FANTASCIENZA STORY 144

SUPERMAN TAI DARTH VADER (1980) – PARTE 05

Ora dobbiamo parlare in maniera più approfondita di una pellicola non certo eccezionale ma che riveste un ruolo importante nei sacrosanti diritti delle rivendicazioni sindacali di un mostro che si rispetti.

Fino a questo momento abbiamo avuto modo di assistere a creature più o meno mostruose, dai pesci ai rettili, dagli anfibi ai rapaci, dai mostri alieni alle bave striscianti, che insediavano e rapivano le nostre donne portandosele in braccio in giro per ogni dove. King Kong in cima a un grattacielo, il Gillman o Creatura della Laguna Nera, se vogliamo dichiararne tutti i titoli nobiliari per intero, dentro a una grotta e sopra una specie di ara votiva, lo stupidissimo Solarite de Il Pianeta Fantasma che scarrozza la sua preda lungo tutta la base posta su un autonomo asteroide o anche l’alieno al silicone, pardon al silicato, de Il Fantasma dello Spazio il quale, invisibile, cerca di farsi vedere bene mentre trasloca l’inespressiva protagonista da una stanza all’altra dell’osservatorio dove si svolge l’oscura vicenda.

E questo per fare solo alcuni dei molteplici esempi che potrebbero essere tratti da una situazione che vedeva sì le orrende, fameliche e anche arrapate creature, impossessarsi delle loro prede ma, alla fin fine, esse erano liberate dal noiosissimo e quasi antipatico eroe di turno senza che il povero mostro potesse combinarci alcunché.

Beh, la cosa è finita. Il sindacato dei mostri, dopo anni di giuste e reiterate proteste, ha ottenuto di far apparire i suoi iscritti in un film dove non solo i mostri rapiscono le fanciulle in pericolo ma espletano la loro normale e sacrosanta funzione riproduttiva e godereccia a spese delle sopraindicate vittime e per impossessarsi delle loro prede non ci pensano due volte a far fuori il maschio rompiscatole che si frappone tra loro e il finalmente ottenuto oggetto di desiderio.

Questa rivoluzione sociale dai fermenti, è il caso di dirlo, mostruosi, avviene grazie a una vecchia volpe di Hollywood: Roger Corman e la sua New Line Cinema.

Abbiamo già parlato di lui ma giova comunque ricordare il suo sistema cardine con il quale egli produceva film: pochi soldi e velocemente. Per questo reclutava giovani registi desiderosi di affermarsi e dava loro in mano una storia da girare in poco tempo e con poca spesa. La prevendita assicurava già la copertura delle spese. Il budget era infatti tra i cinquecento e i seicentomila dollari per sei settimane di riprese.

A questa regola non si sottrasse neppure Barbara Peeters e il suo Monster – Esseri Ignoti dai Profondi Abissi (Humanoids from the Deep) che altro non è che un chiaro richiamo a Il Mostro della Laguna Nera e questo è palese visto che un parente di Jack Arnold, Frank Arnold III, ne ha firmato la storia assieme a Martin B. Cohen.

Ma il motivo poteva non essere sufficiente a Roger Corman per spingerlo a produrre il film. Ammiratore delle pellicole di Arnold egli sapeva che esse andavano bene per l’epoca in cui erano state girate ma che allo spettatore odierno servivano immagini più forti e più splatter, secondo una moda che prenderà ancora più piede negli anni a venire. Ecco la ragione per cui Corman coniugò non solo Arnold con Ridley Scott e il suo Alien , ma rese le creature dei mostri assatanati di sangue, di cibo e di sesso e questo fu il primo importante passo per la giusta e sacrosanta equiparazione dei diritti mostreschi delle creature venute non solo dagli abissi interni del nostro mondo ma anche da quelli esterni o da qualunque parte essi potessero venire. Da questo momento in poi essi lo sapevano, sarebbero stati trattati con gli stessi diritti degli eroi della pellicola contro i quali, incredibile a dirsi, arriveranno anche a vincere (questa strada l’aveva già aperta Gorgo parecchi anni prima ma solo per i sacrosanti diritti di una madre di difendere il proprio, anche se gigantesco, piccolo) … ma solo qualche volta…

MONSTER – ESSERI IGNOTI DAI PROFONDI ABISSI (Humanoids from the Deep)

Noyo è poco più che un villaggio di pescatori, loro unica fonte di guadagno e di sopravvivenza. All’imbarcadero parecchi battelli stanno per prendere il largo alla ricerca del salmone: Jim Hill (Doug McClure) e suo fratello Tommy (Breck Costin) giungono a bordo del fuoristrada del primo e si recano al molo per andare a pesca.

