FANTASCIENZA STORY 67

IL “DEBUTTO” DI ALFRED HITCHCOCK E STANLEY KUBRICK (1963) – PARTE 01

Il 1963 è caratterizzato da due pellicole importanti, ognuna delle quali segna l’inizio di un sottogenere ben preciso nel campo della cinematografia fantascientifica. Parleremo, quindi, in particolare de Gli Uccelli, primo esempio di fantascienza ecologica, e del Dottor Stranamore, primo esempio di fantapolitica satirica.

La storia del primo è di per sé fantastica ma non troppo e deriva dall’omonimo racconto di Daphne Du Murier (1907 – 1989) di cui però mantiene solo l’idea centrale, cioè l’attacco degli uccelli contro gli uomini. trasportato sullo schermo da quel grande regista del thrilling che è sempre stato Alfred Hitchcock (1899 – 1980) il quale aveva ripensato al racconto dopo aver letto sul quotidiano di Santa Cruz, Sentinel, del 18 agosto 1961, la notizia di una nuova invasione di uccelli marini fra le case sulla costa, più ampia e devastante di quella avvenuta nell’anno precedente. Possiede tutti gli elementi tipici di una storia di science fiction ed è molto simile, se si vuole fare un esempio, alle storie d’invasione sul nostro pianeta. Il fatto è che, in questo particolare caso, gli invasori non sono dei mostri più o meno tentacolati ma innocui volatili come se ne vedono tutti i giorni e questo rende, se vogliamo, la storia assai più angosciante. Nel campo del cinema di fantascienza questo non è che l’inizio di una serie di pellicole dedicate ad argomenti ecologici. Gli uccelli avrà in seguito vari discendenti di cui ricordiamo, tra gli altri: 2000: la fine dell’uomo, L’allucinante fine dell’umanità, Frogs, Future Animals, Bug – Insetto di Fuoco, Fase IV: Distruzione Terra, di spessore quasi totalmente inferiore al predecessore.

GLI UCCELLI (The Birds)

Melanie Daniels (Tippi Hadren) è una ragazza ricca, figlia di un noto editore e che conduce una vita piuttosto libera ed è conosciuta come una sorta di playboy in gonnella (fu Hitchcock a definire in questo modo il personaggio), così che, quando conosce, in un negozio di animali di San Francisco, Mitch Brenner (Rod Taylor, 1930 – 2015) e viene da lui trattata in maniera piuttosto fredda e sarcastica, si sente attratta dal giovane e, per incontrarlo, compie un viaggio fino al paese di Bodega Bay, una città marina non molto distante da San Francisco, con la scusa di portare due pappagallini detti inseparabili alla piccola sorella di lui, Cathy (Veronica Cartwright).

Dopo aver recapitato di nascosto il dono nella villetta dove il giovane abita con la madre e la sorellina, la ragazza si allontana con la barca a motore che le era servita per attraversare la baia. Mitch si accorge del regalo e, con la macchina, la precede al porto d’arrivo. Intanto, mentre Melanie, sta avvicinandosi alla riva, un gabbiano cala improvviso su di lei e le procura una piccola ferita alla fronte. Invitata dalla sorellina di Mitch a restare per la sua festa di compleanno che si terrà il giorno successivo, la ragazza alloggia per la notte a casa della maestra del paese, Annie Hayworth (Suzanne Pleshette) che le confida di essere stata la ragazza di Mitch e di esserne ancora innamorata. La causa maggiore della loro separazione deve essere ricercata, secondo Annie, nella madre di Mitch, Lydia Brenner (Jessica Tandy, 1909 – 1994)), morbosamente gelosa del figlio tanto da non permettere a nessuna donna di portarglielo via.

Mentre stanno parlando sentono un colpo sordo alla porta. Annie va ad aprire ma non scorge nessuno, per terra c’è un gabbiano morto: si è gettato contro la porta uccidendosi nell’urto…

Il giorno seguente c’è la festa di Cathy, attorniata dai suoi piccoli amici. L’allegro rinfresco viene disturbato da un attacco improvviso di gabbiani che calano sui bambini mentre, la stessa sera, uno stormo di passeri entra dal camino della casa, invadendola.

Questa è l’unica scena non riuscita completamente in quanto ben pochi passeri sono in realtà nella stanza, gli altri sono sovrapposti davanti agli attori, un front projection, tanto per intenderci, per cui nessuno di essi passa dietro ai protagonisti, il trucco è, quindi, fin troppo evidente. All’arrivo dello sceriffo Al Malone

(Malcom Atterbury, 1907 – 1992), al quale viene spiegata la situazione, Melanie nota che la signora Brenner è rimasta molto sconvolta dall’incidente e si offre quindi di restare per la notte.

Il giorno successivo la madre di Mitch va a parlare con un vicino, entra in casa chiamandolo a gran voce, ma non trova nessuno. In cucina nota le tazze sbrecciate nello stesso identico modo in cui sono state ridotte le sue la sera prima durante l’attacco dei passeri. Colta da un presentimento entra nella camera da letto del fattore e lo trova morto, con gli occhi strappati e mangiati dall’assalto degli uccelli molti dei quali giacciono morti nella stanza. Quindi, nel pomeriggio, uno stormo di uccelli attacca i bambini all’uscita di scuola.

