolarmente sgominati dal potente robot Golar, guardiano del pianeta.

Inedito, sempre del 1969, è Counterstrike, dieci episodi di cinquanta minuti di marca inglese per un’ennesima invasione della Terra. Questa volta gli extraterrestri provengono da Centaurus e vogliono impossessarsi della Terra perché il loro mondo sta morendo. Il loro piano è diabolico: essi, infatti, vogliono raggiungere i centri nevralgici del potere terrestre, ma il Consiglio Intergalattico è contrario a quest’invasione e invia sulla Terra un altro alieno per sventare i loro piani di conquista.

Irwin Allen si cimentò ancora, nel 1970, con City Beneath the Sea (20th Century Fox e NBC Television), concepito come il pilot di una nuova serie però mai prodotta. Robert Wagner (La Città degli Acquanauti), Richard Basehart (La Città degli Acquanauti, La notte del furore e L’Isola del Dottor Moreau oltre ad Avventure in fondo al mare – serial TV) e James Darren (Paroxismus) impersonano dei coloni dell’anno 2050 in un mondo sommerso da interminabili acque e popolato da mostruose creature, quasi un preludio a Waterworld di Kevin Costner.

In L’Immortale (The Immortal – 1970) un pilota d’auto (Christopher George – Anno 2118: Progetto X) scopre che nel suo sangue esistono degli anticorpi in grado di rendere immortale lui e gli altri a cui verrebbero inoculati. Mentre è alla ricerca di suo fratello è a sua volta braccato dagli uomini di un plurimiliardario (David Brian – Prigionieri del Cielo, Rancho Bravo, The Destructors) senza scrupoli che vuole il suo sangue e il suo segreto. Il serial trova delle grosse difficoltà a proporsi al pubblico tanto che l’anno successivo, l’8 settembre 1971, dopo quindici episodi, si decide di sopprimerlo.

A proposito di immortalità una delle serie che ancora oggi non conoscono il tramonto è indubbiamente UFO (UFO) prodotto da Gerry e Sylvia Anderson. La S.H.A.D.O. (Supreme Headquarters Aliens Defense Organization) è un’organizzazione posta a tutelare la Terra e i suoi abitanti dall’attacco di rotori giunti da un mondo lontano e che rapiscono gli abitanti della Terra per trapiantarne gli organi e poter così curare il loro malato metabolismo. La Shado difende il pianeta per Terra, mare e cielo e anche sulla Luna, dove ha una base avanzata. Camuffata dietro a un finto studio cinematografico, la sede dell’organizzazione è comandata dall’inflessibile Colonnello Straker (Ed Bishop).

E ora andiamo nel 1971 per parlare di Primus (Primus) una serie uscita in 23 episodi di trenta minuti l’uno che trattava di avventure nelle profondità marine di una squadra di oceanografi, dotati delle più avveniristiche apparecchiature.

Poi, sempre nello stesso anno, arriva Le nuove avventure di Spectreman (intitolata in origine prima Space Apeman Gori, poi Space Apeman Gori versus Spectralman, quindi semplicemente Spectralmen e alla fine Spectreman), un serial giapponese di 63 episodi da trenta minuti l’uno. La storia è semplice: gli alieni di questa serie di telefilm si chiamano Hedron, sono una sorta di uomini-scimmia, ma la loro civiltà è più avanzata di quella del nostro pianeta. Anche gli alieni hanno i loro problemi e uno di questi, forse quello più grave, è costituito da uno scienziato pazzoide con mire di conquista e che è stato esiliato dal mondo alieno e destinato a vagare nello spazio. Ovviamente capita sulla Terra e vuole quello che non gli è riuscito prima, ma ci pensano altri alieni buoni ad aiutarci trasformando un terrestre in un potente cyborg in grado di combattere gli invasori. La serie fu presentata in 26 episodi (solo gli ultimi del serial, quelli intitolati semplicemente Spectreman) e in cinque pellicole che assemblavano episodi inediti o meno (tutta la prima parte del serial).

Nel 1972 troviamo un altro flop con i venticinque episodi di Sesto Senso (The Sixth Sense), trasmesso dalla ABC, un misto tra poteri mentali e improbabili maniaci omicidi. Il serial non offre molti spunti. L’interprete, Gary Collins, cerca di rendere vivibile l’ambiente, ma con scarsi risultati.

