FANTASCIENZA STORY 103

LA RISPOSTA SOVIETICA A “2001″ (1972) – PARTE 01

C’è una strana regola nella cinematografia di fantascienza, non fissa, non detta, secondo la quale a un anno di “abbondanza” succede un anno di “magra”. E’ il caso di questo 1972 che, contrariamente al precedente e al seguente, non ci permette di spaziare molto nel campo del “nuovo”. Una pellicola si eleva al di sopra delle altre.

SOLARIS (Soljaris)

Nella pubblicità italiana, accanto a grandi immagini di astronavi e satelliti, spiccava una dicitura: “La risposta sovietica a 2001” e poi il titolo Solaris.

Se i responsabili della casa di distribuzione italiana avessero minimamente immaginato il pauroso tonfo economico che la pellicola avrebbe avuto sul mercato nostrano, si sarebbero ben guardati dal far arrivare nel nostro paese questo film che, da qualche tempo, faceva anticamera per entrare e che circolava non ufficialmente solo nella sua versione originale con i sottotitoli in italiano.

In occasione della sua prima uscita italiana, l’editore Gianfranco Viviani della Editrice Nord che aveva pubblicato l’omonimo libro di Stanislaw Lem  da cui poi il regista Andrej Tarkovsky aveva tratto il film, tenne una conferenza stampa per presentare il volume e il film, con i sottotitoli in italiano. Un paio di mesi dopo, giunta al circuito normale, la copia italiana era irriconoscibile.

Innanzitutto dalla versione originale mancavano all’incirca tre quarti d’ora e, se buona parte di essi consistevano in una noiosissima corsa in macchina da parte di uno dei protagonisti, è pur vero che altre scene pregevoli, come quella delle impressioni di un astronauta reduce dal pianeta Solaris o quelle del “balletto a gravità zero” sulla stazione orbitante, sono state eliminate del tutto o accorciate.

Inoltre, nuoce moltissimo al film un incredibilmente penoso doppiaggio italiano: sembra di ascoltare la semi-intellegibile recita di contadini ai quali, invece della familiare zappa o del ben noto badile, fosse stato consegnato un foglio con sopra le battute non da interpretare e nemmeno da leggere: da compitare! Il motivo razionale di queste scelte è legato a un fattore economico: il doppiaggio ben fatto costa, per cui la distribuzione decise di scegliere una compagnia di sedicenti doppiatori… e il risultato si vede, anzi si sente…

Dopo aver assistito a tutto questo scempio il regista ha abbandonato il nostro Paese disgustato e, francamente, non possiamo dargli torto.

Solaris è un mondo ai margini della Galassia sul quale si estende uno sconfinato oceano pensante; intorno a esso orbita una stazione di studio con a bordo tre scienziati di cui l’ultimo è appena arrivato per sostituirne un altro che si è misteriosamente suicidato.

L’oceano ha capacità misteriose e influenze concrete sui terrestri, è capace di creare immagini solide, vive, senzienti di persone conosciute, lontane o morte: come avviene per uno dei protagonisti che si trova davanti alla propria moglie scomparsa da tempo. Al primo impulso di rifiuto subentra nel terrestre la curiosità, il desiderio di capire, l’ansia di rendere indipendenti dalla sua presenza queste immagini solide che non possono sopravvivere senza di lui. Si libera una prima volta della “moglie” spedendola via con un razzo, ma se la ritrova davanti poche ore dopo; cerca di allontanarsi senza di lei e questa sfonda la paratia metallica per raggiungerlo. Infine, mentre la vita della “donna” diventa sempre più indipendente, essa si uccide: ma è destinata a ritornare in vita.  Tramite la “creatura” lo scienziato cerca di entrare in contatto con l’oceano; la sua manovra riesce e lo strano alieno crea, per lui solo, un nuovo mondo facendolo diventare parte integrante del pianeta e creazione lui stesso.

Il film è veramente troppo lento nel suo svolgimento, i dialoghi sono complessi e spesso non possiedono un significato preciso né sembrano avere l’intenzione di possederne uno. Gli effetti speciali sono limitati a poche scene di ambientazione, a un appena intravisto razzo spaziale e ai suggestivi colori dell’oceano pensante, senza dubbio le immagini più interessanti del film. Definire Solaris come “una risposta sovietica a 2001” deve essere considerato, quindi, solo e unicamente come un tentativo di “fare cassetta”. Ma non per questo si deve considerare l’opera del regista un fallimento, tutt’altro: il film possiede una tematica altamente sofisticata, forse sin troppo per il grande pubblico e resta il migliore e più avanzato esempio di cinema russo di fantascienza giunto fino a noi.

(1 – continua)

Giovanni Mongini