Jim: “Non vale neanche più la pena di uscire a pesca. Sembra quasi che i salmoni siano tutti scomparsi.”

Tommy: “Eh, già…”

Jim: “Mi contenterei anche di un tonnetto… Salmoni?! È un sogno.”

Una passerella li porta sul pontile dove incontrano dapprima un suo amico e il figlio che stanno per prendere il largo poi, sopra la propria barca, la Golden Gate, essi vedono Hank Slattery (Vic Morrow). Un motoscafo si avvicina quindi velocemente a loro, a bordo c’è un amico di Jim, Johnny Eagle, un indiano.

Jim: “Ehi, ciao Johnny. Vai fuori oggi?”

Johnny: (mettendo piede sul pontile) Non c’è pesce in acqua da ripagarmi le spese. Se mettono lo stabilimento, fra due o tre anni non ci sarà più niente per nessuno.”

Hank: “Bisogna farlo, se vogliamo il progresso per il paese e progresso significa benessere. Tu e la tua gente non lo capirete mai. Ma sappi una cosa: ti leveremo di mezzo.”

Johnny: “Lo disse anche il Generale Custer, ricordi?”

Hank: “Lo so, erano altri tempi… e altri uomini… (Si rivolge al proprio equipaggio) Sotto ragazzi, andiamo via! Ci sono tanti salmoni col nostro indirizzo addosso.”

Qualcosa è rimasto impigliato nella rete di uno dei pescatori, l’amico di Jim, qualcosa che sembra dotato di una gran forza. Una mano palmata artiglia la rete sommersa e l’argano si ferma perché il figlio del pescatore, Jackie, si è dimenticato di mettere il carburante nella piccola cisterna. Mentre il giovane comincia a riempire nuovamente il serbatoio, il padre lo chiama per dare una mano a lui e al suo amico a tirare su a mano la rete. Ma un ulteriore strappo proveniente dalla creatura catturata, la quale con gli affilati artigli ha strappato la rete, fa precipitare il piccolo Jackie e nessuno si avvede, per di più, che dalla tanica rovesciata sta colando benzina. Il ragazzo scompare sott’acqua e una grossa bolla di sangue si forma in superficie. Il padre vorrebbe buttarsi ma il suo amico lo trattiene. In quel momento, il timoniere arriva a poppa con in mano una lanciarazzi, scivola sulla benzina e un colpo parte facendo incendiare e quindi esplodere il battello.

L’esplosione è ben visibile dalla barca di Jim il quale ordina al fratello:

Jim: “Nessuno in acqua. Avvia i motori, chiama il Guardiacoste, muoviti!”

È sera. A casa di Jim e di sua moglie Carol (Cindy Weintraub) c’è Frank, lo sceriffo del paese.

Jim sta giocando con il suo piccolo figlio John (Shawn Erler) ma ascolta anche quello che l’uomo gli sta dicendo.

Frank: “Le barche non esplodono senza una ragione specifica.”

Jim: “Perdeva olio come un secchio bucato…”

Frank: “Il che potrebbe anche giustificare l’esplosione. Alle industrie non piace installarsi in località in cui avvengono certi pasticci e qualcuno qui non vuole lo stabilimento.”

Carol: “Ma, scusa, dove vorresti arrivare? Tu credi che Johnny sia responsabile, in un modo o nell’altro…”

Jim: “Qualcosa li ha spaventati, perché hanno sparato, non è stato certo…”

Il bambino sta piangendo e il cane, Baron, è parecchio agitato. Tutto è successo stranamente all’improvviso. Jim mette fuori l’animale e la bestia segue delle tracce sul terreno inoltrandosi in mezzo agli alberi e alla nebbia. Una gigantesca figura ruggente si erge davanti a lui e per Baron non c’è salvezza…

Giunge il mattino e Carol esce da casa con la zuppa per il cane, lo chiama ma questo non risponde. Si guarda intorno e chiama, perplessa, il marito:

Carol: “Jim, vieni qui un momento… Sembrano orme d’animali.”

