GIANFRANCO GALLIANO

Il nome di Gianfranco Galliano è sicuramente noto ai lettori della Zona Morta: è uno dei nostri collaboratori più prolifici e da tempo immemore scrive racconti e articoli per il nostro sito, ma la sua firma compare anche in altre realtà, spesso a noi vicine, come The Creative Network.

Il Nostro ha sempre saputo dare un taglio diverso a ogni suo scritto, un taglio che è sempre stato di vostro gradimento. Recentemente ha finalmente pubblicato la sua prima raccolta di racconti, “COSI’ NASCONO I MOSTRI”: è dunque giunto il momento di conoscerlo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GIANFRANCO GALLIANO?

Innanzitutto una persona vanitosa, se no non sarebbe qui, disposta a farsi intervistare. A volte però, per fortuna, dimentico me stesso perdendomi in deviazioni impensate che vivo – finalmente – con gli altri. Come succede ne Il mucchio selvaggio: il gruppo di banditi vuole i soldi; poi, davanti all’uccisione di un amico, se ne scorda e getta al vento tutto il proprio egoismo per soddisfare il desiderio di vendetta. Beau geste forse ridicolmente romantico, ma cos’abbiamo di meglio?

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Be’, quando ho scoperto Ginsberg e Corso: avevo 16 anni e sentivo un grande soffio di ingenua ma genuina libertà legata all’idea di essere un poeta. E poi, pochi anni dopo, con Il pasto nudo di Burroughs: da lì nasce il piacere di leggere senza comprendere fino in fondo quel che sto leggendo… a dire la verità ho tutte le traduzioni apparse in Italia del libro, ma posso orgogliosamente dire che ancora non lo capisco che a tratti, il che è veramente interessante! Lo stesso vale per un autore come Heiner Müller, uno dei grandi drammaturghi del ‘900 non ancora riconosciuto appieno come tale.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Da un lato ci sono i testi per “Nocturno”, in particolare “Bon Appetit!”, il dossier sul cinema cannibalico a cui ho lavorato con Daniele Aramu, col quale mi sono trovato alla perfezione, e quindi quelli critico-didattici come “Le immagini pubblicitarie” e “Aforismi e Karl Kraus, dicevamo” , scritti appositamente e gratuitamente – sono un vecchio materialista statalista –  per la scuola superiore e rintracciabili nel sito dell’istituto in cui insegno, l’ISIS “C. Facchinetti” di Busto Arsizio: so che questa può apparire un’attività più prosaica se li si associa ai cosiddetti “libri di testo” (espressione pleonastica se mai ve ne fu una), ma vi garantisco che non è affatto vero… leggere per credere. Karl Kraus, detto fra parentesi, è uno dei massimi maestri del linguaggio che io conosca: ti insegna l’ideologia di un individuo analizzando esclusivamente le sue parole, l’odierno “assolutamente sì” e tutti i clichés che lo precedettero e lo seguiranno. Infine sono affezionatissimo anche a Dialoghi selvaggi, la mia parte poetica emersa fino a oggi della quale hai già parlato su “La Zona Morta”.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO IL TUO PRIMO VERO LIBRO “COSI’ NASCONO I MOSTRI”: CE NE VUOI PARLARE?

Non lo definirei proprio il primo, direi però che è il primo dotato anche degli aspetti commerciali necessari per competere sul mercato, aspetti che sono venuti fuori in maniera decisamente casuale: non avevo pensato che il genere “crime” tutto sommato attrae un pubblico abbastanza vasto (mi sarebbe bastato pensare ai programmi tv sul tema), come dimostrava a sufficienza il fatto che “Mistero” mi avesse affidato una rubrica mensile su di esso. Quando mi sono reso conto di aver una certa quantità di materiale abbastanza interessante, grazie anche ai pezzi pubblicati su “La Zona Morta”, il libro si è fatto da sé.

DAL MOMENTO CHE TI SEI BASATO SU FONTI ORIGINALI, PERCHE’ LA SCELTA DELLA FORMULA “RACCONTO” TRUE CRIME?

Perché credo che qualunque “storia vera” semplicemente non esista: al massimo esistono ricostruzioni che danno quest’apparenza più di altre – e di solito sono quelle più letterarie e artificiose… e non lo dico in senso negativo.

E QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA RICERCA PROPRIO DELLE FONTI CUI TI SEI ISPIRATO?

Nessuna in particolare, tranne il reperimento del libro di Schaefer.

