PAOLO ZELATI

Di origine mantovana, Paolo Zelati è un giornalista e critico cinematografico, autore di diverse pubblicazioni specialistiche e collabora con numerose riviste, tra cui “Nocturno cinema”, ma soprattutto in questo periodo il suo nome è legato a “Horror Time”, un magazine di recente uscita nelle edicole che tratta il genere orrorifico sotto tutti i punti di vista, di cui è direttore. E’ autore di moltissimi libri di cinema, soprattutto di genere e sta per pubblicare per le Edizioni Profondo Rosso il volume “American Nightmares”, che contiene moltissime interviste esclusive con Richard Matheson, Tobe Hooper, George Romero, Clive Barker, i Chiodo Brothers, John Landis, Joe Dante e molti altri ancora tra i più famosi registi e sceneggiatori del nuovo cinema horror americano.

Ma la passione di Paolo per l’horror non si ferma qua (nella foto lo vediamo ritratto sulla location originale del primo “Halloween“): infatti cura anche le partecipazioni dei registi e degli attori italiani alle convention Usa ed è il più grande collezionista di manifesti originali in circolazione. Un personaggio così non potevamo certo farcelo scappare… e infatti eccolo qua sulla Zona Morta, pronto a raccontarci, ma soprattutto a raccontarsi.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È PAOLO ZELATI?

Se ti rispondo solo “un maniaco” magari puoi pensare male… quindi aggiungo un pezzo e ti rispondo con “un maniaco di cinema” (lato feticista e collezionistico compreso) con una particolare predilezione per l’horror e il fantastico.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho cominciato a scrivere per passione, da piccolo raccoglievo schede dettagliate per ogni film che vedevo e che mi piaceva… ero ossessionato da una sorta di memoria storica… poi ho cominciato a scrivere recensioni, a collaborare con alcune testate e a condurre un programma di cinema radiofonico (qui a Mantova, dove vivo)… All’Università, successivamente, ho avuto la fortuna di seguire diversi corsi di Franco La Polla, una di quelle persone illuminate… il quale, come si dice, mi ha “aperto la mente” spingendomi ad approfondire sempre di più determinate tematiche.

PARLACI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI: TI SEI PRATICAMENTE OCCUPATO DI TUTTO UN PO’ O SBAGLIO?

In realtà il microcosmo è praticamente sempre quello: ruota tutto attorno alla Settima Arte. Una delle mie prime esperienze lavorative (extra scrittura) è stata alla Arstone di Roma, società con la quale abbiamo tentato, purtroppo senza troppa fortuna, di creare una succursale italiana della Troma. Avevamo fondato una rivista mensile chiamata The Independent Store e abbiamo distribuito in dvd Toxic Avenger IV. E’ stato bello lavorato con Lloyd Kaufman, un vero personaggio e anche un caro amico. Tra le altre mie attività extra-giornalistiche ti posso dire che ormai da qualche anno porto i nostri Campioni del cinema fantastico italiano (Asia e Dario Argento, Lamberto Bava, Ruggero Deodato, Sergio Stivaletti, Luigi Cozzi, Claudio Simonetti…) in giro per le horror convention tra Europa e Stati Uniti: è veramente confortante vedere come loro siano ancora molto amati da un pubblico di tutte le età. Per finire, la mia grande passione: i manifesti cinematografici. Li colleziono da quando ho 9 anni e sono sempre in giro comprando, vendendo e scambiando pezzi di ogni epoca e genere… anzi, approfitto biecamente dell’intervista per segnalare che se qualcuno cerca qualche titolo in particolare, oppure vuole vendere o scambiare del materiale… mi può contattare su Facebook!

STAI PER PUBBLICARE CON LE EDIZIONI PROFONDO ROSSO UN LIBRO MOLTO PARTICOLARE CHE SI INTITOLA “AMERICAN NIGHTMARES”. COSA PUOI DIRCI IN MERITO?