La sequenza è stata realizzata con rara maestria. Melanie si è offerta di andare a prendere Cathy all’uscita di scuola, ma poiché è giunta troppo presto attende fuori, seduta in giardino, che la lezione finisca. Si accende una sigaretta mentre, alle sue spalle sopra un’intelaiatura metallica, si posa un corvo. Hitchcock non ci mostra la scena usando sequenze alternate, mantiene invece l’inquadratura su Melanie per oltre un minuto, sino a quando la ragazza non scorge un corvo sopra la sua testa, ne segue il volo fino a che l’uccello non si posa anche lui sull’intelaiatura e così la scorge per la prima volta, e lo spettatore con lei, tutta nereggiante di corvi dall’aspetto minaccioso. La ragazza si alza e si precipita, terrorizzata, dentro la scuola per avvertire Annie. La maestra avvisa i bambini di uscire, di mettersi a correre senza voltarsi. L’inquadratura rimane fissa sui corvi mentre si ode lo scalpiccio di piccoli passi che si allontanano quindi, improvvisamente, gli uccelli, si lanciano in massa contro i bimbi e li assalgono senza fortunatamente commettere gravi danni.

Questo segna l’inizio di un attacco in grande stile alla cittadina: uno stormo di uccelli si precipita nella piazza della città e provoca un incendio, peraltro subito domato. La stessa Melanie trova rifugio in una cabina telefonica. Hitchcock ci mostra la scena dell’assedio alla ragazza inquadrando il tutto dall’alto, così sembra che Melanie si trovi, a sua volta, in gabbia. Quella sera Mitch sigilla la casa, ma Annie non sarà con loro: gli uccelli l’hanno uccisa mentre compiva il riuscito tentativo di mettere in salvo la piccola Cathy. Gli uccelli assalgono la casa: il rumore di migliaia di piccoli becchi si ripercuote come un tuono, le prime difese cominciano a vacillare e Mitch deve intervenire più volte a tamponare delle falle, dei pertugi attraverso i quali gli uccelli stavano facendosi strada. La radio, intanto, li informa che lo strano fenomeno sta lentamente estendendosi e l’attacco dei volatili segue l’andamento delle maree cosicché, dopo un periodo che sembra un’eternità, si esaurisce. Uno strano rumore, però, un frullio d’ali sveglia Melanie dal suo sonno incerto. La ragazza prende in mano una torcia elettrica e sale lentamente le scale, entra nella stanza da dove le sembra provenire il rumore e scopre così che gli uccelli, praticando un foro nel tetto sono entrati in casa. Melanie non riesce più a uscire: gli uccelli le sono addosso e mirano agli occhi, Mitch sente le sue urla disperate ed accorre appena in tempo: la riporta nel soggiorno, ma la ragazza è in evidente stato di shock. Bisogna uscire dalla casa e portare Melanie al più vicino ospedale. In silenzio, e passando accanto a un enorme stormo di volatili che circondano la casa, Mitch porta la macchina fuori dal garage, vi carica la madre, Cathy, Melanie e gli inseparabili e si avvia, dapprima a motore spento e poi a piccola velocità verso l’ignoto…

Hitchcock aveva preparato in realtà un finale diverso: i protagonisti raggiungevano San Francisco e scoprivano che il Golden Gate, il famoso ponte, era letteralmente coperto di uccelli.

Molte scene sono veramente straordinarie, oltre a quelle già fatte notare, c’è una bellissima sequenza di Bodega Bay vista dall’alto con il rivolo di fiamme appena crescenti e sulla quale, opportunamente sovrapposti, calano i gabbiani. In realtà l’incendio fu ripreso dall’alto di una collina che sovrastava gli studi Universal e in seguito vennero inseriti, come abbiamo detto, i gabbiani. Per questi venti secondi d’inquadratura fu necessario un lavoro di tre mesi

Anche la scena finale con tutti i vari tipi di uccelli intorno alla casa fu un lavoro complicato perché i differenti tipi di uccelli furono fotografati separatamente e a varie distanze, quindi tutti i pezzi furono inseriti assieme ottenendo una perfetta esposizione multipla di trenta elementi diversi.

Un magnifico esempio di regia si trova nella scena in cui lo sceriffo, incredulo, commenta l’attacco alla casa dei Brenner: tutta questa sequenza viene vista attraverso gli occhi di Melanie la quale osserva, preoccupata, l’incoerente andirivieni della signora Brenner che sposta tazze, bicchieri, raccoglie cocci e sobbalza quando un piccolo passero morto cade ai suoi piedi. In questo modo il regista ci rende partecipi dello stato emotivo e confusionale della donna… e senza dire nulla. Le uniche parole che si sentono sono le futili e sciocche considerazioni dello sceriffo.