Jim osserva e tocca la strana sostanza che si trova sui bidoni della spazzatura.

Jim: “Ma non capisco, non ho mai visto una roba simile… vanno da quella parte.”

Carol: “Seguiamole.”

Jim: “Sì.”

Mentre i due s’inoltrano nel sentiero che sbocca sulla riva, Hank e i suoi uomini stanno portando le birre per la festa danzante della sera. Jim e Carol, inorriditi, trovano ciò che resta del cane e Hank, da parte sua, trova degli altri cani morti ma lì vicino, su una barca, l’unico superstite, si sta agitando al guinzaglio.

Hank: “Che strano… l’unico cane vivo è quello dell’indiano… Questa faccenda è poco chiara…”

Giunge di nuovo la sera e Peggy Larson (Lynn Theel) si sta vestendo per andare alla festa. Sente dei rumori e comincia a girare per la casa, sobbalzando, come è classico in questi casi, ben due volte per dei falsi allarmi. L’ultimo di questi è il telefono che suona. E’ la sua amica Linda Beale (Denise Galik – Furey) che sta per venirla a prendere con Tommy. Armata di un forchettone per arrosti Peggy continua la sua ispezione quando un’ombra le appare alle spalle: è un altro falso allarme, si tratta di Jerry Potter (Meegan King).

Le sue effusioni vengono interrotte da Peggy che lo avvisa del fatto che i due amici stanno arrivando.

Uno striscione con la scritta: 75 Noyo Salmon Festival e il sindaco accolgono gli invitati. Arrivano quindi Jim e Carol e poi Hank e quindi i quattro ragazzi. Mentre Tommy e Linda entrano, Peggy e Jerry restano fuori a bere. All’interno l’orchestra, terminato il pezzo, si ferma per permettere al sindaco di prendere la parola.

Sindaco: “Grazie amici, grazie. Prima che Joe Williams e il suo complesso Jazz vadano avanti voglio presentarvi gli illustri ospiti intervenuti all’attuale festival. Della Calcton e Compagni il loro Presidente Charles Borden… (applausi)… Il suo primo assistente James Edwards e la consulente tecnica dottoressa Susan Drake … (applausi)… Prego…”

Borden prende la parola.

Borden: “Grazie, amici… di cuore…”

Carol:(a bassa voce a Jim) Ci mancava anche la predica…”

Borden: “Prima di dare inizio alla festa voglio dirvi che noi della Calcton siamo al cento per cento con voi e con la vostra comunità e siamo venuti qui espressamente per promettervi che il nostro impianto sarà per voi la migliore iniziativa da quando Dio creò fiumi e oceani… (Applausi entusiasti specialmente da Hank). E dato che mi ci trovo faccio un’altra promessa: aumenteremo i posti di lavoro e per quanto vi possa sembrare incredibile riusciremo perfino ad accrescere il pescato. La nostra egregia dottoressa, che è una specialista in questo campo, ha effettuato assidue ricerche nei nostri laboratori in questi ultimi sette anni ed è in grado di assicurarvi che è stato trovato il sistema per aumentare notevolmente la quantità e la qualità delle nostre prede!”

Dopo gli applausi il sindaco prende nuovamente la parola.

Sindaco: “Amici, queste notizie c’incoraggiano e per questo dobbiamo festeggiare. Perciò via con la musica, continuiamo con le danze e godiamoci questo memorabile festival.”

La musica riprende e noi veniamo a sapere che Jim e Susan (Ann Turkel), assieme a Borden ed Edwards usciranno il giorno dopo a pesca.

Jerry e Peggy si appartano mentre, in macchina, Tommy e Linda si stanno baciando.

Mentre lo sceriffo sta riferendo al sindaco la faccenda dei cani, Johnny entra con il suo cane morto in braccio.

Johnny: “Qualcuno ha ucciso il mio cane, Slattery, tu ne sai niente?”

Hank: “Guarda caso… Qualcuno ha ucciso sette cani la notte scorsa, tu ne sai niente?”

