FANTASCIENZA STORY 131

È UN UCCELLO? È UN AEREO? NO! È UN ULTRACORPO! (1978) – PARTE 03

SCONTRI STELLARI OLTRE LA TERZA DIMENSIONE (Starcrash)

Doveva essere intitolato smaccatamente “Guerre Stellari 2” questa co-produzione tra l’Italia e gli Stati Uniti, poi per fortuna, la folle idea è rientrata con grande gioia del suo regista, soggettista e sceneggiatore, quel Lewis Coates che tutti gli appassionati italiani, e non, conoscono con il suo vero nome: Luigi Cozzi.

Il film è stato girato interamente in Italia, come abbiamo detto, soggetto, sceneggiatura e regia sono italiani, il realizzatore degli effetti speciali, e cioè Armando Valcauda, è italianissimo, gli interpreti principali sono stranieri poiché, perlomeno all’epoca ma è molto valido anche oggi, non esistono attori italiani adatti per interpretare certi tipi di ruoli e, come era ovvio pensare, i soldi per la realizzazione del film sono americani.

La poderosa astronave “Murray Leinster” (omaggio di Luigi Cozzi a uno dei maggiori scrittori di science-fiction) sta inoltrandosi nella pericolosa zona delle stelle proibite. All’improvviso un’orda di globi rossi penetra all’interno del mezzo spaziale facendo impazzire l’equipaggio. Prima dell’irreparabile, tre moduli di salvataggio si sganciano dalla nave madre e proseguono la loro corsa nell’infinito. Dall’altra parte del cielo una piccola astronave sfreccia nello spazio inseguita da un caccia della polizia. A bordo della stessa l’affascinante contrabbandiera Stella Star (Caroline Munro), così chiamata perché nata nel sistema della stella doppia 61 Cygni; accanto a lei il suo socio e compagno di avventure Akton (Marjoe Gortner), il cui nome deriva molto più semplicemente dalla contrazione della marca di orologio “Akkutron”, un essere dotato di poteri particolari.

Malgrado i loro continui tentativi i due non riescono a seminare il caccia della polizia guidato dal robot “Elle” (Judd Hamilton) e dall’ispettore Thor (Robert Tessier, 1934 – 1990). L’ultimo, disperato tentativo, è il tuffo nell’Iperspazio, un gesto pericoloso che porta la piccola nave vicino a una stella verde ai neutroni nella zona delle stelle proibite. Qui i due avvistano un relitto e Stella Star ne ispeziona l’interno: è una delle lance di salvataggio della Murray Leinster, a bordo un superstite ferito. Nello stesso momento la navetta dei due viene raggiunta e bloccata dal caccia della polizia.

I due vengono arrestati e deportati ai lavori forzati su due mondi diversi. La ragazza viene deportata su Sigam Terzo e riesce poi a fuggire durante una rivolta dei prigionieri. Mentre fugge tra le paludi del pianeta, in una scena tagliata poi in fase di montaggio, cade nelle sabbie mobili e viene salvata da due guardie le quali a loro volta sono attaccate da mostri chiamati vitoni, il tutto però nella versione definitiva non esiste e il caccia della polizia con a bordo Elle e Thor intercetta Stella Star che è costretta a salirvi a bordo dove una lieta sorpresa l’attende: anche Akton è libero perché una difficile missione li attende tutti e quattro e di quali missione si tratti sarà lo stesso ologramma dell’Imperatore del Terzo Cerchio dell’Universo (Christopher Plummer) a dirlo:

Imperatore: “Io vengo da voi perché il mio fedele robot Elle mi ha detto che voi siete gli unici in grado di salvarci. Tu, Stella Star, sei nota come il miglior pilota di tutta la Galassia e tu Akton come il miglior navigatore stellare. Stella, la nostra Galassia è divisa in due fazioni in guerra. La nostra e quella agli ordini del malvagio Conte Zarth Ar della Lega dei Mondi Oscuri. Recentemente abbiamo cominciato a ricevere rapporti preoccupanti delle nostre spie in seno alla lega. Ci hanno informati che il Conte ha creato un’arma, una nuova Arma Assoluta così vasta, così enorme che ci vuole un intero pianeta per nasconderla. Per questo avevo inviato una nave in missione…

Stella: “Ed hanno trovato il pianeta?

Imperatore: “La nave era vicina, molto vicina alla scoperta del segreto del Conte quando venne attaccata da un’orda di strani mostri. Perdemmo ogni speranza allora, certi che l’avessero distrutta, finché voi non trovaste il modulo di salvataggio di quella nave. È per questo che ora, nella massima segretezza, dovete recarvi alle Stelle Proibite, dovete trovare quella nave, trovare gli altri due moduli mancanti e distruggere il pianeta segreto del Conte… C’è un’altra cosa… Portata a termine la missione, cercate il comandante della nave scomparsa…  era il mio unico figlio…

