LUIGI COZZI… UN AUTORE FANTASTICO

Sempre pieno di impegni e sempre all’opera, il nostro Luigi Cozzi, mentre è al lavoro sul suo prossimo film, ha trovato il tempo di dedicarsi anche alla sua attività di deus ex machina delle Edizioni Profondo Rosso per confezionare tre volumi davvero interessanti. Vediamo di cosa si tratta.

CIAO LUIGI, BENTORNATO SULLA ZONA MORTA. STAVOLTA SIAMO QUA A PARLARE SOPRATTUTTO DELLA TUA ATTIVITA’ DI AUTORE DI NARRATIVA. PER COMINCIARE, QUAL E’ IL TUO RAPPORTO CON LA SCRITTURA?

Ho sempre scritto, sin da quando avevo otto/nove anni. Senza scrivere non saprei vivere.

E COME SI DIFFERENZIA IL MODO DI SCRIVERE PER IL CINEMA DA QUELLO PER LA NARRATIVA?

Per poter scrivere per il cinema, bisogna innanzitutto saper scrivere bene in generale: se non sai scrivere, infatti, non potrai mai neppure scrivere per il cinema. Poi bisogna sapere che scrivere per il cinema differisce molto dallo scrivere racconti o romanzi. Nella narrativa, infatti, sei libero, puoi scrivere come vuoi e di qualsiasi cosa ti venga in mente.  Nel cinema invece no: quello che scrivi deve successivamente venir trasposto in immagini e quindi devi scrivere in maniera che sia possibile farlo, tenendo quindi conto del budget disponibile per realizzare il film. Di conseguenza, scrivere per il cinema è una specializzazione molto particolare: uno scrittore può fare libri fantastici, ma non è detto che poi riesca a scrivere copioni cinematografici realizzabili.

AVENDO FATTO NELLA TUA VITA, FRA LE TANTE COSE, LO SCRITTORE, IL SAGGISTA, LO SCENEGGIATORE E IL REGISTA… IN QUALE DI QUESTI RUOLI TI TROVI PIU’ A TUO AGIO?

A me piace scrivere e mi trovo perfettamente a mio agio sia quando scrivo narrativa oppure saggistica o sceneggiature, conoscendo bene le regola base richieste da ciascuna di queste tre differenti specializzazioni. Fare il regista invece è una faccenda diversa, perchè quando scrivi, infatti, sei da solo e non hai a che fare con nessun altro, almeno finchè non hai finito di stendere il testo sul quale stai lavorando. Il regista invece deve necessariamente lavorare sul set insieme a molta altra gente e quindi deve fungere da catalizzatore e anche da mediatore del lavoro di tutti… per esempio, su film grossi come “Starcrash” oppure “Hercules” io ho dovuto lavorare dirigendo oltre 120 persone, tra troupe e attori… e quindi un buon regista, oltre che a saper fare bene un film, deve anche essere un notevole esperto nei rapporti umani e possedere una determinazione estrema. Oltre ad essere un gran diplomatico nel tenere i rapporti con i produttori e i distributori, che tendono sempre a essere piuttosto invadenti. Comunque, io credo di aver ormai dimostrato ampiamente di sapermela cavare abbastanza bene in tutte queste differenti specializzazioni…

COMINCIAMO ALLORA A PARLARE DEL VOLUME “UNA MANCIATA DI ETERNITÀ”, SECONDA E ULTIMA ANTOLOGIA CONTENENTE I TUOI RACCONTI: COSA PUOI DIRCI IN MERITO?

“Una manciata di eternità” è il secondo volume che raccoglie la narrativa breve che ho scritto e pubblicato su varie riviste dal 1964 a oggi… contiene storie di tutti i tipi, prevalentemente di fantascienza, thrilling o di fantasy, i generi che preferisco.

PER QUANTO RIGUARDA LA SCELTA DEI TITOLI, HAI DOVUTO TRALASCIARE QUALCOSA OPPURE HAI INSERITO TUTTO QUELLO CHE AVEVI SCRITTO?

Alcune storie sono rimaste escluse, ma si tratta essenzialmente di raccontini senza nessuna pretesa che scrivevo giusto per il compenso che mi davano, e quindi che non le ho mai considerate come delle mie personali creazioni significative.

ESISTE ANCORA QUALCOSA DI INEDITO O MAGARI AL MOMENTO DI INCOMPLETO TARGATO LUIGI COZZI CHE UN DOMANI POTREBBE VEDERE LA LUCE SU QUALCHE NUOVO VOLUME?

