FANTASCIENZA STORY 80

L’ITALIA AL PRIMO POSTO (1965) – PARTE 05

…e altri ancora

20.000 leghe sotto la Terra (The city under the Sea) di Jacques Tourneur ci presenta un sempre convincente Vincent Price nel panni del signore di un luogo sotterraneo le cui condizioni di vita permettono ai suoi abitanti di non invecchiare mai, purché non si voglia tornare alla luce del Sole. Abitano questo mondo sotterraneo anche degli uomini pesce, forse i sopravvissuti dell’antico regno di Atlantide e che si sono adeguati a vivere in acqua ma sono schiavizzati da questo gruppo di corsari. Un maremoto, come sempre accade, distruggerà il mitico mondo. La pellicola è ispirata a una poesia di Edgar Allan Poe: The City under the Sea.

Ecco l’Italia con La Decima Vittima di Elio Petri (1929 – 1982), liberamente tratto dal racconto La Settima vittima di Robert Sheckley. Nel mondo futuro sono consentiti gli omicidi: a sua libera scelta un individuo, per dieci volte, deve sottostare alla regola di essere alternativamente Vittima o Cacciatore. Una volta conclusosi il gioco mortale e, soprattutto dopo essere sopravvissuti, si potranno ottenere esenzioni, facilitazioni e donazioni di ogni genere. Il film è la storia di una Vittima (Marcello Mastroianni, 1924 – 1996) e della sua Cacciatrice (Ursula Andress). Alla fine i due però preferiranno sposarsi piuttosto che uccidersi l’un l’altro.

Antonio Margheriti (1930 – 2002) realizza I Diafanoidi vengono da Marte, Il Pianeta errante e I Criminali della Galassia. Nel primo caso le creature del titolo sono delle ferali nuvolette di fumo, nel secondo caso il pianeta in questione possiede delle mostruose proprietà fagocitanti. Il terzo, indubbiamente il migliore, parla di uno scienziato con mire di dominio sulla Terra: il suo piano e la sua base, nascosta su un asteroide , verranno distrutti da un gruppo di coraggiosi. Margheriti realizzò questi film per il mercato statunitense ed essi, in seguito, furono fatti circolare anche in Italia e fatti inizialmente passare per prodotti americani, il che dimostra, una volta di più, che la fiducia per il genere fantascientifico da parte dei distributori e produttori nostrani, sia l’ultimo dei loro pensieri. Bisogna dire che, malgrado le ingenuità e tenendo conto dei mezzi a disposizione, Margheriti ha fatto miracoli nel realizzare questi film.

