FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 04 – PARTE 07

SERIAL CINEMATOGRAFICI – TV & PILOT & CARTOON INEDITI E NO – PARTE 07

1986 – 1990

Doveva essere il pilot di una nuova serie televisiva ma poi non se ne fece più niente: si tratta de L’uomo indistruttibile (I-man – 1986) di Corey Allen, in cui un taxista viene investito da un camion della NASA che trasporta un prodotto chimico di nuova creazione. Bagnato dalla strana sostanza l’uomo diventa una specie di Superman, pronto a combattere il male e a difendere i deboli.

Altro pilot solitario è S.O.S. Terra (Man Who Fell to Earth – 1986) di Bobby Roth e tale è rimasto. Esso si ispira a L’uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth) di Nicolas Roeg e interpretato dal poliedrico David Bowie. John Dory, questo è il nome che assume l’unico superstite di un atterraggio alieno sulla Terra, ha il compito di salvare il suo pianeta, Anterus, dalla distruzione. Ben accolto da una donna e poi da suo figlio, l’uomo inizia la sua opera per salvare il pianeta… non sapremo mai come andrà a finire…

Pilot di una serie mai realizzata, ben girato, ma quasi sconosciuto è questo Northstar dello spazio (Northstar – 1986) diretto da Peter Levin. I produttori avevano pensato che il seguito di fan del personaggio principale (Greg Evigan) fosse sufficiente per far decollare la serie, ma l’indice d’ascolto crollò paurosamente appena a metà dell’episodio stesso. Ma veniamo alla trama: visto che nello spazio ne capitano di tutti i colori, nessuno si stupirebbe sapendo che la nave spaziale dell’astronauta Evigan esplode; si ritrova di nuovo sulla Terra con un’alterazione dei cinque sensi… alterazione che ne potenzia le capacità facendo di lui un novello superman buono. Ma come sempre ci sono persone prive di scrupoli e ingorde di potere che tenteranno di rapirlo per utilizzare i suoi poteri per i loro loschi scopi.

Nel 1986 esce, ed è subito da dimenticare, una serie televisiva che si rifà all’omonimo film. Il suo nome, infatti è Starman (Starman) dove l’alieno ritorna sulla Terra: in questo caso è interpretato da Robert Hays e il protagonista torna sul nostro pianeta per proteggere il figlio e cercarne la madre.

Simpatico serial televisivo in otto parti (in giapponese con sottotitoli in inglese) è questo Bubblegum Crisis (Giappone – 1987), criticato in America e mai proposto in Italia, che narra la storia di un combattente contro mutanti stile Terminator che si animano per conquistare il potere. Akiyama Katsuhito ne è il regista e… ufficiale pagatore! Per le scene eccessivamente violente e talvolta profane questo regista (in realtà i registi sono cinque: oltre a Katsuhito ci sono Hayashi Hiroki, Oobari Masami, Takayama Fumihiko e Gooda Hiroaki) è stato citato da un gruppo di giappo-mamme, contrarie a quella violenza patetica e troppo gratuita, e da un gruppo di fabbricatori di giappo-caramelle per istigazione alla vendita di gomma da masticare. Morale della favola il povero regista ha dovuto sborsare molti e molti giappo-yen come risarcimento.

Saru no Gudan, che come titolo americano ha Time of the Apes (1987), è un serial giapponese, inedito da noi, in 26 episodi che sono poi stati riuniti in un lungometraggio di 97 minuti per il mercato europeo: un terremoto trasporta uno scienziato in compagnia dei suoi nipoti sul pianeta delle scimmie, dove vivranno svariate avventure. Dopodiché torneranno sul nostro mondo nell’abituale quotidianità.

Dall’Inghilterra arriva invece Star Cops (87) prodotto da Evgeny Gridneff, un serial in 9 puntate da 55 minuti l’uno interpretato da Chris Boucher (anche creatore della serie); proprio Boucher si è ispirato a Tom Corbett Space Cadett e ha incentrato tutta la storia su di un poliziotto spaziale che dovrà salvare il pianeta da vari attacchi criminali. Naturalmente i riferimenti alla sopracitata serie sono evidenti: ad esempio tutta la scenografia di contorno è un chiaro rifacimento in chiave moderna, quindi con più luci e stelle, ma la sostanza non cambia; e nemmeno il pubblico sembra disprezzare questa serie, da noi purtroppo inedita, che ancora piace e diverte soprattutto i ragazzi.