Johnny: “Non ammazzo cani per far valere le mie ragioni. (Deposita l’animale a Terra e si rialza mostrando la camicia macchiata di sangue) Adesso basta. Io vi farò causa. Chiederò la restituzione delle terre degli indiani lungo il fiume. Bloccherò il tuo maledetto stabilimento ma lo farò con la legge, la tua legge!”

Hank: “Questo individuo non è stato neanche invitato e rovina la festa. Avanti, buttatelo fuori!”

Uno degli uomini di Hank afferra da dietro la schiena Johnny, passandogli un braccio intorno al collo e lo trascina fuori, ordinando di togliere il cane da lì e scusandosi con gli invitati, Hank esce a sua volta.

Il cane viene preso in braccio da un altro degli amici di Hank e così notiamo che il morto muove la coda…

Fuori scoppia una rissa e poiché il giovane indiano è da solo Jim interviene per aiutarlo e così fa Tommy. Anche Jerry cerca di intervenire ma come mette il naso fuori dalla macchina, un cazzotto lo fa tornare indietro.

Lo sceriffo interviene mandando tutti a casa. Il giorno dopo, di nascosto e con una barca a motore, Hank si addentra tra le anse del fiume raggiungendo di nascosto la casa di Johnny e ascolta così le intenzioni dell’indiano che ha riunito altri della sua tribù.

Linda con Jerry e Peggy sono sulla spiaggia e la ragazza osserva i due che si allontanano teneramente abbracciati mentre, nello stesso momento il battello di Jim, con a bordo Borden, Edward e Susan, si sta dirigendo all’aperto per la pesca. Sotto la superficie dell’acqua qualcosa si muove…

I due ragazzi non si accorgono delle orme sul terreno e si addentrano nella parte più nascosta e selvaggia della costa mentre sulla barca qualcosa di gigantesco sfugge alla lenza di Borden.

Mentre stanno facendo il bagno qualcosa assale Jerry e Peggy ne trova il corpo orrendamente scarnificato, fugge urlando ma una delle creature l’afferra e la trascina via.

Linda intanto si sta rivestendo e accetta il passaggio di Carol per andare verso il porto.

L’orrenda creatura compie finalmente la sua opera per la quale generazioni e generazioni di mostri prima di lei, sarebbero stupiti e gelosi, afferra il reggiseno e lo toglie con un gesto feroce mentre Peggy continua inutilmente a urlare…

Al bar del paese Hank riferisce ai suoi amici ciò che ha sentito a casa di Johnny.

Hank: “C’è una cosa importante. Ci troviamo di fronte ad un problema. quel bastardo di Johnny ha deciso di rompere le palle. Sapete chi ha convocato a casa sua? Un gruppo di indiani delle riserve e sapete perché? Per convincerli a sporgere denuncia contro la creazione dello stabilimento. Ero lì poco fa e ho sentito tutto… E non basta: si è messo nelle mani di un grosso avvocato di città sempre pronto a difendere gli indiani, il quale gli fa la causa gratis.”

Dickie: “Si contenta della pubblicità.”

Deke: “Perché non ci prendiamo anche noi un bravo avvocato, eh?”

Hank: “E poi? Ci vorranno almeno due anni per la causa e credi che i finanziatori aspetteranno la soluzione dei nostri problemi? No, caro. Bisogna sistemare Johnny e la sua gente o niente da fare…”

Deke: “E come?”

Hank: “Che importa come? In un modo qualunque, ecco come.”

Jim è tornato dalla battuta di pesca e Johnny lo sta aspettando per ringraziarlo dell’aiuto datogli durante la rissa e vorrebbe parlargli della faccenda dello stabilimento ma la risposta del pescatore è secca e decisa:

Jim: “Johnny, a me sta bene, a te no. Non c’è altro da dire.”