COME TI SEI MOSSO NELLA SCELTA DEGLI ARGOMENTI E DEI PERSONAGGI DA TRATTARE, IN BASE A QUALE PRINCIPIO HAI OPERATO?

All’inizio sapevo che di certo avrei scritto qualcosa su Panzram e Schaefer, due personaggi che per ragioni opposte mi interessavano. In seguito, quando non avevo idee particolari, la casualità l’ha fatta da padrona. Accettavo anche volentieri i suggerimenti che mi provenivano da “Mistero”. In un momento successivo tornai ad avere idee più personali, per esempio analizzando Pedrinho Matador o gli omicidi per interposta persona sulla base delle suggestioni di Agatha Christie… in ogni caso la cosa veramente importante era trovar la chiave giusta. Un racconto a parte resta “True crime e true crime”, ospitato da “La Zona Morta”, che ritengo una delle cose più personali e migliori che abbia mai scritto. Proprio lì sono resi espliciti i miei principi ispiratori, che valgono per tutte le persone che ho trasformato in personaggi: il rispetto e la lealtà, quelli che loro non ebbero mai nei confronti delle loro vittime.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Dopo aver pubblicato in formato elettronico, consiglio a tutti gli esordienti di farlo: trovatevi una piattaforma (nel mio caso StreetLib) e fatelo, fatelo senza remore: scordatevi il contatto con la pagina e la fragranza della carta e pensate piuttosto alla democrazia che offre l’e-book, che vi permette uno scontro vero con avversari degni di questo nome – nel mio caso i vari Lucarelli, De Luca, Pezzan ecc. – grazie alla distribuzione online (cosa un tempo impossibile); almeno sotto questo profilo non ci sono favoritismi. Per il resto fatevi venire in mente tutte le vie possibili, immaginabili e inimmaginabili, per pubblicizzare il vostro libro: quello resta ancora un problema… Penserete poi a trasformare il vostro e-book in testo cartaceo, una volta superata questa ordalia. E ora giungo finalmente alla risposta che mi chiedevi: il formato elettronico è una sorta di selezione nella prospettiva del cartaceo: se funziona sotto il primo formato – ultraeconomico – forse si possono rischiare dei soldi per stampare il secondo.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Quando ero più giovane, fuga dal neorealismo alla Cristo si è fermato a Eboli, La luna e i falò e Il sentiero dei nidi di ragno e sperimentazione di un sesso totalmente fuori di testa (alla Shōzō Numa, andatelo a cercare in rete…), oggi significa tener sempre la guardia alzata, sempre pronta contro le varie forme di verosimiglianza noiosa, di romanzi a base di rapporti madre-figlia o padre-figlio ecc., di vite familiari che riproducono come scimmie quello che neppure esiste nelle peggiori e meno erotiche menti dell’umanità.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE, CHE SIA RACCONTI O CHE SIANO ARTICOLI?

Spesso si tratta di idee che ho già nella mia testa, ma che devono trovare un esempio particolarmente calzante. Per esempio, un killer telefona a una donna che ha stuprato e le dice semplicemente: “Ti ricordi di quella volta che abbiamo giocato?”; lei è terrorizzata da quella frase innocua e io posso commentare con una delle mie convinzioni astratte: “Le parolacce non esistono” perché tutte possono diventarlo o meno, a seconda del contesto in cui vengono inserite.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Sarò breve, dato che sono già stato abbastanza prolisso: in ordine alfabetico: W. S. Burroughs, Karl Kraus, Heiner Müller, Sandro Penna, Peter Sotos.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Quelli che conosco come se si trattasse di opere, ovvero di cui so recitare delle parti a memoria, e che quando intravedo in tv devo per forza rivedere per l’ennesima volta; disordinatamente: Apocalypse Now, Il mucchio selvaggio, The Rocky Horror Picture Show, Donnie Brasco, Helzapoppin, The Mystery of Edogawa Ranpo (difficile che lo passino in tv, questo).

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Per l’immediato futuro, sto cercando un editore per una versione ampliata in formato cartaceo di Così nascono i mostri; inoltre sto già lavorando a un secondo volume di esso, decisamente più ordinato. Sogni particolari: pubblicare tutte le mie poesie, una volta sinceratomi della loro qualità – al momento solo presunta: occorrono parecchi anni per capire qual è il reale valore dei versi. Almeno dei miei – ma forse significa che non ce l’hanno…

Davide Longoni