Anche Mio fratello Chip (Not Quite Human, 1987) è un serial televisivo per ragazzi ed è una variazione fantascientifica del romanzo di Carlo Collodi Pinocchio, almeno come spunto iniziale. Un burattinaio costruisce un figlio androide. Ora bisogna educarlo a inserirsi nel nuovo mondo.

Captain Power (Captain Power and the Soldiers of the Future – 1987) è uno dei primi esempi di interazione tra lo spettatore e il serial TV. E’ un insieme di personaggi autentici e di animazione computerizzata. La storia si basa su degli alieni che vogliono dominare la Terra e sostituire l’uomo con delle macchine, ma c’è una strenua linea di difesa tra loro e il pianeta e ne è a capo Jonathan Power.

«Spazio. Ultima Frontiera.»… ecco i viaggi della nave stellare Enterprise, alla ricerca di strani, nuovi mondi, fino ad arrivare là, sugli schermi televisivi: arriva Star Trek – The Next Generation (1987). La saga ha riscosso successi a non finire, con il Capitano JeanLuc Picard, la Dottoressa Beverly Crusher, il Consigliere Deanna Troi, Worf, Data, Geordi La Forge, William “Numero Uno” Riker e tutti coloro che hanno varcato la soglia della nave. Non aggiungeremo molto altro e vi rimandiamo alle riviste specializzate per avere maggiori informazioni… Ma una cosa ci sentiamo di dire: ancora una volta, grazie Gene!

Inquietante, divertente, anche se la storia è scontata, quella presentata in due episodi inizialmente e poi in una miniserie di otto puntate da sessanta minuti l’uno in Fuga dallo Spazio (Something is out There – Usa, 1988) dove un poliziotto terrestre si allea con un’aliena per dare la caccia a una creatura che può assumere qualunque aspetto. Ideata da Frank Lupo e Richard Colla, la serie narra le avventure della bella aliena buona che aiuta i poliziotti americani nelle loro indagini, grazie ai suoi poteri mentali; ma la più importante che poliziotti e aliena potranno affrontare sarà la scoperta di un insettiforme alieno cattivo che riesce a mutarsi in un essere umano a suo piacimento. Oltre ai 2 episodi della miniserie iniziale e agli 8 episodi tradizionali, sono stati fatti uscire altri 2 episodi di circa 50 minuti l’uno trasmessi però solo in seguito.

Uno dei serial televisivi più gettonati in Inghilterra, purtroppo inedito da noi, è senz’altro Red Dwarf (GB, 1988) diretto da Ed Bye e interpretato da un cast di tutto rispetto: Chris Barrie, Craig Charles, Danny John-Jules e Robert Llewellyn. I superstiti dell’equipaggio del Red Dwarf sono costretti a vagare nell’universo… milioni di anni nel futuro, incontrando razze e civiltà sconosciute. Dovranno affrontare una serie di pericoli che ogni volta lasceranno gli spettatori senza fiato!

Con ben 100 episodi da trenta minuti l’uno arriva, nel 1988, Superboy, vita e avventure giovanili dell’eroe proveniente da Krypton.

Tipica serie per ragazzi è invece la canadese Il mio amico Ultraman (My Secret Identity, 1988) anche questa opera di registi vari. A causa del solito e opportuno incidente di laboratorio, un ragazzino si trova ad avere dei poteri straordinari e, per merito di essi, può risolvere più di un problema. Naturalmente deve tenere nascosta la sua identità…

«Nel 1953 sulla Terra ebbe luogo “La Guerra dei Mondi”. I batteri più comuni fermarono gli alieni ma non li uccisero. Essi caddero in uno stato di profonda ibernazione. Ora gli alieni si sono risvegliati più terribili che mai. Nel 1953 gli alieni tentarono di impadronirsi del mondo, oggi si stanno impadronendo dei nostri corpi».

(prologo a La Guerra dei Mondi – Serial TV)

Hollywood cominciò a interessarsi al romanzo di Herbert George Wells, pubblicato a puntate nel 1897 e in versione definitiva l’anno successivo, già nel 1925 quando il regista Cecil B. De Mille, che lavorava per la Paramount, ottenne i diritti per la realizzazione cinematografica della storia. Nel corso di trent’anni il copione passò nelle mani di alcuni dei più leggendari personaggi del mondo del cinema, oltre a De Mille stesso: Sergej Eisenstein, Ivor Montagu, Jesse Lasky fino ad Alfred Hitchcock per finire poi al regista e produttore George Pal che lo portò sullo schermo, tramite la regia di Byron Haskin, nel 1953. Ma molto tempo prima il romanzo La Guerra dei Mondi terrorizzò una intera nazione. Questo accadde quando Orson Wells e il suo cast di attori radiofonici presentarono l’opera la notte del 1938. Per quella occasione la storia fu riscritta da Howard Koch in forma di bollettini radio e dava la notizia di un’invasione di marziani nella sonnacchiosa cittadina di Grovers Mill, nel New Jersey. La trasmissione, con il suo realismo, terrorizzò migliaia di americani al punto di provocare uno stato d’isteria collettiva. Senza dare ascolto ai numerosi annunci radiofonici in cui si specificava che si trattava semplicemente di un programma di fantasia, gli americani, in preda al terrore, presero i loro figli, montarono di corsa in macchina e si diressero sulle colline per sfuggire all’imminente attacco dei marziani. Vi fu anche un caso di suicidio.