Restiamo nel 1972 con Ultraman (Urotoraman), altro serial giapponese di trentanove episodi della durata di trenta minuti, imperniati su un altro difensore della Terra nato dallo scontro di due oggetti volanti misteriosi. Dopo l’urto, avvenuto al di fuori dell’atmosfera terrestre, uno dei due precipita dentro a un lago mentre il secondo urta contro una nave spaziale e il suo pilota, un uomo della Science Patrol, resta ucciso. L’alieno che guidava l’Ufo lo resuscita e lo compenetra e i due diventano un unico essere e, in questo modo, possono validamente difendere la Terra.

Altro grande flop fu Starlost (1973 – inedito), un prodotto canadese di cui fu creatore Harlan Hellison, ma che ne disconobbe subito la paternità. La storia era anche inizialmente buona: alcuni terrestri sopravvissuti al grande olocausto nucleare attraversano lo spazio a bordo di una grandissima nave in un viaggio che non sembra mai avere fine. Ben presto però cade nel patetico scopiazzando da vari programmi.

Nel 1973 ritornano le eroiche gesta del Capitano Kirk e dei suoi validi compagni di avventura i quali, a bordo della nave spaziale Enterprise, scorrazzano per l’universo. È una serie a cartoon chiamata, appunto Star Trek – Serie Animata (Star Trek The Animated Series). I creatori della serie sono Norm Prescott e Lou Scheimer, che hanno trasposto in maniera soddisfacente l’atmosfera tipica della serie. I loro viaggi attraverso le galassie e nuovi mondi sono degni di puntate televisive originali. Alcuni episodi sono stati scritti dagli stessi interpreti. Fra tutti citiamo Il Tocco Vulcanico (The Infinite Vulcan), messa in onda negli Stati Uniti il 20 ottobre del 1973 di Walter “Checov” Koenig. Piccole curiosità rendono questa serie quasi un “cult” tra gli appassionati come la famosa mano a sei dita di Spock nell’episodio Viaggio a ritroso nel Tempo (Yesteryear – 15/09/73), errore del disegnatore che ha contribuito ad accrescere la fama del vulcaniano. In totale si tratta di 22 episodi trasmessi in Italia solo nel 1982.

Passiamo adesso a Jumborg Ace (Jumborg Ace – 1973), altro serial giapponese realizzato in cinquanta episodi da trenta minuti. Qui il protagonista che dà il titolo a questo serial è in realtà un robot proveniente da un altro mondo. Lui e il suo pilota devono difendere il nostro pianeta dagli attacchi di invasori dello spazio.

Anche Spazio 1999 (Space: 1999) può definirsi un telefilm storico. Il 13 settembre del 1999, a causa delle scorie atomiche depositate sulla Luna, si verifica una spaventosa reazione a catena che scaglia il satellite fuori dalla sua orbita mandandolo a vagare negli spazi. La base lunare Alpha comincia la sua odissea a bordo dell’astronave Luna. Incontreranno nel lungo viaggio molti esseri di altri mondi. Il telefilm, coprodotto anche dalla RAI, si è imposto al pubblico in italiano soprattutto grazie alla prima serie, molto più accurata della seconda e grazie a una recitazione convincente di Martin Landau che ricopriva il ruolo del Comandante della Base Lunare Alpha, condannata, con il satellite sul quale si trovava, a vagabondare negli spazi e a Barry Morse, nella parte dello scienziato Victor Bergman. Il tutto comunque, in 48 episodi, un film che altro non era che il pilot della serie stessa, due videocassette con i primi episodi e un’altra con l’ultimo, oltre a dei film di montaggio all’estero.

Rieditato per l’occasione (la sua vera prima uscita fu nel 1973 e, precisamente, dal 2 ottobre al 25 marzo del 1974, ritorna sugli schermi giapponesi e per la prima volta italiani Kyashan (Shinzo Ningen Kyashan, una saga a cartoon avventurosa e molto affascinante. Kyashan, ragazzo androide, combatterà, in 35 puntate, contro le forze del male per vivere una vita normale assieme a Luna, la sua ragazza, rapita dalle forze nemiche. Aiutato da un cigno (in realtà il cigno è sua madre) riuscirà a coronare il suo sogno d’amore dopo molti episodi. La regia è di Hiroshi Sasagawa.

