LAMBERTO BAVA

Sempre durante la mitica seconda edizione del Dylan Dog Horror Fest, dopo Dario Argento, incontrammo Lamberto Bava, figlio di quel Mario Bava che negli anni ’60 e ’70 era stato uno dei capostipite del genere horror italiano al cinema. Fortunatamente anche queste due chiacchiere risultano ancora attuali nonostante il tempo trascorso (a parte un paio di domande datate che abbiamo quindi omesso), per cui non indugiamo oltre e sentiamo cosa ci raccontò a quei tempi.
COS’E’ PER TE L’ORRORE?
Direi ciò che mi spaventa… che mi fa paura!
C’E’ QUALCOSA CHE TI SPAVENTA IN PARTICOLARE?
Sono una persona abbastanza normale con paure normali. C’è però un animale che mi spaventa moltissimo, ma… non lo dico a nessuno. Non si sa mai… (anche se un “uccellino” ci disse che si tratta delle farfalle, nda).
CREDI NEL SOPRANNATURALE?
Diciamo che spero nel soprannaturale, nel senso che sono sempre alla ricerca di una prova della sua esistenza, ma non l’ho ancora trovata. Io spero sempre che un giorno un fantasma entri dalla porta e mi dica: “Io sono qua!”… ma non succede mai!
LA SAGA DI DEMONI E’ STATO L’UNICO CASO IN ITALIA DI FILM HORROR CON UN SEQUEL DI SUCCESSO. A QUANDO IL TERZO EPISODIO?
In realtà “Demoni 3” è quello che è diventato “La chiesa” di Michele Soavi. Il soggetto originale parlava di una invasione di demoni nel Medioevo, combattuta dai guerrieri crociati. Questi li sconfiggevano, li sotterravano in una fossa e vi costruivano sopra una chiesa. Poi si passava ai giorni nostri e i demoni tornavano in vita facendo strage. Siccome però ero troppo impegnato a quel tempo, io e Dario Argento, di comune accordo, scegliemmo Soavi per girare il film. La prima cosa che Michele fece, nel prendere in mano la sceneggiatura, fu quella di eliminare tutti gli elementi “demoni” dal film… e così nacque “La chiesa”.
COME NACQUE L’IDEA DEI DEMONI?
Tutto iniziò quando Dario Argento mi propose di fare un film con lui. A quel tempo avevo scritto alcune storie con Dardano Sacchetti (soggettista e sceneggiatore, nda) e ne raccontai una a Dario. Bastarono poche parole: “In un cinema si trasmette un film di orrore e d’un tratto i mostri si materializzano ed escono dallo schermo, uccidendo tutti gli spettatori”. Dario mi disse: “Il film è questo!”. Poi la figura dei Demoni nacque a poco a poco: volevamo fare dei mostri che non fossero i soliti morti viventi o i vampiri. Così col tempo se ne delineò la figura, tratteggiandola poco alla volta e aggiungendo particolari quando ce ne venivano in mente: il nome lo diedi io, ma fu un lavoro d’equipe, al quale parteciparono Dario Argento, Dardano Sacchetti e Marco Ferrini (il quarto sceneggiatore del film, nda), insieme a me.
A COSA TI ISPIRI QUANDO SCRIVI UN FILM?
Non è che mi ispiri a qualcosa di particolare. Di solito un’idea mi viene così… nasce dentro di me all’improvviso. Questa mattina, ad esempio, ho trovato l’anello mancante per la storia del film che girerò l’anno prossimo, ma è ancora top-secret.
C’E’ UN FILM CHE AVRESTI VOLUTO GIRARE, MA CHE INVECE NON TI E’ RIUSCITO?
Sì, si chiamava “Gnomi”. Avrebbe dovuto essere un grande film, con un cast internazionale d’alto livello e un grosso finanziamento. Per ora è rimasta solo un’idea, ma un giorno o l’altro spero di riuscire a girarlo (e con ogni probabilità poi c’è riuscito: vi ricorda niente la saga di una certa “Fantaghirò”? Nda).
 
Originariamente pubblicato sul numero 1 EXTRA FUORISERIE de LA ZONA MORTA, giugno 1990

Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, febbraio 2007

07/03/2007, Davide Longoni