BLOOD ON MÉLIÈS’ MOON (LA PORTA SUI MONDI)

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Blood on Méliès’ Moon

Anno: 2016

Regia: Luigi Cozzi

Soggetto: Luigi Cozzi, Alexandre Jousse e Giulio Leoni

Sceneggiatura: Luigi Cozzi e Giulio Leoni

Direttore della fotografia: Francesca Paolucci, Andrea Pieroni, Frank Guerin e Luigi Pastore

Montaggio: Vittorio Viscardi

Musica: Simone Martino ed Egisto Macchi

Effetti speciali: Jean-Manuel Costa, Giuseppe Cordivani, Vittorio Viscardi, Headbanging Productions, Angela Sercia e Davide Bracci

Produzione: Maria Letizia Sercia

Origine: Italia

Durata: 1h e 51’

CAST

Philippe Beun-Garbe, Alessia Patregnani, Sharon Alessandri, Dario Argento, Lamberto Bava, Luigi Cozzi, Barbara Magnolfi, Antonio Tentori, Fabio Giovannini, David “Zed” Traylor, Riccarda Leoni, Brahim Amadouchè, Federico Cerini, Lou Ferrigno, Caroline Munro, Alain Schlockoff, Paolo Zelati, Luigi Pastore, Alessandra Maravia, Maria Cristina Mastrangeli, Chiara Pavoni, Luigi Schettini, Giuseppe Cordivani, Sebastiano Fusco, Manlio Gomarasca, Mina Presicci, Angela Sercia, Maria Letizia Sercia, Jacques Sirgent

TRAMA

Il film comincia con la distruzione del mondo: si vede la Terra che esplode e poi appare Silvia, misterioso personaggio femminile che scopriremo man mano, la quale ci introduce a un mistero legato alla figura e all’opera di Melies.

Il grande enigma (reale ma poco conosciuto) è imperniato sulla nascita del cinema: si racconta se sono stati veramente i fratelli Lumiere a inventare il cinema nel 1895 oppure l’ha inventato qualcun altro prima di loro? Qualcuno di cui oggi tutti si sono scordati? In effetti, dieci anni prima dei Lumiere, un altro inventore francese ha brevettato una macchina per riprendere e una per proiettare le pellicole, ma subito dopo costui è come svanito nel nulla e allora tutti (o quasi) se lo sono dimenticato. Così, partendo da questo misterioso fatto storico, si indaga su chi fosse questo vero inventore del cinema dieci anni prima dei Lumiere, su che fine abbia fatto e perché siasvanito nel nulla. A questo punto il film mischia la realtà con la fantasia, trattando dell’immaginazione che a poco a poco penetra sempre di più nella vita di tutti giorni grazie a una porta dimensionale che qualcuno ha aperto cento anni fa in Francia… finché, durante una seduta medianica, questo si viene a sapere e allora… il caos si scatena. Così a poco a poco la trama si trasforma in indiavolato carnevale che attraversa tutta la storia del cinema: Luigi Cozzi, interpreta se stesso, un ex-regista che si ritrova nel mezzo di alcuni delitti terribili e misteriosi, forse anche soprannaturali, risolvibili però solo scoprendo gli enigmi della nascita del cinema in Francia. Fra i personaggi che incontra ci sono gli amici Dario Argento e Lamberto Bava, che interpretano la parte di se stessi, che lo aiutano a risolvere un problema investigativo, mentre Fabio Giovannini e Antonio Tentori, sempre nel ruolo di se stessi, in qualità di quei grandi esperti di cinema che effettivamente sono anche nella realtà, rivelano al protagonista particolari preziosi che gli consentono di arrivare a scoprire la verità su chi ha effettivamente inventato il cinema. Tra gli amici che intrepretano se stessi, troviamo anche Giulio Leoni, un noto scrittore di gialli che spiega a Cozzi come fare per svelare un certo enigma… e in un Helzapoppin colorato e incredibile, fra libri oscuri e alchimisti del passato, astronavi “steampunk” e omicidi degni della miglior tradizione thrilling/horror italiana, la storia si sposta da Roma a Parigi fino a concludersi sotto la torre Eiffel con uno scontro stellare tra universi paralleli… sarà davvero la fine?

NOTE

Blood on Méliès’ Moon” vede il ritorno alla regia dopo 27 anni di assenza di Luigi Cozzi (“Il tunnel sotto il mondo”, “Paganini Horror”,  “L’assassino è costretto ad uccidere ancora”, “Starcrash – Scontri stellari oltre la terza dimensione”, “Contamination”, “Hercules”, “Hercules 2”), con una produzione indipendente che annovera tantissime collaborazioni di amici celebri del regista, ognuno coinvolto a più livelli.

L’idea di base di questa storia risale ai tempi in cui Cozzi lavorava con la Cannon, che gliela bocciò dicendo: “Ma chi è mai questo Méliés? Perché vuoi fare un film su un francese sconosciuto?”. “Ma a me l’idea piaceva lo stesso”, ci ha raccontato Cozzi, “e adesso l’ho finalmente ripresa e portata avanti… girando BLOOD ON MELIES’ MOON!”.

“E’ stata una lavorazione particolare, ha raccontato Cozzi in merito, durata circa due anni e mezzo: ogni tanto, quando tutto  era pronto, giravamo una scena e poi di nuovo fermi, anche per due-tre mesi, in attesa che fosse tutto a posto per la scena successiva da realizzare. In questa maniera sono riuscito ad avere tutto quello che era previsto dalla sceneggiatura, che non ho fatto leggere a nessuno. Tutti gli attori hanno recitato infatti conoscendo soltanto le loro battute e non la storia del film. Però il risultato mi sembra molto interessante lo stesso”.

Con questo film Luigi Cozzi ha voluto fare un grande omaggio al cinema, e al cinema fantastico in particolare, andando alle origini del cinematografo per scoprire un mistero che ci porterà attraverso i secoli e persino nello spazio… Il tutto con le immancabili incursioni nell’horror.

Vittorio Viscardi, che si è occupato sia del montaggio sia di alcuni effetti speciali, ha definito il film “un’opera molto particolare che si differenzia notevolmente dalla linea di produzione italiana attuale. E’ un film diverso che porta alla riscoperta di alcuni tipi di lavorazioni che, oggi, si usano raramente. La mia personale partecipazione al film non è solo quella del montatore, d’altronde oggi non esiste più il ruolo del montatore “puro”, cioè di colui che si interessa solo al taglio delle scene e alla sequenza, si deve avere una visione allargata che permetta di vedere le scene in una maniera non chiusa. Ogni scena si può aprire, si può modificare aggiungendo qualcosa di particolare che esalti quel particolare momento scenico. Quindi, oltre alla “Color Grading”, si può intervenire sulla scena con luci aggiunte, un effetto grafico che a coloro che guardano può sfuggire ma che “riempie” la scena. La mia parte consiste nel cercare di rendere ancora più efficace (in accordo con il regista, naturalmente) la scena nella sua drammaticità e comprensione ed applicare anche effetti speciali costruendoli ad hoc”.

Tra gli interpreti, oltre agli amici di Cozzi nei panni di se stessi, segnaliamo: Sharon Alessandri (“Come una crisalide”), Barbara Magnolfi (“Suspiria”, Violent Shit”, “Inferno in diretta”), David “Zed” Traylor (“6 giorni sulla Terra”).

Davide Longoni