TENEBRE

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Tenebre

Anno: 1982

Regia: Dario Argento

Soggetto: Dario Argento

Sceneggiatura: Dario Argento

Direttore della fotografia: Luciano Tovoli

Montaggio: Franco Fraticelli

Musica: Massimo Morante, Fabio Pignatelli e Claudio Simonetti (una parte dei Goblin)

Effetti speciali: Giovanni Corridori

 

Produzione: Claudio Argento

Origine: Italia

Durata: 1h e 40’

CAST

Anthony Franciosa, John Saxon, Daria Nicolodi, Giuliano Gemma, Christian Borromeo, Mirella D’Angelo, Veronica Lario, Ania Pieroni, Eva Robin’s, Carola Stagnaro, John Steiner, Lara Wendel, Isabella Amadeo, Mirella Banti, Ennio Girolami, Marino Masè, Fulvio Mingozzi, Giampaolo Saccarola, Ippolita Santarelli, Lamberto Bava, Michele Soavi

TRAMA

Stati Uniti. Peter Neal, uno scrittore di romanzi gialli, si sta dirigendo in bicicletta verso l’aeroporto per prendere un volo per Roma. Dopo essersi cambiato nel bagno dell’aeroporto si avvia all’imbarco per poi ricevere una telefonata dall’ex fidanzata Jane che però lo sta chiamando dall’aeroporto stesso. Intanto in un centro commerciale a Roma una ragazza, Elsa Manni, viene attirata dall’ultimo libro di Peter, “Tenebrae”, e decide di rubarne una copia, ma viene scoperta dal titolare che realizza che la ragazza è cleptomane e perciò non è nuova del mestiere; così, la grazia a condizione che lei gli dia il suo indirizzo per incontrarsi dopo il lavoro. Mentre si reca a casa, Elsa viene importunata da un clochard ubriaco che tenta di violentarla ma la ragazza lo aggredisce e fugge rientrando in casa ma anche lì, il clochard la vede dalla finestra mentre Elsa viene aggredita alle spalle da una figura che la minaccia e la uccide tagliandole la gola con un rasoio dopo aver anche messo delle pagine strappate del libro nella bocca per zittirla. Il clochard, testimone dell’omicidio, fugge mentre l’assassino scatta poi delle foto al cadavere e lascia una lettera indirizzata a Peter sotto la porta del suo appartamento romano. Arrivato a Roma, Peter viene accolto da alcuni giornalisti, tra cui una sua vecchia amica di università di nome Tilde, la quale, durante la conferenza stampa, lo accusa di misoginia per via della violenza che lo scrittore infligge ai personaggi femminili dei suoi libri, soprattutto nel suo ultimo romanzo. In seguito Peter e il suo agente, Bullmer, vengono raggiunti dalla sua assistente personale, Anne, e dal tirocinante tuttofare Gianni, i quali lo accompagnano al suo appartamento e scoprono che la valigia di Peter è stata rovinata e messa a soqquadro. Qui trovano il capitano Germani e la sua collega, l’ispettrice Altieri, il quale dice di essere entrato avendo trovato la porta aperta e informa Peter dell’omicidio di Elsa e delle modalità, soffermandosi sul particolare delle pagine del libro. Inoltre gli mostra la lettera che l’assassino ha lasciato e aprendola Peter legge una frase del suo libro scritta con pezzi di giornale. Squilla il telefono ed è proprio l’assassino che informa lo scrittore che è solo l’inizio di un piano che ha in mente e che un giorno si incontreranno. Il killer tuttavia, sembra trovarsi fuori dall’appartamento e i due poliziotti cercano di inseguirlo ma senza successo. Nel frattempo, il killer ha una sorta di incubo lucido in cui una ragazza e un gruppo di uomini lo inseguono su una spiaggia, e dopo che lui le ha tirato uno schiaffo facendola sanguinare lei lo fa immobilizzare da alcuni uomini e gli ficca in gola il tacco della sua scarpa rossa. Nel frattempo Tilde, la giornalista con cui Peter aveva fatto l’intervista, è in un locale gay con la sua compagna la quale è in procinto di mettere in atto l’ennesimo tradimento con un tizio che ha appena conosciuto e informa la giornalista che lo ospiterà a casa loro. In seguito Tilde torna a casa e trova la sua compagna ubriaca e le due hanno un alterco; poco dopo, arriva l’assassino che rompe una finestra e uccide Tilde con lo stesso rasoio utilizzato per il precedente omicidio; nella colluttazione, si rompe un vaso il cui rumore attira la compagna che tenta di fuggire ma l’assassino la raggiunge e uccide anche lei sgozzandola per poi fare anche a loro delle foto, che poi conserva in una sorta di studio-cantina dove lava il rasoio insanguinato.

