FANTASCIENZA STORY 194

LE SABBIE DI MARTE (1990) – PARTE 02

“Vedete quel ragno? Vi sembra orribile, ma perché?

Perché è diverso, perché ha otto zampe,

perché muove la bocca lateralmente anziché dall’alto in basso.

Se venisse verso di voi che fareste?…

E così distruggete tutto ciò che vi fa ribrezzo.

Non avete capito?”

(Destinazione… Terra di Jack Arnold)

EDWARD MANI DI FORBICE (Edward Scissorhands)

La neve sta cadendo copiosa e l’anziana signora sta osservando dalla finestra il fenomeno. Lontano, sullo sfondo del cielo, si vede una collina con sopra un vecchio castello semidiroccato.

La donna si volta e si rivolge alla bambina sotto le coperte.

“Copriti, tesoro mio, fa molto freddo fuori.”

“Perché nevica, Nonna? Da dove viene la neve?”

Si avvicina al letto e guarda teneramente la bambina.

“Oh, è una storia lunga, piccolo amore mio.”

“Me la racconti?”

“Non questa sera. È ora di fare le nanne.”

“Ma non ho sonno. Raccontamela Nonna, per favore.”

“E va bene…”

Si siede sulla poltrona davanti al letto.

“Vediamo… credo che dovremo iniziare dalle forbici…”

“Forbici?!”

“Beh, ci sono vari tipi di forbici e c’era una volta un uomo che aveva addirittura forbici come mani…”

“Un uomo?”

“Sì.”

“Mani forbici?”

“No, forbici al posto delle mani, Conosci il castello in cima alla Montagna?”

“E’ abitato dai fantasmi.”

“Una volta, tanti e tanti anni fa, viveva in quel castello un inventore e tra le pazze cose che faceva si racconta che diede vita ad un uomo, un uomo con tutti gli organi: un cuore, un cervello, tutto… Beh, quasi tutto perché, vedi, l’inventore era molto vecchio e morì prima di finire l’uomo da lui stesso creato. Allora l’uomo fu abbandonato senza un papà. Incompleto e tutto solo…”

“Ce l’aveva un nome?”

“Certo che aveva un nome. Il suo nome era Edward…”

Mentre la neve continua a cadere una figura, dal castello, osserva le luci lontane del paese…

Peggy Books (Dianne Wiest) sta compiendo il suo solito, inutile giro di rappresentante locale della ditta di cosmetici Avon. La sua amica Helen (Conchata Ferrell) non vuole sapere di ordinare qualcosa mentre Joyce Monroe (Kathy Baker) è come al solito affamata di uomini e sta circuendo il tecnico della lavatrice (Steven Brill).

Peg risale in macchina avvilita. Le case che la circondano sembrano appartenere a un altro tempo: linde, pulite, i giardini curati e colori pastello alle pareti. Ci sono case, tutte a un piano e circondate da una strada larga e pulita, di colore, rosa, arancione, azzurro e una addirittura a strisce verdi e arancione (forse la dimora estiva di Freddy Krueger).

Dallo specchietto retrovisore Peggy vede il castello e, decisa, percorre l’immacolato pezzo di strada che finisce giusto con l’ingresso alla piccola collina dove c’è il grande edificio. Dopo aver superato un cancello arrugginito, la ragazza si trova davanti a uno stupendo giardino dove spiccano dei cespugli dai quali qualcuno ha ricavato delle bellissime sculture di foglie: un cervo, un serpente, una grande mano e altre ancora.

Impressionata dallo spettacolo, Peg entra timidamente spostando il grande portone e si trova in un laboratorio abbandonato. Sale una lunga scala e si trova nel sottotetto la cui copertura è rovinata dal tempo.

Dentro a un vecchio camino Peg vede dei ritagli di giornale. Poi ode un rumore proveniente dal fondo della stanza.

Peg: “C’è nessuno? C’è nessuno? …Perché ti stai nascondendo là dietro? Non ti devi nascondere, sono Peggy Boggs, sono la tua rappresentante locale Avon. Sono più innocua di una torta di ciliege…

La figura esce dalla penombra e Peggy vede con terrore le lunghe lame nelle sue mani.

Peg: “Oh, mio Dio! Mi rendo conto di disturbare, che stupida, ora me ne vado, è tardi.

Edward: “No, non andare.

Peg: “Le tue mani… Ma cosa ti è successo?

Edward: “Non mi ha finito.

Peg: “Oh, mettile giù, non ti avvicinare, ti prego, ti prego, ti prego… Queste sono le tue mani? …Cosa ti è successo? Dove sono i tuoi genitori? Tua madre, tuo padre…

Edward: “Non si è più svegliato.

