FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 03 – PARTE 12

INEDITI CINEMATOGRAFICI E TELEVISIVI – PARTE 12

Inediti 1991-1995

Gradevole inizio con un film tedesco, Daedalus di Pepe Danquart (1991). Anno 2000: il prof. Daedalus è uno scienziato che si occupa di manipolazione genetica e i suoi studi lo portano alla creazione di una nuova razza di umani, i cloni serie 800. Ora siamo nell‘anno 2018 e troviamo il nostro luminare che sta facendo le pulizie nei laboratori ove lavora: i cloni serie 800 hanno preso il potere e il loro creatore è ora al loro servizio. Naturalmente si cercherà di ribellarsi ai nuovi padroni, ma non ci vorrà molto. Si scoprirà infatti che i cloni sono sterili per cui presto tornerà tutto alla normalità.

Sempre più spesso gli inediti sono arrivati a noi in supporto VHS, riducendo quasi al minimo lo spazio loro dedicato… ma bando ai sentimentalismi, cominciamo con Appleseed (Jap, 1991), un live action cartoon diretto da Kazuyoshi Katayama: a Olympus (città simile alla San Angeles di Demolition Man) un gruppo di giovanette armate di pistole potenti e gigantesche deve combattere contro malviventi cibernetici disposti a tutto per conquistare le poche città sopravvissute alla distruzione nucleare. Katayama si è ispirato ai manga Dominion: Tank Police di Masamune Shirow e il risultato è stato veramente stupefacente, un successo di pubblico incredibile! I giovani, soprattutto i giapponesi, sono sempre stati interessati alla trasposizione su grande schermo degli eroi dei fumetti… se poi si parla di manga il boato diviene generale. Per chi non è addentro ai fumetti, possiamo dire che i manga rappresentano una forma editoriale piuttosto soddisfacente, si diversificano dai comuni fumetti per il classico bianco e nero d’artista (mentre i più conosciuti restano comunque gli eros manga), disegni particolareggiati e curati fino all’esasperazione, con storie incentrate non solo su di un personaggio, ma su un gruppo fisso di eroi/eroine che combattono all’insegna della libertà, della pace e dell’uguaglianza; il pregio maggiore di queste piccole opere d’arte (non sempre reperibili purtroppo) è la disposizione delle vignette: siamo abituati a leggere da sinistra a destra, ma preparatevi a rivoluzionare la vostra concezione… i manga si leggono alla giapponese!

Class of Nuke ‘em High di Richard W. Haines e Samuel Weil è un film del 1987 ma editato in VHS solo nel 1991 a causa delle scene troppo truculente; a questo seguirà nel 1991 Class of Nuke ‘em High 2: Subhumanoid Melt Down di Eric Louzil e, nel 1995, Class of Nuke ‘em High 3 sempre di Louzil. Tutte e tre i film trattano di annoiati studenti che si dovranno fronteggiare con mostri mutanti.

Sempre nel 1991 esce Fantasy (Australia) di Geoffrey Brown con Jane Darly-Jones, Julia Binnis, Colin Borgonon ed Elizabeth Stewart; questo film, di base chiaramente erotica, è uno dei pochi considerato valido dalla critica grazie alla storia ben scritta di Derek Strahan. Moglie frustrata incontra il suo amante dei sogni, un uomo cui confidare tutti i suoi più intimi segreti e le sue più particolari fantasie erotiche; l’uomo, uno scienziato, lascia che la donna viva le sue fantasie fuori delle mura di casa, per un mese intero (Nove settimane e mezzo detiene ancora il record…) e, in seguito, la sottopone a un esperimento che le permette di vivere le sue fantasie dal vivo, grazie a una sofisticata apparecchiatura che interagisce con la psiche umana…

Ancora nel 1991 abbiamo questo inedito particolare è simpatico: è The Cat dell’hongkonghiano Lon Lung. La sua storia ruota attorno a un uomo, una donna e un gatto provenienti da un pianeta alieno e arrivati sulla Terra per combattere le forze del male che intendono assediare il pianeta. Il vero protagonista si rivelerà essere il gatto, esperto in arti marziali, che ingaggerà uno spettacolare duello con un cane poliziotto.