Imperversa nuovamente Ishiro Honda con Frankenstein alla conquista della Terra (Furakenshutain tai Baragon), Dogora il mostro della grande palude (Uchudai Dogora) e L’Invasione degli Astromostri (Kaisu Daisenso). Per quanto riguarda il primo ecco la storia: nel 1945 una pattuglia di SS tedesche ha prelevato una misteriosa cassa da un laboratorio situato nel cuore dell’Europa. Ritroviamo questa misteriosa cassa ad Hiroshima, essa contiene il cuore di Frankenstein. Nei cieli della città esplode una vortice di luce. E’ passato del tempo e la vita è lentamente ritornata a Hiroshima dove il Dottor James Bowen (Nick Adams, 1931 – 1968) sta effettuando delle ricerche sulla radioattività. Viene così scoperto un ragazzo le cui dimensioni stanno crescendo a dismisura e il cui corpo è cresciuto attorno al cuore del mostro. Ora le sue dimensioni sono diventate notevoli e fronteggia il mostro Baragon vincendolo, ma una gigantesca piovra lo trascina negli abissi marini. Poiché la scena era veramente penosa, si è preferito, nella versione destinata al mercato occidentale, sostituire la piovra con un bel terremoto. al posto della solita creatura gigantesca Per quanto riguarda la seconda pellicola è bene sapere che i Dogora sono creature simili a delle razze giganti e sono giunte sulla Terra perché sono ghiotte di carbonio, per cui il loro indiscriminato nutrirsi provoca dei disastri nelle aree industriali dove le fabbriche vengono incendiate e distrutte dai fenomeni magnetici che essi sanno generare. Potranno essere distrutte, assieme a una banda di spacciatori di diamanti, da uno speciale cannone che spara tossine. La terza fatica di Honda ci porta su un piccolo pianeta che è stato scoperto nel sistema solare gioviano, ragion per cui viene mandata un’astronave con a bordo Glenn (Nick Adams) e Fuji (Akira Takarada). I due atterrano tranquillamente sul pianeta X e scoprono che è abitato da una razza di umanoidi evoluti i quali chiedono aiuto ai terrestri per potersi sbarazzare di Ghidora il quale, con le sue continue escursioni, sta costringendo gli abitanti a vivere sottoterra. L’aiuto che i terrestri dovrebbero dare agli amici alieni è quanto mai singolare perché questi chiedono in prestito ai terrestri due dei loro mostri preferiti: Rodan e nientemeno che lui, il boss di tutti i boss: Godzilla, In cambio verranno date ai terrestri delle cure portentose in medicina. Non si capisce bene perché i terrestri esitino, comunque sia, dopo aver cincischiato un po’, permettono che gli alieni si carichino le due dolci ed affettuose creature e se le portino sul loro planetoide. In realtà si tratta di una trappola diabolica: liberata la Terra dai due unici mostri che potevano contrastarlo (tutti gli altri sono mezze calzette), Ghidora scende sulla Terra per fare uno sconquasso e si porta dietro pure gli altri due ora guidati da un meccanismo ad onde elettromagnetiche che li controlla. L’invenzione di uno strampalato inventore, un allarme, interferisce su queste onde e libera i mostri che le suonano di santa ragione a Ghidora.

Ammutinamento nello Spazio (Mutiny in outer Space) di Hugo Grimaldi era in origine, probabilmente a colori, ma è giunto fino a noi, per ragioni di risparmio, in bianco e nero e parla di una spora vagante che attacca una base spaziale orbitante attorno alla Terra. Occultando i raggi del Sole i terrestri distruggono le creature. Gli effetti speciali e la recitazione lasciano molto a desiderare.

Sempre di Hugo Grimaldi ecco Agente Spaziale K-1 (The Human Duplicators), giunto, almeno questo, a colori, ed è la storia di un alieno (Richard Kiel, 1939 – 2014) che giunge sulla Terra e imprigiona nella propria abitazione uno scienziato e, con il suo aiuto, comincia a fabbricare androidi con i quali vuole conquistare la Terra. A mettere i bastoni tra le ruote ci si metterà l’amore che egli prova per la figlia cieca del professore (Dolores Faith). Accortosi, alla fine, di essere pure lui un androide ritorna con la sua astronave nel proprio pianeta dove comunicherà ai suoi padroni il fallimento della missione.

Dalla Spagna arriva Prigionieri dell’orrore (El sonido prehistorico) di J. A. Nives Conde, (1915 – 2006) in cui un mostro invisibile dall’ululato molto suggestivo assedia gli abitanti di una fattoria. Verrà ucciso in un incendio che rivela pure le sue forme: una sorta di dinosauro o di drago.

La morte dall’occhio di cristallo (Die, monster die) è liberamente tratto da un racconto di H.P. Lovecraft, Il Colore venuto dallo Spazio. Non è la prima volta che opere di questo scrittore vengono portate sullo schermo. Era già avvenuto con La città dei mostri di Roger Corman che i distributori spacciarono per Edgar Allan Poe per ragioni pubblicitarie. In questo caso, però il pretesto è fantascientifico in quanto è la storia di un misterioso meteorite precipitato in un terreno fertile e le cui radiazioni hanno contaminato la zona rendendola brulla, spoglia e radioattiva, fino a che i raggi mortali non raggiungono ed investono lo scienziato che li sta studiando (Boris Karloff).

I Mostri della Città Sommersa (Kaitei Daisenso), per la regia di Hajime Sato (1929 – 1995), descrive la solita, strenua lotta contro il solito scienziato il quale vuole assoggettare il mondo trasformando gli esseri umani in anfibi. Ovviamente sarà sconfitto.