Peg: “Sei qui da solo? Vivi qui completamente da solo? Cosa è successo al tuo viso? … (Gli tocca i tagli sul volto, Edward si ritrae) No, non ti faccio del male… Devi stare tranquillo, ti devo solo mettere un buon tonico Avon in modo che possa prevenire l’infezione, eh?

Gli passa sul viso il preparato.

Peg: “Come ti chiami?

Edward: “Edward.

Peg: “Edward, credo che dovresti venire a casa con me.

La macchina di Peg attraversa lentamente il rione e tutte le amiche vedono la donna in compagnia con uno strano individuo pallido e con indosso quella che sembra una tuta di pelle nera con borchie.

La cara amica Marge (Caroline Aaron) telefona ad Helen per avere spiegazioni. Intanto Peg è arrivata a casa e fa scendere Edward.

Il telefono delle comari è in piena azione mentre, tranquilla, Helen mostra la casa a Edward e le foto che stanno su un ripiano. Il ragazzo resta colpito dalla immagine della figlia di Peg, Kim (Winona Ryder), la quale, al momento è in montagna e tornerà tra qualche giorno. La donna trova dei vestiti per lui e glieli porge invitandolo a cambiarsi in camera di Kim mentre lei va a rispondere al telefono.

Edward osserva la camera di Kim, piena di pupazzi e di cose strane, compreso un materasso ad acqua che, involontariamente, il ragazzo buca e vi mette sopra un pupazzo per arginare lo zampillo. Mentre cerca di infilarsi disperatamente i calzoni, Peg è al telefono con Marge. Riesce a congedarla ma il telefono squilla nuovamente, allora lei innesta la segreteria telefonica.

Giunta in camera di Kim e viste le difficoltà di Edward per potersi vestire, lo aiuta mentre un gruppetto di donne curiose staziona davanti alla casa di Peg.

Peg: “Lo sai? Ho un amico dottore che potrebbe aiutarti.

Edward: “Veramente?

Peg: “Sì, per ora posso aiutarti con le cicatrici… In ogni caso voglio consultare il manuale Avon prima di fare qualsiasi cosa.

È sera e il manipolo di curiose viene disperso solo dal rientro dei mariti dal lavoro. Edward è ora a cena con Peg, suo marito Bill (Alan Arkin) e il figlio Kevin (Robert Oliveri) e sta combattendo disperatamente con un piatto di verdure.

Bill: “Questo è per te un grande cambiamento, vero Eddie?

Peg: “Si chiama Edward, credo che preferisca Edward…

Bill: “Sì, va bene… Cosa hai combinato in quel vecchio e grande posto, Ed? Di lì il panorama doveva essere stupendo, non è vero, Ed?

Peg: “Edward.

Edward: “Sì?

Peg: “No, io rispondevo…

Bill: “Vedevi l’oceano dal castello, eh?

Edward: “Sì, qualche volta…”

Riesce finalmente a catturare un pisello ma questi sadicamente gli sfugge, per fortuna è in grado di imburrare una tartina e di mangiarla. E’ notte e il ragazzo dorme nella camera di Kim.

Giunge il mattino e gli uomini escono per andare a lavorare e i bambini vanno a scuola. Peg sta provando sul viso di Edward le sue creme.

Nel pomeriggio Bill sta ascoltando la partita e tagliando svogliatamente una siepe, dall’altra parte del giardino Edward lo imita scatenandosi poi in una raffica di tagli che danno come risultato un  bellissimo Tirannosauro.

Peg ascolta il telefono trovando la segreteria piena dei messaggi delle amiche curiose mentre in giardino Bill si è sdraiato pigramente in poltrona e osserva Edward intagliare nella siepe le immagini della sua famiglia. Kevin gli vorrebbe lavare le forbici con l’acqua della pompa da giardino ma Bill interrompe l’operazione.

Bill: “No, no, no! È un’idea pessima, figliolo. Vai in garage e prendi il barattolo dell’olio, non vorrai che si arrugginiscano, vero?

Peg arriva in giardino e si congratula con Edward per il suo bellissimo lavoro ma, da un varco della staccionata, entra un’altra vicina, Esmeralda (O-Lan Jones).

Esmeralda: “Lui non viene dal cielo, lui viene direttamente dalle fetide fiamme dell’inferno. Il potere di Satana è dentro di lui. Io lo posso sentire… Povere pecorelle, avete smarrito…

Edward: “Non siamo pecore…

Esmeralda: “Non ti avvicinare…

La donna si allontana rapidamente e Bill e Peg tranquillizzano Edward dicendogli di non darle retta perché non è del tutto normale. Suonano alla porta e la donna va ad aprire trovandosi davanti tutte le sue amiche curiosissime di conoscere Edward e praticamente la obbligano a fare un barbecue in modo che il ragazzo possa essere presentato alla società del quartiere. Mentre stanno parlando, la novella Cassandra passa nei paraggi e non perde occasione per tuonare nuovamente all’indirizzo di Edward.

