THE BUTTERFLY ROOM – LA STANZA DELLE FARFALLE

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: The butterfly room – La stanza delle farfalle

Anno: 2013

Regia: Jonathan Zarantonello

Soggetto: dal romanzo “Alice dalle 4 alle 5” di Jonathan Zarantonello

Sceneggiatura: Paolo Guerrieri, Luigi Sardiello e Jonathan Zarantonello

Direttore della fotografia: Luigi Verga

Montaggio: Clelio Benevento e Charles Bornstein

Musica: Pivio e Aldo De Scalzi

Effetti speciali: Spark Digital Entertainment

Produzione: Enzo Porcelli, Giovanni Di Pasquale, Ethan Wiley e Mark Moran

Origine: Italia/Usa

Durata: 1h e 27’

CAST

Jasmine Jessica Anthony, Barbara Steele, Joseph H. Johnson Jr., Ray Wise, Ellery Sprayberry, Erica Leerhsen, James Karen, Julia Putnam, Emma Bering, Lorin McCraley, Adrienne King, Joe Dante, Matthew Glen Johnson, Heather Langenkamp, Camille Keaton, Kirk Diedrich, Autumn Wendel, P.J. Soles, Jennifer Saygan, Paolo Zelati, Vito La Morte, Stephen West, Massi Furlan

TRAMA

Ann, una signora elegante e solitaria, ossessionata dalla sua collezione di farfalle, stringe un’insolita amicizia con Alice, una bambina di una bellezza inquietante. Con la sua ammaliante innocenza, Alice instaura con Ann una distorta relazione madre-figlia. Attirata nel suo mondo malato, Ann presto scopre di non essere l’unica a ricevere attenzioni dalla bambina. Il trauma del confronto con le altre donne che la bambina frequenta risveglia in Ann un oscuro passato, dando il via ad una spirale di follia: una serie di omicidi brutali e bizzarri che Ann commetterà per preservare la sua apparente docilità e insospettabilità. L’unica ad accorgersi che c’è qualcosa che non va in Ann, è Julie, la figlia di nove anni della sua vicina di casa. Mossa da un’irresistibile curiosità, Julie si mette ad esplorare ogni angolo della casa di Ann, fino a scoprire un terrificante segreto, fra le pareti della stanza delle farfalle. Ma nessuno crede a ciò che ha visto, tranne Dorothy, l’inquieta figlia di Ann, che si rende conto con orrore che il destino della bambina è nelle sue mani. Per salvare sia Julie che se stessa, dovrà trovare il coraggio di affrontare un passato che l’ha tormentata per anni.

NOTE

Finalmente un grande film italiano, tra l’altro girato da un regista indipendente, un giovane autore che fino a oggi mi aveva lasciato piuttosto perplesso. “La stanza delle farfalle” sarebbe piaciuto a Hitchcock, per il crescendo di tensione e la continua suspense da cui è pervaso, ma anche a Lucio Fulci, per il tema legato ai bambini che non devono crescere (“Non si sevizia un paperino”). Barbara Steele torna da protagonista in una produzione italiana, dopo aver impersonato la donna – strega del gotico anni Sessanta, essere stata musa felliniana, abile interprete di erotici e thriller inquietanti. Il regista punta molto sulla sua personalità di attrice credibile nei panni di una donna terrificante, che prima tenta di uccidere la figlia per non vederla crescere, quindi mostra una i segni psichici di un rapporto malsano con l’infanzia. La storia è sceneggiata benissimo, procede per salti temporali, narrando tre eventi: la follia scatenata dal tentato infanticidio, l’esecuzione di una vittima conservata come una farfalla nella stanza sacrario e un ultimo tentativo di sottomissione compiuto dalla inquieta megera. Tutto torna, alla fine, tra omicidi efferati (ma non esibiti) e un crescendo di tensione sottolineato da una colonna sonora a base di percussioni e musica sintetica. Barbara Steele è perfida quanto basta, subito in primo piano con una maschera grinzosa segnata dal tempo, mentre assiste terrorizzata alle mestruazioni della figlia in una vasca da bagno. Zarantonello cita Argento a più non posso. Lo specchio nel corridoio stile Clara Calamai in “Profondo Rosso”, le bambole e i giocattoli per bambini, tutto marginale nell’economia della pellicola. La protagonista viene descritta benissimo, la psicologia di un carattere disturbato è sviscerata nei minimi particolari: la mania per le farfalle, l’amore – odio per i bambini, un malinteso senso morale che la porta a punire ciò che ritiene ingiusto. Barbara Steele spaventa davvero quando impugna mazza e spillone, incute timore e repulsione quando la vediamo uccidere a sangue freddo e insidiare bambini inermi. Il regista raggiunge lo scopo, usa con perizia la tecnica del flashback a ritroso, un montaggio al contrario che scorre rapidamente, già visto in lavori precedenti, ma qui perfezionato. Un film claustrofobico, girato quasi tutto in interni, più thriller angosciante e pellicola drammatica che horror, ma è inutile classificare, visto che ci troviamo di fronte a un lavoro riuscito. Si resta incollati allo schermo sino alla parola fine e – anche se a volte la sceneggiatura è prevedibile – tutto è realizzato con la massima cura e il rispetto per lo spettatore. Barbara Steele è una strega moderna, un orco al femminile, una serial killer psicopatica, una Barbablù in gonnella che nella stanza proibita nasconde un orrendo segreto. Il finale è angosciante, anche se il regista – per fortuna! – evita facili effettacci da torture porn stile horror nordamericano che hanno stancato tutti. Il crescendo di follia della protagonista è descritto con tante immagini e poche parole, catapultando lo spettatore in un delirio senza fine. La fotografia nitida, il montaggio serrato, l’uso appropriato della soggettiva e la recitazione ottima (persino i bambini!) fanno de “La stanza delle farfalle” un prodotto interessante, uno dei migliori film italiani visti negli ultimi anni. Purtroppo esce a fine stagione, in pochissime copie e non saranno in molti a vederlo.

Gordiano Lupi e Davide Longoni