LA BESTIA IN CALORE

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: La bestia in calore

Anno: 1977

Regia: Ivan Katansky

Soggetto: Ivan Katansky

Sceneggiatura: Luigi Batzella e Lorenzo Artale

Direttore della fotografia: Ugo Brunelli

Montaggio: Paolo Solvay

Musica: Giuliano Sorgini

Produzione: Clemente Roberto P. Moreno

Origine: Italia

Durata: 1h e 31’

CAST

Macha Magall, Gino Turini, Salvatore Baccaro, Xiro Papas, Kim Gatti, Giuseppe Castellano, Brad Harris, Benito Pacifico, Alfredo Rizzo, Brigitte Skay

TRAMA

La dottoressa Kratsch, ufficiale dell’esercito del Terzo Reich, è riuscita grazie ai suoi disumani esperimenti a creare una sottospecie di essere umano che rappresenta un passo in avanti per la creazione della razza perfetta. Il momento non è però dei migliori per l’esercito tedesco costantemente ostacolato dai partigiani italiani i quali, resistendo a rappresaglie e violenze, riescono a sconfiggere le armate del Führer. L’essere creato dalla dottoressa Kratsch, una sorta di bestia che, fra le altre cose, ha attributi sessuali molto sviluppati, finisce col ribellarsi alla sua creatrice. La dottoressa morirà fra atroci sofferenze, seviziata, uccisa e stuprata dalla sua abominevole creatura.

NOTE

Mescolando vari generi come guerra, erotico, drammatico e orrore, “La bestia in calore” è un film scritto e diretto da Luigi Batzella (“Il plenilunio delle vergini”, “Nuda per Satana”) che stavolta utilizza lo pseudonimo di Ivan Katansky, mentre come addetto al montaggio si presenta con il suo altro pseudonimo di Paolo Solvay. Si tratta di una pellicola facilmente classificabile nel filone nazisploitation in voga negli anni Settanta con tema comune nazismo, torture, horror/gotico e violenze in generale.

Girato con pochi mezzi e utilizzando spezzoni di “Quando suona la campana” (uno dei lavori precedente del regista) e del film jugoslavo “Inchiodate l’armata sul ponte”, Batzella preferisce ambientare il racconto in una roccaforte controllata dalle truppe naziste dove la protagonista, la dottoressa Kratsch, è libera di dedicarsi agli esperimenti, praticando ogni sorta di violenza e di sadismo estremo, insistendo sulla sua abominevole creatura.

Nel cast troviamo: Gino Turini (“La donna, il sesso e il superuomo”, “Il boia scarlatto”, “L’amante del vampiro”), Salvatore Baccaro (“La rivolta delle gladiatrici”, “Ator 2 – L’invincibile Orion”, “Zucchero, miele e peperoncino”, “Sabato, domenica e venerdì”, “Scontri stellari oltre la terza dimensione”, “Emanuelle in America”, “40 gradi all’ombra del lenzuolo”, “L’esorciccio”, “Profondo rosso”, “Un urlo dalle tenebre”, “Terror! Il castello delle donne maledette”), Xiro Papas (“La casa della paura”, “Terror! Il castello delle donne maledette”, “Il plenilunio delle vergini”, “Frankenstein ‘80”), Kim Gatti (“Alien 2 sulla Terra”), Giuseppe Castellano (“L’uccello dalle piume di cristallo”, “L’isola degli uomini pesce”, “Il giustiziere sfida la città”, “Mia moglie è una strega”, “Il trucido e lo sbirro”, “Milano odia: la polizia non può sparare”, “La mala ordina”, “Milano calibro 9”, “Barbarella”, “Il venditore di morte”), Brad Harris (“Hercules”, “L’incredibile Hulk”, “Lady Dracula”, “La casa della paura”, “The Mutations”, “I fantastici 3 Supermen”), Benito Pacifico (“Yado”, “I predatori di Atlantide”, “Incubo sulla città contaminata”, “La bestia nello spazio”, “Sette uomini d’oro nello spazio”, “Una sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre”, “Mannaja”, “Il cinico, l’infame, il violento”, “Il trucido e lo sbirro”, “Uomini si nasce poliziotti si muore”, “Il giustiziere sfida la città”, “Per una bara piena di dollari”), Alfredo Rizzo (“Il venditore di morte”, “Tre passi nel delirio”, “Il boia scarlatto”, “5 tombe per un medium”, “La strage dei vampiri”, “L’ultima preda del vampiro”) e Brigitte Skay (“Reazione a catena”, “Zeta uno”).

Una curiosità. La svastica sulle divise è orientata inversamente rispetto a quella nazista, ovvero con gli uncini in senso antiorario.

Uscito nelle sale cinematografiche italiane con un regolare visto di censura nel 1977, nel Regno Unito, nei primi anni Ottanta, il film venne incluso nella lista censoria dei cosiddetti “Video nasty” e soggetto a divieto totale di distribuzione. Per il mercato estero i titoli alternativi utilizzati furono: “SS Hell Camp”, “SS Experiment: part 2” e “Beast in heat”.

Davide Longoni