Nel 1988 prende piede una serie televisiva con un pilot di due ore intitolato Resurrezione. Harrison Blackwood, adottato da bambino dal Dottor Forrester e da Sylvia Van Buren è diventato un astrofisico di valore. Quando si viene a scoprire che gli alieni sono risorti grazie alla esposizione a del materiale radioattivo e hanno ripreso la loro mortale missione, il dottor Blackwood (Jared Martin) è una delle poche persone a conoscere la verità. Spetterà a lui e alla sua équipe, composta dalla microbiologa Suzanne McCullough (Lynda Mason Green), dall’esperto di computer Norton Drake (Philip Akin) e dal Tenente Colonnello Ironhorse (Richard Chaves) di combattere gli alieni. Al termine del primo ciclo, nel quale gli alieni si sono risvegliati e hanno la possibilità di penetrare nei corpi degli esseri umani e di guidarli a loro piacimento, veniamo a sapere che i marziani non sono tali ma provengono da un mondo ben più lontano oltre il Sistema Solare e hanno usato Marte solo come base per l’invasione. Non è l’unica modifica alla storia originale, essi studiano la Terra da parecchi secoli e delle loro staffette sono già giunte, in epoche precedenti sul nostro mondo. Rispetto al film originale gli alieni sono stati realizzati in maniera diversa e meno credibile. Al termine della prima serie, durante la quale appare in due brevi cameo Ann Robinson che torna al suo vecchio e praticamente unico ruolo di Sylvia Van Buren, Norton Drake viene ucciso e il Tenente Colonnello si suicida per poter salvare i due superstiti che proseguono in un secondo ciclo, peggiore del primo e sullo stile Mad Max, fino a raggiungere una sorta di alleanza con gli alieni e tutto finisce in gloria.

La serie televisiva di Alien Nation (Alien Nation) è stata trasmessa per la prima volta in America nel 1989 e ha riscosso un discreto successo dopo qualche anno, precisamente nel 1994, sempre negli Usa, quando esce un film fatto per la TV dal titolo Alien Nation: Dark Horizon, in cui gli alieni americani sono di nuovo in pericolo: fanatici della razza umana inventori di un potente virus per sterminarli e un guerriero del loro pianeta scenderà sulla Terra per riportare i fuggiaschi indietro. In Italia la serie televisiva è stata trasmessa regolarmente con 21 episodi di 50 minuti l’uno (regia di Kenneth Johnson); anche la videocassetta del film TV è uscita con il titolo di Alien Nation 2, ma fu considerata ed editata come un pilot; in realtà l’esperimento americano è stato quello di creare un film esclusivamente per la televisione, da utilizzare come test di audience per un eventuale altro film cinematografico. Il successo è stato scarso e la Fox non ha voluto proseguire oltre, lasciando però aperta la strada per un probabile altro film TV.

Più divertente è senza dubbio Alf (Alf, Usa, 1989) di registi vari, serial televisivo incentrato su un piccolo alieno (un pupazzo animato con fili e con un nano che indossa un costume), che cade accidentalmente sulla Terra. L’alieno viene adottato da una famiglia e battezzato Alf, acronimo di Alien Life Form, ma tenuto nascosto agli occhi di estranei, nonostante questo riesce a combinarne di tutti i colori. Dopo il successo della serie, gli stessi produttori decisero di creare una nuova serie, ma stavolta a cartoni animati, dallo stesso titolo: Alf (Usa, 1990); stavolta il simpatico alieno si vede nelle vesti di narratore di simpatiche storie e aneddoti accaduti alla sua famiglia sul pianeta Melmac.

Una serie di cui abbiamo già parlato è In viaggio nel tempo (Quantum Leap – 1989) quindi, oltre che citare il cast e registi, non ci dilungheremo. Prendono parte come cast a questi nuovi 95 episodi (48 minuti l’uno più il pilot di 93 minuti) Scott Bakula, Dean Stockwell, Jennifer Runyon, Jason Priestley, Janine Turner e John Cullum; mentre per i registi, oltre a David Hemmings, abbiamo: Mike Vejar, Alan J. Levi e Donald P. Bellisario.