Esmeralda: “E’ stato invitato qui per tentarvi. Ma non è ancora troppo tardi. Dovete allontanarlo da voi, cacciarlo via, calpestare la perversione della natura…

Il suo berciare viene deriso da tutte e, appena le donne si sono allontanate, Peg avvisa Bill della faccenda del barbecue quindi si precipita in cucina a preparare qualcosa.

Edward aiuta la donna a tagliare la lattuga e, nella foga, si ferisce leggermente, poi osserva Peg aprire un barattolo e questo lo fa tornare indietro con la mente a quando il vecchio laboratorio del castello era funzionante…

Delle strane macchine impastavano, tagliavano e cuocevano i biscotti. In mezzo a questa bizzarra tecnologia si aggirava un anziano signore dall’aspetto distinto. L’Inventore (Vincent Price). Si trascina leggermente affaticato con un bastone e prende uno dei biscotti a forma di cuore appena usciti dal forno e lo pone davanti a un piccolo robot umanoide… Un pensiero attraversa la sua mente… (Ci chiediamo solo come fa Edward a sapere tutto questo visto che non era ancora nato? O è un ricordo di qualcuna delle sue eventuali componenti meccaniche, o l’Inventore glielo ha raccontato o, molto più semplicemente noi siamo troppo pignoli perché la sequenza è deliziosa comunque e non c’è bisogno di farsi troppe domande).

Il giardino è affollato di curiosi e tutti si dimostrano molto amici con Edward il quale, per rendersi utile, sta cercando di mettere alla griglia delle verdure. Gli si avvicina un vecchio pensionato (Stuart Lancaster).

Pensionato: “Anch’io ho un problema fisico, sono stato colpito da una granata durante la guerra e ora non sento più nulla in questa gamba, non una dannata cosa! Non lasciare mai che qualcuno ti dica che sei un handicappato!

Gli si avvicina l’assatanata Joyce.

Joyce: “Chi è handicappato? Mio Dio! (Risatina) Non essere ridicolo, non sei un handicappato…Tu sei… come li chiamano? …Diversi… (Risatina a cui seguono altre idiozie)”

Gli infila in bocca una bella cucchiaiata di insalata russa e tutte le altre cominciano a ingozzarlo.

È notte. Nel suo letto, o meglio nel letto di Kim, Edward sta pensando a quella che una volta era la sua casa e ricorda il vecchio laboratorio, un grande tavolo sul quale lui si trovata e, vicino a sé, una delle gambe che ancora gli dovevano essere innestate e l’Inventore il quale, ad alta voce, leggeva un libro di Buone Maniere.

Inventore: “Facciamo finta di essere nel salotto con la padrona di casa e che sta servendo il the. Ci troviamo a dover risolvere parecchi problemi: L’uomo si deve alzare nell’accettare la tazza di the? I quadratini di zucchero possono essere presi con quelle cose, eh? No. È buona maniera accettare una seconda tazza? E poi il tovagliolo deve essere completamente aperto o può rimanere piegato? È così facile commettere degli errori ma l’etichetta ci dice esattamente quello che ci si aspetta da noi togliendoci così dall’imbarazzo e dalla umiliazione… Ehm… Già, è noioso… Cambiamo argomento allora, passiamo alla prosa, uhm? C’era una volta, a Capo di Buona Speranza, un vecchio che si faceva abiti di seta. Quando gli domandavano: Ma si strappano? Lui gli rispondeva: E che importa? Tanto prima non li avevi…(Ride) Ecco… così… E’ divertente… sorridi… così… (ride mentre Edward impara a sorridere)”

E’ sera e Kim sta ritornando accompagnata dai suoi amici e dal suo ragazzo, Jim (Anthony Michael Hall). Entra in camera e comincia a spogliarsi poi si accorge della presenza di Edward e urla. Anche Edward si spaventa causando la rottura completa del materasso ad acqua che comincia a zampillare copiosamente. Accorrono Bill e Peg. Il primo porta Edward al piano di sotto mentre la seconda porta Kim in camera cercando di farla calmare e di spiegarle cosa è accaduto durante la sua assenza.

Al piano di sotto Bill apre un divano letto e poi offre a Edward un whisky dicendogli che è limonata e quando gli porge una cannuccia per poter bere, il ragazzo prosciuga il bicchiere d’un fiato restando immobile con gli occhi sbarrati.

