FANTASCIENZA STORY 259

DALLA FINLANDIA CON PASSIONE (2012)

Cominciamo la carrellata del 2012 con un curioso ma fortunato titolo che viene dal Nord Europa: Iron Sky (Iron Sky) di Timo Vuorensola. Nel 2018, una missione americana raggiunge il lato oscuro della Luna e scopre che qui vive una colonia di transfughi nazisti fondata dopo la II Guerra Mondiale. Uno dei due astronauti viene ucciso, l’altro, il modello nero James Washington (Christopher Kirby), viene “arianizzato” dallo scienziato Richter (Tilo Prückner), che, affascinato dalle capacità del suo smartphone, convince il Führer Lunare Kortzfleisch (Udo Kier) a inviare una missione in America per raccogliere altri oggetti del genere. La missione, di cui fanno parte James e Renate (Julia Dietze), figlia di Richter, arriva in America, ma non sarà così facile compierla, in parte per la disobbedienza di James, in parte per il fascino che la moderna vita americana esercita su Renate, ma anche perchè entreranno in gioco i complotti della presidentessa americana (Stephanie Paul) e della sua consigliera militare Vivian (Peta Sergeant), oltre a rivalità interne fra i nazisti: un intrico che porterà alla guerra… Dalla Finlandia arriva questa divertente fanta-commedia, nata dall’entusiasmo e dall’intraprendenza del suo regista Timo Vuorensola, che per anni cercò soci per dare vita a una casa di produzione finlandese. Gli intenti satirici sono rivolti tanto al nazismo che all’espansionismo americano dei primi anni 2000, e senso dell’umorismo e dello spettacolo non mancano all’intraprendente regista, che supportato da un’affiatata compagnia internazionale, si è aggiudicato un meritato successo internazionale.

Con Prometheus (Prometheus) torna anche Ridley Scott. Isola di Skye, 2089. Gli archeologi Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) e Charlie Holloway (Logan Marshall-Green) scoprono un dipinto preistorico raffigurante una mappa stellare. Anno 2093: seguendo quella mappa, la nave spaziale Prometheus, finanziata dal vecchio magnate Peter Weyland (Guy Pearce), arriva sulla luna LV-223 nel sistema Calpamos; Elizabeth e Charlie fanno parte della spedizione, guidata dal capitano Janek (Idris Elba) e da Meredith Vickers (Charlize Theron), rappresentante di Weyland. Come una specie di sorvegliante c’è l’androide David 8 (Michael Fassbender), che Weylamd considera come un figlio. Il loro scopo è entrare in contatto con i cosiddetti Ingegneri, presunti iniziatori della vita umana sulla Terra. L’esplorazione della luna comincia, fra pericoli mortali e rivelazioni sorprendenti… Ridley Scott accarezzò per anni il progetto di rientrare nella saga di Alien, da lui stesso iniziata, ma con un prequel che ne spiegasse gli antefatti. Dopo vari rinvii, causati in parte dal fatto che la Fox diede la precedenza alla serie Alien vs. Predator, in parte dai molti impegni dell’infaticabile Scott, fu l’incontro con gli sceneggiatori Jon Spaths e Damon Lindelof a dare al progetto il giusto slancio. Prometheus è però un film ambizioso che, con il pretesto di raccontare il primo incontro fra i terrestri e le uova degli xenomorfi, imbastisce una trama complessa ricca di riferimenti scientifici, mitologici e religiosi, arrivando persino all’ipotetica (fanta) origine del genere umano. Ma Scott resta un regista inventivo e generoso e  Prometheus è un film forse sovraccarico, ma comunque splendidamente concepito e realizzato.