E’ un libro al quale tengo molto, anche perché è il risultato di oltre 10 anni di lavoro. Si tratta di una raccolta che conta 33 interviste ai registi (con anche alcuni sceneggiatori del calibro di Richard Matheson) che hanno dato corpo al New Horror americano iniziato a metà degli anni Sessanta con H.G. Lewis e terminato con la fine degli anni Ottanta. Proprio come ho fatto nel mio primo libro “Il Signore del Male: Il Fantastico Realistico nel Cinema di John Carpenter”, anche il taglio di “American Nightmares” è socio-politico, ovvero cerco di scoprire, insieme agli intervistati (Romero, Carpenter, Cronenberg, Yuzna, Dante, Lustig, Hooper ecc.), quanto conscio fosse il loro desiderio di raccontare, attraverso il Fantastico e l’Horror, la società americana degli anni Settanta/Ottanta. Ma questo non è l’unico scopo del libro: le interviste, infatti, sono vere e proprie “interviste carriera” ricche di notizie e gustosi aneddoti.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA REALIZZAZIONE DI QUESTO VOLUME?

Beh, sicuramente la parte organizzativa è stata la più difficile, in quanto ho voluto condurre tutte le interviste dal vivo e personalmente… a questo proposito, nella mia introduzione svelo il vero e proprio calvario che mi ha spinto a lasciare fuori dal libro i due assenti illustri: Wes Craven e Sam Raimi

OLTRE CHE CRITICO CINEMATOGRAFICO E SAGGISTA, SEI ANCHE GIORNALISTA E SOPRATTUTTO IN QUESTO PERIODO TI STAI OCCUPANDO DI “HORROR TIME”, UNA RIVISTA DA EDICOLA CHE TRATTA IL GENERE SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA. COME E’ NATA L’IDEA?

Dopo l’esperienza di Horror Mania, io e Andrea Colombo, in questi anni, abbiamo sempre coltivato il sogno di tornare in edicola con un mensile che si occupasse solamente del nostro genere preferito e l’incontro con un editore illuminato ci ha dato la possibilità di tornare in pista: ora siamo in edicola con il secondo numero ed è tutto nelle mani dei lettori… personalmente sono molto soddisfatto di come è venuta la rivista e vedo anche un largo margine di miglioramento…

COSA DOVREMO ASPETTARCI DA QUESTA INIZIATIVA?

Un mensile che si occupa non solo di cinema, ma di tutto ciò che è possibile identificare come “cultura horror”: dalla letteratura ai fumetti, passando per l’Arte, la musica e il collezionismo.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Non so, sono sempre stato affascinato dal macabro e dal soprannaturale… fin da quando ero molto piccolo (almeno è quello che mi ha sempre raccontato mia mamma…). Io penso che il Fantastico sia un genere decisamente catartico e inoltre mi ha sempre affascinato molto scoprire come questo genere sia decisamente il più indicato nel veicolare metafore e nel mettere in scena critiche e accuse che in modo realistico sarebbe stato impossibile “far passare”…

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

A costo di sembrare scontato ti cito Lovecraft, Stephen King e poi Richard Matheson, vero e proprio padre moderno di tutto il Genere. Inoltre adoro John Lindqvist, autore svedese che ha scritto uno dei romanzi più belli degli ultimi 30 anni: L’estate dei morti viventi.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Tra i miei film preferiti non ci sono solo gli horror. Ultimamente sto recuperando tutti i noir classici americani che ancora non aveva visto. Poi ho una vera passione per Bogart, il mio idolo incontrastato, come per Woody Allen in Provaci ancora Sam

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Progetti ce ne sono sempre tanti, ma per scaramanzia non bisogna mai rivelarli prima che ci sia qualcosa di concreto! E la stessa cosa vale per i sogni nel cassetto… l’importante è cercare di tenersi aperte più porte possibili e vedere dove ti porta il cuore…

LONTANO, SICURAMENTE MOLTO LONTANO, DA QUELLO CHE POSSIAMO VEDERE CON LA NOSTRA SFERA DI CRISTALLO!

IN BOCCA AL LUPO PER TUTTO E GRAZIE.

Davide Longoni