Di inedito non ho null’altro, a parte alcuni romanzi gialli o fantastici che sono usciti su riviste o antologie una ventina di anni fa, tratti da mie sceneggiature cinematografiche che non ero riuscito a trasferire sullo schermo. Comunque conto di ristamparli tutti nel corso dei due/tre prossimi anni. Qualche titolo? “La semplice arte del delitto”, “L’istinto della caccia”, “I pirati del tempo”, eccetera…

DAI TITOLI DELL’ANTOLOGIA CI SEMBRA DI VEDERE ALCUNI RACCONTI CHE HANNO AVUTO ANCHE UNA LORO VERSIONE CINEMATOGRAFICA O TELEVISIVA, COME “IL VICINO DI CASA” E “PAGANINI”. CE NE SONO ALTRI?

Sia “Il vicino di casa” che “Paganini” li ho scritti  in forma di racconto, proprio per la televisione e il cinema. In certi casi, infatti, mi piace scrivere per lo schermo esattamente come se stessi stendendo un testo per una rivista o un libro… tenendo però ben a mente quando faccio così che comunque tutto ciò che scrivo deve essere poi facilmente trasferibile in immagini. Come ho già detto, quando scrivo per il cinema, ho ben presente in testa il budget previsto per il film da realizzare, e quindi non devo inserire nella storia nulla che non possa essere facilmente realizzato con i soldi (pochi o molti) a disposizione.

FRA LE ALTRE STORIE CHE SONO RIMASTE SOLAMENTE PER LA CARTA STAMPATA, QUALI TI PIACEREBBE POTER VEDERE TRASPOSTE IN UNA EVENTUALE PELLICOLA CINEMATOGRAFICA O TELEVISIVA?

I miei racconti migliori che ho scritto solo come narrativa pura sono quasi tutti praticamente irrealizzabili come film. Molti degli altri sono nati effettivamente quasi tutti già come basi per degli eventuali film, anche se poi li ho stesi sotto forma di novelle.

PASSIAMO ADESSO ALLA RIEDIZIONE DEL ROMANZO “STAR RIDERS – I CAVALIERI DELLE STELLE”. COSA PUOI RACCONTARCI IN MERITO?

“Star Riders – I Cavalieri delle Stelle” lo scrissi come trattamento cinematografico nell’aprile del 1977: doveva essere il mio primo grande film di fantascienza e in effetti lo prese Lucisano, che lo fece tradurre in inglese per inviarlo a Sam Arkoff dell’AIP a Hollywood. Mentre attendevo che la traduzione venisse completata e spedita, all’inizio del maggio successivo fui contattato da Nat Wachsberger, che mi chiese di scrivergli un film di fantascienza. Allora, siccome “Star Riders” era già impegnato con Lucisano, io scrissi per lui in 15 giorni “Starcrash”, che venne tradotto in due giorni e poi portato di corsa a Hollywood dallo stesso Wachsberger e messo sulla scrivania di Arkoff, cui piacque accettando di finanziarlo. Una ventina di giorni dopo lo stesso Arkoff ricevette finalmente anche la traduzione del mio “Star Riders” da Lucisano. Gli piacque moltissimo, più di “Starcrash”, ma avendo già firmato il contratto con Wachsberger, fu costretto a rispondere di no a Lucisano. Così io realizzai il solo “Starcrash”, uscito in Italia come “Scontri stellari oltre la terza dimensione”. In seguito trasformai “Star Riders” in una sceneggiatura e la Cannon mi mise sotto contratto nel 1979 per realizzarla. Ma non ci mettemmo d’accordo sul budget necessario per fare il film e così il progetto è rimasto sulla carta. In seguito ho trasformato la sceneggiatura in un romanzo, per non lasciarla per sempre tristemente abbandonata nel cassetto dei “sogni proibiti”…

COME NACQUE L’IDEA DI QUESTA STORIA, QUALI FURONO LE ISPIRAZIONI PRINCIPALI?

L’ispirazione principale viene dal romanzo “Cittadino della galassia” di Robert A. Heinlein, anche se poi la mia storia contiene un mucchio di citazioni e rimandi ad altre opere fantascientifiche, sia letterarie che cinematografiche, oltre che ovviamente a “Guerre stellari”.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Trovate le premesse, scritte le prime pagine, tutto il resto della vicenda è venuto quasi da sé, in modo automatico. Io non sono un autore che pianifica per bene tutta la storia prima di cominciare a scriverla, no, assolutamente: io scrivo di getto, seguendo l’ispirazione o l’idea del momento, e quando inizio non ho la minima idea di come la storia andrà a finire: lascio che siano i personaggi a decidere per me, io li seguo, ovunque vadano, faccio da medium tra loro e il foglio stampato. E improvviso, sempre.