Mentre l’uomo si allontana Johnny invita Tommy e Linda a casa sua per mangiare delle trote appena pescate e i due accettano per cui l’indiano si allontana con i due sulla sua barca a motore. Intanto due campeggiatori si sono fermati sulla spiaggia antistante la riva e vengono attaccati dalle creature. Il ragazzo viene ucciso mentre la ragazza, completamente nuda, cerca di fuggire ma viene raggiunta, stuprata e uccisa. Si è fatto buio e Hank e i suoi amici hanno seguito di nascosto Johnny e gli altri e mentre l’indiano prepara il pesce e Linda sta prendendo dell’acqua, qualcosa di minaccioso sta per uscire dal fiume. Mentre Hank e i suoi complici lanciano delle bombe molotov sulla casa di Johnny incendiandola, l’indiano cerca di spegnere l’incendio e manda Linda in città con la Jeep a cercare aiuto. Tommy nota qualcosa muoversi sul pontile e, prima che possa sparare un colpo, viene trascinato in acqua da una delle creature. Riesce a raggiungere il pontile e ad afferrare il fucile e con il calcio comincia a colpire l’essere. Johnny si accorge di quello che sta accadendo e colpisce con un rampino il mostro uccidendolo e quindi spara contro gli altri esseri salvando così Tommy.

Linda non è così fortunata perché si trova una delle creature sul tetto della macchina. Frena bruscamente e il mostro viene sbalzato via sulla strada. La ragazza gli passa sopra con la Jeep ma un altro mostro la afferra rompendo il finestrino sul retro e la macchina sbanda cadendo da un alto ponte per poi esplodere e incendiarsi sul greto.

Il mattino seguente a Noyo, Susan chiede a un vecchio pescatore (Frank Arnold) se c’è la possibilità di noleggiare una barca ma l’uomo gli risponde che non è la giornata opportuna indicandole un capannello di gente tra i quali ci sono Hank e Frank che stanno commentando la scomparsa di Jerry Potter, di Linda e di Peggy.

In quel momento arriva la barca di Johnny con a bordo l’indiano e Tommy ferito e, mentre Carol porta in ospedale il cognato, Jim si ferma a parlare con gli altri. L’indiano descrive a Susan le creature che li hanno attaccati.

Susan: “Mi puoi dire quanto erano alti?”

Johnny: “Un paio di metri e anche di più.”

Susan: “E quanti ne hai visti?”

Johnny: “Quattro o cinque.”

Jim: “Frank, chi ha ridotto mio fratello in quel modo?”

Frank: “Tu sei padronissimo di non crederci ma pare che siano stati dei mostri.”

Jim: “Mostri?”

Hank: “Esseri venuti dal mare. Gli hanno bruciato la casa, hanno aggredito Tommy e si sono portati via i loro morti.”

Jim: “E va bene, io vado sul posto. Nessuno viene con me?”

Hank: “Che vai a fare?”

Jim: “A vederci chiaro. Chi ha affondato la barca, ucciso i cani e ora aggredisce le persone, chiunque sia, non è Johnny. Cerco un volontario, vieni con me?”

Hank: “È una perdita di tempo.”

Jim: “Hai paura?”

Hank: “Paura di cosa?”

Jim: “Potter?”

John Potter (Bruce Monette) è il padre di Jerry Potter, suo figlio è scomparso. Noi sappiamo che è stato ucciso.

John: “Mio figlio non è rientrato stanotte e neanche Peggy. Devo cercare mio figlio, non ho tempo di andare a caccia di fantastici mostri.”

Johnny: “Vengo io con te.”

Frank: “Un momento, non voglio che tu sparisca prima che ti abbia interrogato.”

Jim: “Ci vieni tu con me, allora?”

Frank: “Ho altri impegni, Jim. Devo essere all’ospedale appena Tommy potrà parlare.”

Jim: “Allora affida Johnny a me, mi serve. Era là e sa dove possiamo cercare.”

Susan: “Vengo con lei, Jim.”

Jim: “Qui le donne non servono.”

Susan: “Lasci perdere i pregiudizi, questa è la mia materia. Andiamo.”

I tre attraccano davanti alla ex casa di Johnny, tra i resti del pontile. Susan inizia subito a esaminare la zona e a fare fotografie.

Susan: “È evidente che sono stati qui.”

Jim: “Non vorrà prendermi in giro, vero?”

Johnny: “Crede che ci saranno altri esemplari qui intorno?”

Susan: “Mi è parso di sentire qualche cosa… (Jim imbraccia prontamente il fucile) Ho detto: mi è parso di aver sentito… La dinamica dell’attacco è quella dei predatori notturni che di giorno, probabilmente, rimane nascosto se il suo habitat è disturbato.”

Jim: “Ma saranno di stanza qui?”