Mark Hamill si sveste dei panni del buon Skywalker e diviene un combattente in The Guyver o Mutronics che dir si voglia (Usa-Jap, ’91). Questo film venne inizialmente inteso come serie televisiva buonista: mostri mutanti debellati da eroi semplici e coraggiosi con tante armi e tanto sarcasmo; un istruttore di arti marziali si trasforma in un mostro grazie a un dispositivo non meglio identificato e semina panico tra la gente… La fantasia in questo caso non è la componente principale, ma la buona dose di effetti speciali e l’ottimo lavoro di make up fanno di questa pellicola un buon prodotto, tanto da permettere al secondo regista Steve Wang (l’altro regista è Screaming Mad George) di girare un sequel nel 1994 (Guyver: Dark Hero).

Altro giappo-cartoon del 1991 è questo Lensman diretto da Yoshiaki Kawajiri e Kazuyuki Hirokawa ambientato nel 2500; in questo secolo la pace regna sovrana e l’Alleanza Galattica è preposta alla salvaguardia dei diritti dei cittadini… ma l’impero Boskoniano guidato dal malvagio Helmuth e tutta la sua prepotenza, sta per attaccare l’Alleanza. Solo un ragazzo riuscirà a sventare la minaccia aliena: si tratta di Kimball Kinnison, figlio di un petroliere terrestre, che grazie a una lente inserita nel suo visore, si tramuterà in un supereroe e sgominerà i nemici.

Rimaniamo nel paese del Sol Levante per parlare di Robotrix il cui vero titolo è Nu: Ji Xie Ren (’91) diretto da Jamie Luk con interpreti la dolce Amy Yip, Hui Hsiao Dan e Chikako Aoyama; una pellicola d’azione molto sagace che miscela con grande maestria scene di sesso con pugni e cazzotti da manuale. L’unica componente che distingue questo film da altre produzioni similari è la presenza di due androidi donne che coadiuvano la polizia giapponese nella caccia ai criminali.

Le donne non disdegnano mai uno spogliarello maschile, se poi l’ometto in questione è anche un bel fustacchione e si chiama John Doe… ma non divaghiamo, stavamo parlando di spogliarelli, ma gli spogliarelli possono anche essere pericolosi, soprattutto in Liquid Dreams (Usa, 1991)! In un futuro non molto lontano la migliore forma di intrattenimento è il Neuro-Vid, un nuovo sistema televisivo che induce negli spettatori una crisi neurale profonda e non regressiva (non bastava la tv spazzatura???); il programma mixa rock music, strip-tease sadomasochista, lavaggio del cervello e coreografia psichedelica… questo è il contorno della storia di Candice Daly, giovane e avvenente ragazza che indaga sulla strana morte della sorella e s’imbatte in un manipolo di strani personaggi (poliziotti troppo violenti, pornodivi senza genitali, pervertiti microcefali, ecc.) che la porteranno sull’orlo di una crisi nervosa proprio grazie a questi spogliarelli. Nel cast diretto da Mark Manos troviamo anche il sopracitato John Doe, Richard Steinmetz, Barry Dennen, Juan Fernandez, Paul Bartel e Mink Stole.

Cambiamo genere e parliamo di Ernest Farino, regista statunitense che firma la regia di Steel and Lace (1991), un sf movie dove il protagonista assoluto è un cyborg, o meglio, una donna cyborg: resuscitata dal fratello scienziato dopo essersi suicidata per un abuso sessuale, la bella Clare Wren diviene un cyborg assetato di vendetta, spietato e senza scrupoli.

Wings Hauser viene reclutato nell’unità speciale anticrimine di Los Angeles, una squadra molto particolare che adotta dei sistemi innovativi: alcuni chip neurali vengono fusi con il sistema nervoso ospite in modo da generare periodiche facoltà ESP. Il rovescio della medaglia purtroppo consiste in manie suicide e psicosi alienanti, vittima ne sarà il collega di Hauser che, esasperato, smaschererà i responsabili e salverà la vita della sua ragazza (Roberta Vasquez). Il titolo è Street Asylum (Usa, 1991) e la regia è di Gregory Brown, che interpreta un piccolo cameo come predicatore di strada.

Torniamo a occuparci dell’uomo di ferro, il mitico Tetsuo che fondeva il suo corpo con il metallo: questa volta Shinya Tsukamoto ci propone Tetsuo II: Bodyhammer (Jap), dove il protagonista (Tomoroh Taguchi) rivive una serie di flashback in cui vede l’omicidio di una donna durante un rapporto sessuale. Questo porterà la mutazione allo stadio terminale e, di nuovo, la macchina di ferro prenderà il sopravvento sulla carne umana. Bellissima la fotografia grottesca di Takashi Oda e gli effetti speciali di Akira Fukaya, Ken Takahama e Oda stesso.

