ALESSIO DEL DEBBIO

Appassionato di libri per cominciare… e poi scrittore, blogger, organizzatore di eventi letterari, editore… vi starete chiedendo quante cose faccia nella sua vita Alessio Del Debbio. Ebbene, ce lo siamo chiesto anche noi… e poi lo abbiamo chiesto a lui!

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ALESSIO DEL DEBBIO?

Eh, bella domanda. Direi un appassionato di libri, del mondo dei libri, un’espressione che racchiude una grande passione per la lettura e per la scrittura, per la creazione di mondi e di storie. Mi piace leggere, soprattutto fantasy, fantascienza, thriller; mi piace scrivere, anche qua soprattutto letteratura fantastica; ho un blog; presiedo un’associazione culturale, organizzo eventi letterari, presentazioni di libri, incontri con autori, laboratori e workshop di scrittura; e da quest’anno dirigo un piccolo marchio editoriale. Tante cose, che in realtà, a mio avviso, sono tante facce di una stessa medaglia.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Da ragazzo mi divertivo a cambiare o a proseguire i finali delle mie storie preferite, favole, fumetti o film che fossero. Poi crescendo ho iniziato ad appuntarmi alcune frasi su un diario, a volte soltanto pensieri, frammenti di emozioni da fissare su carta, e quelle stesse idee anni dopo sono diventate le bozze delle prime storie. Devo dire che fino agli anni universitari non ho mai pensato che avrei scritto un libro, non ci pensavo proprio, poi è venuta l’ispirazione, la voglia e forse anche l’esigenza di comunicare in questo modo.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Nel corso degli anni ho scritto molte cose, sia romanzi per ragazzi (a settembre uscirà la nuova edizione di “Anime contro”, un romanzo young adults ambientato a Viareggio), che romanzi fantasy (“Berserkr”, edito da Dark Zone Edizioni, ambientato a Berlino; la saga “Ulfhednar War”, edita da Il Ciligio), sia infine racconti. So che in Italia c’è questa avversione (immotivata e insensata, secondo me) verso i racconti, ma a me piacciono e mi diverto a scriverli. Ne ho scritti più di cinquanta, sparsi in varie antologie cartacee e digitali, in riviste o ancora inediti. La dimensione fantastica predomina sempre nei miei racconti, a volte sfuma nel fiabesco, altre volte nel dark e nell’horror, però c’è sempre qualcosa che va al di là del reale.

RECENTEMENTE HAI RIPUBBLICATO LA TUA ANTOLOGIA “L’ORA DEL DIAVOLO”. CE NE VUOI PARLARE?

L’ora del diavolo” è un’antologia di racconti fantastici ispirati a leggende e tradizioni popolari della Lucchesia e delle Alpi Apuane. Essendo scaduto nel 2017 il contratto con il precedente editore, ho deciso di inserire il libro nel catalogo di NPS Edizioni, il neonato marchio dell’associazione culturale Nati per scrivere. Sia perché comunque è un libro che continua a incontrare interesse sul territorio, soprattutto dagli appassionati di folklore, sia per dare una chiara linea editoriale a NPS.

QUAL E’ STATA LA PARTE PIU’ DIFFICILE NELLA COMPILAZIONE DI QUESTA ANTOLOGIA? COME HAI SELEZIONATO I RACCONTI?

Dunque, inizialmente non pensavo di farne un’antologia personale. Ho scritto il primo racconto nel 2014, per partecipare al concorso “I mondi del fantasy” di Limana Umanita, e mi ispirai alla leggenda della nobildonna lucchese Lucida Mansi e al suo patto con il diavolo. Da lì, divertito e affascinato dal folklore locale, ho iniziato a recuperare leggende e tradizioni popolari della zona, orientando i miei racconti successivi sullo stesso universo. Quando ne ho avuti una dozzina, ho pensato di riunirli in un volume. Alcuni, all’interno dell’antologia, sono inediti, altri erano già apparsi in riviste o raccolte varie, però ritrovarli in un unico volume, tutto incentrato sulle leggende lucchesi, fa sicuramente un effetto diverso, molto bello.

DAL MOMENTO CHE SI TRATTA DI RACCONTI FANTASTICI ISPIRATI A LEGGENDE E TRADIZIONI POPOLARI LUCCHESI, COME TI SEI DOCUMENTATO?