Susan: “Non ne sono sicura. Erano qui stanotte ma questo non vuol dire proprio niente. Se le dimensioni sono esatte a monte non avrebbero prede con cui sfamarsi, forse vanno nell’oceano…”

Jim: “Sembra piuttosto sicura di sé.”

Susan: “Si ricordi che questo è il mio mestiere.”

Johnny: “Beh, ora possiamo andare…”

I tre prendono il battello di Jim ed escono al largo. Susan mostra a Johnny un disegno della creatura che ha portato con sé. L’indiano sta pescando.

Susan: “Come questo?”

Johnny: “Si, più o meno. Solo che la testa è molto più grossa.”

Susan: “Si saranno sviluppati più del previsto e forse sono anche intelligenti.”

All’improvviso qualcosa abbocca.

Jim: “Accidenti, è un salmone… È la prima volta che mi dispiace che un pesce abbia abboccato.”

Susan: “Cerchiamo di consolarci. A giudicare dalle dimensioni del salmone potremmo non essere lontani da quello che stiamo cercando.”

La ricerca continua. Susan sta osservando la costa con il binocolo. Jim le si avvicina.

Jim: “Ho parlato con mia moglie via radio. I dottori dicono che Tommy se la caverà.”

Susan: “Bene. Lo hanno già interrogato?”

Jim: “No. Non ha ancora ripreso coscienza ma ha forti sintomi vitali… Quante cose sa che non mi dice? Per favore vuole posare quel binocolo un momento?”

Susan: “Per ora non posso dirle altro.”

Jim: “Dice che sono intelligenti, è sorpresa dalle dimensioni del cranio… a parte questo sembra che il suo disegno sia abbastanza fedele.”

Susan: “Guardi bene la costa.”

Jim: “Che ha visto?”

Susan: “Si vede una fila di grotte. Vogliamo ispezionarle?”

I tre attraccano e iniziano l’esplorazione. Lungo il litorale s’incontrano con i mostri che li attaccano. A tutta prima Susan dice ai due di non sparare ma quando è a sua volta attaccata da una delle creature, cambia rapidamente idea. Jim salva Johnny dall’attacco di una dei mostri.

Poi, sotto uno strato di alghe, essi trovano Peggy ancora viva e l’indiano fa fuori, fiocinandolo, un ultimo mostro.

Al laboratorio e alla presenza dei due e di Edward, Susan esamina il cadavere di una delle creature.

Jim: “Quali sono le prime conclusioni a cui si può arrivare?”

Susan: “Beh, tanto per cominciare, la specie è apparsa soltanto da poco, quindi deve esserci una causa per un’evoluzione così rapida di un umanoide. Osservi la branchia sul lato della testa…”

Jim: “Come nei pesci, ma si muovono bene anche a terra…”

Susan: “E lo abbiamo già constatato. Ma il loro habitat naturale è chiaramente l’acqua anche se credo che siano in fase di diventare anfibi. Guardi il volume del cranio: esso può ospitare un cervello di enormi dimensioni il che non vuol dire tuttavia che siano dei superintellettuali… e guardi questo: mani palmate.”

Edward: “Perché voi intanto non rientrate al villaggio, vi informeremo sulle novità.”

Jim: “Noi non ce ne andremo senza sapere qualcosa.”

Susan: “Stia tranquillo.”

Edward: “Il Signor Borden vuole ancora tenere la notizia sotto silenzio per dare alla società la possibilità di elaborarla. La sua teoria potrebbe essere inesatta.”

Susan: “Che cosa diavolo sta dicendo? Per anni ho cercato di farvi conoscere la tragica realtà e l’avete presa a ridere! E ora guarda, Edward, ce l’hai sotto gli occhi, brutto deficiente l’hai vista? E continui a dire che la mia teoria è inesatta? La mia teoria non è inesatta e non la terrò più sotto silenzio! Questa gente ha il diritto di sapere. Fai mettere in proiezione il documentario due, tre, due… Avanti, Edward!”

In questo remake abusivo de Il Mostro della Laguna Nera non poteva mancare quello che era il cavallo di battaglia di molte pellicole degli anni ’50: il filmetto esplicativo e poiché con questo film inizia l’operazione nostalgia o la fase di remake che riporterà sullo schermo molte storie del passato, eccolo tornare prepotentemente alla ribalta.

