ROBERT ANSON HEINLEIN

Robert Anson Heinlein è stato uno degli autori di fantascienza statunitensi più influenti del suo tempo. Sviluppò nuovi temi, tecniche e approcci mai sperimentati prima di allora dalla narrativa di genere. Negli anni Quaranta divenne il primo autore di fantascienza a pubblicare vere storie di science fiction su periodici a larga diffusione e negli anni Sessanta fu il primo a pubblicare romanzi di fantascienza che scalarono la classifica dei best-seller. I temi principali del suo lavoro sono stati a sfondo sociale: individualismo radicale, libertarismo, religione, longevità degli esseri umani, sperimentalismo politico, la relazione tra amore fisico e amore romantico, separazione della sfera pubblica da quella privata e speculazioni su relazioni sociali e familiari non ortodosse.

Heinlein nacque a Butler il 7 luglio 1907, un piccolo centro agricolo del Missouri, ma trascorse la sua infanzia a Kansas City. L’ambiente e i valori di questi tempi e luoghi influenzeranno i suoi successivi lavori; comunque egli ruppe molte delle consuetudini e delle convenzioni sociali, sia nei suoi scritti che nella sua vita personale.

Terminate le scuole superiori si iscrisse nel 1925 alla Accademia navale di Annapolis nel Maryland dove si diplomò nel 1929; servì poi come ufficiale della Marina degli Stati Uniti con l’incarico di ufficiale di tiro. Sposò la sua seconda moglie, Leslyn McDonald, nel 1932 (del suo primo matrimonio si conosce invece poco).

Nel 1934 venne congedato dalla Marina poiché soffriva di tubercolosi polmonare. Durante il lungo periodo che fu costretto a trascorrere in ospedale egli reingegnerizzò mentalmente il letto ad acqua che più tardi inserì in “Straniero in terra straniera”. Il periodo trascorso in Marina fu l’altra più grande influenza sul lavoro di Heinlein; per tutta la sua vita infatti egli credette fortemente nella fedeltà e nella leadership e in altri valori associati alla vita militare.

Dopo il suo congedo, Heinlein frequentò per alcune settimane dei corsi di matematica e fisica alla Università della California di Los Angeles, abbandonandoli poi a causa dei suoi problemi di salute, o per il desiderio di entrare in politica (o forse per entrambi i motivi). Si mantenne con tutta una serie di lavori, inclusi quelli di agente immobiliare e di minatore d’argento.

All’inizio degli anni Trenta Heinlein fu attivo nel movimento socialista EPIC di Upton Sinclair (il nome era l’acronimo di End Poverty In California — letteralmente Porre fine alla povertà in California). Quando nel 1934 Sinclair fu scelto come candidato del Partito Democratico per la carica di governatore della California, Heinlein lavorò attivamente per la sua campagna elettorale (che non ottenne successo). Heinlein stesso concorse per un seggio nell’Assemblea di Stato della California nel 1938 ma anch’egli non venne eletto (per una sfortunata sovrapposizione di eventi, proprio in quel periodo il politico nazista cecoslovacco Konrad Heinlein, che non era comunque imparentato con lui, compariva nei titoli sulle prime pagine dei giornali). Pur non essendosi ridotto in povertà in seguito alle campagne elettorali — godeva di una piccola pensione di invalidità della Marina — decise di dedicarsi all’attività di scrittore per pagare i suoi debiti.

Nel 1938-1939 scrisse “A noi vivi” (For Us, The Living), un romanzo di argomento scopertamente politico-utopico che però non trovò il favore degli editori (venne pubblicato postumo solo nel 2004 postumo, dopo il suo fortunoso ritrovamento). Nel 1939 Heinlein riuscì a pubblicare la sua prima storia, intitolata “La Linea della Vita”, sul periodico Astounding Magazine. Progettò di ritirarsi una volta pagati i debiti, ma desiderava una nuova auto, fare un viaggio a New York e  molte altre cose. Disse così a John W. Campbell, il direttore di Astounding, che avrebbe abbandonato la scrittura non appena gli fosse stata rifiutata una storia. Quando questo avvenne Heinlein abbandonò la carriera di scrittore ma cominciò a sentirsi inquieto: divenne nervoso e distratto, soffrì di perdita d’appetito, calo di peso e soffrì d’insonnia. Pensò che forse potevano essere le avvisaglie di un terzo attacco di tubercolosi polmonare. Quando Campbell seppe delle sue condizioni, disse che avrebbe dato una nuova occhiata alla storia rifiutata, e infine la accettò chiedendo però alcune correzioni minori. Quando Heinlein si sedette a scrivere le correzioni si sentì subito meglio.