E’ UN PECCATO CHE IL FILM NON SIA MAI STATO REALIZZATO: QUA SIAMO NELLA FANTASCIENZA PURA, UNA SPACE OPERA DI AMPIO RESPIRO, SICURAMENTE COMPLICATA DA TRASPORRE AL CINEMA, SOPRATTUTTO VISTA LA DIFFICILE SITUAZIONE ITALIANA PER QUANTO RIGUARDA IL CINEMA DI GENERE. EPPURE, SAREBBE STATO DAVVERO BELLO VEDERE LA STORIA AL CINEMA…

“Star Riders” doveva essere un film nel 1977 e poi anche nel 1979. Pensa che la Cannon aveva addirittura già messo sotto contratto Klaus Kinski per fargli interpretare la parte del cattivo in quel film, doveva essere lui l’Usurpatore malvagio!

PASSIAMO ADESSO ALLA TUA ATTIVITA’ COME CURATORE. SEMPRE RECENTEMENTE TI SEI OCCUPATO DELL’EDIZIONE ITALIANA DI DUE ROMANZI DI MAURICE RENARD, INCLUSI NELL’ANTOLOGIA “IL CASTELLO MALEDETTO”. CE NE VUOI PARLARE?

Maurice Renard in Francia è considerato secondo soltanto a Jules Verne come precursore della fantascienza e dell’orrore, mentre qui in Italia è praticamente sconosciuto. Per questo ho deciso di tradurre e pubblicare a poco a poco tutti i suoi lavori più famosi, che tra l’altro sono ancora godibilissimi. Nel volume “Il castello maledetto” c’è infatti uno dei romanzi fantascientifici di Renard più interessanti e sono lieto di averlo finalmente messo a disposizione del pubblico italiano.

COME MAI LA SCELTA E’ CADUTA SU QUESTE DUE OPERE?

Di Renard nella stessa collana ho già pubblicato anche “Le mani di Orlac” e il capolavoro “Profondo cielo – Pescatori di uomini”, mentre nei prossimi due anni altri suoi titoli sono in arrivo. I libri fondamentali scritti da Renard sono infatti almeno una decina…

AVENDO GIA’ PUBBLICATO IN PASSATO ALCUNI SCRITTI DI QUESTO AUTORE, PRECURSORE DELLA FANTASCIENZA E DEL FANTA-HORROR, QUAL E’ IL TUO RAPPORTO CON MAURICE RENARD?

A me Renard piace molto… ormai lo si sarà capito. E sono quindi lieto di ripresentare tutto il meglio della sua produzione fantastica al pubblico italiano.

ALLORA VEDREMO ALTRE OPERE DI RENARD IN FUTURO TARGATE PROFONDO ROSSO EDIZIONI?

L’ho già detto. Nel 2020 usciranno almeno altri due romanzi di Renard per le Edizioni Profondo Rosso, tra i quali il celebre “Due centimetri al giorno” che molti anni dopo ha ispirato Richard Matheson a scrivere “Tre millimetri al giorno”.

RESTANDO IN TEMA SPOILER, QUALI SARANNO I PROSSIMI TITOLI CHE HAI SERBO PER LA TUA CASA EDITRICE?

Nella collana di cinema nel 2019 devono ancora apparire “Il soprannaturale e il fantastico nel cinema messicano” di Pezzella, “Il cinema sanguinario” di Castoldi e il mio nono volume sulla storia del cinema di fantascienza. Nella collana di narrativa ci sono due nuovi volumi sui casi risolti dall’indagatore dell’incubo Jules De Grandin, la riedizione di “I racconti della piccola bottega degli orrori” di Lombardi, una nuova antologia di “Racconti Gotici Rurali” di Sergio Bissoli e il grosso volume di racconti horror “Le case dei fantasmi”…

MENTRE PER QUANTO RIGUARDA IL CINEMA, COSA STA PREPARANDO E A COSA STA LAVORANDO LUIGI COZZI?

Per il cinema a settembre ho finito il mio nuovo film “La battaglia di Roma – 1848”, una docu-fiction che racconta quello che accadde a Roma quando il Papa venne scacciato dal popolo e fuggì via lasciando la città senza governo. Allora Mazzini e Garibaldi fondarono la libera e indipendente Repubblica Romana, che però venne immediatamente attaccata, su richiesta del Papa, da oltre 50.000 soldati francesi, che tra l’altro bombardarono senza tregua coi cannoni per quasi un mese intero le case e i monumenti della Capitale per costringere i cittadini a chiedere la resa incondizionata…

ULTIMA DOMANDA. ALTRI PROGETTI O IMPEGNI PER IL FUTURO?

Prima devo terminare le cose di cui mi sto attualmente ancora occupando e delle quali ho già parlato, e poi penserò a nuovi progetti, che comunque sono sicuro che non mancheranno…

E NOI RESTEREMO SEMPRE SINTONIZZATI SULLE TUE FREQUENZE!

Davide Longoni