Susan: “Okay. Allora fate bene attenzione: quello che state vedendo è un film sui nostri primi esperimenti DNA-5 con le rane. Questi sono i girini allo stadio di larva. Ai girini occorrono dodici settimane per diventare rane adulte. Ora aggiungiamo DNA-5 che contiene elementi genetici i quali stimolano l’ormone dello sviluppo delle rane. Con l’apporto del DNA-5 lo stadio adulto si raggiunge solo in pochi giorni…”

Jim: “E con questo?”

Susan: “Stavamo applicando questo processo per accelerare la crescita dei salmoni quando un terremoto fracassò uno dei nostri bacini sperimentali. Tremila salmoni trattati con il DNA-5 si dispersero nell’oceano. Volevo informare l’autorità ma i dirigenti della ditta me l’impedirono…”

Jim: “E se altri pesci hanno mangiato quei salmoni?”

Susan: “Esattamente. La mia teoria sostiene che nutrendosi con salmoni trattati al DNA-5 pesci più primitivi possono aver subito una rapida evoluzione, come un Coelacanthus, che fu scoperto in questa zona alcuni anni fa da un noto biologo.”

Ritorna uno dei più curiosi protagonisti del cinema di fantascienza e cioè il Coelacanthus, detto più familiarmente Celacanto o Celacantide che già era stato responsabile delle trasformazioni primordiali del protagonista e di animali nel film di Jack Arnold Ricerche Diaboliche (Monster in the Campus) e aveva fatto anche un brevissimo cameo in Gorgo (Gorgo) di Eugene Louriè. La citazione della Dottoressa Susan Drake è inesatta: il pesce preistorico, creduto estinto, fu in realtà pescato circa sessant’anni fa al largo delle coste dell’Africa Meridionale. Fu chiamato “Celacantide di Chaluma” (Latimeria Chalumnae). Il primo della sua specie visse oltre quattrocento milioni di anni prima ed era stretto parente dei pesci che per primi si avventurarono sulla terra emersa. La sua sopravvivenza fino a oggi è dovuta al fatto che nell’Oceano Indiano, dove ancora vive, non ha rivali.

Susan spegne il proiettore.

Jim: “Che cos’è il Coelacanthus?”

Susan: “Un tipo preistorico di pesce che non si è evoluto in milioni di anni ma potrebbe averlo fatto mangiando salmoni contenenti DNA-5. Ecco le fotografie che ho fatto questa mattina. Nel suo ciclo vitale questo animale deve essersi evoluto attraverso quattro stadi di sviluppo. È partito come pesce ma è umanoide nello stadio finale.”

Johnny: “E perché ci aggrediscono?”

Susan: “Gran parte degli animali proteggono il loro habitat e le loro riserve di cibo quindi potrebbero considerare l’uomo come concorrente.”

Jim: “Ma quelle ragazze?”

Susan: “Io ritengo che quegli esseri siano indotti ad accoppiarsi con noi per accelerare la loro incredibile evoluzione.”

Jim: “Mi si accappona la pelle…”

Johnny: “Ehi, il festival!”

Susan: “Oh, mio Dio!”

È sera ormai e il pontile e la zona adiacente sono gremiti di persone. Un annunciatore della radio locale (Greg Travis) sta commentando la manifestazione da uno stand accanto a una bella ragazza in bikini (Linda Shayne) che è stata eletta Miss Salmone. Carol, invece è rimasta a casa ad aspettare Jim con il piccolo John Anche lo sceriffo sta aspettando notizie ma la perlustrazione degli amici di Hank non ha portato alcun risultato.  In quel momento arrivano in Jeep Susan, Johnny e Jim con uno dei mostri morti. L’attacco delle creature avviene subito dopo: sfondano il pontile e seminano il panico tra la folla. Jim e Susan salgono sul battello per irrorare la darsena di benzina. I mostri assalgono e uccidono le loro vittime mentre, dalla radio, Carol sente le grida del commentatore attaccato e ucciso da uno degli uomini pesce che si mette poi a inseguire Miss Salmone con ben altre intenzioni, ma la ragazza prende a sassate il mostro e scappa con le poppe al vento.