Intanto Peg sta accompagnando Kim, che intanto si è calmata, nella camera del fratello.

Peg: “Stanotte dormirai nella stanza di Kevin, domani rifaremo la tua stanza.

Kim: “Mamma, ma perché hai dovuto portarlo proprio qui?

Peg: “Non potevo lasciarlo lassù da solo, tu avresti fatto la stessa cosa.

Kim: “Sì. Ma perché deve stare proprio qui?

Peg: “Oh, mio Dio Kim, mi meravigli. Non è autosufficiente. Cerca di provare un po’ di simpatia.

Kim: “Ma io provo simpatia…

Peg: “Bene, allora dimostralo. Vieni giù, gli sorridi e gli stringi la mano.

Kim: “Stringergli la mano?

Peg: “Beh, non proprio nel senso letterale della parola… L’hai spaventato da morire, poverino…

Kim: “Uhm… Io l’ho spaventato da morire!

Le due donne scendono e Peg presenta sua figlia a Edward il quale è ancora sotto trauma per il whisky e infatti cade pesantemente a terra.

Il giorno dopo Edward è da Joyce e sta tagliando una siepe mentre la donna sta preparando quella che poi dichiara essere una limonata, lo strano è che usa dei frutti maledettamente simili agli aranci. Comunque sia quando la donna offre una limonata a Edward, questi, ricordando l’effetto della falsa limonata della sera prima, si piega in due e vomita lasciando interdetta Joyce.

Kevin lo presenta poi con successo ai suoi compagni di scuola.

La sera stessa Jim è a cena con loro. Il ragazzo è di famiglia ricca e si lamenta di come il padre tenga una camera, con tutte le cose preziose, chiusa a chiave e non voglia comprargli un’automobile.

Edward sta tagliando l’arrosto e, sbadatamente, ne fa cadere una fetta in grembo a Kim.

Poi, mentre sta tagliando una siepe da una vicina, si mette a tosare anche il cane della stessa ottenendo un successo strepitoso e così si forma una lunga fila di clienti nel giardino di casa Boogs. Dopo aver tosato il cagnolino di Joyce, la ragazza vuole che lui le tagli i capelli, cosa che Edward fa con la solita bravura e scatenando la libido di Joyce che trova la cosa estremamente eccitante.

Inizia quindi un’intensa attività di coiffeur tagliando i capelli anche a Peg la quale è felicissima di ricevere una telefonata dalla responsabile della Avon, questo perché la fama di Edward sta cominciando ad allargarsi.

Poco tempo dopo Edward esce con Helen e vede Kim a braccetto con Jim. Quando ritorna trova i due fuori dalla porta perché Kim ha dimenticato le chiavi e per lui è un gioco aprire la porta e farli entrare senza danneggiare la serratura.

La fama di Edward si sta allargando sempre di più e il ragazzo viene intervistato in diretta TV.

Il conduttore (John Davidson) sta per passare alle domande del pubblico.

Conduttore: “E’ una storia sensazionale? Nessuna domanda ad Edward… Là. Permesso… si avvicini…

Donna Bionda: “Qual è stata la cosa migliore della tua nuova vita qui in città?

Edward: “Gli amici che ho vicino.

Conduttore: “Nessun altra domanda?

Donna Anziana: “Hai mai pensato di ricorrere ad un’operazione chirurgica o ad una protesi? Conosco un dottore che potrebbe aiutarla.

Edward: “Lo conoscerei volentieri.

Conduttore: “Dopo lo spettacolo prenderemo il suo nome, questo è molto bello. Nessun’altra domanda? Prego…

Donna: “Se avesse le mani sarebbe normale?

Edward: “Questo lo so.

Conduttore: “E’ di spirito…

Donna 2: “Se fosse stato come gli altri nessuno avrebbe pensato che lei era speciale…

Peg: “Non credo. Edward sarebbe stato comunque speciale.

Gli applausi sottolineano l’affermazione della donna.

Conduttore: “Altre domande? Sì… si alzi, per favore…

Donna 3: “Il suo lavoro è così interessante e unico, mi domando: ha mai pensato di aprire un salone di bellezza?

Conduttore: “Oh, oh, potrebbe essere un’idea. Nessun altro? …Sì, si alzi, per favore…

Donna 4: “Ce l’ha una ragazza?

A casa Kim, Jim e Kevin stanno guardando la televisione.

Conduttore: “Che ci dice allora, Edward, c’è una donna speciale nella sua vita?

Edward esita a rispondere e, dallo schermo, sembra guardare intensamente Kim, poi il ragazzo si avvicina esitante al microfono per rispondere ma le sue lame tagliano il filo provocando un corto circuito. Jim sghignazza divertito.