In Battleship (Battleship) di Peter Berg gli abitanti del pianeta G, simile alla Terra, ricevono un segnale radio emesso dalla NASA, e realizzano che il nostro pianeta è adatto alla loro sopravvivenza e decidono di invaderlo. Come base per le loro comunicazioni scelgono una stazione radio-spaziale alle Isole Hawaii, e la attaccano per stabilirsi. Contemporaneamente, al largo delle Hawaii si svolgono le esercitazioni RIMPAC, che coinvolgono le navi da guerra di 13 nazioni diverse. Ovviamente le forze si coalizzano contro gli invasori, ma le navi vengono distrutte e i loro equipaggi spietatamente decimati. A sorpresa, sarà risolutivo l’uso dell’unica nave rimasta, la corazzata Missouri, risalente alla II Guerra Mondiale, e custodita dai suoi vecchi marinai… La Hasbro, dopo il successo della serie Transformers, mise in cantiere, insieme alla Universal, una versione del gioco da tavola Battleship, nato nel 1931, dandogli uno sfondo fantascientifico. Effetti speciali digitali e sfarzo spettacolare sono di alto livello, come ormai è abitudine nelle produzioni hollywoodiane, ma la trama è di sconcertante banalità, i personaggi bidimensionali, e i luoghi comuni sovrabbondanti. In un cast di sconosciuti, spiccano la pop-star Rihanna, qui al suo esordio cinematografico, e il veterano Liam Neeson. Ma spiccano anche i molti veterani che partecipano al film, dando al film, di tanto in tanto, una gradita atmosfera di credibilità, fra i quali il colonello Gregory D. Gadson, nel ruolo di un militare dalle gambe amputate, e gli anziani veterani della Missouri che mostrano ai giovani marinai – e agli spettatori – come funziona una corazzata degli anni Quaranta.

Passiamo a Total Recall – Atto Di Forza (Total Recall) di Len Wiseman. Alla fine del 21° secolo, dopo una guerra che ha reso inabitabile la maggior parte della Terra, solo due zone del mondo sono abitate: l’Unione Federale di Britannia (o UFB, grossomodo l’Europa occidentale) e la Colonia (l’ex Australia). L’UFB schiavizza gli abitanti della Colonia, facendoli viaggiare ogni giorno su un sistema di trasporto sotterraneo, chiamato La Discesa, che consente di raggiungere l’UFB passando per il centro della Terra. Douglas Quaid (Colin Farrell), operaio in una fabbrica di robot-poliziotti, marito di Lori (Kate  Beckinsale), ha sogni ricorrenti che riguardano una donna sconosciuta e bellissima, Melina (Jessica Biel), e per sfuggire momentaneamente a una vita grigia, ricorre al servizio offerto dalla società Rekall, che offre l’innesto cerebrale di ricordi irreali, ma ricchi di avventura; Douglas chiede ricordi di una vita da agente segreto. Ma i ricordi richiesti da Douglas si rivelano veri, e Douglas scopre che sono stati cancellati per condizionarlo a una nuova vita. Quaid, in fuga dalla polizia, comandata dal Cancelliere Cohaagen (Bryan Cranston) e da Lori stessa, una sua agente, viene soccorso da Melina, la donna dei suoi sogni, e insieme i due cercano Matthias (Bill Nighy) il capo della resistenza della Colonia che si oppone a Cohaagen. Il confine fra realtà e sogno è sempre più incerto per Douglas, ma non la sua volontà di scoprire la verità… E’ il remake di Atto di forza (Total Recall, 1990) di Paul Verhoeven, uno dei più famosi film con Arnold Schwarzenegger, che lanciò la moda dei film tratti dai racconti di Philip K. Dick. Rispetto al film originale, il remake ambienta interamente il film sulla Terra, non su Marte, e punta più sugli aspetti psicologici e sentimentali, e meno sull’azione, che pure non manca. In ogni caso, Total Recall – Atto di forza è un ottimo film, che gestisce con sagacia ed equilibrio sia gli spunti tratti dalla sua fonte letteraria che da quella cinematografica, e aggiunge diversi brillanti spunti originali. Insomma, un valido esempio di come si dovrebbe fare un remake.