Non fosse proprio perché il produttore fu Gene Roddenberry non varrebbe neanche la pena di citare il pilot rimasto tale di Genesis II (Genesis II – Paramount Pictures – NBC Television, 1973), ma il Grande Padre di Star Trek credette intensamente nella storia di un uomo tenuto per secoli in sospensione criogenica e risvegliatosi in un mondo ostile. L’anno successivo, quasi con lo stesso soggetto, ma con altri interpreti, girò Pianeta Terra (Planeth Earth), ma anche se si era affidato, questa volta, alla interpretazione di John Saxon, al posto di quella di Alex Cord del primo pilot, i risultati furono comunque deludenti. Fu dato anche su una TV privata della Mediaset, ma non ebbe mai un gran successo proprio come anche The Questor Tapes, sempre di Roddenberry, un altro pilot, ma inedito da noi e prodotto l’anno successivo con la Paramount in cui si parlava di un androide combattivo e difensore di mondi.

Non molto diversa fu la sorte de Il Pianeta delle Scimmie (Planet of the Apes – 1974) che naturalmente era ispirato all’omonimo film. La trama è pressappoco la stessa: due astronauti americani vengono a trovarsi, dopo essere partiti nel 1981, sulla Terra del 3085 in un mondo dominato dalle scimmie che usano gli umani come schiavi. Nel cast ritroviamo Roddy McDowall (Il Pianeta delle Scimmie, Fuga dal Pianeta delle Scimmie, 1999: Conquista della Terra, Anno 2670: Ultimo Atto, Dopo la vita, Embryo, Il Gatto venuto dallo Spazio, L’Uomo Laser, Ammazzavampiri, Ammazzavampiri 2, ecc…) questa volta nel ruolo di Galeno, lo scimpanzè amico degli umani, Booth Coleman e Mark Lenard (l’Ambasciatore Sarek della serie Star Trek). La CBS credeva molto in questa serie, ma con suo grande rammarico dovette eliminarla dopo quattro mesi dalla sua prima programmazione. Per cui la serie cessò il 4 settembre 1974 dopo solo 14 puntate. Le lamentele furono molte, specie da parte del circolo “Friends of the Apes” di Boston che intimò alla CBS la ripresa immediata del serial pena lo scioglimento del gruppo… inutile dire come finì la diatriba.

Il 18 gennaio 1974 i telespettatori americani seguirono con molto interesse le prodezze di un ex astronauta al servizio del Governo. Il Colonnello Steve Austin (interpretato da Lee Majors: Killer Fish – Agguato sul Fondo, Starflight One) era L’uomo da sei milioni di dollari (The Six million dollar man) e stupiva le famiglie con la complicata semplicità della sua realizzazione. Il costo medio basso permetteva di dare risalto a una storia sempre diversa, coinvolgendo emotivamente gli spettatori. Il Colonnello Austin, reduce da un grave incidente mentre testava un apparecchio per il volo nello spazio, è trasformato in un cyborg dagli straordinari poteri con una velocità incredibile e un’acutissima vista per cui viene reclutato dal Governo per missioni segretissime, faccia a faccia con scienziati pazzi e alieni infiltratisi nel nostro pianeta. Lee Major era l’uomo adatto per questo ruolo, in tutti sensi. Rimasto orfano all’età di due anni, concentrò tutti i suoi sforzi nello studio e nello sport, divenendo ben presto un campione di football, cosa che gli assicurò una cospicua borsa di studio nel Kentuky e fu ricercato anche dalla famosa squadra dei St. Louis Cardinals. Declinò l’invito per dedicarsi al cinema, quello vero, che vedeva solo alla televisione. Incarnava il tipico modello americano: di sani principi morali, sposato con Farrah Fawcett, e di bell’aspetto, conquistò tutto il pubblico televisivo. La sua fu una vita lunga 102 episodi più nove “special”.