Il giorno dopo Peter conosce Maria, la figlia quattordicenne del portiere del palazzo, la quale va da lui per accendergli lo scaldabagno. Il killer lascia un’altra delle sue lettere mentre sia Peter che Anne sono in casa e quando la trovano corrono giù per intercettarlo, ma anche stavolta non ci riescono. La lettera contiene una frase in latino che lascia presagire che il killer abbia colpito ancora. Peter va in televisione per fare un’intervista ma viene prima avvicinato dal conduttore, Cristiano Berti, il quale sembra molto interessato a come Peter nei suoi romanzi dia molto spazio e importanza alla perversione umana e ai suoi effetti sulla società, mettendo in evidenza che il killer del libro ritiene che tutto ciò che può essere definito “diverso” lui lo interpreta come corrotto e aberrante e perciò è da eliminare. Dopo l’intervista Peter è con Anne e vede dalla finestra una macchina alla cui guida c’è Jane, la sua ex. Anne suggerisce a Peter che possa essere stata proprio Jane a rovinargli la valigia prima che lui partisse e va via. Il killer nel frattempo ha preso di mira un’altra potenziale vittima, una prostituta, ma nel momento di avvicinarla si rende conto di aver dimenticato la chiave della cantina attaccata alla porta.

La scena si sposta all’Eur dove Maria, la figlia del portiere, viene lasciata sola di notte dal suo fidanzato e mentre si incammina per tornare a casa un grosso dobermann l’attacca ferendola ma la ragazza, utilizzando un ramo, riesce ad allontanare il cane che però la continua a inseguire finché la ragazza arriva alla cantina villa, che poi si scoprirà essere l’abitazione dell’assassino; qui scopre oltre la cantina, anche la lussuosa casa, dove la ragazza scopre le foto dei cadavere e i ritagli di giornale che il killer usava per mandare le lettere a Peter; ne prende qualcuna da portare alla polizia come prova e prende il telefono per chiedere aiuto ma arriva l’assassino che cerca di ucciderla con il rasoio; Maria riesce a disarmarlo e a fuggire ma l’assassino si arma di un’ascia e raggiunta Maria in un vicolo cieco la uccide; il giorno dopo viene rinvenuto il cadavere e Peter riceve l’ennesima lettera nel quale il killer si scusa di aver ucciso Maria e che alla fine di tutto a morire sarà proprio lui, il “grande corruttore”.

Peter, con l’aiuto di Anne e Gianni, decide di mettersi seriamente alla ricerca del killer e lo scrittore ripensa alla conversazione avuta con Cristiano Berti, trovando strano il morboso interesse che il giornalista aveva per “Tenebrae” e i temi trattati nel romanzo. Decide così di appostarsi fuori dalla casa di Berti seguito da Gianni e mentre quest’ultimo si avvicina per vedere meglio improvvisamente va via la luce e una voce dice “Le ho uccise tutte io!”. Berti viene ucciso con un colpo d’ascia alla testa sotto gli occhi terrorizzati di Gianni che fugge dopo che il killer ha rotto una vetrata con un oggetto di metallo mentre Peter si ritrova incosciente a terra con una ferita alla testa senza sapere chi gliel’abbia procurata. Anne rimane a dormire da Peter e i due si baciano. Il killer ha un altro dei suoi incubi in cui la stessa ragazza della spiaggia viene aggredita da lui e uccisa a coltellate. Peter comunica a un incredulo Bullmer la sua decisione di andarsene prima che sia troppo tardi e quest’ultimo lo fa desistere dicendogli che lo farà nascondere in un posto sicuro che solo lui conosce facendo credere a tutti che sia andato via dall’Italia.