Ho letto alcuni libri che trattavano di leggende lucchesi, come quelli di Paolo Fantozzi, studioso di storia locale, che ha scritto alcuni libri su storie e leggende lucchesi, della Versilia, della valle del Serchio, diciamo dell’area della provincia di Lucca. Poi “Toscana magica” di Giorgio Batini, libri sull’uso delle erbe, sulla mitologia e le credenze dei popoli italici, e ovviamente ho anche chiesto in giro, ai miei nonni, qualche conferma o qualche notizia su ciò che i loro genitori o nonni raccontavano loro quand’erano bambini. Anche se la memoria degli anziani, a volte, fa cilecca, certe storie non si dimenticano. E così è stato.

PENSI DI AVER ESAURITO L’ARGOMENTO OPPURE CREDI CI SIANO ALTRE LEGGENDE CHE HAI DOVUTO O VOLUTO TRALASCIARE E CHE COMPARIRANNO PIU’ AVANTI, MAGARI IN UN’ALTRA RACCOLTA?

L’argomento è vastissimo. Ci sono centinaia e centinaia di leggende lucchesi di cui sarebbe bello raccontare. Chiaramente ho dovuto fare una scelta, sia narrativa che commerciale, scegliendo quelle che mi ispiravano di più e che ho ritenuto più adatte per essere espanse e trasformate in storie autonome. Ma ce ne sono molte altre. Alcune mi hanno ispirato altri cinque racconti, che compariranno in una mia antologia successiva che raccoglierà racconti fantastici ispirati al folklore toscano. Quindi non più soltanto Lucca, Versilia e Alpi Apuane, ma anche Firenze, Siena, Arezzo, la Maremma, le isole dell’arcipelago toscano.

NON DIMENTICHIAMO POI ANCHE LA TUA SAGA “ULFHEDNAR WAR”, DI CUI RECENTEMENTE E’ USCITO IL SECONDO VOLUME INTITOLATO “I FIGLI DI CARDEA”. COSA PUOI DIRCI IN MERITO?

I Figli di Cardea” è il secondo volume della trilogia “Ulfhednar War”, la mia saga fantasy toscana, in quanto l’ambientazione è locale. Per una migliore comprensione del volume, è fortemente consigliata la lettura del primo libro “La guerra dei lupi”.

Sono passati due mesi dagli eventi del primo volume, siamo a settembre, sul finire dell’estate, e i vari personaggi cercano di andare avanti. Daniel ha ritrovato il branco da cui era stato costretto a separarsi alla fine della Seconda Guerra Mondiale e adesso cerca di insegnare ai nuovi ulfhednar a prendere coscienza di sé, a sopportare la furia guerriera che a volte li invade. La Dottoressa dovrebbe partire per Cardiff, per iniziare il suo nuovo lavoro, ma è tormentata dai fantasmi del passato, che mai come in quel momento le invadono la testa ogni giorno, portandola a ponderare ogni passo, ogni mossa. Dominic accusa Ascanio e Daniel di quello che è accaduto (in “La guerra dei lupi”) e vuol tenere suo figlio lontano dall’incasinato mondo sovrannaturale dei due ragazzi, sebbene quel mondo continui a chiamare Fabio, ad attrarlo a sé, senza che lui possa fare alcunché, se non prendere drastiche e terribili decisioni. Ascanio, infine, è scomparso: l’enorme sforzo psichico sostenuto alla Quercia delle Streghe di Capannori (alla fine del primo volume) grava su di lui, più di quanto immaginasse, e, incapace di sopportarne il peso, rischia di essere annientato. Nel frattempo i Figli di Cardea, l’organizzazione segreta che caccia le creature sovrannaturali, stanno per fare la loro mossa e un nuovo branco invade l’Appennino toscano…

A COSA TI SEI ISPIRATO PER QUESTO CICLO E COME E’ NATA L’IDEA DI “ULFHEDNAR WAR”?

“Ulfhednar War” è nato nel 2014, quando volevo scrivere una storia sui lupi, ma non volevo parlare dei soliti licantropi che mutano con la luna piena. Nelle mie storie mi piace che l’ambientazione non sia intesa solo come mero sfondo, ma che diventi parte integrante e integrata della narrazione, per cui scelgo sempre luoghi con una storia, una cultura, un folklore interessante. La saga si svolge in Toscana, in particolare nella zona dell’Appennino, della Garfagnana, una zona ricca di folklore, di mistero e magia, dove si è (re)insediata una comunità di ulfhednar, il branco del Vello d’Argento. Gli ulfhednar sono i leggendari guerriero lupo di Odino, Dio della Guerra, veri e propri uomini che possono mutare in lupo; in loro convivono due nature, una umana e una bestiale, e non sempre è facile tenere sotto controllo la seconda, soprattutto quando l’ira fa scattare la berserksgangr.