Sempre nel 1974 assistiamo a La valle dei dinosauri (Land of the Lost), dove una normale famiglia moderna viene spedita nel passato, costretta a difendersi dai dinosauri e dai pericoli di un mondo primordiale. Gli sceneggiatori D.C. Fontana e David Gerrold, gli stessi di Star Trek, curarono attentamente la realizzazione, unica nel suo genere dal momento che furono introdotti costosi effetti stop-motion per i dinosauri. Grazie a questo espediente la serie raggiunse un’alta percentuale di share e le repliche rimasero in programmazione per oltre tre anni.

Nel 1975 i ragazzini godettero di un sano divertimento quando la CBS trasmise Isis (inedito), un live-action serial interpretato da Joanna Cameron, una maestra di scuola che si trasforma in una supergirl per arrestare banditi e malfattori.

Sempre nello stesso anno fu programmata la serie The Lost Saucer (inedito), ma non ebbe grandi riscontri di pubblico anche se la critica americana ne descrisse le lodi per intere settimane: il programma cercava di conciliare basilari nozioni di astronomia con il progressivo sviluppo intellettuale proponendo qualcosa di unico nel suo genere. Un disco volante con a bordo degli umanoidi e alcuni bambini vaga nell’universo alla ricerca del loro pianeta natale. Sarà un lunghissimo viaggio attraverso i sistemi solari in cui i bambini impareranno che la vita, come loro la intendono, si evolve in migliaia di livelli.

Gene Roddenberry non demorde, siamo sempre nel 1975, e produce un altro pilot, questa volta con la Warner e pure lui rimasto inedito, intitolato Strange New World, laddove tre astronauti si risvegliano ai posteri di una nuova catastrofe terrestre accorsa centottanta anni prima. Nei titoli di coda non vedrete mai il suo nome, dal momento che la ABC non glielo accreditò. Compaiono ingiustamente i nomi di Robert Larson come produttore e di Robert Butler come regista.

Ancora del 1975 è un serial a episodi intitolato Dimensione Alfa (Otherworld) nel quale vari sono i registi che si avvicendano per narrare la storia di una famiglia proiettata in una dimensione parallela nella quale vivono strani e mostruosi esseri ed essi devono lottare strenuamente per sopravvivere.

Per opera degli stessi creatori de L’Uomo da sei milioni di dollari, nel gennaio del 1976 arriva La Donna Bionica (The Bionic Woman), interpretata da Lindsey Wagner, paracadutista salvata da una morte certa grazie a un delicato intervento di cibernetica. Essa diventa a sua volta membro dell’Organizzazione Governativa nella quale lavora anche il Colonnello Austin, almeno per 57 episodi.

In Italia queste due serie sono state trasmesse spesso da Mediaset, spesso come tappabuchi e nella stagione estiva, un po’ come accadde a Wonder Woman che aveva come titolo originale della seconda serie tv The New Original Wonder Woman, la favolosa eroina vestita con un succinto costume cangiante che con il suo lazo magico catturava i furfanti. Trasposizione del fumetto anni ’40 di Charles Moulon, la Wonder Woman che noi conosciamo difetta del suo passato poiché nel nostro paese è andata in onda su Italia 1 solo la seconda serie. Concepita come eroina di Guerra nella prima stagione, Linda Carter, amazzone immortale dell’Isola Paradiso, s’innamora di un soldato americano e lo segue per aiutarlo. Ci sono sconosciute le decisioni di programmazione della rete, ma possiamo assicurarvi che i primissimi episodi della serie sono veramente emozionanti. Certo c’erano meno lustrini, ma il coinvolgimento rimane invariato. Originariamente fu prodotto dalla ABC e dalla Warner Bros Television un pilot di 90 minuti (1974). L’interpretazione femminile fu affidata a Cathy Lee Crosby e la regia a John Stephens ma fu un vero e proprio disastro commerciale per cui i produttori decisero di sopprimere la serie, questo fino ai primi del  1975 quando il produttore Douglas S. Kramer scritturò il regista Leonard Horn per dare di nuovo vita alla bruna e bellissima eroina e così arrivarono in TV due special di un’ora ciascuno: in realtà quelli dovevano essere i pilot della nuova serie, ma la ABC non voleva rischiare un altro flop. Passò quindi di mano alla NBC nel 1976, anno in cui fu trasmessa, facendo slittare di molti mesi la messa in onda, peraltro prevista per il novembre del 1975 e molti furono i cambiamenti. Nella prima serie Diana Prince lavora come segretaria in una base navale americana. Nella seconda, invece, è impiegata a sventare il crimine in una segretissima agenzia governativa. Anche il costume subì delle modifiche, ma una ex Miss Mondo sa farsi apprezzare anche con abiti demodè. Citiamo alcune delle guest star più interessanti come: John Saxon, Debra Winger, Roy Rogers, Mel Ferrer, Roddy McDowall, John Carradine, Bubba Smith e la nostra Marisa Pavan. “Visse” per 58 episodi.