Dopo che Peter va via Bullmer apre una porta nascosta del suo ufficio da cui esce Jane, con il quale l’agente letterario aveva una storia clandestina. Peter e Gianni vanno alla casa del killer, ora una scena del crimine, dove Germani interroga nuovamente Peter su Berti e viene fuori la personalità ossessiva del giornalista, per il quale Peter e il suo lavoro erano diventati una sorta di ossessione. Nel dialogo con Germani, Peter cita Conan Doyle dicendo che in un’indagine, eliminato l’impossibile, quello che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità. Il detective rimane sorpreso da questa affermazione mentre Peter gli comunica la sua decisione di lasciare la città. Nel frattempo Jane trova davanti la porta di casa un pacco contenente un paio di scarpe rosse mentre Bullmer la sta aspettando in un luogo all’aperto; lì viene accoltellato e una folla di persone tenta di soccorrerlo mentre Jane, che indossa le scarpe rosse, arriva poco dopo e alla vista del cadavere scappa via. Peter è in procinto di partire per Parigi e Gianni, prima di salutarlo, gli rivela di avere intenzione di tornare alla casa di Berti per cercare di ricordare bene quello che era successo. Il ragazzo fa quanto detto e arrivato davanti alla vetrata dove ha assistito alla scena dell’omicidio si rende conto che la frase che aveva sentito sugli omicidi era stata pronunciata da Berti stesso e che quindi il killer era proprio lui, di conseguenza comincia a chiedersi chi potesse essere stato ad ammazzarlo. Torna in macchina ma viene strangolato a morte con una corda da qualcuno che poi prende una grossa ascia nascosta in un albero lì vicino. Jane chiama a casa di Peter e trova Anne, a cui chiede aiuto per delle cose che dice di aver fatto e Anne decide di raggiungerla. Intanto Germani e l’ispettrice Altieri interrogano la donna di servizio di Bullmer la quale rivela loro che l’agente aveva una relazione. Jane, armata di pistola, viene aggredita dal killer la quale le taglia una mano e poi la fa a pezzi con l’ascia. Il killer ha nuovamente la visione della ragazza che ha ucciso e dopo averla accoltellata le ruba le scarpe rosse. Nel frattempo anche l’ispettrice Altieri, che aveva saputo della relazione di Jane con Bullmer e voleva indagare, viene uccisa con un colpo d’ascia da Peter, scoprendo così di essere proprio lui il killer. Germani arriva in quel momento con Anne e svela che Berti, ossessionato da Peter e dal suo lavoro, aveva commesso gli omicidi e Peter, dopo aver capito che il killer era proprio Berti e dopo averlo ucciso, l’ha fatto “vivere” abbastanza a lungo per vendicarsi del suo agente e della sua ex fidanzata. Germani era stato aiutato proprio da Peter a capire il mistero grazie alla sua citazione di Conan Doyle. Lo scrittore tira fuori improvvisamente un rasoio e si sgozza davanti agli occhi increduli di Germani e Anne. I due tornano alla macchina sotto la pioggia incessante e Germani, dopo aver chiamato i rinforzi, rivela ad Anne di aver capito che il killer era Peter perché da giovane era stato accusato dell’omicidio della famosa ragazza con le scarpe rosse ma per assenza di prove era stato assolto. Germani spiega che in “Tenebrae” Peter aveva fatto una sorta di confessione, mettendo a nudo come quell’atto di porre fine alla vita di una persona che gli aveva fatto del male lo aveva inebriato e gli aveva regalato un senso di assoluta libertà e riscatto. Il poliziotto rientra in casa e vede che il cadavere di Peter non c’è più; infatti il rasoio usato dallo scrittore era finto ma non fa in tempo ad accorgersene che Peter lo aggredisce alle spalle con l’ascia uccidendolo mentre il cadavere fa cadere contro la porta a vetri della casa una scultura di metallo composta da varie aculei cuneiformi. Anne, insospettita dal rumore, esce dalla macchina e si dirige all’ingresso della villa ma non riesce ad entrare dalla porta, poiché bloccata dalla scultura; in quel momento, Peter si avvicina alla porta per uccidere anche Anne ma la donna riesce ad aprire la porta proprio in quel momento e la scultura cadendo colpisce Peter, trafiggendolo e perciò lo scrittore muore sotto gli occhi della donna mentre lei, sotto shock, urla disperata.