“Ulfhednar War” è una grande storia di amicizia, di amore, in tutte le sue forme, di ricerca di libertà, della propria libertà, prima di tutto la libertà di essere. E poi ci sono magia, misteri, battaglie, Storia e storie con cui gioco, folklore e mito, rimescolati in una ricetta, a mio avviso, originale.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Uhm, direi che la parte più difficile è stata trovare il tempo per scrivere. La trama ce l’avevo in mente fin dall’inizio e l’ho programmata capitolo dopo capitolo, i personaggi sono nati con la trama e si sono evoluti durante la stesura, l’ambientazione era già pronta, bastava soltanto reinterpretarla in chiave fantastica. Forse chiudere tutte le varie sottotrame è stato impegnativo, far combaciare i vari intrighi e misteri, far convergere tutte le storie in un unico nodo finale.

COME SI EVOLVERA’ LA SERIE E COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAI PROTAGONISTI?

La saga di “Ulfhednar War” sarà composta da tre volumi. Il terzo è attualmente in fase di scrittura, con grande dispiacere, perché quando si tratta di terminare un viaggio un po’ dispiace sempre, soprattutto quando i personaggi ti hanno fatto compagnia per cinque anni.

Senza anticipare niente, in quanto io odio gli spoiler, dico che con il proseguire della saga la componente “mitologica” si fa sempre più pressante e l’atmosfera del terzo volume è invasa proprio dallo spirito che animava i guerrieri norreni, l’ansia della battaglia, l’avvicinarsi di Ragnarok. Anche il finale sarà in linea con la stessa atmosfera: niente lieto fine, niente tragedie, solo il completarsi di un ciclo e l’inizio di uno nuovo.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Se ne parla da molto tempo di questa “battaglia”, eppure per adesso vedo che il cartaceo resiste ancora. E ne sono contento. Io leggo un po’ di tutto, sia in cartaceo che in digitale, di cui apprezzo soprattutto i bassi costi (quando leggi dai 50 ai 70 libri l’anno, spendere poco è fondamentale), però il mio grande amore sono i libri di carta, le librerie piene dei volumi che amo, che posso sfogliare, odorare, strapazzare e vedere invecchiare e ingiallire con me.

A PROPOSITO DI EDITORIA, TI OCCUPI DA ANNI DEL BLOG “I MONDI FANTASTICI”, CHE PROMUOVE E SOSTIENE LA LETTERATURA FANTASTICA ITALIANA E PRESIEDI L’ASSOCIAZIONE CULTURALE “NATI PER SCRIVERE”, CHE ORGANIZZA EVENTI E INCONTRI LETTERARI CON SCRITTORI LOCALI E CHE DA POCO SI È TRASFORMATA ANCHE IN UNA CASA EDITRICE. COSA PUOI RACCONTARCI DI QUESTA TUA ATTIVITA’ PARALLELA ALLA SCRITTURA?

L’associazione Nati per scrivere è nata nel 2016, da un gruppo di appassionati al mondo dei libri che avevano frequentato vari laboratori di scrittura creativa insieme. In quel periodo stavano uscendo le nostre pubblicazioni, così abbiamo pensato di unirci in una forma associativa. Ci occupiamo di organizzare eventi letterari, presentazioni di libri, incontri con scrittori locali, ma anche laboratori di scrittura, workshop sull’editoria, letture animate per bambini. Da quest’anno abbiamo lanciato anche il marchio editoriale NPS, per pubblicare alcuni libri curati e editi proprio da noi.