Il rumore dei becchi e il frullio delle ali é stato inserito nella colonna sonora solo in un secondo tempo. Gli attori, durante la lavorazione, reagivano agli ossessivi suoni di una mazza di tamburo che un tecnico batteva fuori campo. Inoltre il personaggio della maestrina era destinato a essere presente anch’esso nelle scene finali e a lei sarebbe toccato l’essere assalita dagli uccelli, ma questa fu un’altra delle variazioni che Hitchcock, contrariamente alle sue precise abitudini di avere tutto già in scaletta con precisione assoluta, apportò al copione.

Molti degli uccelli erano ammaestrati da Ray Berwich (1914 – 1990) e la sequenza in cui un gabbiano attraversa velocemente lo schermo per andare a colpire un uomo, per la precisione il gestore di una pompa di benzina (ed è la causa dell’incendio), è stata girata utilizzando un gabbiano ammaestrato che fu fatto volare da una posizione all’altra passando proprio sopra la testa dell’attore, specializzato in scene di questo tipo per cui, quando l’uccello raggiunse la sua posizione, questi si gettò prontamente a terra dando così l’idea di essere stato colpito dal volatile il quale, in realtà, raggiungeva, ignaro e tranquillo, la posizione di arrivo prestabilita.

Molto difficoltosa è stata la sequenza nella quale l’attrice Tippi Hadren viene assalita dagli uccelli. Ci volle una settimana per girarla: alcuni uccelli vivi furono attaccati agli abiti dell’attrice per fare in modo che non si allontanassero con troppa fretta.

Hitchcock non utilizzò attori già affermati nel ruolo dei protagonisti, anche per contenere i costi del film, già molto alti per gli effetti speciali. Scritturò Tippi Hedren, allora nota come modella, per il ruolo femminile, e ne guidò personalmente l’interpretazione, trasformandola in una vera attrice (le assegnerà il ruolo di protagonista anche nel successivo film, Marnie). L’unica nota che può interessarci nella filmografia di Tippi Hadren è la sua partecipazione a un modesto film intitolato Gli Uccelli II (The Birds II: Land’s End), un film TV del 1994.

Il protagonista maschile fu interpretato da Rod Taylor, al suo primo ruolo cinematografico di una certa importanza. Precedentemente l’attore aveva interpretato Mondo senza Fine e, soprattutto L’Uomo che Visse nel Futuro mentre nella parte della madre del protagonista maschile Hitchcock volle l’attrice di teatro Jessy Tandy che ritroveremo nel 1985 nel film Cocoon e poi, l’anno successivo interpretò Miracolo sulla 8° Strada, quindi, nel 1988 fu la volta di Cocoon – Il Ritorno.

Nella parte della maestra, anziché Anne Bancroft proposta da Hunter, Hitchcock scelse Suzanne Pleshette (1937 – 2008), notata in ruoli televisivi e successivamente in ruoli brillanti nei film della Disney come Il Fantasma del Pirata Barbanera del 1968 a cui seguirono i film di fantascienza La Forza Invisibile del 1969 e la fantacommedia Quello strano Cane… di Papà del 1975, sempre della Disney.

Un discorso a parte merita Veronica Cartwright, nata nel 1949, che è apparsa in molti film di fantascienza… e non solo. La ricordiamo in un episodio della serie Ai confini della Realtà del 1962, in Terrore dallo Spazio Profondo del 1972, Alien (1979), Uomini Veri (1983), Navigator (1986), Le Streghe di Eastwick (1987), Mirror, Mirror 2 :Raven Dance (1994), L’inferno nello specchio – Candyman 2 (1995), il serial X-Files (1998 – 1999), Last Hero – L’Ultimo Uomo sul Pianeta Terra (1999), il serial Invasion del 2005 – 2006, poi il film Invasion del 2007 e un serial intitolato Eastwick basato sull’omonimo film.

Durante le riprese si dovettero affrontare innumerevoli problemi: i componenti della troupe furono graffiati e beccati; Tippi Hedren, nella scena in cui sale in una camera e viene aggredita dagli uccelli, fu ferita al viso da uno dei gabbiani; il lunedì successivo, quando dovettero riprendere le riprese, la trovarono stesa sul divano in stato di choc. Usarono quindi una controfigura per la scena in cui Mitch la porta giù dalle scale.

Uno dei corvi addestrati aveva preso in antipatia Rod Taylor, e appena lui arrivava sul set chiedeva preoccupato se l’uccello lavorasse quel giorno; il corvo, però, lo aspettava puntualmente appoggiato su una trave del set e lo inseguiva per beccarlo.

Infine la colonna sonora in realtà quasi inesistente è stata ottenuta con della musica elettronica da Remi Gassman (1908 – 1982) e Oskar Sala (1910 – 2002) sulla quale erano state sovrapposte le grida degli uccelli dosate in modo tale da ottenere un originalissimo commento sonoro. Il tutto fu comunque supervisionato dall’abituale collaboratore di Hitchcock: il compositore Bernard Herrmann (1911 – 1975).

Come in quasi tutti i suoi film precedenti, Hitchcock appare in un cameo: lo si vede, all’inizio del film, uscire dal negozio di animali con due cani dal pelo bianco al guinzaglio (si tratta dei suoi due terrier, Geoffrey e Stanley).

(1 – continua)

Giovanni Mongini