NOTE

Tenebre” rappresenta il ritorno di Argento al genere thriller che lo ha reso famoso, dopo i primi due episodi della “Trilogia delle tre madri”, caratterizzati da un orrore soprannaturale. Argento nella regia di questa pellicola è assistito da Lamberto Bava e Michele Soavi, futuri registi di pellicole del terrore e presenti nel film anche in brevi cameo (Bava nel ruolo di un addetto alla riparazione di un guasto e Soavi nel doppio ruolo di fidanzato di Lara Wendel e corteggiatore di Eva Robin’s in un flashback).

Argento ha rivelato che la genesi di “Tenebre” è stata influenzata da uno spiacevole incidente accadutogli nel 1980 quando venne molestato da un fan ossessivo. Secondo quanto dichiarato da Argento, l’ammiratore lo perseguitava telefonandogli di continuo, giorno dopo giorno, fino a quando gli confessò di volerlo uccidere. Anche se la minaccia si dimostrò infondata e il tutto si risolse in una bolla di sapone, Argento trovò l’esperienza che gli era capitata terrificante e scrisse “Tenebre” come risultato delle sue paure.

A dispetto del titolo, Argento diede disposizione al suo operatore Luciano Tovoli di girare le scene del film con la maggiore luce possibile: infatti la pellicola, che si svolge principalmente a Roma, è ambientata soprattutto di giorno o in interni fortemente illuminati. Il regista spiegò che stava adottando: “… uno stile di fotografia moderno, discostandosi deliberatamente dalle atmosfere scure e cupe della tradizione del cinema espressionista tedesco a cui l’horror si era sempre rifatto”. A tal proposito, è emblematica la scena dell’omicidio del personaggio interpretato da John Saxon (“Madra il terrore di Londra”, “Apocalypse domani”, “I magnifici sette nello spazio”, “Assassinio al cimitero etrusco”, “Nightmare 1, 3 e Nuovo Incubo”, “Vendetta dal futuro”, “Dal tramonto all’alba”), girata in pieno giorno in una piazza assolata e affollata di passanti. Il regista disse anche che la visione del film di Andrzej Żuławski “Possession” (1981) aveva fortemente influenzato la sua decisione di girare “Tenebre” con una illuminazione forte.

A proposito di location invece molte di quelle esterne appartengono al quartiere romano dell’Eur, e sono a pochi passi da un isolato nel quale, undici anni prima, Dario Argento aveva filmato alcuni esterni di “4 mosche di velluto grigio”. In particolare per “Tenebre” le zone dell’Eur più rintracciabili sono quelle di Cesare Pavese, Palasport e Basilica dei SS Pietro e Paolo. La scena dell’omicidio di Bullmer è stata invece girata al centro commerciale “Le Terrazze” di Casal Palocco.

