FANTASCIENZA STORY 09

1949: IL RE DELL’AFRICA (Mighty Joe Young)

Willis O’Brien, il prestigioso creatore degli effetti speciali di King Kong e del Figlio di King Kong viene premiato, nel 1949, con il massimo riconoscimento esistente nel campo del cinema, l’Oscar per gli effetti speciali, attribuitogli per Il re dell’Africa, ultimo ideale capitolo della trilogia scimmiesca.

Jane Young (Terry Moore), una bambina di sette anni, vive insieme al padre in una fattoria del Congo, avendo come unico amico un giovane gorilla chiamato Joe.

Dieci anni dopo una spedizione giunge in quei paraggi per catturare animali feroci, destinati ad uno spettacolo da tenere in un nuovo locale notturno degli Stati Uniti. Un gigantesco gorilla appare davanti agli attoniti componenti: è Joe, che viene fermato in tempo da Jane, alla quale obbedisce. Meravigliato da questa docilità il capo della spedizione (Robert Armstrong) offre a Jane un vantaggioso contratto per lo spettacolo, che ottiene un grande successo, ma Jane e Joe sentono la nostalgia per la loro terra.

Un giorno il gorilla, infastidito da alcuni ubriachi che lo fanno bere, si imbestialisce distruggendo il locale e soltanto dopo molti sforzi Jane riesce a calmarlo. La polizia vuole abbattere il pericoloso animale, ma la ragazza, con l’aiuto dei due principali componenti la spedizione, cerca di farlo fuggire e nella sua fuga Joe riesce a salvare tutti i bambini di un orfanotrofio in fiamme; per questo la polizia rinuncia a catturarlo e i due, felici, tornano nella loro terra.

Come si può constatare dalla trama, il soggetto è rivolto principalmente ad un pubblico giovanile.

Regista del film è ancora E.B. Schoedsack che, questa volta, rinuncia a tutti i riferimenti psicologici che decreteranno la fama di King Kong, togliendogli  però anche la caratteristica maggiore del suo successo.

La tecnica della stop-motion raggiunge vertici ancora più alti, praticamente perfetti anche nel campo delle sovrapposizioni.

E’ utile ricordare che, quale assistente di O’Brien, debutta un giovane di nome Ray Harryhausen, che diventerà una figura importante nel campo della stop-motion in generale e in quello fantastico-fantascientifico in particolare. Edito in DVD dalla Golem.

Il film avrà un remake nel 1998 con Il Grande Joe di Ron Underwood.

Giovanni Mongini