IL SILENZIO DEGLI IGNORANTI – FATTI E MISFATTI DEL CINEMA FANTASCIENTIFICO IN ITALIA: PARTE 5

Ma principalmente in Italia in questo periodo, era di moda imitare i film di James Bond, naturalmente con il solito sistema di spendere il meno possibile, per cui una miriade di filmetti ha imperversato nel nostro povero Paese, ma noi ovviamente citeremo solo quelli che hanno almeno un addentellato fantascientifico: nel 1965 si comincia con Agente S03 Operazione Atlantide di Paul Fleming (Domenico Paolella) dove si dimostra che nemmeno di Atlantide ci si può fidare, specialmente quando diventa una base atomica che sta per minacciare il mondo. Molto prolifico il 1966 nel quale vengono realizzati e portati sullo schermo tutti questi film: AD3 Operazione Squalo Bianco di Stanley Lewis (Filippo Walter Maria Ratti), dove in una base sottomarina segreta si fabbricano delle bombe atomiche con le quali il solito tiranno pazzoide vuole dominare il mondo; quindi è la volta di Agente segreto 777 Operazione Mistero di Henry Bay (Enrico Bomba) nel quale uno scienziato ha scoperto un metodo per far tornare in vita i morti anche se questi sono in realtà degli zombi e poiché vengono usati come killer, lo scienziato distrugge la formula e si inietta il siero; e poi l’indubbiamente fantascientifico 2+5 Missione Hydra di Pietro Francisci, che firma il film con un incoscienza direttamente proporzionale alla qualità della pellicola la cui storia sarebbe stata anche decente. Giudicate voi: scienziati e spie cinesi vengono rapiti e portati su un’astronave aliena. Dopo aver visitato il pianeta degli alieni, Hydra, e aver scoperto che si è autodistrutto, tornano sulla Terra per trovarla annientata da una guerra atomica. Non resta che tornare nello spazio e fondare su un nuovo mondo una nuova civiltà tra le due razze.

Passiamo a Mark Donen agente Zeta 7 di Don Reynolds (Giancarlo Romitelli), nel quale ci troviamo di fronte ad uno scienziato tedesco che ha scoperto un raggio disintegratore. Il suo assistente non solo ruba l’invenzione per consegnarla ai cinesi, ma mette pure al posto dello scienziato (Carlo Hintermann) un androide. L’agente Mark Donen scopre il complotto esaminando la retina di un cadavere e sgomina la banda. E’ adesso il turno di Operazione Goldman, firmato Anthony Dawson… Non lo riconoscete? Ma è Antonio Margheriti, anche lui costretto a seguire la moda del copio male ma copio e ce lo dimostra raccontandoci una storia nella quale anche i miliardari possono andare fuori di testa e infatti uno di essi vuole mettere sulla Luna un raggio laser in modo da tenere il pianeta sotto minaccia. Ci vorrà il solito agente segreto per fermarlo. Operazione Paradiso, conosciuto anche come Se tutte le donne del mondo, di Henry Levin (Dino Maiuri) parte da un presupposto non proprio simpatico: uno scienziato vuole rendere sterile tutta l’umanità. Fortunatamente il progetto fallisce. Non crediate che sia finita (e considerate che mentre parliamo di queste mediocrità negli Stati Uniti imperversava lo 007 di Sean Connery e, male che andasse, l’agente Flint di James Coburn): diciamo allora due parole in più per il film, sempre del 1966, di Mario Bava Le spie vengono dal semifreddo con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, seguito de Il Dr. Goldfoot e il nostro Agente 00… e un quarto, film americano con Vincent Price. Purtroppo il sequel fu realizzato in Italia con i due comici di punta di allora per cui il grande Vincent Price si trovò ingolfato in una storia stupida quanto la comicità dei due interpreti.

Nel 1967 si addensano nuvole oscure che portano il nome di I fantastici 3 Superman di Frank Kramer (Gianfranco Parolini), una favoletta fantascientifica imperniata su tre supereroi che devono vedersela contro il malvagio Golem, il quale ha inventato una macchina duplicatrice. Le nuvole oscure di cui sopra derivano dal fatto che il film fu il primo di una serie anche se con altri interpreti, ma pur sempre tutti mediocri e risibili.

A proposito di supereroi, ecco Devilman Story (1967) di Paolo Bianchini, storia di un uomo scomparso in Africa. Parte alla sua ricerca la figlia debitamente accompagnata dall’eroe della vicenda. I nostri amici s’inoltrano nella foresta per cercarlo e lo trovano in compagnia del solito scienziato pazzo che fa esperimenti demenziali sul cervello umano. A Paolo Bianchini dobbiamo l’anno successivo anche Il re dei criminali, conosciuto anche come L’invincibile Superman, in questo caso un lottatore di catch che deve combattere contro il solito scienziato che sta trasformando i suoi colleghi lottatori in zombi.

Mosca bianca nel deserto delle inutilità Elio Petri che, nel 1965, adatta alle sue esigenze il racconto di Robert Sheckley La settima vittima aumentando il numero delle vittime e dei cacciatori portandoli a dieci e girando così La decima vittima facendolo interpretare ad attori di grido come Marcello Mastroianni e Ursula Andress. La realizzazione è evidentemente al risparmio, il regista si muove in un campo a lui poco noto e familiare e si vede, ma il risultato deve comunque definirsi dignitoso: futuro prossimo venturo. Il delitto viene consentito in un gioco che prevede che il partecipante si trasformi alternativamente e per cinque volte in vittima, senza quindi conoscere chi sarà il suo killer e altre cinque volte in cacciatore. Compiute le dieci imprese le agevolazioni sociali che si hanno sono infinite, ma che succede se la vittima e il cacciatore s’innamorano?

(5.continua)

Giovanni Mongini