OMAGGIO A HEINER MÜLLER: LA GARA OVVERO LO SCONFITTO

Due musicisti uno di fronte all’altro in atto di sfida; assiepato intorno a loro, il pubblico.

Il primo comincia a suonare.

Basta una manciata di secondi perché si odano urla di disapprovazione.

Al termine dell’esibizione fischi e ululati.

Il secondo, con la medesima capacità tecnica di chi l’ha preceduto, comincia un pezzo identico al primo già fra applausi entusiastici.

Al termine, battimani frenetici e strilli di giubilo.

Altri brani dei musicisti, diversi da quelli iniziali ma sempre assolutamente identici fra loro in tutti i sensi.

Progressivamente, gli spettatori si spostano verso il secondo artista, che approvano tanto incondizionatamente quanto incondizionatamente disprezzano il primo.

Fine della gara: il pubblico solleva il braccio al secondo e insieme a lui si avvicina minaccioso al primo.

Il vincitore suona.

Gli spettatori si avventano sullo strumento dello sconfitto e lo distruggono.

Il vincitore suona.

Coltelli in pugno, scorticano degli abiti il perdente.

Lo sconfitto grida.

Il vincitore suona.

Urla in crescendo del torturato.

Il vincitore suona.

Lo sconfitto grida. Gara tra grida e melodia finché un ultimo definitivo inascoltabile urlo, inconcepibile se non su un piano alieno, la disperazione assoluta totale la distruzione assoluta totale la liberazione assoluta totale, fa esplodere lo strumento del vincitore.

Gianfranco Galliano