Heinlein fu rapidamente riconosciuto come il leader di un nuovo movimento verso una fantascienza “sociologica”. Iniziò a inserire le prime storie pubblicate all’interno di una sorta di “Storia Futura”, la cui tabella fu pubblicata sul numero del maggio 1941 di Astounding.

Durante la Seconda Guerra Mondiale servì di nuovo nella Marina come ingegnere aeronautico civile nel laboratorio materiali della Naval Aircraft Factory; con lui lavoravano anche il giovane Isaac Asimov e Lyon Sprague de Camp. In questo periodo conobbe inoltre Virginia “Ginny” Gerstenfeld che diventerà la sua terza moglie. Verso la fine della guerra, nel 1945, iniziò a riprendere in considerazione la sua carriera di scrittore. I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki e lo scoppio della Guerra Fredda lo galvanizzarono, spingendolo a scrivere articoli su argomenti politici e a tentare di pubblicare su riviste più redditizie. Pubblicò così quattro importanti storie sul Saturday Evening Post cominciando con “Le verdi colline della Terra” nel febbraio 1947, diventando il primo scrittore di fantascienza a uscire dal ghetto dei cosiddetti pulp magazine. Scrisse soggetto e sceneggiatura per Uomini sulla Luna, il film per il quale inventò anche molti degli effetti speciali e per i quali vinse l’Oscar. Firmò poi un contratto con Scribner’s per la scrittura di una serie di romanzi per adolescenti che durò fino agli anni Cinquanta.

Heinlein divorziò da sua moglie Leslyn nel 1947 e nel 1948 sposò la sua terza moglie Virginia “Ginny” Gerstenfeld, che probabilmente servì come modello per molti dei suoi personaggi femminili, intelligenti e indipendenti.

I romanzi “per adolescenti” di Heinlein potrebbero essere il suo lavoro più importante, dato che gli guadagnarono un pubblico di adulti scientificamente e socialmente consapevoli. In questi libri trattò molti argomenti, ma quello del 1959, “Fanteria dello spazio”, fu considerato dallo staff redazionale di Scribner’s troppo controverso per la loro prestigiosa collana e venne sommariamente rifiutato. Heinlein, sentendosi allora sciolto da ogni vincolo di target, iniziò a scrivere “la sua roba, alla sua maniera” e pubblicò una serie di libri che ridisegnarono i confini della fantascienza, inclusi tra questi “Straniero in terra straniera” (1961), la sua opera più conosciuta, e “La Luna è una severa maestra” (1966), che molti considerano il suo miglior romanzo.

Comunque, a partire dal 1970, Heinlein soffrì di una serie di crisi di salute, intervallata da periodi di lavoro intenso. La decade iniziò con un attacco di peritonite, dal quale gli occorsero più di due anni per riprendersi. E non appena stette abbastanza bene per scrivere, iniziò il suo lavoro tecnicamente più ambizioso, “Lazarus Long l’immortale” (1973). Alla metà degli anni Settanta scrisse anche due voci per l’Enciclopedia Britannica (la prima su Paul Dirac e l’antimateria e la seconda sulla chimica del sangue -  una versione del primo articolo intitolato “Paul Dirac, Antimatter, and You” (Paul Dirac, l’Antimateria e Tu) fu pubblicato nell’antologia Expanded Universe.

Insieme alla moglie Virginia viaggiò per tutti gli Stati Uniti aiutando la raccolta del sangue , e nel 1976 fu per la terza volta ospite d’onore alla World Science Fiction Convention a Kansas City. Era esausto, la sua salute declinò nuovamente e dovette sottoporsi a una delle prime operazioni di bypass cardiaco nel 1978. Quello stesso anno gli fu richiesto di testimoniare di fronte al Comitato Congiunto del Senato e della Camera dove affermò la sua fiducia nelle ricadute della tecnologia spaziale, di cui stavano beneficiando gli infermi e gli anziani. L’incontro ravvicinato con la morte lo rivivificò e scrisse altri cinque romanzi dal 1980 fino alla sua scomparsa, nel sonno, avvenuta l’8 maggio 1988 a Carmel-by-the-Sea, mentre stava mettendo insieme le note per il sesto romanzo, “World As Myth”.