In Hunger Games (The Hunger Games) di Gary Ross, una guerra civile devasta il Nord America e dalle sue ceneri sorge la nazione di Panem. La sua capitale è la ricca Capitol City. Gli altri abitanti vivono in 12 distretti poveramente e schiavizzati. Per rappresaglia alla loro ribellione, ogni anno vengono scelti a caso due rappresentanti di ogni distretto, un maschio e una femmina, di età compresa fra i 12 e i 18 anni e chiamati “tributi”, che dovranno combattere a morte in una foresta, detta Arena, fino a che non ne sopravviva uno solo, il vincitore. Lo “spettacolo” si chiama Hunger Games e viene trasmesso in diretta tv. In occasione dei 74esimi Hunger Games, una ragazza del 12° Distretto, Katniss (Jennifer Lawrence), si offre in cambio della sorella minore, scelta per gli Hunger Games, e arriva a Capitol City per allenarsi accompagnata da Peeta (Josh Hutcherson), il “tributo” maschio del 12° Distretto. Haymitch (Woody Harrelson) è il loro coach, e durante una diretta tv, Peeta rivela di essere innamorato di Katniss. Dopo una cerimonia presenziata da Snow (Donald Sutherland), il presidente di Panem, i giochi hanno inizio, e fin da subito Kentniss e Peeta dovranno combattere contro avversari tanto giovani quanto spietati… Primo episodio della serie tratta dall’omonima trilogia di romanzi di Suzanne Collins, co-sceneggiatrice del film, è stato un grande successo al botteghino e ha lanciato al cinema lo stesso fenomeno dei romanzi, quello dei “Young Adults”, ovvero romanzi dispotici con protagonisti adolescenti ribelli e in costante pericolo. Al di là del fenomeno mediatico e delle relative speculazioni commerciali, questo primo Hunger Games è un ottimo film d’avventure, che satireggia sui talent show e sulle manipolazioni politiche, e allo stesso tempo gioca sui sentimentalismi tipici dell’adolescenza. Da segnalare la parata di comprimari di lusso: Donald Sutherland, Woody Harrelson, Elisabeth Banks.

E  concludiamo l’analisi del 2012 con un altro film finlandese: ZONA (Vyöhyke) di Esa Luttinen. Il 27 aprile 1986 sei misteriose astronavi si schiantano su altrettanti luoghi della Terra, causando la scomparsa degli esseri umani, inclusi i militari mandati a ispezionare. Questi luoghi, detti Zone, vengono chiusi all’accesso da soldati armati, ma i manufatti alieni lasciati dalle astronavi vengono saccheggiati di nascosto da razziatori detti stalker e dai loro clienti. Una di queste Zone è nel villaggio finlandese di Linnakallio, al confine con la Russia. Nel 2006, lo stalker Rajala (Sami Tikkanen) esce di prigione e riceve un nuovo incarico dal barista e “spacciatore” di reperti Lindmann (Immo Piipo): scortare nella Zona di Linnakaillo Lammi (Timo Piiri), il figlio di un vecchio stalker, a sua volta in possesso della Chiave, un congegno capace di attivare la Piramide Gartner, un congegno all’interno della Zona capace di esaudire i desideri. Rajala accetta, ma sulle tracce della Piramide ci sono anche lo stalker rivale Pesonen (Sami Sundman) e il militare corrotto Kortelainen (Esa Luttinen): più che una ricerca, quella di Rajala sarà una battaglia… Il film nasce per volontà e sforzo del film-maker finlandese Esa Luttinen, che con alcuni amici mise in piedi una minuscola casa di produzione per realizzare questo che può essere definito un remake del classico Stalker (Stalker, 1979) di Andrej Tarkovsky, nel senso che entrambi i film si ispirano al quarto e ultimo capitolo del romanzo Picnic ai bordi della strada di Arkadij e Boris Strugatski. Ma mentre Stalker è un film contemplativo e filosofico, Zona è un film d’azione, incentrato su sparatorie e inseguimenti. Spavaldo e divertente come un buon B-movie americano anni Settanta, Zona mostra anche tutti i limiti di un film girato praticamente senza budget, a cominciare dagli effetti speciali, ma l’entusiasmo e la professionalità dei suoi autori riescono a farli dimenticare.

Mario Luca Moretti