Da Hong Kong con furore arriva Dongfang San Xia altrimenti noto come The Heroic Trio di Siu-Tung Ching e Johnny To (Du Qifeng) con Anita Mui (Mei Yanfang), Magie Cheung (Zhang Manyu), Damian Lau (Liu Songren) e Paul Chin (Qin Pei). Una pellicola che mixa la storica passione orientale per le arti marziali e la nuova influenza occidentale per i supereroi della sf, ottenendo una storia strampalata ma gradevole: un’entità aliena rapisce il pupillo di sangue blu della famiglia più in vista del paese, in modo da farne un pupazzo dell’Impero cinese ai suoi soli servigi; preposta al rapimento è Invisible Woman, costretta a sottostare alle volontà dell’alieno, che desta il sospetto di altre due donne importanti (nella storia) Wonder Woman e Thief Taker impegnate in una lotta senza fine contro il crimine. Si evince da subito che le tre donne in questione hanno qualcosa in comune, storie interconnesse di tre donne che potrebbero essere l’una sorella maggiore dell’altra, tre donne che sentono di dover affrontare il male e sconfiggerlo; dopo una lunga battaglia, quando sembra che il maligno sia ormai debellato, eccolo risorgere dalla sue ceneri in uno scheletro alla Terminator, ma le tre belle, dopo aver dato sfoggio delle arti marziali che hanno imparato da bambine, riescono a sconfiggerlo del tutto.

Dream a Little Evil di Royce Mathew del 1992 ci parla di due fratelli completamente diversi tra loro: mentre uno dei due pensa solo alle donne l’altro, un tipo solitario ma anche, diciamolo, uno scienziato un poco fuori di testa. compie esperimenti creando esseri disgustosi in grado di soddisfare le sue perversioni.

Film d’animazione per Jon Acevski con Freddie as F.R.O.7 (GB, 1992) con un Ben Kingsley in uno dei ruoli più umilianti della sua carriera… un principe francese (Kingsley appunto) viene tramutato in ranocchio dal suo acerrimo nemico; accettata questa situazione, il ranocchio viene ingaggiato dal governo Britannico come spia per risolvere il caso della scomparsa delle maggiori attrazioni inglesi, come il Big Ben (chi di voi non ha mai perso l’orologio almeno una volta?). Accompagnato da un giovinetto esperto in karate e da occasionali quanto bizzarri compagni, il nostro riuscirà a scoprire il malfattore, El Supremo, e a rimettere orologio e ponti al loro posto.

Torniamo per un momento a Hong Kong per parlare di Gayuat Sandiu Haplut, che inglesizzato diventa Saviour of the Soul di Corey Yuen (Yuen Kwai). Siamo sempre nel futuro, in una nazione divisa tra il bene e il male, in una città controllata dal cattivissimo ma elegante Silver Fox (Aaron Kwok) e il suo strascico di zombie alla moda, chiamati “The Horrible Angels”.. dunque, questo sciantoso cattivo è fermamente deciso a liberare un suo confederato dalla prigione in cui è stato rinchiuso e non bada a spese pur di far attaccare la prigione stessa con un gas particolarmente nocivo; ci penserà la gemella di un seguace confederato (Anita Mui) a sventare l’attacco, ma il perfido Silver Fox chiude la pellicola con una frase emblematica: “Ti ripagherò nella mia prossima vita… Ah! Ah! Ah!”.

Nel film di Greg Beeman Mom and Dad Save the World (Usa, 1992) si ritrovano un po’ di quegli elementi visti in Flesh Gordon: Andata e ritorno dal Pianeta Korno e in Guerre Stellari: l’imperatore Tod Spengo, del pianeta Spengo interamente popolato da idioti, trova che Terri Garr sia la donna più bella e desiderabile dell’intero universo e non si fa scrupoli nel rapirla. Ma il maritino geloso e impacciato (Jeffrey Jones) diventa un prode eroe stellare che annienterà Spengo salvando anche la galassia da un pericoloso malfattore.

Presentiamo il 1993 con un film inedito dal titolo Batman: Mask of the Phantasm con degli interpreti davvero d’eccezione: il meditabondo Bruce Wayne (Kevin Conroy) viene stregato dallo spirito di una sua ex fiamma (Dana Delaney), ritornata alla vita proprio come un fantasma. Questo capitolo della saga dell’uomo pipistrello non vede forsennati combattimenti, ma solo le riflessioni interiori di un uomo combattuto tra il bene e il male, combattuto tra il desiderio di una vita normale e la voglia di riportare ordine e pace in una città malata; con molti flashback ripercorreremo la vita di un eroe, gli inizi della carriera come paladino della giustizia e le innumerevoli sofferenze. Solo alla fine del film vedremo un po’ di sana lotta in stile pipistrellesco contro un Joker dall’aspetto angelico di Mark Hamill. C’è anche da ricordare che con un simile titolo Batman – The Phantom Mask è uscita una videocassetta (1997) a cartoni animati, edita dalla D.C. con una storia similare, ma tutta in italiano (La maschera fantasma).

