ENIGMI DALLO SPAZIO E DAL TEMPO 04

2: SORELLA MORTE – PARTE 02

Molti film si sono occupati della vita dopo la morte sia in maniera più o meno scientifica, sia in modo orrorifico e umoristico, anzi questi ultimi sono di più forse per il desiderio di esorcizzare questo destino che segue la nostra esistenza: nascere, morire e nel breve intervallo, vivere. Noi ne parleremo di alcuni, certamente, perché essi, come abbiamo detto, consistono ed esistono quasi per esorcizzare la “paura delle tenebre eterne”, cercano di convincere o di tranquillizzare il più scettico tra gli scettici tentando di strappare loro almeno un sorriso. Saltiamo poi di pari passo tutta la saga dei Frankenstein in quanto la creatura è più che altro un puzzle di esseri umani, non un unico essere che sfida l’ultimo destino per cui cominciamo con L’inafferrabile Signor Jordan, conosciuto anche come Mille Cadaveri per Mr. Jordan (Here Comes Mr. Jordan) di Alexander Hall del 1943, dove un pugile ha un incidente aereo e la sua anima viene prelevata dal corpo in maniera fin troppo affrettata. Lui infatti non sarebbe morto, ma, nel tempo che ci si accorge dell’errore, il suo involucro terreno viene cremato per cui il Signor Jordan, una sorta di angelo (Claude Rains, 1889 – 1967), ha il delicato incarico di doverglielo rimpiazzare. L’uomo sembra incontentabile. Jordan lo fa entrare temporaneamente in un corpo nell’attesa di trovargli qualcosa di meglio, in questo modo il nostro pugile fa luce su un omicidio, poi giunge il momento del trasferimento definitivo… Sono stati fatti anche dei remake di questo film: Il Paradiso può attendere (Heaven Can Wait – 1978) di Warren Beatty e Buck Henry e Ritorno dal Paradiso (Down to Earth – 2001) di Chris e Paul Weitz.

Ma è sempre del 1943 l’ottimo film di Ernst Lubitsch Il Cielo può attendere (Heaven Can Wait), basato sulla commedia teatrale Birthday di Leslie Bush-Fekete: l’anima di Van Cleve si presenta a Mefistofele, il quale la invita a raccontare la propria storia. Van Cleve è nato da ricchi genitori, che hanno fatto a gara per viziarlo. A quindici anni è stato iniziato alla vita galante da una giovane cameriera francese: ben presto è diventato un perfetto viveur, mettendo alla disperazione i suoi, che però hanno continuato a guastarlo. A ventisei anni s’è innamorato fulmineamente di una ragazza, che era sul punto di sposare, senz’amore, un suo cugino. Sapendosi amato, Van Cleve la persuade a seguirlo e la sposa a tamburo battente. Il matrimonio, benedetto dalla nascita di un figlio, è stato in complesso felice. Marito e moglie si sono amati teneramente, malgrado qualche nube ben presto fugata, fino alla morte di lei. Rimasto solo a cinquant’anni, Van Cleve ha ripreso la sua esistenza di donnaiolo impenitente, fino al giorno in cui l’infermità l’ha inchiodato in letto ed è morto beatamente, vegliato da una bella infermiera. Mefistofele dichiara che i trascorsi di Van Cleve non hanno interesse per lui; si tratta di leggerezze. Van Cleve non è degno dell’inferno e Mefistofele lo manda in alto, in purgatorio, dove dovrà aspettare con pazienza e fiducia il momento d’entrare in paradiso dove lei la sta aspettando.

Il fatto che il 1943 sia stato un anno formidabile per questo genere di film ci è dato dalla pellicola Joe il Pilota (A Guy named Joe) di Victor Fleming, rifatto in maniera più moderna ma sempre più che godibile da Steven Spielberg come Always – Per Sempre (Always – 1989), dove assistiamo all’ultima superba apparizione di Audrey Hepburn: quattro anni dopo un tumore al colon se la porterà via. Un eroico pilota americano, caduto in un’azione di guerra, si trova, dopo morto, in un immaginario settore del cielo, con altri aviatori, capi e gregari, che lo inviano sulla Terra, dove, non visto, aiuterà, giovandoli della sua esperienza tecnica, altri piloti novellini nell’adempimento dei compiti loro assegnati. Durante questo pellegrinaggio terrestre, s’imbatte nella sua ex-innamorata, anch’essa aviatrice, e, per gelosia, cerca di ostacolare un suo nuovo amore. Richiamato dal comando celeste, da cui dipende, riceve nuove istruzioni, che gli fanno comprendere il vero significato della missione affidatagli. Ritornato sulla Terra, aiuta quella che è stata la sua donna in un’azione bellica pericolosa, le ispira fiducia nel nuovo amore e nella felicità terrena, liberandole il suo cuore da ogni rimpianto.

