ATOR 4 – QUEST FOR THE MIGHTY SWORD

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Quest for the Mighty Sword

Anno: 1990

Regia: David Hills

Soggetto: David Hills

Sceneggiatura: David Hills

Direttore della fotografia: Federico Slonisco

Montaggio: Kathleen Stratton (Rosanna Landi)

Musica: Carlo Maria Cordio

 

Effetti speciali: Maurizio Traini e Michael Deak

Produzione: Carlo Maria Cordio

Origine: Italia

Durata: 1h e 34’

CAST

Eric Allen Kramer, Margaret Lenzey, Donald O’Brien, Laura Gemser, Marisa Mell, Chris Murphy, Dina Morrone, Don Semeraro

TRAMA

Ator è diventato un re buono e giusto. Un giorno un semidio di nome Thorn decide di venire a ucciderlo. Dopo averlo ucciso con un colpo di lancia, divide in due la sua “Potente Spada di Grahl”. Prima del conflitto quindi, Ator spiega a suo figlio che Thorn vuole la spada, per questo deve difendere e portare giustizia al suo popolo. Nella terra in cui Ator vive è però presente una legge: la moglie del re non può rimanere vedova, perciò Sunn, la moglie di Ator, deve morire. Ma, grazie alla protezione dell’amazzone Dejanira, Sunn fugge, recando con sé suo figlio, che porta lo stesso nome del padre. La Regina chiede aiuto allo gnomo e mago Grindle, di crescere Ator e di ri-forgiare la spada al suo diciottesimo compleanno. Dopo questo Grindle le fa bere una pozione afrodisiaca e abusa di lei. Anni dopo, Ator (figlio) incontra Nefele in un lago. Lei gli racconta che sua madre era una principessa, ma dopo esser stata abusata da un goblin è stata punita dagli dei. Nefele ricorda ad Ator il suo destino, cioè di brandire la spada. Dopo aver visto sull’altro lato del lago Grindle, Nefele si trasforma in un uccello e vola via. Ator ritorna allora da Grindle e gli chiede di dargli la spada. Dopo averla ricevuta, la spacca sulla sua testa, ma Grindle ridendo, gli rivela che era un falso. Dopo aver tentato per altre due volte di uccide il goblin, Ator riesce alla fine a trovare la spada reale, la forgia e riesce a liberarsi di Grindle uccidendolo. Ator allora si avventura nella palude e scorge Dejanira sull’altro lato. Decide quindi di seguirla, ma incontra Nefele che gli racconta che è stata imprigionata dal dio del fuoco per aver protestato contro la morte di suo padre, causata da Thorn. Ator allora vuole liberarla, e Nefele gli racconta della sua ricerca: deve trovare il tesoro d’Oriente e offrirlo agli dei per liberare Dejanira, ma deve prima sconfiggere le guardie del tesoro, due robot-cavalieri siamesi e un drago. Ator si mette subito alla ricerca del tesoro, e dopo aver diviso i robot siamesi, e aver ucciso il drago libera Dejanira, prima che il posto in cui si trovano crolli. I due per ripararsi entrano in una locanda, dove ci sono degli uomini che giocano d’azzardo. Uno di questi, dopo aver perso tutto, rilancia usando una prostituta, ma lei lo respinge. L’uomo allora spinge la prostituta in un muro, ma Ator si arrabbia e picchia l’uomo. Ator, Dejanira e la prostituta vengono quindi cacciati fuori. Ator scopre però che la prostituta è Sunn, sua madre, i due si abbracciano e lei muore tra le sue braccia. Più tardi il corpo di Sunn viene avvolto dal fuoco, durante un rito di sepoltura. Ator e Dejanira nel frattempo continuano la loro ricerca e si ritrovano a camminare in una palude, incontrano il principe Gunther e i suoi uomini che catturano Dejanira, dato che Gunther la vuole perché viene rifiutato da sua moglie. Sua moglie invece vuole Ator, ma Ator a sua volta la respinge, perché rivuole indietro a Dejanira. Si viene poi a scoprire che il principe Gunther, che è un appassionato di opere d’arte in gesso, trasforma le donne e gli animali che lo respingono in statue, in modo che non possano più scappare da lui. Dato che anche Dejanira lo respinge cerca di trasformarla in una statua. Ator va però a salvarla e uccide i suoi uomini con la spada. Ator riesce quindi a trovare Gunther, lo afferra e lo butta dentro una vasca bollente di gesso. Ator e Dejanira alla fine  fuggono dal castello e sentono in lontananza Thorn che è ancora vivo e si trova da qualche parte a ridere di loro.

NOTE

Ator 4 – Quest for the Mighty Sword è conosciuto anche come Ator III – The Hobgoblin oppure The Lord of Akili ed è il secondo sequel diretto da Aristide Massaccesi (che qua si firma come David Hills per regia, soggetto e sceneggiatura e come il solito Federico Slonisco come direttore della fotografia). La numerazione differente si deve proprio al fatto che, cronologicamente il film segue la terza pellicola diretta invece da Alfonso Brescia, ma essendo la terza avventura diretta da Joe D’Amato… la confusione regna sovrana. Inoltre il film risulta addirittura inedito in Italia, distribuito solo per il mercato home video e in alcune filmografie viene citato pure come Troll III, per via della presenza degli gnomi rugosi già protagonisti dei due fantasy americani Troll e Troll II di John Carl Buechler (1986).

Si tratta di un sequel tardivo (girato sette anni dopo) e diretto da Massaccesi per un motivo del tutto occasionale. Infatti vennero recuperati negli studi romani De Laurentiis alcuni oggetti scenici appartenuti a Charles Band, che aveva prodotto film fantastici in quei teatri di posa. Massaccesi ebbe allora l’idea di utilizzare le maschere dei pupazzi che somigliavano a gnomi (i troll) per non perdere tutto quel materiale.

In questo film Massaccesi rimpiazza il biondo e statuario Miles O’Keefe con Eric Allen Kramer (La rivincita dell’incredibile Hulk, Robin Hood – Un uomo in calzamaglia, Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman, I maghi di Waverly, The Librarians), un altro palestrato americano dai bicipiti possenti. La parte femminile va invece a Margareth Lenzey, un’attrice statunitense poco nota che aveva un costo irrisorio. Da segnalare la recitazione delle due streghe: Marisa Mell (la buona) e Laura Gemser (la cattiva), viste più volte nei film di Massaccesi. Donald O’Brien (Frankenstein 2000 – Ritorno dalla morte, La setta, Fuga dal paradiso, La casa 3, Il nome della rosa, Vendetta dal futuro, I guerrieri dell’anno 2072, Anno 2020 – I gladiatori del futuro, Zombie Holocaust, Duri a morire, Yeti – Il gigante del 20° secolo, Emanuelle e gli ultimi cannibali, Mannaja, Keoma) è bravo e la parte del re cattivo gli calza a pennello. Dina Morrone (Fantastic 4 – I fantastici quattro, Armageddon – Giudizio finale, Bogus – L’amico immaginario, Endgame – Bronx lotta finale), che interpreta Sunn, e Chris Murphy (Allucinazione perversa) completano il cast. Infine c’è Don Semeraro (Non si sevizia un paperino) che veste i panni del troll e si trasforma, a seconda dei casi, nel dio malefico Thorn e nel nano Grindel.

Il film è stato prodotto dal musicista Carlo Maria Cordio, che si è occupato delle musiche del primo, del terzo e dell’ultimo capitolo della serie, ed è stato girato con attori per lo più americani, mentre troupe e location sono italiane.

Davide Longoni e Gordiano Lupi