FANTASCIENZA STORY 66

IL CINEMA RUSSO E LA FANTASCIENZA (1962) – PARTE 03

…e altri ancora

Sojux:111: Terrore su Venere rieditato poi come Il Pianeta Morto e tratto da un romanzo di Stanislaw Lem dallo stesso titolo e diretto da Kurt Maetzig (1911 – 2012): è una pellicola curiosa, interessante, ben realizzata sia tecnicamente sia, soprattutto, per le sue coreografie veramente originali e inquietanti, quando si tratta di quelle aliene. Questa la storia: in seguito all’esplosione di una nave extraterrestre sulla Terra, avvenuta nel passato in Siberia, viene trovato, nel deserto di Gobi, un involucro roccioso contenente una registrazione aliena che si scopre provenire dal pianeta Venere e che è stata sganciata sulla Terra prima dell’impatto della nave spaziale su Tunguska. Una spedizione spaziale internazionale composta da otto elementi approda su Venere. Qui la squadra esplorativa rinviene le vestigia di un’antichissima civiltà aliena, probabilmente distrutta da una remota catastrofe nucleare. Dopo aver trovato una suggestiva “Foresta di Cristallo” come viene definita, gli astronauti si trovano davanti a una torre ancora intatta, nel cui interno vi sono sconosciuti macchinari tuttora in funzione. La tecnologia aliena sfugge completamente a ogni tentativo di interpretazione dei terrestri e l’ambiente venusiano si fa sempre più ostile. Attraverso un tunnel metallico tre astronauti giungono davanti a delle torri alla base delle quali c’è una sostanza oleosa che li insegue fino a quasi la cima. Non potendo proseguire uno degli astronauti spara contro il viscido blob che si ritira, ma si scopre subito dopo che questo ha scatenato la parte dell’impianto rimasto intatto sul pianeta, che prevedeva inizialmente la conquista della Terra da parte dei venusiani rimasti invece uccisi con le radiazioni da un guasto o da una manovra sbagliata. La polarità del pianeta si inverte e la nave spaziale viene respinta nello spazio lasciando a terra uno degli astronauti, mentre uno era già morto per un guasto alla tuta e un altro viene scaraventato nello spazio a bordo della navetta di soccorso. Nel finale una voce femminile fuori campo con toni elegiaci celebra l’eroismo degli astronauti accumunandoli alle altre vittime (reali questa volta) che hanno perso la vita per conquistare lo spazio.

Davvero insolita questa produzione polacco-tedesca, tecnicamente ben fatta ma mutilata di oltre venti minuti nelle edizioni per il mercato estero. Peccato, perché a livello visivo non ha nulla da invidiare ad altre pellicole coeve americane, anzi propone cliché quali l’attività extraveicolare nello spazio, la tempesta di meteore e l’ostilità del pianeta decisamente più intriganti rispetto alle produzioni d’oltreoceano. Quel che rimane permette di riconoscere una marcata similarità della sceneggiatura con le idee portanti della fantascienza letteraria di Stanislaw Lem (incomunicabilità tra uomo e alieni o loro artefatti, lo spazio visto come ambiente ostile all’uomo, un pessimismo di fondo riguardo l’essere umano e la sua posizione nell’universo), che pure, stranamente, ripudiò questo film.

Il produttore e regista Hugo Grimaldi adattò il film, giocando sul montaggio, per il mercato statunitense. La versione in DVD presente sul mercato italiano (nel cofanetto Stelle Rosse, che presenta altri film di SF sovietici) ha ripristinato la versione originale inserendo le scene mancanti quali un colloquio tra l’astronauta americano e il capitano della nave mentre guardano un prato terrestre prima di partire, le ore di sonno obbligatorio prima della partenza in un’apparecchiatura che ricorda da vicino quella che verrà presentata nel film Alien di Ridley Scott dove gli astronauti erano ibernati, le interviste con gli astronauti e i loro saluti alle madri e alle mogli, una partita a scacchi con un droide e, soprattutto, il ritorno sulla Terra dei cinque astronauti superstiti con un messaggio di pace per tutto il mondo. Lo stupido titolo italiano che parla di una navetta spaziale sovietica conosciuta all’epoca, cancella totalmente il vero nome della nave spaziale: Cosmostrator e non esiste affatto la fin troppo prosaica elegia finale. Tutte queste scene mancano sia nella prima che nella seconda edizione italiana presentata come Il Pianeta Morto.

Mani sulla Luna (Mouse on the Moon) di Richard Lester riprende la storia di un precedente film di Jack Arnold, Il Ruggito del Topo, per cui, ancora una volta, assistiamo alle vicende del minuscolo ducato di Grand Fenwick dove, questa volta, grazie alle specialissime qualità del suo famoso vino, due suoi concittadini riescono a raggiungere la Luna prima dei russi e degli americani. La favola, in chiave satirica, si avvale della interpretazione di Margareth Rutherford (1892 – 1972)  nella parte della Granduchessa e di Ron Mody (1924 – 2015) in quella del Primo Ministro.