Zombie Bloodbath è il risultato del lavoro di un giovane dilettante squattrinato, Todd Sheets, che ha girato il tutto direttamente in digitale. Molto sanguinoso, racconta la storia di alcuni zombi mutanti che invadono la Terra con l’intento di dominarla completamente. Solo alcuni scampati riusciranno a sconfiggere gli zombi e a salvare il pianeta.

Successo quasi inaspettato per Sam Firstenberg e il suo Cyborg Cop (Usa, 1993), in cui si susseguono colpi di scena e arti marziali. Poliziotto intelligente cerca il responsabile della sparizione del fratello; il cattivo in questione ha però trasformato l’ex agente segreto in un cyborg assassino. Nel cast ci sono David Bradley, John Rhys-Jones (Velvet Goldmine), Alonna Shaw, Rufus Swart e Todd Jensen.

Un meteorite cade sulla Terra. Cade vicino a Tokyo. Il meteorite sprigiona gas tossici. I gas trasformano alcuni uomini in zombi. E qui la trama lascia libera l’immaginazione. Un piccolo suggerimento ve lo possiamo dare: gli zombi sono sotto il controllo di un egemonico capo militare che vuole sfruttarli come armi per la conquista del pianeta; l’unico ostacolo a questo suo perfetto piano è la giovane figlia del Generale Kirihara, bella ed esperta in tecniche di combattimento. Il regista Kazuo Komizu pone in Batoru Garu (Jap, ’93) una smisurata attenzione nei particolari, ma alla fine il risultato non è poi gran che.

Dello stesso anno è Nightscare (GB) di Jean Vadim e interpretato dalla bella Elizabeth Hurley. Cercando di eliminare dalla mente di un omicida tutti i ricordi e le tendenze maniacali, i medici dell’équipe si troveranno poi a dover fronteggiare le loro peggiori paure: il killer infatti riesce a proiettare nelle loro menti delle visioni indistinguibili dalla realtà. Sarà difficile per i medici scovare il confine tra realtà e fantasia…

In circolazione c’è una nuova droga, l’Ozone, capace di trasformare i suoi assidui consumatori in strani mutanti dalle tendenze assassine; un uomo, un poliziotto, si scontrerà presto con queste creature e ne cadrà vittima. Scarso successo e ancora più scarso budget per J.B. Bookwalter ed il suo Ozone.

Qualcosa che piacerà molto agli appassionati dei film d’animazione: We’re Back! A Dinosaur’s Story diretto da Dick & Ralph Zondag assieme a Phil Nibbelink e Simon Wells per la Amblin’ Entertainment; troviamo uno scienziato arrivato nella preistoria direttamente dal futuro grazie a una straordinaria macchina del tempo. Lo scienziato aveva raccolto il grande sogno di alcuni ragazzini moderni di vedere come vivevano queste creature gigantesche, come si nutrivano; il professore porta con sé un particolare tipo di cereale che riesce a far diventare intelligenti le creature e a cancellare il loro desiderio di sopraffazione nei confronti delle specie minori. Ma nel presente qualcosa è cambiato: i dinosauri alterati stringono amicizia con i bambini e si comportano come dei perfetti gentil-sauri. Forse molti avranno trovato in questa pellicola un tocco d’ipocrisia dal momento che la condanna del professore (in buona fede) nei confronti dei dinosauri si equipara alla volontà del professore stesso di considerarli come cavie. Il cast è bello e ricco: John Goodman, Walter Cronkite, Julia Child, Kenneth Mars, Martin Short, Rhea Perlman e Felicity Kendal.