NPS si occupa prevalentemente di letteratura di genere (fantasy, mistery e horror per tutte le età, ci piace dire), ma da settembre partiranno due nuovi progetti: la collana di narrativa e una collaborazione con una rivista online. Punto di forza dei nostri libri è l’attenzione al territorio, all’ambientazione, che diventa parte integrante della narrazione, con la sua cultura, la sua storia, la sua arte, e la cura che dedichiamo alla presentazione ordinata del testo, scevro da errori e refusi. Pubblicheremo pochi libri l’anno, ma cercando di farlo con attenzione e tanta passione.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Vero, mi piacciono molto le storie con elementi fantastici, che vanno al di là del reale. Credo sia una delle potenzialità della scrittura, quella di poter andare oltre la vita di tutti i giorni, la sua monotonia e i suoi problemi quotidiani, e portare chi scrive, e chi legge, in mondi nuovi. Gli scrittori, in fondo, sono dei creatori dei mondi, delle divinità che con la penna possono dare vita a universi privati, per i loro personaggi e per i lettori che vi si faranno trascinare. Mi piace essere pronto, con la valigia in mano, un po’ come Bilbo, che ad una nuova avventura non dice mai di no. E la letteratura fantastica di sicuro offre tante possibilità per viaggiare lontano.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

A livello di creazione dei miei mondi narrativi, attingo molto alla mitologia (di qualunque cultura), al folklore, alle leggende e alle tradizioni locali. In “Ulfhednar War” ho attinto alla mitologia nordica e celtica, ma anche alla storia e al folklore toscano. In “Berserkr” mi sono rifatto alla storia tedesca e alla mitologia e alle leggende germaniche, di area continentale. In futuro ho in mente un paio di libri ispirati alla mitologia greca.

Per quanto riguarda invece le dinamiche tra i personaggi, per queste mi rifaccio alla vita di ogni giorno. Mi piace che i personaggi siano umani, che sbaglino, che si incavolino, che non siano gli eroi perfetti delle favole, ma che sappiano sporcarsi le mani quando devono, che siano imperfetti e fallibili. Li trovo più veritieri.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Leggo un po’ di tutto, ma apprezzo sicuramente Tolkien e Martin per il lavoro di creazione del mondo che hanno fatto, a dir poco superbo. Negli ultimi anni ho sviluppato una certa simpatia per le atmosfere cupe di Martin. Inoltre adoro Marion Zimmer Bradley, con “Le nebbie di Avalon”, James Rollins, con i suoi tecno-thriller, e tra i classici Jack Kerouac; “On the road” è uno dei miei libri preferiti in assoluto.

Tra gli italiani, il mio maestro è Luca Tarenzi, con i suoi bellissimi urban fantasy, ma adoro anche Aislinn, Cecilia Randall, Bianca Marconero, Valerio La Martire e Stefano Mancini.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Come per i libri, la mia simpatia va al mondo del fantasy e della fantascienza, per cui sul podio troviamo la saga di Star Wars, intesa nella sua totalità (io divoro tutto: film, libri, serie tv, universo espanso canonico e non). Del resto, Anakin Skywalker è il mio personaggio “di finzione” preferito. Poi ovviamente adoro i film di Peter Jackson: Il signore degli anelli e Lo Hobbit, i film Marvel su Capitan America e gli Avengers, la trilogia di Raimi su Spiderman, e tutti i film di Nolan, Inception su tutti, che guardo tipo una volta l’anno.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Progetti tantissimi, mamma mia! Mi ci vorrebbero giornate di 48 ore. A livello di scrittura, sto lavorando al capitolo finale di “Ulfhednar War”, e al tempo stesso mettendo insieme idee e racconti per un’antologia dark fantasy ispirata a leggende e mitologia germanica. Poi sto buttando giù una scaletta per un altro romanzo ambientato nello stesso universo di “Berserkr”. Questo senza contare le tante trame sparse nel mio computer per romanzi che prima o poi scriverò!

Andando oltre la scrittura, gli impegni con l’associazione Nati per scrivere e con il marchio NPS sono notevoli. Il 19 luglio inizierà “Un libro al tramonto”, la rassegna letteraria che organizziamo da quattro anni a Viareggio, un ciclo di aperitivi sul mare con scrittori toscani, per cui siamo elettrizzati e pronti per questa nuova avventura!

Infine, il sogno nel cassetto? Ce ne sono tanti. Alcuni non si possono rivelare, ma ragionando in termini pratici direi “vivere di scrittura”, di quello che faccio ogni giorno. Mi piacerebbe proprio che diventasse un lavoro, una fonte di sostentamento, e per questo mi impegno e mi do da fare ogni giorno. Speriamo! ????

Grazie per l’ospitalità. A presto.

GRAZIE A TE E IN BOCCA AL LUPO PER TUTTO!

Davide Longoni