Benvenuto sulla Terra (Hard Time on Planet Earth – 1989), composta di tredici episodi di sessanta minuti, suona ironico per un guerriero galattico che viene condannato a vivere sulla Terra e il suo controllore è una specie di occhio parlante che lo tiene costantemente d’occhio mentre lui cerca di inserirsi in mezzo ai terrestri.

Ecco adesso La forza del futuro (Future Force – 1990) diretto dal sempreverde David Pryor e interpretato da David Carradine, Anna Rapagna, Robert Tessier e William Zip; in verità questo film è il prequel del già citato Futurezone in cui ritroviamo, o meglio incontriamo, John Tucker, il poliziotto sempre attivo nella lotta alla criminalità. Tucker-Carradine sta per sgominare la criminalità con un’arma potentissima: un guanto cyborg in grado di definire una volta per tutte le sorti della città.

Una serie televisiva realizzata con un buon dispendio di mezzi è quella dedicata al personaggio dei fumetti creato negli anni Quaranta da Gardner Fox e Harry Lampert e intitolata, appunto, Flash (Flash, 1990). Per la cronaca il “vero” Flash è morto nel 1985 e da allora le gesta, nel mondo dei fumetti, vengono proseguite dal nipote. In questa serie, opera di registi vari, assistiamo alle imprese di Barry, interpretate da John Wesley, chimico del dipartimento di polizia che, a causa di un incidente di lavoro, viene investito da delle sostanze chimiche che lo rendono velocissimo. Partendo dell’episodio pilota nel quale vendica la morte del fratello, assistiamo a tutta una serie di imprese del nostro eroe contro i criminali. E infatti Flash (The Flash, 1990) di Robert Iscove è l’episodio pilota della omonima serie. Il nostro eroe diventa l’uomo più veloce del mondo a causa di prodotti chimici che lo investono durante il suo normale lavoro di chimico della polizia. La sua prima missione sarà quella di trovare gli uccisori di suo fratello.

Tra gli eroi dei fumetti, dopo alcune versioni realizzate in epoche passate, un serial in quindici episodi del 1944, un pilot del 1978, un altro nel 1979, entrambi senza seguito, eccoci con Capitan America (Captain America) di Albert Pyun dove l’eroe dei fumetti deve combattere contro dei criminali nazisti. Anche qui, nessun seguito…

La serie I Misteri della Laguna, conosciuta anche come Swamp Thing (1990), di cui sono usciti in Italia quattro episodi in VHS (Swamp Thing – Il Mostro delle Paludi) più il pilot che è il film Il Mostro della Palude, è composta, in realtà di settantadue episodi di trenta minuti l’uno. La storia è sempre quella: uno scienziato assorbe una misteriosa serie combinata di sostanze chimiche e si trasforma in una creatura che è metà uomo e metà pianta. Le sue facoltà mentali sono rimaste intatte. Pur nelle sue anomale condizioni egli resta un essere dedito ad aiutare gli altri.

In La ragazza del domani (The Girl from Tomorrow – 1990) si parla di viaggi nel tempo a tutto spiano, dove una ragazzina proveniente dall’anno 3000 viene tenuta in ostaggio nel 1990 da un criminale a sua volta proveniente dal 2500. È stato anche girato un sequel intitolato Girl from Tomorrow: the tomorrow’s end.

Serial comedy fantascientifico è Le ragazze della Terra sono meglio (They came from Outer Space – 1990). In ventidue episodi di trenta minuti si narra di genitori alieni che vogliono mandare i loro due figlioli gemelli all’università di Cambridge, sulla Terra, in modo che la loro istruzione possa seguire dei canoni elevati, solo che, durante il viaggio, i due captano dei messaggi provenienti dalla Terra e così cambiano il luogo d’atterraggio preferendo le ragazze della California con i loro bikini, ma i militari intercettano la nave durante l’atterraggio e la caccia comincia mentre i due mettono in funzione una vecchia auto munendola di accessori fantascientifici.

Prisoners of Gravity (Usa, 90-94) è stata una serie pluripremiata e acclamata, unica nel suo genere: Gregg Thurlbeck ha diretto tutti gli episodi televisivi (25 minuti l’uno); gli episodi non sono altro che rubriche TV con interviste ai maggiori personaggi della fantascienza con curiosità e approfondimenti.

(7 – continua)

Giovanni Mongini