Nonostante la produzione italiana, quasi tutti gli attori del film recitarono in inglese per incrementare le possibilità di successo internazionale del film negli Stati Uniti. Solo successivamente, per il mercato nazionale, il film venne doppiato in italiano. Tra gli interpreti troviamo molti nomi avvezzi al genere fantastico: Anthony Franciosa (“Nella stretta morsa del ragno”), Daria Nicolodi (“Profondo rosso”, “Suspiria”, “Schock”, “Phenomena”, “Opera”, “Le foto di Gioia”, “Paganini horror”, “La setta”, “La terza madre”, “Ritratto di donna velata”, “La Venere d’Ille”, “Turno di notte”, “Il gioko”, “Inferno”), Giuliano Gemma (“Il pianeta degli uomini spenti”, “Tex e il Signore degli Abissi” e un’infinità di spaghetti-western), Christian Borromeo (“Il porno shop della settima strada”, “La casa sperduta nel parco”, “Murderock – Uccide a paso di danza”), Mirella D’Angelo (“Hercules”, “Maya”), Ania Pieroni (“Inferno”, “Quella villa accanto al cimitero”), Eva Robin’s (“Hercules 1 e 2”), Carola Stagnaro (“Opera”), John Steiner (“L’invenzione di Morel”, “Il cav. Costante Nicosia demoniaco ovvero: Dracula in Brianza”, “Schock”, “Il mondo di Yor”, “Caligola”, “I cacciatori del cobra d’oro”, “I sopravvissuti della città morta”, “Inferno in diretta”) e Lara Wendel (“La mala ordina”, “Morirai a mezzanotte”, “La casa 3”, “Killing Birds”, “I frati rossi”).

Ora vediamo alcune curiosità. La scena dell’uccisione di Jane, interpretata da Veronica Lario, futura moglie di Silvio Berlusconi, fu pesantemente tagliata per la prima visione televisiva, avvenuta nel marzo 1986 su rete Fininvest, come ultimo appuntamento di una rassegna del cinema argentiano. A onor del vero, la sequenza fu censurata per poter abbassare il divieto di visione dai minori di 18 anni ai minori di 14 e, conseguentemente, consentire la messa in onda del film. Fu poi lo stesso Argento a mostrare la scena nella trasmissione “Giallo”, su Rai 2, nell’autunno 1987. Nella versione trasmessa in televisione nel 1986 furono ridotte anche altre scene violente: la sequenza finale in cui il killer viene trafitto dalle punte della scultura è resa molto meno cruenta (non si vede mai la punta che passa il corpo da parte a parte, né il sangue che cola da essa subito dopo); la scena in cui la ragazza viene uccisa a colpi di accetta in casa dell’assassino ha inquadrature in cui non si vede mai l’arma colpire la sfortunata vittima.

Nella sequenza del bar, a un certo punto si sente in sottofondo la colonna sonora di “Zombi” di George A. Romero, composta dai Goblin, che qui compaiono in versione ridotta e senza il nome del gruppo. In quell’anno infatti Fabio Pignatelli, con la collaborazione di Maurizio Guarini, costruisce una nuova formazione dei Goblin che vede anche Marco Rinalduzzi alle chitarre e Mauro Lusini voce. Agostino Marangolo, impegnato con i New Perigeo, viene sostituito dal batterista Derek Wilson, che peraltro aveva già fatto parte dei Goblin per una sola settimana, nel 1975, subito dopo l’abbandono di Walter Martino. La formazione così composta pubblica un album di matrice pop intitolato “Volo”. A questo punto, Dario Argento prova a riformare i Goblin per la colonna sonora di “Tenebre”, cercando di coinvolgere Pignatelli, Morante e Simonetti, mentre Marangolo è sempre indisponibile a causa del legame con i New Perigeo. Tuttavia, la concomitante uscita dell’album “Volo”, impedisce ai membri di fregiarsi del nome originale della band. La colonna sonora del film viene, quindi, pubblicata a nome Simonetti/Pignatelli/Morante, mentre Walter Martino vi partecipa alle percussioni, senza essere accreditato.

Alcune scene di “Tenebre” (e di altri film di Dario Argento a dire il vero) sono presenti nel videoclip della canzone “Worlock” (1989) della band canadese Skinny Puppy, in particolare la sanguinosa scena dell’amputazione della mano di Veronica Lario.

Davide Longoni