Poi Joyce porta Edward a vedere un salone di bellezza in vendita e quindi porta il ragazzo sul retro e inizia una specie di spogliarello usando le sue lame per togliersi i vestiti.

Il sedile sul quale Edward è sdraiato si capovolge e lui ne approfitta per fuggire e raggiungere Bill, Peg, Kim e Kevin alla tavola calda.

Bill: “Allora, Edward, hai avuto una buona giornata?

Edward: “La Signora Monroe mi ha fatto vedere dove verrà il salone, potresti avere un bancone di cosmetici…

Peg:”Oh, che cosa stupenda!

Bill: “Esatto.

Edward: “Poi mi ha fatto vedere lo stanzino dove ha iniziato a spogliarsi.

Bill: “Edward, non riesco a dirti quanto sono contento. Quel salone di bellezza sarà la tua fortuna, non c’è nulla di più interessante che lavorare in proprio. Io non l’ho mai fatto ma da quello che so è la soddisfazione più grande che si possa avere. Ora credo che la banca sia il tuo prossimo passo, uhm?

Edward: “La… banca?

Bill: “Sì, credo di farti ottenere un prestito per iniziare. Non ti preoccupare minimamente del tuo talento e della tua reputazione sarà un bel colpo… sì.

Davanti all’Impiegato addetto ai prestiti (Alann Fudge) le cose non vanno come Bill pensava.

Impiegato: “Nessuna garanzia, nessun elenco dei lavori fatti, niente risparmi, nessun investimento personale, nessuna assicurazione. Lei potrebbe anche non esistere. Non c’è corrispettivo.

Peg: “Noi abbiamo già una seconda ipoteca sulla casa e questo per lei non conta nulla? La moglie del Sindaco non può aspettare per diventare una nostra cliente.

Impiegato: “Purtroppo non posso far nulla… Dunque, cerchi di ottenere un’assicurazione, si trovi un garante. Perché non compera un’auto? In questo modo ha un vantaggio: le danno un’etichetta per handicappati e con quella potrà parcheggiare dove le pare.

I due escono dalla banca e Peg rassicura Edward promettendogli che troveranno i soldi, intanto Jim cerca di convincere Kim ad aiutarlo a fare un colpo: derubare suo padre e rivendere il tutto a un ricettatore ma, per aprire le porte, c’è bisogno di Edward. La sera stessa Kim e Jim si portando dietro, assieme a Denny (John McMahon) un perplesso Edward. I ragazzi entrano facilmente nella casa ma quando Edward apre anche la porta con dietro i preziosi, un allarme non previsto suona richiudendo la porta e separando Edward dagli altri. Jim trascina via Kim che non vorrebbe andarsene mentre la polizia sta arrivando. Il Sergente (Rex Fox) fa circondare la casa e togliere l’allarme per far uscire il ragazzo. Quando Edward avanza verso di loro con le mani alzate, i poliziotti credono che lui sia armato di coltelli e stanno per sparare ma, fortunatamente, intervengono i vicini. Edward viene arrestato e portato via. Peg e Bill vanno a prenderlo alla Centrale e, mentre si stanno sbrigando le formalità per il rilascio, il Sergente parla con lo Psicologo (Aaron Lustig).

Sergente: “Sta bene il ragazzo?

Psicologo: “Gli anni trascorsi in completo isolamento non gli hanno dato i mezzi necessari per poter distinguere il bene dal male. Lui non vive in un contesto preciso, è vissuto senza nessuna guida, inoltre il suo lavoro, le sculture in giardino, le acconciature, indicano la sua immensa immaginazione, il suo carattere. Da tutto ciò si arguisce che per lui quella che noi chiamiamo realtà è radicalmente distorta.

Sergente: “Ma potrà vivere bene inserito nel mondo?

Psicologo: “Oh, sì, starà bene.

Sergente: “Potrei restare sveglio tutte le notti pensando a te, cerca di stare attento.

Le chiacchiere su Edward dilagano da parte delle solite, pettegole vicine di casa e ad Esmeralda non pare vero di snocciolare le sue solite maledizioni. Peg riporta a casa Edward evitando i giornalisti che stazionano davanti a casa.

Kim si trova davanti ad Edward.

Kim: “Non ti hanno fatto del male, vero?

Lui risponde scuotendo la testa.

Kim: “Ti sei spaventato? …Ho detto a Jim di tornare indietro ma non sono riuscita a convincerlo. Grazie, Edward, di non aver fatto la spia.

Edward: “Non ringraziarmi.

Kim: “Ci sarai rimasto molto male quando ti hanno detto dov’eri… Mi dispiace.

