JEAN-MANUEL COSTA

Ha iniziato giovanissimo a occuparsi di cinema sia come regista di corti sia, soprattutto, come esperto di effetti speciali e visivi: Jean-Manuel Costa nel corso della sua lunga carriera ha fatto di tutto, dal grande al piccolo schermo, dalla pubblicità all’insegnamento… una carriera ricca di soddisfazioni e di produzioni di grande rilievo. Conosciamolo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È JEAN-MANUEL COSTA?

Sono nato nel 1954 nel Nord della Francia in una famiglia ben lontana dal cinema come mestiere ma con genitori appassionati di fotografia. Dopo il liceo, ho fatto due anni di studi superiori di cinema a Bruxelles con mio fratello Alain.

COME HAI COMINCIATO A OCCUPARTI DI EFFETTI SPECIALI E COME E’ NATA QUESTA PASSIONE?

La mia passione è nata innanzitutto dall’interesse per l’animazione in volume delle marionette (come per esempio “Trinka” in Cecoslovacchia e Willis O’Brien in King Kong, e tutti i film di Ray Harryhausen). Da premettere per me il cinema è in primo luogo Méliès e poi i fratelli Lumière, cioè piuttosto la creazione di un mondo che la descrizione del mondo. Ho cominciato a filmare a 14 anni con una cinepresa Super8 e facevo parte di un cine-club della mia città, Arras.

NEL CORSO DELLA TUA CARRIERA HAI FATTO UN PO’ DI TUTTO: VUOI PARLARCI DELLE PRODUZIONI A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Non ho un ricordo particolare o una preferenza precisa. Sarei piuttosto legato ai cortometraggi personali che ho realizzato e, di conseguenza, ai premi che mi hanno fatto vincere e mi hanno dato l’occasione di poter lavorare nell’ambiente professionale della pubblicità e del cinema.

FRA I TUOI LAVORI RICORDIAMO ANCHE IL TUO OPERATO PER ALCUNI FILM ITALIANI, FRA CUI “LE AVVENTURE DI HERCULES 2” DI LUIGI COZZI: DI COSA TI SEI OCCUPATO?

Dopo aver incontrato Luigi Cozzi al Festival Film Fantastique al Grand Rex , dove lui aveva presentato Starcrash e io La tendresse du Maudit – il mio primo cortometraggio in 35mm -, Luigi m’ha proposto di fare gli effetti visivi di Hercules 2. Il fatto che io parlassi italiano (mia moglie è italiana e mi ha aiutato anche per questa intervista), ha facilitato i contatti e inoltre Luigi apprezza la stop motion.

E COME E’ IL TUO RAPPORTO CON LUIGI?

Ci siamo persi di vista dopo Hercules 2 ma negli ultimi anni ci siamo incontrati saltuariamente; sono passato per Roma al negozio “Profondo Rosso”  e ci siamo rivisti, grazie a lui, in una specie di convegno in Abruzzo. In ogni caso i rapporti con lui sono stati improntati a stima reciproca e  sono molto cordiali: condividiamo le stesse passioni .

ATTUALMENTE, SEMPRE PER COZZI, STAI REALIZZANDO TUTTI GLI EFFETTI VISIVI IN CGI DEL SUO NUOVO FILM “BLOOD ON MELIES’ MOON”. COSA PUOI DIRCI IN MERITO?

Contattato già un anno fa, ho aderito volentieri al suo progetto perché è ammirevole la sua tenacia nel cercare di realizzare un film ambizioso e in pratica senza nessun finanziamento; più concretamente, a partire dall’autunno scorso, mi sono messo al lavoro sugli effetti da realizzare e senza interruzione. Confesso che sono curioso di vedere i risultati finali, cioè il film completo…

SEMPRE PER UN FILM ITALIANO E SEMPRE CON LUIGI COZZI, INSIEME ANCHE A TUO FRATELLO, TI SEI OCCUPATO DELL’ANIMAZIONE DELLE MOSCHE PER “PHENOMENA” DI DARIO ARGENTO. VUOI RACCONTARCI COME E’ ANDATA?

Si tratta unicamente della realizzazione di qualche effetto luminoso in qualche sequenza, fatti per disegno animato da mio fratello.

LA TUA E’ UNA FAMIGLIA DI CREATORI DI EFFETTI SPECIALI: TUO FIGLIO E TUO FRATELLO LAVORANO PER LA WALT DISNEY E PER GRANDI PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE, SE NON SBAGLIO… VUOI RACCONTARCI QUALCOSA ANCHE DI LORO?

Preciso che mio figlio Jean-Nicolas, 30 anni, lavora come “senior compositor SFX” a Londra da circa 5 anni su grosse produzioni americane  (basta consultare IMDB). Mio fratello Alain, che ha giusto un anno meno di me, ha avuto una carriera internazionale come animatore 2D da Walt Disney, Warner, ecc. (vedi IMDB).

HAI REALIZZATO EFFETTI SPECIALI SIA PER IL CINEMA SIA PER LA TELEVISIONE SIA PER LA PUBBLICITA’: COME SI DIFFERENZIANO I VARI APPROCCI PER OGNUNO DI QUESTI MEDIA?

La mia esperienza è completa in questi settori. Per la pubblicità: molti mezzi finanziari e tecnici a disposizione ma un’esigenza estrema e un controllo annesso. Per la televisione: l’approccio è un po’ più flessibile e dipende dalla trasmissione e dai registi. Per il cinema: dipende essenzialmente dal budget del film; c’è sempre un compromesso tra le esigenze della domanda e la realtà dei mezzi finanziari e, soprattutto, del tempo a disposizione.