Un ironico e divertente Vincent Price è il protagonista del film Il Dottor Goldfoot e il nostro agente 00… e un quarto (Doctor Goldfoot and the bikini machine) diretto da Norman Taurog (1899 – 1981), dove un folle scienziato crea delle androide avvenenti… ed esplosive. Un agente (Frankie Avalon) scopre la losca trama e penetra nel rifugio dello scienziato dove assistiamo, tra l’altro, a una lotta nella suggestiva scenografia usata per Il Pozzo e il Pendolo. Il folle sembra sconfitto, ma sull’aereo che porta il nostro eroe alla salvezza, c’è un pilota che sembra, in tutto e per tutto, il nostro scienziato… la storia non è finita.

Grazie alla contaminazione “Bondiana” assistiamo a un prolificare di agenti segreti: mentre Robert Vaughn interpreta Napoleon Solo, agente dell’U.N.C.L.E. in La spia dai due volti (The Spy with my face) di John Newland, James Coburn nei panni dell’agente Flint e Dean Martin (1917 – 1995) in quelli di Matt Helm, salvano il mondo da organizzazioni malefiche che vorrebbero dominarlo. Stiamo parlando, rispettivamente di A noi piace Flint (In like Flint) di Gordon (Assalto alla Terra) Douglas e di Matt Helm, il silenziatore (The Silence) di Phil Karlson (1908 – 1985). Non saranno i soli, naturalmente, perché in una serie di film rivivrà anche il malvagio Fu-Manchu, il bandito orientale teso a dominare il mondo. Lo interpreterà, in questa nuova versione, Christopher Lee. Altre imitazioni verranno dall’Italia, dalla Germania, dalla Spagna e dalla Francia, più tutta una serie di parodie come quelle di James Tont interpretate da Lando Buzzanca. Di alcune ne parleremo. Per ora citiamo: Berlino. Appuntamento per le spie, una coproduzione italo-tedesca per la regia di Vittorio Cottafavi (1914 – 1998) e interpretata da Brett (La vendetta del Dottor K) Hasley, Dana (Esperimento I.S.: Il mondo si frantuma) Andrews , con Gastone (L’inafferrabile, invincibile, Mister Invisibile) Moschin ed una riesumata Anna Maria (Octaman) Pierangeli (1932 – 1971). Storia molto scontata su uno scienziato possessore di una formula braccato da agenti di varie nazioni. La gara per il possesso della formula sarà vinto dagli americani… grazie all’aiuto sovietico.

Simpatica commediola questo Pigiama Party (Pajama Party) di Don Weis (1922 – 2000). I marziani che, tanto per cambiare, vogliono invadere la Terra, mandano sul nostro pianeta un’avanguardia per verificare le possibilità di dominio. Questi capita in casa di una vedova che sta per essere derubata da dei malviventi i quali vengono spediti erroneamente su Marte. I marziani, comunque rinunciano a invadere la Terra avendo scoperto la nobiltà dell’animo umano.

Le amanti del Dottor Jekyll (El secreto del Dr. Orloff) di Jesus Franco del 1965, deve considerarsi apocrifo rispetto al romanzo di Stevenson e una sorta di seguito de Il Diabolico Dottor Satana dove il nostro scienziato costruisce una specie di robot umano con il quale compie le sue vendette.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

20.000 Leghe sotto la Terra             Sinister Film

A noi piace Flint                                Golem

Agente Lemmy Caution Operazione Alphaville Raro Video

Ammutinamento nello Spazio           Golem

I Criminali della Galassia Medusa Video (Cofanetto “Gamma Uno”)

La Decima vittima                            Surf Video

I Diafanoidi vengono da Marte Medusa Video (Cofanetto “Gamma Uno”)

Dogora, il mostro della (grande) palude Pulp Video

Esperimento I.S. Il mondo si frantuma   Sinister Film

L’Invasione degli Astromostri           Pulp Video

Frankenstein alla conquista della Terra   Pulp Video

La Morte dall’Occhio di Cristallo       Sinister Film

I Mostri della città sommersa          Sinister Film

Il pianeta errante             Medusa Video (Cofanetto “Gamma Uno”)

Terrore nello spazio                        01 Distribuzione

Viaggio allucinante                           Fox Video

(5 – fine)

Giovanni Mongini