Edward: “Sapevo che era la casa di Jim…

Kim: “Lo sapevi?

Edward: “Sì.

Kim: “E allora perché lo hai fatto?

Edward: “Perché me lo hai chiesto tu.

Jim da fuori la chiama e lei esce per andargli incontro. Edward è geloso. Jim la sta aspettando a braccia aperte ma il tono di Kim è molto deciso.

Kim: “No!

Jim: “Ma cosa ti succede? Quando la smetterai? Ho fatto quello che potevo. Ho detto a mio padre che lui è un ritardato, altrimenti sarebbe ancora in prigione.

Kim: “Tu la verità dovevi dirgli!

Jim: “Anche tu non l’hai detta!

Kim: “Non è stata una mia idea, lo sapevi che non volevo!

Jim: “Ma lo hai fatto uguale! (Kim si allontana) Non riesco a capire perché ti preoccupi tanto!

Edward va in bagno graffiando tutto il corridoio poi se la prende con le pareti e gli asciugamani. La sera a tavola Bill cerca di fargli una lezione di morale mentre Kim e Peg lo difendono.

Il berciare delle malelingue continua dilagando e le sue amiche decidono di non presentarsi alla Festa di Natale che i Boogs vogliono organizzare. Joyce si dimostra la più cattiva andando a raccontare che Edward l’ha quasi violentata.

Kim osserva con intensità Edward che sta potando le rose in giardino, Peg sta montando l’albero di plastica nel salotto e chiede al ragazzo di tagliarle i capelli e lo fa per cercate di alzare il morale di Edward visto che tutti ora li trattano come se fossero appestati.

I giorni si susseguono e le due donne stanno addobbando l’albero mentre Bill sta coprendo e isolando il tetto. Kim vede all’esterno la stupenda scultura che Edward sta traendo dal ghiaccio. Il veloce lavoro del ragazzo solleva della polvere di neve che ricade su di lui come un’intensa e dolcissima nevicata e, mentre Edward prosegue nel suo lavoro, lei si mette a danzare dolcemente tra i fiocchi di neve. Una voce la scuote all’improvviso e fa sussultare anche Edward che, in un gesto inconsulto, ferisce alla mano Kim.

Mentre Peggy porta all’interno la figlia per medicarla, Jim assale Edward e lo scaccia.

Kim esce nuovamente.

Kim: “E dov’è?

Jim: “Ti voleva far male.

Kim: “Non è vero e tu lo sai benissimo.

Jim; “Sei diventata matta? L’ho visto con i miei occhi!

Kim: “Jim, io non ti amo più e voglio solo che tu te ne vada, okay? Vattene!

Jim: “Sei seria? Mi stai perdendo per quello? Non è neanche umano!

Kim: “Non ti voglio più vedere, te ne devi solo andare al diavolo! Vattene!

Il ragazzo si allontana guardandola quasi con odio.

Edward si sta allontanando velocemente strappandosi di dosso i vestiti e sabotando le sue sculture man mano che le incontra davanti alle case. Helen lo vede e chiama la polizia.

La casa di Esmeralda e piena di lumini e di croci e la donna sta suonando un motivo al pianoforte quando sente un rumore in giardino, si avvicina, apre la finestra e vede un’immagine demoniaca scolpita nella siepe da Edward. La donna urla disperata.

Peggy sta ancora medicando Kim quando suonano alla porta: è il Sergente che sta cercando Edward. Quando il poliziotto si è allontanato, Peg torna a sedersi sul divano accanto a Kim.

Kim: “Ma dove sarà andato? Mio Dio, spero che lui stia bene.

Peg: “Anch’io, tesoro… Lo sai? Quando portai Edward a vivere con noi, non ho mai pensato veramente a queste cose e non ho mai pensato a cosa potesse accadergli… o accadere a noi, o ai nostri vicini… e ora credo che la cosa migliore sia che lui se ne vada al Castello… perché lì, almeno, è salvo e poi tutto tornerà alla normalità…

Bill rientra in casa senza aver trovato Edward e allora lui e Peggy decidono di andarlo a cercare con la macchina lasciando in casa Kim.

Edward è fermo davanti a una delle villette ma la macchina della polizia lo costringe a nascondersi e a fare un lungo giro per tornare alla casa dei Boggs. Entra e non vede nessuno.

Una mano si poggia delicatamente sulla sua spalla: è Kim.

Kim: “Edward…

Edward: “Va tutto bene?

Kim: “Sì, anche a te?

Edward: “Dove sono gli altri?

Kim: “Sono andati fuori a cercarti… Stringimi…

Edward: “Non posso…

Edward si avvicina alla finestra. Kim lo raggiunge e, delicatamente, si fa abbracciare.