Hank sta cercando di aiutare una bambina aggrappata a quello che resta del pontile e verrebbe catturato a sua volta da un mostro se i precisi colpi di Johnny non facessero fuori la creatura, poi l’indiano aiuta il suo rivale a risalire al sicuro.

Su ordine di Jim, Susan lancia un razzo nell’acqua e quattro stentati fuocherelli, secondo la sceneggiatura, fanno fuori i mostri. Uno dei pochi superstiti, rimasto a terra, viene circondato e preso a bastonate da un gruppo di cittadini inferociti.

Preoccupato per sua moglie e dopo che sono stati attaccati a loro volta da una delle creature la quale viene uccisa da Johnny che così salva Susan, Jim risale sul battello e si dirige verso casa dove uno dei mostri sta per assalire Carol. Dopo aver nascosto il figlio in uno stanzino, la donna acceca l’essere con del detersivo e lo prende a coltellate uccidendolo. A scena finita arriva il buon Jim.

Il mattino dopo i tre sono al porto dove Frank li informa che Susan è in laboratorio sana e salva.

Ma cosa sta facendo la nostra dottoressa?

Sta aiutando Peggy a partorire (di già?), e quello che esce dal ventre della disgraziata, dilaniandola, è una versione molto più ridicola del mostro di Alien mentre la cinepresa si sofferma a inquadrare gli occhi spalancati di Peggy stranamente simili a quelli di un pesce. Fine della storia.

Rob Bottin che ha creato la maschera di questa nuova versione del Gillman, ha indossato anche uno dei costumi sostenendo il ruolo di principale assalitore e stupratore delle sue vittime trovando la sua parte piacevolmente faticosa. Il trucco è abbastanza credibile se si eccettua le lunghe braccia molto poco articolate.

Una nota particolare la meritano gli attori.

Doug McClure è ricordato nel cinema di fantascienza per aver interpretato quattro film tratti da romanzi di E. R. Burroughs, il creatore di Tarzan, del ciclo di Alan Carter su Marte, e di altre due avventure similari fantasticamente ambientate sulla Luna e su Venere. Il regista di questi quattro film è lo stesso: Kevin Connor ed i film sono: La Terra dimenticata dal Tempo (Land that Time Forgot), dove interpreta il ruolo di Bowen Tyler, quindi il suo seguito: Gli Uomini della Terra dimenticata dal Tempo, un cameo il suo dove interpreta lo stesso personaggio del film precedente. Quindi, sempre con lo stesso regista interpreta il ruolo di David Innes, accanto a un esilarante Peter Cushing e a una splendida Caroline Munro, nel film Centro della Terra continente Sconosciuto (At the Earth’ Core) e in seguito, l’ultimo della serie, fu Le Sette città di Atlantide (Warlords of Atlantis), nel ruolo di Greg Collinson. Dopo il film di Barbara Peters, McClure torna alla fantascienza con Firebird 2015 A.D. (Firebird 2015) per la regia di David Robertson. Per la televisione era apparso nell’episodio di Ai Confini della Realtà intitolato Mr. Denton on Doomsay nel ruolo di Pete Grant. Era nato l’11 maggio 1935 a Glendale, in California ed è morto prematuramente a causa di un tumore allo stomaco, a Sherman Oaks, sempre in California, il 5 febbraio 1995.

Vic Morrow, invece, era nato il 14 febbraio del 1929 nel Bronx, a New York ma è morto a causa di un incidente il 23 luglio del 1982 a Indian Dunes, in California mentre stava girando uno degli episodi del film Ai Confini della Realtà (Twilight Zone: The Movie), un film ad episodi girato da John Landis, Steven Spielberg, Joe Dante e George Miller. Lui e due bambini che interpretavano il ruolo di piccoli vietnamiti furono falciati da un elicottero che precipitò su di loro. Morrow fu decapitato vivo dalle pale.

Il suo episodio, il primo, lo vedeva nei panni di un razzista, Bill Connor, che si trova misteriosamente catapultato nel tempo e finisce deportato come ebreo durante la Seconda Guerra Mondiale. Le scene finali furono girate fuori campo e con una controfigura ma la produzione fu accusata di sfruttamento di minori in quanto i bambini erano sul set oltre l’orario consentito per cui la pellicola subì ovviamente forti ritardi.

(5 – continua)

Giovanni Mongini