Nel 2004 il suo primo romanzo “A noi vivi”, ritenuto da lungo tempo distrutto, venne ritrovato e pubblicato, rivelando quanto della filosofia sociale e politica che compare nei suoi ultimi lavori fosse già presente nei suoi primi giorni di politico radicale.

Tra i molti riconoscimenti che ottenne durante la sua carriera, fu il primo a ricevere il “Grand Master Nebula of the Science Fiction Writers of America”, ovvero “Premio Nebula per il Gran Maestro degli Scrittori di Fantascienza Americani”. Inoltre è il solo scrittore ad aver vinto ben sette “Premi Hugo”: quattro nel corso della sua carriera (Stella doppia – 1956, Fanteria dello spazio – 1959, Straniero in terra straniera – 1961 e La Luna è una severa maestra – 1966) e tre “Retro-Hugo”, assegnati postumi nel 2001per opere pubblicate nel 1950 (miglior romanzo, Pionieri dello spazio; miglior romanzo breve, L’uomo che vendette la Luna, e miglior presentazione drammatica con il film Destinazione Luna).

Se guardiamo le opere di Heinlein, dobbiamo distinguere tre periodi, ognuno caratterizzato e scandito dai suoi problemi di salute: il primo, quello delle prime opere, va dal 1939 fino al 1960; il secondo, le opere mature, si ferma al 1973; mentre le ultime opere coprono l’arco di anni che vanno dal 1980 al 1987.

Iniziamo con la prima tranche, ovvero le prime opere, scritte dal 1939 al 1960 in maniera quasi ininterrotta.

Il suo primo romanzo fu, come detto, “A noi vivi”, scritto nel 1938-1939 e pubblicato postumo solo 64 anni più tardi, nel 2004, dopo il suo rinvenimento. Sebbene come romanzo sia stato un fallimento, essendo poco più di una lezione sulle teorie sociali di Heinlein travestita da storia di fantascienza, è una finestra intrigante sullo sviluppo delle sue idee radicali sull’uomo come animale sociale, incluso l’amore libero. Pare che Heinlein tentò perlomeno di vivere in maniera coerente con questi ideali anche negli anni Trenta e il suo matrimonio con la seconda moglie Leslyn fosse una relazione aperta (era anche un nudista: nudismo e tatuaggi personali sono elementi discussi frequentemente nelle sue opere. Al culmine della Guerra Fredda costruì un rifugio antiatomico sotto la sua casa simile a quello che compare in “Storia di Farnham”).

Dopo “A noi vivi” iniziò a scrivere romanzi e storie brevi ambientate in una storia futura consistente, completa di una cronologia di cambiamenti significativi politici, culturali e tecnologici. Una vasta porzione del suo lavoro nel periodo dal 1931 al 1961 consistette di romanzi per ragazzi. Alcuni esempi di questi romanzi sono “La tuta spaziale”, “Pionieri dello spazio” e “L’invasione dei gattopiatti”. Molte di questa storie furono pubblicate per la prima volta a puntate sotto altri titoli, per esempio “Pionieri dello spazio” (“Farmer in the Sky”) fu pubblicato come “Satellite Scout” nella rivista dei boy scout Boy’s Life.

Heinlein scrisse originariamente il suo primo libro pubblicato “Razzo G.2” perché gli venne sollecitato un libro per ragazzi da un grosso editore. L’editore lo rifiutò perché “un viaggio fino alla luna era un’assurdità”: allora Heinlein propose il libro a Scribner’s, che lo comprò e iniziò così una lunga collaborazione durante la quale pubblicò un libro per ragazzi ogni anno. L’accordo durò per dodici anni fino a che non venne rifiutato il manoscritto di “Fanteria dello spazio” (in originale “Starship Troopers”), che Heinlein propose immediatamente a un altro editore e con il quale vinse un Premio Hugo. Molti lettori odierni non si rendono conto che alcuni dei cliché apparentemente usati da Heinlein, come il viaggio fino alla Luna in “Razzo G.2”, furono considerati sorprendenti nella sua epoca e infatti aiutarono a creare questi cliché. Un altro buon esempio da questo periodo è “Il terrore dalla sesta luna” che originò l’idea degli alieni che si impossessano dei corpi umani come in “L’invasione degli ultracorpi”.