I pensieri di Edward volano a un recente passato. Il laboratorio. L’Inventore sta aprendo un pacco confezionato come un regalo, ne estrae il contenuto e, lentamente, si avvicina ad Edward in piedi a pochi passi da lui.

Inventore: “Lo so, è ancora un po’ presto per i regali di Natale ma ho un pensierino per te…

Gli si avvicina sorridendo con due mani. Edward le tocca delicatamente, felice.

Il sorriso dell’Inventore si trasforma e l’uomo cade a terra pesantemente, nel tentativo di fare qualcosa per trattenerlo le forbici di Edward distruggono l’opera dell’uomo e, nel toccare il viso dell’uomo disteso a terra, lo taglia e osserva impaurito le lame sporche di sangue.

Nel furgone, intanto, Jim sta ingurgitando lattine di birra e ordina al suo amico Denny, forse più ubriaco di lui, di portarlo a casa di Kim, il ragazzo avvia il mezzo che parte sbandando.

Kevin è uscito dalla casa dei suoi amici e si sta avviando verso la propria abitazione. E’ all’oscuro di quanto è accaduto e, quando il vecchio pensionato si rivolge a lui chiedendogli se hanno catturato quell’handicappato che abita da loro, non capisce il perché della richiesta fatta in quel modo.

Edward sente il rumore del furgone che si sta avvicinando ed esce con Kim, vede che il mezzo sta per investire Kevin e si precipita a salvarlo trascinandolo via ma, involontariamente, lo ferisce leggermente. Ora sono tutti intorno a lui e credono che Edward abbia assalito il ragazzo. Arrivano anche Bill e Peggy i quali portano via Kevin e la donna urla ad Edward di allontanarsi al più presto. Jim gli salta addosso ma anche lui viene ferito inavvertitamente al braccio dalle lame, poi tutti sentono la sirena della polizia che si sta avvicinando.

Kim: “Scappa!

Mentre Edward si allontana e la gente gli corre dietro, Peggy esce dicendo che il bambino non ha nulla ma nessuno gli dà retta.

La macchina della polizia sta inseguendo Edward e Kim sente degli spari. Non sa che il Sergente sta sparando in aria dall’ingresso alla salita del cancello e sta incitando Edward.

Sergente: “Dai, scappa!

L’uomo ritorna verso la macchina e si rivolge alla piccola folla del quartiere davanti a lui.

Sergente: “E’ tutto finito, tornate a casa, non c’è più niente da vedere.

Alle proteste della gente lui risponde nuovamente che è tutto finito e si allontana ma la gente non è convinta e sorpassa l’ingresso che porta al castello sulla collina.

Ma Kim è riuscita a precedere tutti, entra nel castello, sale le scale e trova Edward nella soffitta.

Edward: “Stanno venendo? …Ho fatto del male a Kevin?

Kim: “No, lui sta bene. Si è preso un bello spavento… Oh, Edward, avevo così paura! Credevo che fossi morto.

Una voce e una apparizione improvvisa la interrompe.

Jim: “Io no!

Il ragazzo ha in mano una pistola ma il colpo fallisce il bersaglio facendo però cadere un pezzo di soffitto. Jim si avvicina nuovamente per sparare ma Kim gli fa cadere di mano la pistola, il ragazzo la spinge via, prende un attizzatoio dal vicino caminetto e comincia a colpire ripetutamente Edward.

Di nuovo Kim interviene colpendo Jim con una trave, il ragazzo cade a terra vicino ad Edward, la ragazza ne prende la mano e avvicina una delle lame alla gola di Jim.

Kim: “Fermati, o ti ammazzo con le mie mani!

Jim se la scuote di dosso scaraventandola via rialzandosi ma anche Edward si è alzato e gli pianta una lama nello stomaco scaraventandolo fuori dalla finestra. I due si affacciano a guardare il corpo esanime per terra e sentono le voci della folla che sta arrivando. Si guardano tristemente negli occhi.

Edward: “Arrivederci…

Kim lo bacia teneramente.

Kim: “Io ti amo…

La ragazza corre via scendendo velocemente la lunga rampa di scale, prende dal laboratorio un oggetto ed esce incontro alla gente che intanto è ferma davanti al cadavere di Jim.

Esmeralda: “Dov’è?

Kim: “E’ morto. Il tetto è crollato su di lui… Si sono uccisi l’uno con l’altro, potete constatarlo voi stessi… Guardate!

Kim mostra la mano che aveva tenuto dietro la schiena e fa vedere loro una delle mani a forbice di Edward che probabilmente l’Inventore aveva creato a suo tempo o come riserva o come prototipo.