Ecco una bellissima produzione fantagore americana firmata da Damon Santostefano che merita un’approfondita e dettagliata descrizione. Dunque, abbiamo dei buonissimi elementi: uno scienziato giovane, bello e ambizioso, una madre vedova con un amante da borsetta, l’amante da borsetta, un siero innovativo che permette ai monconi degli arti di far ricrescere gli stessi e un braccio impazzito; combinando insieme questi elementi avremo una trama molto complessa e ricca di particolari. Il giovane professor Harrison inventa questo siero portentoso che potrebbe aiutare milioni di persone sul pianeta che hanno perso un arto; gli esperimenti sono a buon punto e Harrison ne è felice, i suoi problemi cominciano varcando la soglia di casa quando la madre (con cui Harrison ha un rapporto incestuoso) e il suo amante riempiono la sua testa di idiozie e fandonie che accrescono il suo senso di colpa per la morte del padre. Esasperato, Harrison ingaggia una lotta feroce durante la quale perde un braccio. Miracolosamente riesce a iniettarsi il siero da lui inventato ma non tutto va per il verso giusto e quell’escrescenza deforme diviene un’entità completamente indipendente… lo stato psichico di Harrison è alterato, degenerato al punto di provare una sorta di perverso piacere nello studiare quella sua escrescenza così malvagia e brutta… Oliver Reed è l’interprete di questo Severed Ties che è stato reputato dalla critica una delle migliori produzioni moderne.

Il 1994 si apre con Digital Man di Phillip Roth per la Green Communications/SciFi Productions/Republic e ci racconta uno spaghetti western alterato dal cyberpunk: chiariamo subito il concetto dicendo che il protagonista, ovvero Digital Man (Matthias Hues), è un androide programmato per combattere contro i malviventi; i malviventi in questione riescono però a rapirlo e a estrapolare dalla sua mente artificiale alcuni codici di vitale importanza per il commando dei buoni. Il generale Ed Lauter spedisce allora una squadra armata per riprendere il devastato androide e sconfiggere una volta per tutte l’esercito nemico.

Accumulator 1 è un film di produzione cecoslovacca del 1994, diretto da Jan Sverak. Il plot fondamentale riguarda la catastrofica degenerazione derivante dal troppo input dato dalla televisione; tutto ciò che viene proposto dalla televisione viene accumulato e rispedito ai centri nervosi attraverso degli impulsi neurali alterati dalle radiazioni della televisione stessa… ma il cervello umano non può sopportare a lungo tutti i dati immagazzinati…

Zeiramu 2 è l’inedito sequel di Zeiram. La regia di questo film del 1994 è di Keita Amemiya. La battaglia si svolge, questa volta, con un altro Zeiram, letale come il precedente. Nella lotta finale verrà sconfitto lui pure.

Sentivate la mancanza di Roger Corman? Niente paura! Ecco qua un film prodotto da Steven Rabinier per la sua Concorde, si tratta di The Fantastic Four con Alex Hyde-White, Rebecca Staab, Joseph Culp e Jay Underwood; la trama è quella di quattro amici dotati di superpoteri che insieme si uniscono per sgominare i fuorilegge delle galassie.

Grecia, mare splendido, persone deliziose e produttori intraprendenti sono le componenti essenziali per la buona riuscita di un film, così è successo per The High Crusade di Holger Neuhäuser e Klaus Knoesel in cui scoviamo una specie di Dr. Who alieno capitato in un paesello medievale. Con le sue potenti armi il nostro alieno riuscirà a coadiuvare la storica crociata intrapresa da Gerusalemme per riconquistare la loro terra promessa…

Sempre sullo stile di La morte ti fa bella e Rejuvinator ecco Gore Whore (Usa, ’94), pellicola di belle speranze, ma di scarso successo. La whore in questione è Audrey Street, una donna che sceglie i suoi amanti con sapienza, li seduce, li porta a letto e poi li uccide per poter bere il loro sangue e rigenerare le cellule morenti del suo corpo. Hugh Gallagher si dimostra abile nel miscelare gore, sesso violento ai limiti dell’hard e thriller ad alta tensione; complimenti anche al coprotagonista Bray Debussey.

Avevamo parlato di The Guyver e adesso parliamo del suo seguito, intitolato Guyver II – The Dark Hero, coproduzione americana e giapponese per la regia di Steve Wang. In questo sequel troviamo ancora il Guyver alle prese con alieni malvagi che cercano di impossessarsi dei segreti poteri del supereroe, a qualsiasi costo.

Cyborg 3: The Recycler (Usa, ’94) di Michael Schroeder non aggiunge niente di nuovo al genere. Nella solita Terra futuristica e dilaniata dalle barbarie un crudele e spietato cyborg vaga solitario in cerca continua di vittime. L’eroe della situazione fermerà la micidiale macchina da guerra.