Il Cervello che non voleva Morire (The Brain that wouldn’t die) narra la storia di un giovane scienziato che svolge esperimenti medici d’avanguardia. Un giorno, mentre è in macchina con la sua fidanzata, i due sono vittima di un pauroso incidente e la ragazza muore. Lo scienziato, però, ne recupera la testa e la fa tornare in vita nel suo laboratorio. Mentre l’uomo si dà da fare per trovare un nuovo corpo per la donna, un mostro, risultato di un precedente esperimento mal riuscito, si libera e guidato dagli impulsi mentali della testa recisa che trova blasfemi e sanguinari questi esperimenti, strappa il braccio allo scienziato che muore dissanguato, incendia il laboratorio con tutto ciò che vi è contenuto e salva la vittima che era pronta per il trapianto. La regia è di Joseph Green (1928 – 1999), pseudonimo sotto il quale si nasconde Jason Evers, interprete e sceneggiatore del film.

Reptilicus (Reptilicus), come dice il titolo stesso del film, parla di un rettile preistorico del quale alcune parti vengono recuperate, congelate, nel fondo di una miniera. Questi pezzi si autoriproducono e generano la gigantesca creatura. Viste le sue capacità rigenerative sarebbe pericoloso ucciderlo usando i proiettili perché da ogni pezzo si genererebbe una nuova creatura, viene quindi addormentato con una massiccia dose di sonnifero. La pellicola termina con una zampa del mostro, precedentemente staccatasi  dopo un attacco navale, che si sta lentamente riformando in fondo all’oceano. Il film è svedese ed è realizzato con approssimazione. Il mostro è un evidente pupazzo qualche volta mosso grazie a una primitiva stop motion e la “bava corrosiva” che la creatura secerne è un evidentissimo cartone animato. La mediocre regia è di Sidney Pink (1916 – 2002).

Astronauti per forza (The road to Hong Kong) si avvale della comicità di Bob Hope (1903 – 2003) e Bing Crosby (1905 – 1977), una commedia, quindi, dove i due vengono lanciati nello spazio al posto di due scimmie. E’ diretto da Norman Panama (1914 – 2003).

E poi parliamo de L’Astronave Fantasma (Uchu Kaisoku-sen), film giapponese per bambini, attribuito dalla distribuzione italiana a un certo “Terence Flash” e stampato in bianco e nero, ma il cui vero nome è Koji Ohta. Invasori alieni nettuniani vengono sconfitti dal solito supereroe a bordo di un fantastico mezzo spaziale. Come quasi sempre capita in questo genere di film le scene con i modellini sono anche ben realizzate, ma la pellicola resta quello che si è detto: un film per bambini.

Ancora una volta tratto dal romanzo di Curt Siodmak (1902 – 2000) Il Cervello di Donovan che fu portato sullo schermo da George Sherman con il titolo La Donna e il Mostro (Il Cervello Mostro), ecco un remake girato da Freddie Francis (1917 – 2007) e intitolato L’Uomo che vinse la Morte (Vengeange). In realtà vi è poca differenza tra le due storie in quanto, nel primo film, lo scienziato sotto controllo del cervello, doveva cercare di salvare dalla sedia elettrica il figlio di Donovan, nel secondo caso, con l’interpretazione, questa volta, di Peter Van Eyck (1911 – 1969), deve cercare di scoprire chi ha messo nell’aereo l’ordigno che lo ha fatto esplodere e quindi lo ha ucciso. Forse il finale più suggestivo appartiene al secondo film quando, scollegato il cervello, pare che esso si sia installato definitivamente in quello del protagonista. La pellicola presenta poi due finali e due colpevoli diversi a seconda che sia la versione tedesca o quella inglese, la migliore. Purtroppo in Italia è uscita quella tedesca. Anni fa fu presentato in Tv nella versione inglese.

Dobbiamo ora parlare di una pellicola che possiede, in effetti qualche connotazione fantascientifica. Si tratta de Il Cranio e il Corvo (The Mind Benders) di Basil Dearden (1911 -  1971) che parla di uno scienziato che si suicida perché sospettato di spionaggio da parte del suo governo. Una sua assistente vuole dimostrare, a tutti i costi, quanto questa accusa fosse infondata, ma scopre, con orrore, che egli aveva fatto da cavia per un esperimento teso a trovare una sostanza che potesse agire sul carattere dell’individuo e il risultato era stato quanto mai allucinante: lo scienziato era diventato una specie di automa incapace, quindi, di ogni possibilità di libero arbitrio. Tra gli interpreti: Dick Bogarde (1921 – 1999).