I romanzi che scrisse per il pubblico giovane sono un’affascinante miscela di temi adulti e per adolescenti. Molti degli argomenti che affronta in questi libri riguardano i problemi affrontati dagli adolescenti: i suoi protagonisti sono in genere teenager molto intelligenti che hanno a che fare con la società adulta che li circonda. Superficialmente sono semplici racconti di avventure, imprese e rapporti con insegnanti stupidi e compagni gelosi. Comunque Heinlein era convinto che i giovani lettori fossero molto più sofisticati e capaci di gestire temi complessi e difficili di quanto non li ritenessero gli adulti, perciò anche questi romanzi per ragazzi hanno spesso una maturità che li rende leggibili anche agli adulti. In effetti il suo ultimo racconto “per ragazzi” fu proprio “Fanteria dello Spazio” che è anche una delle sue opere più controverse, scritto in risposta all’arresto unilaterale dei test nucleari. Anche un libro relativamente innocente come “Il pianeta rosso” contiene alcuni temi sovversivi: una rivoluzione dei giovani studenti modellata su quella della Rivoluzione Americana; l’editore gli chiese cambi sostanziali negli argomenti del libro, come l’uso di armi da parte di adolescenti e la sessualità confusa del personaggio marziano.

Fra i suoi romanzi per giovani, tuttavia, “Cittadino della galassia” è il più ambizioso. Le dimensioni spaziali del racconto sono sconfinate: tremila anni luce, o meglio l’intera circonferenza della libera federazione di mondi nota come Egemonia terrestre.

Proseguiamo il nostro viaggio tra le opere di Heinlein passando alle opere mature, scritte tra il 1961 e il 1973.

A partire dal  1961 circa (“Straniero in terra straniera”) fino al 1973 (Lazarus Long l’immortale”) Heinlein scrisse i suoi romanzi più caratteristici e meglio sviluppati. Il suo lavoro in questo periodo esplorò i temi per lui più importanti come l’individualismo, il libertarismo e l’amore fisico e romantico. Fino a un certo punto l’apparente discrepanza tra questi lavori e i temi più ingenui dei suoi romanzi precedenti può essere attribuita alla sua propria idea, probabilmente corretta, che i lettori e gli editori degli anni Cinquanta non fossero ancora pronti per le sue idee più radicali. Non pubblicò “Straniero in terra straniera” fino a molto tempo dopo il suo completamento e i temi di amore libero e di individualismo radicale sono in preminenza già nel suo primo romanzo pubblicato solo postumo, “A noi vivi”.

L’ultima tappa alla scoperta degli scritti di Heinlein ci porta alle ultime opere, che coprono l’arco di anni che va dal 1980 al 1987.

Dopo un silenzio di sette anni dovuto ai suoi problemi di salute, Heinlein produsse diversi altri romanzi nel periodo dal 1980 (“Il numero della bestia”, un libro di Oz) fino al 1987 (“Oltre il tramonto”). Questi sono romanzi controversi anche tra i suoi lettori. Alcuni ritengono che la loro qualità non sia pari a quella dei suoi precedenti lavori, ma comunque vendettero bene e vinsero numerosi premi. Altri lettori ritengono che chi li critica non ne capisca l’ironia e la parodia conscia sia della fantascienza che della letteratura in generale.

Alcuni di questi libri come “Il numero della bestia” e “Il gatto che attraversa i muri” iniziano come storie di avventura, ma verso la fine devolvono in fantasie filosofiche. Dipende dall’opinione personale se questo denoti una mancanza di abilità o un sforzo conscio di espandere i confini della fantascienza in un genere di realismo magico che continui gli sforzi iniziati con “Straniero in terra straniera”.

La tendenza verso un autoreferenzialismo autoriale iniziata con “Straniero in terra straniera” e “Lazarus Long l’immortale” divenne ancora più evidente in romanzi come “Il gatto che attraversa i muri” il cui protagonista in prima persona è un veterano militare invalido che diventa scrittore e trova il suo amore in un personaggio femminile, che come per quasi tutti gli altri suoi forti personaggi femminili, pare basato su sua moglie Ginny. L’elemento di autoparodia di questi libri impedisce loro di impantanarsi, prendendosi troppo sul serio, ma può anche fallire nell’evocare l’effetto desiderato nei lettori non familiari con i romanzi precedenti di Heinlein.

Davide Longoni