Passiamo a Il Settimo Sigillo (Det sjunde inseglet) di Ingmar Bergman (1957): al termine delle crociate, il cavaliere Antonius Block, accompagnato dal suo scudiero, sta ritornando verso casa dopo un’assenza di dieci anni nella natia Scandinavia. Sulla spiaggia, al suo arrivo, trova ad attenderlo la Morte, che ha scelto quel momento per portarlo via. Il cavaliere decide di sfidarla a scacchi. La partita si svolge nel corso di vari incontri tra Block e la Morte. Durante la partita, Antonius e il suo scudiero Jons, attraversando la Scandinavia, incontrano molte persone. Molti, presi dalla paura della morte, si sottopongono a violente pratiche per l’espiazione dei propri peccati, altri inseguono gli ultimi piaceri prima della fine. Il cavaliere s’imbatte anche in una famiglia di saltimbanchi, che sembrano non accorgersi della tragedia che li circonda, uniti solo dall’amore reciproco e da un sincero rispetto. Questo incontro aiuterà Antonius a ritrovare la fede e l’unione con Dio. Allora egli accetta di morire sacrificandosi per la coppia di innamorati. La Morte vince la partita con Antonius. Con un movimento del braccio il cavaliere colpisce intenzionalmente la scacchiera facendo cadere alcuni pezzi, che vengono subito riposizionati dalla Morte. Il cavaliere raggiunge quindi il suo castello, dove si ricongiunge con la moglie e dove gusta un ultimo banchetto con i suoi compagni di viaggio: il fido scudiero, la cuoca che questi ha salvato, un fabbro e sua moglie, prima che la Morte venga a prenderli.

Nel 1990 esce Linea Mortale (Flatliners) di Joel Schumacher dove Nelson (Kiefer Sutherland) convince il suo gruppo di amici dell’università ad aiutarlo in un controverso esperimento scientifico. L’idea è semplice: provocare la morte tramite forti dosi di medicinali e resuscitare, grazie alla scienza, per poi raccontare agli altri la propria esperienza nell’aldilà. Ognuno nel gruppo partecipa per la voglia di sperimentare e poco per volta diventa una sorta di scommessa a chi resterà morto più a lungo. Ma dopo poco tempo il gruppo si trova a fare i conti con oscure presenze, a volte violente, come nel caso di Nelson, che sembrano volerli punire per degli eventi del loro passato.

Sempre dello stesso anno (1990) è il famoso Ghost – Fantasma (Ghost) di Jerry Zucker (di cui abbiamo già parlato) che è valso a Whoopi Goldberg un premio Oscar come attrice non protagonista e un Golden Globe. Fra Sam e Molly è il grande amore, ma lui viene ucciso in un agguato. Il suo fantasma resta vicino alla donna, ma non può comunicare con lei. Quando il defunto Sam scopre che è stato Carl, il suo migliore amico, a volere la sua morte, ha il problema di proteggere la donna dalle manovre del bieco mandante (c’è di mezzo del denaro sporco da riciclare) e trova la collaborazione della veggente Oda.

Al di là dei Sogni (What Dreams May Come) del 1998 per la regia di Vincent Ward e ironicamente interpretato da Robin Williams, ci porta a conoscere Chris Nielsen e sua moglie Annie: i due sono legati da un amore illimitato. Hanno due figli che sono la loro gioia continua. Una mattina, come tutte le mattine, i due bambini salgono con la baby-sitter sulla macchina che li conduce a scuola. Ma stavolta non arrivano a destinazione: un incidente e i due ragazzi muoiono. Rimasti soli, Chris e Annie provano a continuare a vivere. Ma niente è più come prima. Annie perde l’equilibrio mentale ed è ricoverata in manicomio, poi faticosamente i due recuperano un certo equilibrio. Ma un giorno anche Chris muore e trova ad attenderlo Albert, un giovane di colore, che lo guida nell’aldilà e gli dice: “Tu non sei scomparso, sei solo morto”. Chris è felice di vedere che per lui il Cielo consiste nell’esistenza in uno dei magnifici dipinti di Annie. Gode della stupenda maestà di questo Mondo Dipinto, pieno dei romantici ricordi che aveva diviso con lei. E, mentre pensa questo, ne sente la mancanza, vorrebbe averla ancora con sé. Viene a sapere che anche Annie è morta, ma si è suicidata e quindi per loro non c’è speranza di tornare insieme. Annie è andata all’inferno. Ma Chris non rinuncia, è deciso ad andare verso l’inferno e porta con sé il Tracker, filosofo e saggio dai comportamenti ambigui. Chris entra nell’inferno, passa sopra le teste dei condannati, ritrova infine Annie. La sua costanza ha avuto il premio. Nell’aldilà marito e moglie si riuniscono e capiscono che è il momento di ricominciare daccapo sulla Terra. Ecco allora un bambino e una bambina che si avvicinano e giocano nella grande New York.