Parliamo di una geniale satira ad opera di Jerry Lewis che ne cura anche la regia. Tratta dal  romanzo di Stevenson, ecco Le Folli notti del Dottor Jerryll (The Nutty Professor – 1962). Julius Kelp è un professore imbranato ma genialoide il quale inventa una formula che lo trasforma in un uomo affascinante, ma con ben poco calore umano. Nel 2000 l’American Film Institute l’ha inserito al 99º posto della classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi. Nel 2004 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Per il personaggio di Buddy Love, cioè la parte malvagia ma affascinante, si dice che Lewis abbia volutamente fatto il verso al suo ex partner Dean Martin, sia per il look che per la postura, nonché per la sua performance al pianoforte. Nella sua autobiografia del 1982, Lewis ha però smentito questa interpretazione del personaggio, ribadendo di non essersi ispirato a Martin e lo afferma anche durante il documentario speciale girato appositamente per l’uscita del film in DVD negli USA e naturalmente non messo nella versione italiana. Nel 1981 il critico cinematografico Danny Peary ha affermato nel suo libro intitolato Cult Movies che il personaggio di Love è in realtà la trasposizione sullo schermo della vera personalità di Jerry Lewis. Nonostante si tratti di un film dichiaratamente comico, la scena della prima trasformazione di Kelp in Buddy Love è girata con uno stile grottesco e inquietante, degno di un vero film horror dell’epoca.

Passiamo, adesso, a parlare de Il Diabolico Dottor Satana (Gritos en la noche) di Jesus “Jess” Franco (1930 – 2013). Il film ci narra le avventure del diabolico Dottor Orloff protagonista, tra l’altro, di altre nefande vicende. In questo caso il nostro scienziato vuole ridare la bellezza alla propria figlia che è rimasta sfigurata nello scoppio del laboratorio. E’ ovvio che per ottenere il suo scopo egli debba prelevare dei… pezzi di ricambio da altre povere vittime. Viene aiutato in questo da suo assistente il quale alla fine si ribella e uccide lo scienziato.

Godzilla diventa cattivo nel film Watang, nel favoloso impero dei mostri (Mosura tai Gojira). Dall’isola di Watang un’enorme farfalla che nei film successivi prenderà il nome di Mothra, parte per salvare il Giappone da Godzilla e recuperare un suo uovo che una tempesta ha trascinato fin laggiù. Da esso usciranno due enormi bruchi che metteranno in fuga il nostro drago. Regia, è quasi ovvio, di Ishiro Honda (1911 – 1993).

La fantastica figura del Barone di Munchausen, conosce nuovamente, e non sarà l’ultima volta, un remake, dopo quella del 1943 e s’intitola ovviamente Il Barone di Munchausen (Baron Prášil) ed è di Karel Zeman (1910 – 1979) ed è più fantascientifica in quanto il nostro barone vive sulla Luna e da essa discende per riaccompagnare sulla Terra un astronauta, quindi, dopo averlo aiutato anche a liberare una principessa prigioniera di un malvagio emiro, egli ritorna con lei e con l’astronauta sul nostro satellite.

Il mitologico Il Gigante di Metropolis di Umberto Scarpelli (1904 – 1980) appartiene al genere fantascientifico in quanto si parla, ancora una volta, di un mitico regno che, alla stregua di Atlantide, è il possessore di una civiltà più avanzata di quella dell’epoca. Il film narra la storia di un supereroe, Obro (Gordon Mitchell, 1923 – 2003) il quale si oppone agli esperimenti mostruosi che vengono compiuti nella città del regno misterioso di Metropolis. Obro e la sua compagna Mesedra (Bella Cortez) cercano di impedire che dei sudditi vengano usati come cavie per poter poi trapiantare il cervello del figlio del re. Sarà, come al solito, la natura, e se vi pare meglio, la furia degli dei, a distruggere il malefico impero salvando solo i due innamorati. Per quanto riguarda Gordon Mitchell lo abbiamo visto in molti film peplum come Maciste nella Valle dei Ciclopi del 1961, nel film horror La Vendetta di Lady Morgan (1965), nel fantascientifico 2+5 Missione Hydra (1966), Frankenstein ‘80 del 1972, Terror! Il castello delle Donne Maledette (1974), Dottor Jekyll e Gentile Signora (1979), She (1982), Endgame: Bronx Lotta Finale del 1983 e l’orribile La Croce dalle Sette Pietre, oltre naturalmente ad altre decine e decine di film western, peplum e polizieschi.

Infine Maciste contro Ercole nella valle dei guai è un film fantastico di Mario Mattoli (1898 – 1980) e si avvale della interpretazione di Raimondo Vianello (1922 – 2010) e Mario Carotenuto (1916 – 1995). I due salgono sulla macchina del tempo e si trovano catapultati all’epoca di Ercole e Maciste.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

L’Astronave Fantasma                      Pulp Video

Il Barone di Munchausen                 Sinister Film

Il Cervello che non voleva morire    Sinister Film

Il Cranio e il Corvo                          Sinister Film

Il Diabolico Dottor Satana             Ermitage Cinema –Sinister Film                                                               (Cofanetto Dr. Orloff Collection)

… e la Terra prese fuoco                  Sinister Film

Le Folli Notti del Dottor Jerryl          Paramount

Maciste contro Ercole nella valle dei Guai         Perseo Video

Mani sulla Luna                                       Sinister Film

Reptilicus                                                Sinister Film

I Sette Navigatori dello Spazio        Sinister Film

Sojux 111: Terrore su Venere             Noshame Film

(Cofanetto Stelle Rosse)  

L’Uomo che vinse la Morte               Sinister Film

Watang – Nel Favoloso Impero dei Mostri       Pulp Video

(3 – fine)

Giovanni Mongini