CREATURE DEL CIELO

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Heavenly Creatures

Anno: 1994

Regia: Peter Jackson

Soggetto: Peter Jackson

Sceneggiatura: Peter Jackson e Fran Walsh

Direttore della fotografia: Alun Bollinger

Montaggio: Jamie Sellkirk

Musica: Peter Dasent

Effetti Speciali: Weta Digital

Produzione: Jim Booth e Hanno Huth

Origine: Nuova Zelanda

Durata: 1h e 39’

CAST

Kate Winslet, Melanie Lynskey, Sarah Peirse, Diana Kent, Clive Merrison, Simon O’Connor

TRAMA

Nuova Zelanda, 1953: in una scuola femminile si incontrano le due adolescenti Juliet Hulme, figlia di uno stimato professore universitario e con un’infanzia in sanatorio, e Pauline Parker, di estrazione più modesta, con problemi di salute anche lei. Ribelli, fantasiose, amanti del cinema e della musica, le due ragazzine instaurano tra di loro un’amicizia esclusiva, che ad un certo punto sfocia anche in un rapporto d’amore, inventando un mondo di fantasia tutto loro, il Quarto Mondo, in cui si rifugiano nei loro sogni. I genitori, allarmati dal loro rapporto, decidono di separarle, scatenando una loro terribile reazione, che si sfoga sulla madre di Pauline. Da un fatto realmente accaduto negli anni Cinquanta.

NOTE

Creature del cielo, ispirato ad un fatto reale di cronaca nera che impressionò la Nuova Zelanda nel dopoguerra, equivalente dei casi di Pietro Maso, di Doretta Graneris e di Erika e Omar nel nostro Paese, è il film con cui Peter Jackson, regista di film splatter a basso costo, entra nel novero degli autori seri, con tanto di premio a Venezia e nomination agli Oscar, aprendosi le strade verso Hollywood e il successo con la trilogia de Il signore degli anelli.

Un film interessante, che si può leggere secondo molti registri, dalla storia di un’adolescenza maledetta a quella di un amore omosessuale contrastato fino alla tragedia, da un thriller a anche un film di genere fantastico, per come l’autore mescola realtà e fantasia, ispirandosi ai diari veri di Pauline Parker, oggi un’istruttrice di equitazione per ragazzini. La visione della storia data dal film non è piaciuta invece a Juliet Hulme, oggi diventata famosa in tutto il mondo come Anne Perry, autrice di gialli di ambientazione vittoriana.

Il Quarto Mondo, regno fantasy non privo di sesso e violenza, è restituito con figure di plastilina animate, in castelli medievaleggianti, ed è il luogo in cui Juliette e Pauline danno vita alle loro fantasie, tra l’infantile e l’eccessivo, diventando loro stesse protagoniste di un racconto inventato ma che le coinvolgerà anche nel mondo reale. Un’anticipazione delle tematiche oggi dei rapporti tra realtà virtuale e vita vera, sottolineata dagli effetti speciali della Weta, poi grande protagonista della trilogia del Signore degli anelli.

Prima di immergersi nella madre di tutte le saghe fantasy, Jackson sembra voler riflettere sui pericoli del non saper distinguere tra realtà e fantasia, ma anche nel come i sogni possono essere messi a dura prova, in maniera tragica, dal bigottismo di una realtà in cui non c’è spazio per i medesimi. Fa riflettere anche il fatto che, mentre in casi come quello di Pietro Maso o di Erika e Omar quello che è emerso è stato un vuoto esistenziale, qui le due protagoniste assassine siano invece intelligente e ricche interiormente, forse troppo, e questo le porta a perdere il senso della misura e delle conseguenze delle loro azioni Il tutto avviene raccontando un fatto vero come una fiaba nera, con suspense e senso del tragico, fino all’epilogo. Una formula che, spiace dirlo, non gli è riuscita invece nel più recente Amabili resti, altra storia di una ragazzina, stavolta assassinata e non assassina, che si perde in uno sterile esercizio di effetti speciali.

Qui la fiaba nera, il fantasy nella realtà, funziona perfettamente, a tratti forse persino di più che nel fantasy ufficiale, la trilogia dell’Anello. Creature del cielo ha lanciato la bella Kate Winslet, una delle attrici più brave della sua generazione, mentre la più goffa ma non certo priva di interesse Melanie Lynskey ha dovuto in seguito accontentarsi di ruoli di contorno.

Elena Romanello