Poi abbiamo un film del quale abbiamo parlato più volte e che merita ogni ulteriore citazione: Il Sesto Senso (The Sixth Sense – 1999) di M. Night Shyamalan: il giovane Cole Sear possiede un dono del quale avrebbe fatto volentieri a meno, vede la gente morta che da lui cerca la giustizia per un delitto commesso o anche chiedono di essere liberati da questa non esistenza. Lo psicologo che un anno prima aveva subìto un grave attentato alla propria vita comincia a convincersi di quello che il ragazzino gli dice…

L’amore può superare il confine tra la vita e la morte ed è ciò che accade nel film Dragonfly – Il Segno della Libellula (Dragonfly) di Tom Shadyac (2001): Emily Darrow muore in un incidente sull’autobus in cui viaggiava, mentre era in Sud America per portare la sua assistenza di dottoressa per l’infanzia alle popolazioni più povere. Suo marito Joe, medico del Pronto Soccorso, che era contrario alla partenza della moglie anche per via della sua gravidanza in corso, sta pian piano imparando a convivere con la dolorosa esperienza. Tuttavia, alcuni dei piccoli pazienti della moglie, di cui lui le aveva promesso di prendersi cura, gli raccontano di sogni in cui Emily parla con loro e nella sua vita comincia a comparire sempre più spesso il simbolo della libellula, un insetto che Emily amava particolarmente. A ogni nuovo segnale, Joe si convince sempre di più che Emily stia cercando di contattarlo in qualche modo per dirgli qualcosa di importante. Per cercare risposte, Joe Darrow decide di andare in Amazzonia, nel luogo dell’incidente della moglie. Qui scopre che Emily non era morta durante l’incidente, era stata invece salvata dagli abitanti di una tribù locale e aveva dato alla luce la loro bambina, che venne poi curata dagli abitanti della tribù dopo la morte della madre. Joe ritornerà a casa con la nuova speranza datagli dalla figlia che lui pensava non fosse mai nata.

Hereafter (Hereafter) è invece del 2010 ed è dovuto a quel genio della regia che è diventato Clint Eastwood: George Lonegan è un operaio di San Francisco che può comunicare con i morti. I suoi servizi di sensitivo sono molto richiesti dalle persone che hanno subìto un lutto, ma vengono da lui vissuti come una condanna, perché gli impediscono di vivere una propria vita. Marie è una giornalista di Parigi sopravvissuta allo tsunami del 2004, durante il quale è passata attraverso uno stato di pre-morte: questa esperienza le fa riconsiderare tutta la sua vita, le sue convinzioni, il suo lavoro, i suoi affetti, fino alla decisione di scrivere un libro per rompere il muro di silenzio che circonda l’argomento della morte e dell’aldilà. Marcus è un bambino di Londra che, dopo la morte del gemello in un incidente stradale, si trova solo, separato dalla madre con problemi di dipendenze e senza poter contare sulla presenza rassicurante del fratello, al quale si appoggiava in tutto. In occasione della Fiera del Libro di Londra, i tre si incontrano: grazie a George, Marcus riesce a entrare in contatto con il gemello ed essere incoraggiato a vivere contando maggiormente su se stesso; George e Marie iniziano a parlarsi, alla ricerca di risposte.

Awake – Anestesia Cosciente (Awake – 2007) di Joby Harold narra la storia di un giovane rampollo di una famiglia di finanzieri che ha una mamma bella ma morbosetta e una fidanzata bellissima ma da tenere segreta per non incorrere nelle ire della genitrice. Nel giro di una giornata il nostro non solo si decide al gran passo, ma ha anche la ventura di essere convocato in ospedale, dove, incurante delle suppliche materne e di qualche azione legale in predicato di troppo, si farà trapiantare dall’amico chirurgo Terrence Howard un cuore nuovo, permettendo al nostro di buttarsi alle spalle una grave cardiopatia. Andrebbe tutto per il meglio se, una volta sotto i ferri e anestetizzato, il giovane non si rendesse conto di sentire i discorsi dei medici che lo stanno operando e non solo quelli…

The Lazarus Effect (The Lazarus Effect) di David Gelb del 2015 inizia con un gruppo di ricercatori universitari di cui fanno parte Frank e la fidanzata Zoe, i quali ottengono dei buoni risultati riportando in vita i morti, grazie a un siero sperimentale chiamato Lazarus. L’esperimento ha successo su un cane appena morto, per cui il gruppo vuole rivelare le proprie ricerche, ma il rettore dell’università sospende gli esperimenti e confisca il materiale. Nonostante la battuta d’arresto il team vuole continuare gli esperimenti e la possibilità gli verrà offerta dalla morte di Zoe in un terribile incidente. Frank convince gli altri a tentare l’esperimento su un essere umano, Zoe appunto, e sembra che tutto riesca nel migliore dei modi finché qualcosa di strano sta capitando a Zoe…

Potremmo parlare di altre pellicole e alcune le ritroverete o le avete trovate in articoli precedenti o successivi perché attinenti anche ad altri generi.

(4 – continua)

Giovanni Mongini