VUOI PARLARCI DEL PROCESSO CHE INTERCORRE DALL’IDEA DI UN EFFETTO DA PARTE DI UN REGISTA FINO ALLA SUA REALIZZAZIONE FINALE?

Secondo il regista, può essere semplice e piacevole, perché lui sa quello che vuole; ma  a volte, il regista resta nel vago e nell’imprecisione, in modo che  può sempre dire, di fronte ai risultati, che non si è capito bene quanto desiderava. Per esempio, una volta, mi è stato richiesto “un colore di Sole da fine del mondo” (!!!!). Attualmente, poiché i registi conoscono meglio gli effetti speciali, i problemi sono minori. Ma, poiché sanno che con il numerico/digitale, i cambiamenti sono fattibili più facilmente rispetto ad alcuni anni fa (quando c’erano solo i trucchi ottici senza computer), sono diventati più esigenti e fino a una settimana prima dell’uscita del film, con possibili cambiamenti incessanti. Da notare che il problema riguarda soprattutto i produttori che gestiscono le finanze…

DOVE TRAI LE ISPIRAZIONI PER I VARI EFFETTI DI CUI TI OCCUPI?

Spesso il regista fa degli esempi di quanto gli piacerebbe avere, dunque si tiene conto dei suoi riferimenti cinematografici e/o artistici. E personalmente si fa ricorso alla propria cultura visiva e alla propria sensibilità, ma si deve tener sempre conto di quanto è richiesto. Raramente ho avuto una libertà totale. Se non si entra nell’universo del regista, è sempre possibile rifiutare di fare gli effetti… Da un punto di vista personale è un po’ deludente constatare che, a volte, il regista – tra due proposte – sceglie quella che mi sembra la peggiore…

E QUAL È DI SOLITO LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DI UN EFFETTO SPECIALE?

Capire esattamente quello che vuole il regista e tenere le scadenze, i tempi di consegna. Tecnicamente la parte più difficile è avere il budget e il tempo appropriati e sufficienti.

IN PASSATO HAI ANCHE FONDATO E DIRETTO UNA SCUOLA PER IL CINEMA: CE NE VUOI PARLARE?

È una lunga storia; ho chiuso la scuola che avevo aperto nel 2006 dopo  quattro anni a causa di un contesto reso complicato da un conflitto politico a livello locale che bloccava ogni possibilità di sviluppo e rendeva la gestione difficile e senza un vero futuro. Da precisare anche il contesto geografico: Cherbourg è una piccola città nel nord della Manica, senza una dinamica reale presente in altre regioni. Da 20 anni abito in Normandia a 100 km da Cherbourg.

QUALI SONO STATI I TUOI ALLIEVI MIGLIORI E IN COSA SI SONO RIVELATI DOPO IL DIPLOMA?

I migliori hanno trovato lavoro (contratti a termine) soprattutto con lo statuto di “Intermittants du spectacle” proprio al diritto francese; quelli che hanno seguito gli studi di animazione ed effetti speciali, hanno trovato più facilmente lavoro con un posto fisso. Un esempio di film fatto da ex-studenti: “The fall of men”, è visibile in rete.

COME MAI HAI CHIUSO QUESTO PROGETTO?

Vedi sopra: ma più che un progetto, è stato un concorso di circostanze, perché la scuola di cinema, nella quale ero direttore del dipartimento d’animazione, e che c’era prima – dal 2003 a 2005 – è fallita. In seguito a questo fallimento, s’è creata una cooperativa d’insegnanti per aprire questa nuova scuola. Ci sono state molte promesse dei politici locali che non sono state mantenute.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Come ho già detto, per me fare cinema è seguire Méliès: i fratelli Lumière mi piacciono molto meno, il loro approccio non mi sembra creativo… In più fra le mie letture hanno sempre dominato gli scrittori che aiutano a uscire dalla banalità del quotidiano e che creano altri mondi.

QUALI SONO I TUOI REGISTI PREFERITI E QUALI INVECE I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO?

Non ho registi preferiti in assoluto; diciamo che amo certi film e detesto quello che si potrebbe etichettare “Nouvelle Vague” e tutti i film troppo intellettuali e senza forza visiva…

CON QUALE REGISTA CON CUI NON HAI ANCORA AVUTO A CHE FARE VORRESTI LAVORARE UN GIORNO?

Il solo con il quale avrei voluto lavorare, ma non è un regista, è Ray Harryhausen, che ho potuto incontrare varie volte, ma purtroppo era già anziano e, quando è morto, ho avuto l’impressione di perdere il mio secondo padre.

DI COSA TI STAI OCCUPANDO RECENTEMENTE?

Del film di Luigi Cozzi, altrimenti, per cambiare, ho girato un documentario sulla fabbricazione del Calvados per una ditta locale…

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Riuscire a trovare un soggetto che mi interessi veramente per fare, finalmente, un lungometraggio d’animazione. Anche se, purtroppo, sono sempre di più i produttori e i responsabili televisivi che decidono quello che si deve girare.

IN BOCCA AL LUPO PER TUTTO ALLORA, SPERANDO PRESTO DI RIUSCIRE A VEDERE IL TUO SOGNO AVVERARSI… E NOI SAREMO IN PRIMA FILA!

Davide Longoni