ADDIO A CHRISTOPHER LEE, ICONA DEL FANTASTICO

Icona del fantastico: forse nessun attore merita questa definizione più di Christopher Lee, che ci ha lasciati all’inizio di giugno alla bella età di 93 anni, dopo una carriera quasi settantennale in cinema, teatro e tv che l’aveva fatto entrare nel Guinnes dei Primati per il gran numero di interpretazioni, circa duecento ottanta, in film dei generi più diversi.

Per metà italiano (la madre era una nobildonna di origini emiliane), aviatore nella Raf durante la Seconda Guerra Mondiale e anche nelle fila dei servizi segreti, Christopher Lee arrivò al cinema per caso, mentre era in cerca di un’occupazione, senza staccarsene poi più fino praticamente alla fine, visto che ci sono ancora due film dove compare che sono inediti.

Icona del fantastico per varie generazioni, cosa non comune: negli anni Cinquanta fu prima la Mummia e poi soprattutto uno dei Dracula più efficaci e inquietanti della storia del cinema nei film cult della Hammer, una fama che lo accompagnò per decenni. In seguito è stato un antagonista di James Bond e il dottor Fu Manchu, Sherlock Holmes e Rasputin, ha lavorato con Steven Spielberg, Martin Scorsese e Tim Burton fino ad arrivare a due ruoli da anziano emblematici, quello del conte Dooku nella trilogia prequel di Star Wars e di Saruman ne Il signore degli anelli e ne L’hobbit, tratti dagli omonimi romanzi di Tolkien, che era stato suo professore all’Università quando era giovane, facendo di lui l’unico degli interpreti dei film di Jackson ad averlo conosciuto di persona.

Ha continuato a lavorare fino all’ultimo, oltre a partecipare a convention e incontri sul fantastico e dintorni, incidendo anche album con complessi heavy metal fino al 2013. Nel suo curriculum c’erano anche l’attività di doppiatore e scrittore, oltre che di appassionato bibliofilo e non solo sull’occulto, e la conoscenza di otto lingue, tra cui l’italiano.

Una vita intensa, vissuta fino all’ultimo, ancora ad aprile era andato a una convention a parlare di passato, presente e futuro, e una morte improvvisa, quella che forse è la migliore di tutte, nel sonno. In ogni caso è rimasto nel cuore di tanti, persone di tante generazioni, che ha spaventato e affascinato con le sue interpretazioni, attraversando oltre mezzo secolo di cinema fantastico e non essendo mai banale, rimanendo immortale, senza che paletti o attacchi di cuore possano ormai cancellarlo.

Elena Romanello