L’ORRIBILE SEGRETO DEL DR. HICHCOCK

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: L’orribile segreto del dr. Hichcock

Anno: 1962

Regia: Riccardo Freda

Soggetto: Ernesto Gastaldi

Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi

Direttore della fotografia: Raffaele Masciocchi

Montaggio: Ornella Micheli

Musica: Roman Vlad

Effetti speciali: Bud Steiner

Produzione: Luigi Carpentieri ed Ermanno Donati

Origine: Italia

Durata: 1h e 28’

CAST

Barbara Steele, Robert Flemyng, Harriet White, Silvano Tranquilli, Maria Teresa Vianello, Evaristo Signorini, Neil Robinson

TRAMA

A Londra, nel 1885, il professore Bernard Hichcock è un importante medico che opera utilizzando un anestetico da lui stesso scoperto. Affetto da necrofilia, utilizza il farmaco anche nei confronti della moglie, Margaretha. Una sera, mentre l’uomo si appresta ad iniettare il medicinale alla sua consorte, la donna muore, probabilmente per sovraddosaggio. Bernard decide, successivamente, di abbandonare la sua casa, per depistare l’omicidio e dimenticarsi dell’accaduto. Affida, pertanto, la dimora alla domestica Martha, sua complice.

Dopo dodici anni il professore ritorna in città con un’altra donna con cui si è risposato: Cynthia. Ben presto, la nuova arrivata si rende conto di strani avvenimenti che capitano dentro l’abitazione: sente dei passi e vede stivaletti femminili che rimandano alla defunta consorte. Bernard cerca di minimizzare e, col tempo, diventa sempre più freddo con lei.

Cynthia, che intanto ha fatto la conoscenza del dottor Kurt Lowe, collega del marito, vede Martha uscire da un passaggio segreto. Mossa dalla curiosità, di lì a qualche giorno, vi entra e osserva la domestica servire una donna misteriosa. Riferito a Bernard il tutto, il marito la convince che si tratta solo di immaginazione e di crisi isteriche. In realtà, ciò che ha assistito la protagonista è vero e si scopre, dunque, che la ex-moglie del dottore è ancora viva. Convinto che la sposa abbia compreso il segreto, Bernard escogita di sbarazzarsi di Cynthia, mettendo del veleno in un bicchiere di latte. La consorte, però, non fidandosi, riesce, in un momento di distrazione del marito, a versare la bevanda dentro un vaso.

La donna decide, dunque, di avvisare Kurt, per far analizzare il contenuto del bicchiere. Riportata però a casa dal marito, viene rinchiusa viva in una bara. Ma Cynthia si libera e tenta di scappare. Le analisi confermano che c’era veleno. Kurt corre allora al castello per avvisare la signora Hichcock, ma nel frattempo la donna viene legata e torturata dal marito, il cui intento è di dissanguarla per far riottenere la giovinezza alla ex-consorte. Il dottor Lowe però arriva giusto in tempo per impedire il tutto e salvare la donna dalle grinfie del necrofilo.

NOTE

L’orribile segreto del dr. Hichcock” è considerato uno dei miglior horror italiani dalla critica ed è stato diretto da Riccardo Freda (“I vampiri”, “I giganti della Tessaglia (Gli Argonauti)”, “Caltiki il mostro immortale”, “Maciste all’inferno”, “Lo spettro”, “Murder obsession (Follia omicida)”, “L’iguana dalla lingua di fuoco”) con lo pseudonimo inglese di Robert Hampton come si usava a quei tempi per commercializzare i film italiani all’estero.

Il film è stato girato interamente a Roma e la maggior parte delle scene sono state ambientate a Villa Peruchetti, attuale sede dell’ambasciata bulgara.

Le riprese sono durate appena 12 giorni. Al riguardo, Barbara Steele (“La maschera del demonio”, “Il demone sotto la pelle”, “Castlevania”, “Lost river”, “The butterfly room – La stanza delle farfalle”, “Dark shadows – The series”, “The silent scream”, “Piranha”, “The Space-Watch Murders”, “Black horror – Le messe nere”, “Un angelo per Satana”, “La sorella di Satana”, “Amanti d’oltretomba”, “5 tombe per un medium”, “I lunghi capelli della morte”, “Danza macabra”, “Lo spettro”, “Il pozzo e il pendolo”) ricorda come, sul set, c’era molta frenesia e fretta, oltre a orari di lavorazione estenuanti. A quel tempo l’attrice stava lavorando a “8½” di Federico Fellini e, per interpretare la protagonista nel film di Freda, si assentò circa dieci giorni dal set del cineasta romagnolo.

Invece Robert Flemyng (“Il tocco della medusa”, “Galaxy Horror”, “Il mostro di sangue”, “Agente speciale”) accettò la parte senza aver letto il copione; una volta scoperto che il suo personaggio era necrofilo, tentò di licenziarsi, ma non vi riuscì.

Visto che parte del cast era straniero, tutti recitarono nella lingua madre. Fra gli altri interpreti segnaliamo: Harriet White (“In viaggio nel tempo”, “Terminator”, “Le streghe di Eastwick”, “Spiaggia di sangue”, “Bermuda now… Il film”, “Anno 2000 – La corsa della morte”, “Slok”, “La lama nel corpo”, “6 donne per l’assassino”, “La frusta e il corpo”, “Lo spettro”, “I tre volti della paura”), Silvano Tranquilli (“Danza macabra”, “Una farfalla con le ali insanguinate”, “L’uomo puma”, “Sette uomini d’oro nello spazio”, “Il giustiziere sfida la città”, “Le vergini cavalcano la morte”, “Milano trema: la polizia vuole giustizia”, “Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile”, “Il sorriso della iena”, “La tarantola dal ventre nero”, “Nella stretta morsa del ragno”, “La donna invisibile”), Maria Teresa Vianello (“I giganti della Tessaglia (Gli Argonauti)”), Evaristo Signorini (“Fantomas minaccia il mondo”) e Neil Robinson (“Agente speciale”, “Maciste all’inferno”).

Riguardo alla sceneggiatura, Freda ha più volte ribadito che la storia e parte dei dialoghi erano suoi. Gastaldi (“L’amante del vampiro”, “Lycanthropus”, “Così dolce… così perversa”, “La frusta e il corpo”, “La cripta e l’incubo”, “Libido”, “La decima vittima”, “Flashman”, “Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave”, “La coda dello scorpione”, “La morte cammina con i tacchi alti”, “Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?”, “I corpi presentano tracce di violenza carnale”, “Assassinio al cimitero etrusco”, “2019 – Dopo la caduta di New York” e molti altri.) invece ha confermato la sua paternità, ricordando come il regista era interessato solo al compenso.

Le musiche furono composte da Roman Vlad, che ha lavorato anche per le colonne sonore dei film “I vampiri” e “Caltiki, il mostro immortale”.

Siccome la pellicola trattava un tema delicato come quello della necrofilia, l’opera fu vietata ai minori di 18 anni. È stato il primo lungometraggio italiano dell’orrore ad aver ricevuto una restrizione così ampia. Successivamente riproposto in formato home video, nel 2014 il film entrò nella retrospettiva “Il Cinema Ritrovato” della Cineteca di Bologna.

Davide Longoni