Carnosaur 2 (Usa 1994) di Louis Morneau è un sequel meglio riuscito del precedente. Bellissima favola in cui un gruppo di tecnici scoprirà molto più di quello che avrebbero mai immaginato cercando di riattivare i collegamenti elettrici di una miniera segreta. E se non vi basta, lo mettiamo qui anche se è del 1995, eccovi Carnosaur 3: Primal Species di Jonathan Winfrey, dove un gruppo di uomini specializzati in tecniche antiterroristiche viene inviato in missione per eliminare alcuni Carnosauri carnivori.

Cyberzone di Fred Olen Ray è in parte un clone di Blade Runner: la pellicola vede un droide in cerca della propria compagna fatta scomparire da una grossa multinazionale.

Peccato sia rimasto inedito questo Scanner Cop 2 (Scanner Cop II – Volkin’s Revenge) di Steve Barlett (Usa, 1994), in cui ritornano i famosi scanners, telepatici dai poteri mentali estremamente distruttivi. In questa pellicola assistiamo alla vendetta privata di uno scanner omicida verso un poliziotto scanner che tempo addietro ne aveva ucciso il fratello. Come al solito i poteri mentali sono messi in primissimo piano e, anche se storia è sempre la stessa, fa molto piacere vedere un buon film con dei buonissimi effetti speciali di John Carl Buechler.

Cyborg Cop III (Terminal Impact) di Yossi Wein vede due agenti federali che si trovano invischiati in una battaglia senza esclusione di colpi contro un gruppo di guerrieri geneticamente mutati solo per cercare un reporter scomparso.

The Regenerated Man di Ted Bohus del 1994 parla del solito scienziato che sta compiendo esperimenti per poter rigenerare le cellule dei tessuti umani danneggiati. Purtroppo un gruppo di teppisti entra nella sua casa e lo obbligano a ingurgitare il suo preparato. Detto fatto il pacifico professore si trasforma in un mostro in grado di adattarsi a ogni situazione ambientale.

Ricordate la pellicola The Unborn? Rick Jacobson nel 1994 gira il seguito The Unborn II prodotto da Mark Elliot; la storia è praticamente la stessa, ovvero quella di una madre che mette al mondo una creatura mutante a causa di alcune alterazioni genetiche subite. Stavolta però lo spirito materno non ha il sopravvento, anzi viene relegato in fondo al cuore per lasciare spazio alla voglia di liberare il mondo da tutte queste atrocità.

Eccoci nel 1995 con Xtro: Watch the Skyes (Xtro 3) di Harry Davenport. Alcuni marines si ritrovano in un’isoletta sperduta non segnata sulla carta per compiere una missione tanto segreta quanto importante: eliminare un alieno succhiasangue.

Torna ancora Pinhead, il mitico capo dei Cenobiti, stavolta nel quarto capitolo della saga dal titolo Hellraiser IV: Bloodline (Usa, ’95) di Alan Smithee, o meglio di Joe Chapelle che non soddisfatto della riuscita del film assunse lo pseudonimo di Smithee. Il film comunque si muove bene e il prodotto finale viene ben confezionato, almeno la parte fantascientifica e sarà proprio di questa parte che vi daremo conto. Siamo nel 2029, su di una stazione spaziale orbitante; c’è un uomo che sta raccontando una storia, una storia ai più ben nota, l’uomo è un lontano postero di colui che imprigionò il malvagio Pinhead nel cubo magico. Niente altro da segnalare in questo film se non la produzione perfetta di Clive Barker e i superbi effetti speciali di Bob Keen.

Cyber Tracker 2 (Cyber Tracker 2) di Richard Pepin racconta di un agente segreto e di sua moglie che devono provare la loro innocenza quando alcuni cyborg, creati per compiere atti vandalici, vengono accusati di omicidio. Si dà il caso che i cyborg siano stati creati a immagine e somiglianza dei due.

Filmetto di mediocre fattura fortunatamente inedito per lo schermo è Cristalli di fuoco (River of Stone, 1995) di David Z. McMahon che, pur valendosi di interpreti del calibro di George Kennedy e di una brevissima quanto inutile apparizione di James (Scotty) Doohan, è la storia di un futuro molto prossimo dove le risposte petrolifere mondiali si sono esaurite e diventa vitale trovare una nuova forma di energia. Una ragazza con la passione per la geofisica assieme a un vecchio poeta pescatore si mettono alla ricerca di un cristallo di energia proveniente dalla mitica Atlantide. Tra contrasti e pericoli di scarso interesse riusciranno nell’impresa.

(12 – continua)

Giovanni Mongini