Tra la gente si fa il silenzio poi Helen esclama:

Helen: “Io torno a casa.

Ed anche gli altri, lentamente, si allontanano.

La donna ha finito il suo racconto.

“Lei non lo vide mai più, dopo quella notte…”

“E tu, Nonna, come lo sai?”

L’anziana signora si toglie gli occhiali e noi possiamo riconoscerla anche se il tempo è passato: è Kim.

Kim: “Perché io ero là.

La piccola (Gina Gallagher), dal suo letto, guarda la nonna, la storia l’ha colpita.

Nipotina: “Potevi andare lassù, potresti ancora… Perché non vai?

Kim: “Oh, no, tesoro mio. Ora sono diventata vecchia… Preferisco che lui mi ricordi come ero una volta…

Edward non è invecchiato e continua scolpire le sue statue naturali.

Nipotina: “Come fai a sapere che lui è ancora vivo?

Kim: “Oh, non lo so, non sono sicura ma io credo che lo sia.

Edward sta salendo la lunga scala diretto in soffitta.

Kim: “Vedi, prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta. E, dopo il suo arrivo, è caduta. Se ora lui non fosse lassù non credo che nevicherebbe così… A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi…

Non molto lontano, in una vecchia soffitta ormai senza tetto, Edward sta scolpendo nel ghiaccio le sue meravigliose sculture. La densa polvere bianca che viene tolta dal suo lavoro, esce dalla finestra e si perde nell’aria trasformandosi in una nuvola bianca che ricade, sotto forma di neve, nel paese vicino, un mondo lontano per Edward del quale gli restano solo lontani ricordi…

Secondo il regista Tim Burton il lugubre maniero semidiroccato che si erge sulla collina e domina la cittadina dai colori pastello, doveva rappresentare il gotico romanticismo europeo, ambiente nel quale sono stati ambientati molti film dell’orrore, primi fra tutti quelli di Roger Corman liberamente tratti da Edgar Allan Poe ed H.P. Lovecraft.

Il castello, quindi è stato una realizzazione di Peter Kuran della Visual Concept Engineering di Los Angeles il quale, dopo aver realizzato il modellino del favolistico paese e aver fotografato la lunga e diritta strada che avrebbe portato al castello dal set costruito in Florida, ne ha realizzato un perfetto modellino che è poi stato filmato separatamente usando il cielo naturale e anche dei matte painting che avessero la giusta e intensa tonalità di blu dove erano perfino state dipinte delle nuvolette. Una volta filmato tutto in California esso è stato inserito nel paesaggio elettronicamente. Tutta l’architettura del film si ispira a un libro, “Suburbia” (Sobborghi Residenziali), scritto negli anni, 70 ed è stato proprio Tim Burton a presentare questo libro ad attori e tecnici indicando loro il tipo di case e di edifici che voleva fossero realizzati per la pellicola.

A una ventina di miglia a nord di Tampa, in Florida, fu trovato un piccolo agglomerato urbano nella cittadina di Lutz, un’area che non era stata ancora del tutto edificata e che si trovava presso una strada che ancora non aveva uno sbocco: Twinistle Circle, lì vicino sorgeva anche il Southgate Shopping Center che, con il suo stile anni ’60 si prestava benissimo alle riprese. Le case furono dipinte in  “verde schiuma di mare”, carne, burro e azzurrino il che rendeva benissimo l’idea da quali  ignavi fossero abitate.

Mentre Burton faceva costruire e dipingere la cittadina, i dirigenti della Fox volevano avere a tutti i costi Tom Cruise nella parte di Edward ma l’attore ha rifiutato dicendo che il personaggio era poco mascolino per lui. Gli stessi rifiuti arrivarono da William Hurt, Tom Hanks e Robert Downey Jr. e grazie al fatto che Winona Ryder era la fidanzata di Johnny Depp, ecco il perché della scelta azzeccatissima che comunque costrinse l’attore a indossare una pesante e scomoda imbracatura.

Le struggenti musiche vedono all’organo proprio la malvagia Esmeralda e cioè l’attrice e pianista O – Lan Jones.

Ultima grande apparizione di Vincent Price, con il quale Burton aveva rapporti d’amicizia e profondo rispetto, il vecchio attore, già malato, accettò la parte solo per questo motivo. Morirà tre anni dopo.

La sua casa era sempre aperta per i suoi fan ma, negli ultimi tempi, fece appendere un cartello davanti alla porta con il quale si scusava per non poter ricevere più nessuno, ma lo spettacolo, oltre quella porta, non sarebbe stato piacevole…

(2 – continua)

Giovanni Mongini