FABIO GIOVANNINI… E IL CINEMA

Ridendo e scherzando e senza nemmeno accorgercene siamo arrivato al terzo appuntamento con Fabio Giovannini e pensiamo con questa intervista di avervelo fatto conoscere al meglio, anche se siamo sicuri che presto sentiremo ancora parlare di lui… e noi saremo pronti a farlo parlare nuovamente su queste pagine.

DOPO AVER PARLATO DEL TUO RECENTE SAGGIO “LE BELLE E LE BESTIE”, QUESTA VOLTA CI OCCUPIAMO DI CINEMA E PIU’ PRECISAMENTE DELLA TUA RECENTE INTERPRETAZIONE NEL NUOVO FILM DI LUIGI COZZI, “BLOOD ON MELIES’ MOON”. COSA PUOI DIRCI DI QUESTA PELLICOLA?

Posso dire poco, molto è ancora top secret… Luigi Cozzi ha voluto fare un grande omaggio al cinema, e al cinema fantastico in particolare, andando alle origini del cinematografo per scoprire un mistero che ci porterà attraverso i secoli e persino nello spazio… Il tutto con le immancabili incursioni nell’horror. Insomma, l’intero immaginario di Cozzi trasposto in un film. Credo che diventerà comunque un cult.

E TU CHE PARTE RECITI?

Più che una parte è un cameo, come si dice. Una breve apparizione nel ruolo più o meno di me stesso, che però ho interpretato in modo un po’ grottesco.

QUALI DIFFICOLTA’ HAI INCONTRATO NEL RIVESTIRE QUESTO RUOLO?

Nessuna difficoltà, ho solo imparato a memoria le parole che dovevo pronunciare e ho accentuato ironicamente il tono della voce e l’atteggiamento.

COME E’ STATO LAVORARE CON LUIGI COZZI?

Molto divertente, anche perché ci conosciamo da tanti anni ed è stato editore di diversi miei libri con la sua “Profondo Rosso”. Tra l’altro una scena di “Blood on Melies’ Moon” mi vede dialogare proprio con lui sul ponte della musica che attraversa il Tevere. Chi vedrà il film, stia attento, nelle mie scene, ai cambiamenti di maglietta di Cozzi. Non dico altro.

TI VEDREMO ANCORA AL SUO FIANCO, MAGARI IN ALTRE VESTI?

Me lo auguro! Spero che “Blood on Melies’ Moon” segni il suo ritorno dietro la macchina da presa e  comunque incoraggi anche altri registi a rischiare con i generi cinematografici in versione italianissima.

DOPO QUESTA ESPERIENZA, NON E’ CHE CI PRENDI GUSTO E TI RITROVIAMO A RECITARE PROSSIMAMENTE IN ALTRE PELLICOLE?

Ne dubito, ma se qualche amico regista vuole utilizzarmi, sono sempre a disposizione… Del resto avevo già interpretato un breve ruolo in “Come una crisalide” di Luigi Pastore, dove ero un prete pedofilo che finisce ucciso da un crocifisso piantato nel cranio (effetti speciali di Sergio Stivaletti). E anche in quel caso avevo come partner Antonio Tentori, autore inoltre della sceneggiatura.

TI SALUTIAMO CHIEDENDOTI, SULLA FALSA RIGA DELLA CHIUSURA PRECEDENTE: C’E’ QUALCOSA CHE ANCORA NON HAI FATTO NELLA TUA VITA E CHE TI PIACEREBBE FARE?

Ho fatto già tante cose diverse e lontane tra loro, oltre ad aver scritto su temi e argomenti disparati (che i cultori delle rigide discipline incomunicabili spesso mi rimproverano). Ma di certo una cosa non ho ancora fatto: la suora. Mi sto trasferendo in un ex convento e mi sentirò molto “madre superiora”.

AMEN!

Davide Longoni