Gerry Anderson concretizzò, nel 1975, un pilot per una serie mai prodotta e quindi inedita da noi, che fu utilizzato come special educativo dalla NBC: The day after tomorrow che racconta la storia di due famiglie spedite nell’universo alla ricerca di un mondo migliore su cui vivere. A bordo della nave spaziale Antares le due famiglie dovranno scandagliare il cosmo alla ricerca di un mondo adatto ad ospitare una nuova, migliore vita.

Ancora Irwin Allen, nel tardo 1975, lanciò sul mercato un nuovo prodotto che doveva fare da anfitrione ad una futura serie TV per cui, a tutti gli effetti si deve considerare un pilot: Viaggiatori del Tempo (The Time Travelers), la storia di un gruppo di scienziati che viaggia indietro nel tempo allo scopo di prevenire il grande incendio di Chicago. Il loro scopo principale è quello di trovare una cura per un oscuro male sviluppatosi nell’odierna New Orleans. Qui incontrano una bella ragazza della quale uno di loro s’innamora, ma la giovane è destinata a morire nella deflagrazione. Nel cast spicca Richard Basehart.

Ci siamo interrogati spesso sul come mai alcuni serial, alcuni film per la televisione americana e inglese non sono mai apparsi in Italia… Pensandoci bene la risposta è semplice: una mole di film come quella difficilmente viene esportata nello stesso lasso di tempo e poi, anche se fosse, tra flop e censure… dubitiamo molto della disponibilità e delle finanze dei nostri distributori e dell’interesse che loro possono avere per il genere fantascientifico. Ci sono però alcuni film e serial che “non” ci sarebbe piaciuto comunque poter vedere e sono invece arrivati da noi: fra questi citiamo Medusa (Star Maidens). Prodotto in Inghilterra nel 1975, è stato esportato negli Stati Uniti due anni più tardi. La trama è banalotta e ricalca il filone erotico con uomini – oggetto schiavi di una società dominata interamente da donne. Due di questi schiavi (Pierre Brice e Gareth Thomas) riescono a fuggire su di una capsula spaziale diretti sulla Terra dove le donne sembrano diverse… sembrano… Il serial ha avuto 13 episodi, e Freddie Francis fra i registi.

Un’altra bella serie, ad ampio respiro, è I Sopravvissuti (Survivors – 1975), un serial inglese composto di 39 episodi di sessanta minuti l’uno. Realistica è la storia: a causa di un incidente di laboratorio un virus mortale si sparge per il mondo uccidendo quasi totalmente la popolazione umana. Coloro che sono sopravvissuti devono combattere per il cibo e difendere i loro raccolti dai predoni e dalle fattorie vicine.

Dal Giappone ecco Tekkaman – Il Cavaliere dello Spazio (Uchuu no kishi Tekkaman – 1975), un cartone animato innovativo rispetto ai precedenti: Tekkaman è il termine con cui si intende la simbiosi tra uomo e macchina. George, figlio di uno scienziato terrestre ucciso da forze aliene, usa il robot Pegasus per sgominare il male e riportare la tranquillità nel Sistema Solare, su di una Terra ormai morente. 26 episodi con la regia di Hiroshi Sasagawa e Hisayuki Toriumi.

E se nello spazio si combatte una lotta senza fine, sulla superficie terrestre Polymar è pronto a battersi contro la criminalità organizzata: Hurricane Polymar (Hurricane Polymar – 1974/75) è il titolo del cartoon made in Japan che propone un giovane poliziotto (Takeshi) in grado di fronteggiare i nemici con l’aiuto di un casco che lo trasforma in una potente macchina pacifica. Anche qua 26 episodi sotto la regia di Hisayuki Toriumi.

(4 – continua)

Giovanni Mongini