Il viaggio ha così inizio sul veloce mezzo spaziale chiamato Il falco delle stelle. La prima tappa è un mondo chiamato Arrakis (da Dune di Frank Herbert) dove i quattro si trovano a combattere i capricci della regina delle Amazzoni (Nadia Cassini), complice del Conte, che cerca di impedire ai nostri eroi di ripartire anzi, in una scena ispirata alla filmografia di Ray Harryhausen in generale e a quella di Simbad in particolare, Stella Star deve combattere contro il mostruoso (si fa per dire) e gigantesco mostro di metallo che insegue la ragazza lungo la spiaggia. Il modellino è animato secondo il sistema detto “a passo uno” e cioè fotogramma per fotogramma ma il risultato è piuttosto grezzo. Solo l’intervento del Falco salva Stella Star da una brutta situazione. La ricerca continua attraverso altri mondi e Akton individua la carcassa della Murray Leinster su un pianeta ghiacciato. L’escursione effettuata da Elle e da Stella non trova alcun superstite ma i due non riescono a rientrare nell’astronave perché Thor, che in realtà è un complice del Conte, ha tramortito Akton e ha chiuso la paratia stagna. I due sono costretti a passare la notte sul pianeta ghiacciato ed Elle cerca di passare un poco del suo calore a Stella per impedirle di morire. Thor, a sua volta, non riesce a far decollare la nave e muore cercando di uccidere definitivamente Akton con un’arma a raggi, ma lo spaziale riesce a fargli riflettere contro le radiazioni. Akton apre quindi il portello, recupera i due e riscalda con i suoi poteri il corpo congelato di Stella Star. La scena è stata realizzata cospargendo di sale l’attrice e poi, con il sistema delle sovrapposizioni successive, il sale veniva tolto a ogni inquadratura: il risultato è che il corpo sembra scongelarsi progressivamente.

Akton ripristina l’astronave che lui stesso aveva bloccato non fidandosi di Thor e si dirigono verso l’ultimo relitto caduto su un mondo vulcanico. Qui un’orda di cavernicoli assale Elle e Stella distruggendo il robot a colpi di clava e imprigionando e legando la ragazza. Stella viene salvata da un giovane mascherato che fa fuggire i cavernicoli usando una maschera a energia, ma i mostri ritornano e solo l’intervento di Akton salva i due. Assieme all’unico superstite della Murray Leinster che appunto è il giovane che dapprima aveva salvato Stella Star (David Supercar-Baywatch Hasselhoff) si dirigono verso le viscere del pianeta perché è quello il mondo che contiene l’arma ostile del Conte. La cosa ricorda volutamente le vestigia della civiltà Krell del Pianeta Proibito e la situazione precipita quando il conte Zarth Arn (Joe Spinell, 1936 – 1989)) li raggiunge con il suo esercito e li imprigiona nei sotterranei tenuti a bada dai suoi robot assassini. Egli ha minato il pianeta e sa che tra poco l’Imperatore giungerà su quel mondo poiché gli è stato comunicato che suo figlio è vivo e Stella Star scopre che è proprio il giovane accanto a lei.

I minuti passano e Akton attacca i robot con la sua spada laser, riesce a distruggerne uno ma viene colpito a morte e il figlio dell’imperatore elimina il secondo.

Akton sta per morire e ordina ai due di andarsene. Stella non vorrebbe muoversi, non vuole abbandonare l’amico, ma Akton la spinge via dicendole:

Akton: “La mia essenza si espanderà per le galassie e così io vivrò per sempre…

Il suo corpo, novello Obi-Wan Kenobi, scompare e in quel momento entra l’Imperatore, soddisfatto e felice di vedere il proprio figlio ancora vivo. Alla esortazione dei due di fuggire perché il pianeta sta per esplodere lui risponde semplicemente parlando alla sua nave spaziale.

Imperatore: “Ammiraglia Imperiale: Ferma il Flusso del Tempo!

Dopo aver compiuto questa sciocchezzuola i tre fuggono dal mondo che si autodistrugge appena il raggio temporale cessa il suo potere.

D’altra parte il regista ha molto simpaticamente dichiarato che non sapeva come fare a far uscire i suoi eroi da quella situazione quindi, molto, ma molto fantasiosamente, gli è venuta questa idea.

L’attacco del Conte alle Navi Imperiali sembra destinato a vincere ma ecco la trovata che cambierà tutto: lanciare una città spaziale contro la suggestiva base a forma di artiglio del Conte e distruggerla (e se ci è consentito il dire…  una specie di “Cozzi Stellari”).

Il piano riesce, il Conte muore, ma secondo Joe Spinell che voleva fosse fatto un seguito, lui è fuggito prima del botto… La Galassia è salva.

Imperatore: “Bene, è fatta, è successo. Le stelle sono chiare, i pianeti lucenti. Abbiamo vinto… Oh, altre Oscure Forze senz’altro si faranno avanti prima o poi. La vita non cessa di girare, ma per ora c’è calma e, per un po’ di tempo almeno, sorrideremo…

Un variegato e multicolore universo, quello dei pianeti e delle stelle di Scontri Stellari, inverosimile ma assolutamente suggestivo. Armando Valcauda ha certamente fatto del suo meglio ma questo era il suo primo grosso impegno cinematografico. Il film costò all’epoca due miliardi.

Come si è detto il produttore voleva un film tipo Guerre Stellari spendendo però un terzo di quello che era costato il film di Lucas (tutto il mondo è paese) e voleva un film con tanti mostri e spettacolare proprio come Star Wars. È stato girato, in compartecipazione con la Francia, l’Inghilterra e, come si è detto, l’America tramite l’American International. La cosa probabilmente più interessante di questo film italiano è che, data la passione e la conoscenza della materia di cui sono possessori sia il regista sia il direttore degli effetti speciali, è stata usata, anche se parzialmente, la tecnica americana sia nella costruzione delle astronavi (pezzetti di kit di aerei, di carri armati su un supporto di polistirolo o di legno) tenuti fermi su una base in velluto nero mentre è la cinepresa a muoversi e a simularne le evoluzioni, sia quella del passo uno che ha avuto maestri validissimi come Willis O’Brien, George Pal, Ray Harryhausen e Jim Dantford. Ottima la musica di John Barry, lo stesso dei motivi più popolari di James Bond. David Hasselhoff ricorda ancora con vergogna di aver partecipato al film, ma di averlo fatto perché era il suo esordio cinematografico, mentre Quentin Tarantino lo annovera tra i suoi preferiti.

(3 – continua)

Giovanni Mongini