LUIGI PASTORE… COME UNA CRISALIDE

Abbiamo conosciuto Luigi Pastore in tempi non sospetti: noi eravamo agli inizi della nostra avventura online e lui era agli esordi della sua carriera di regista, anche se già alle spalle contava notevoli collaborazioni con nomi grossi del calibro di Dario Argento e Luigi Cozzi. Tutto questo per dire semplicemente che la nostra amicizia è nata in maniera spontanea e senza secondi fini da parte di nessuno e soprattutto che ancora una volta abbiamo avuto fiuto, perché abbiamo creduto in lui fin dall’inizio e ora Luigi è entrato a gran diritto nella grande distribuzione cinematografica con un film che ha già ottenuto ampi consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all’estero, “Come una crisalide”. Ma andiamo con ordine.

CIAO LUIGI, L’ULTIMA VOLTA CHE ABBIAMO AVUTO IL PIACERE DI OSPITARTI SULLA ZONA MORTA E’ STATO PIU’ DI CINQUE ANNI FA: NE E’ PASSATA DI ACQUA SOTTO I PONTI… COSA HAI FATTO NEL FRATTEMPO?

Si, è vero, ho riletto la mia intervista e devo dire che c’è stata una notevole evoluzione, non solo professionale ma anche dal punto di vista personale. Oggi ho quasi 39 anni e so benissimo chi sono, quello che ho fatto e i progetti che vorrei ancora realizzare. Leggo in quelle mie dichiarazioni di allora una certa immaturità, forse dovuta al fatto che era una delle mie prime interviste.

FINALMENTE SEI RIUSCITO ANCHE A GIRARE IL TUO LUNGOMETRAGGIO “COME UNA CRISALIDE”, CHE TRA L’ALTRO STA ANDANDO BENISSIMO, SOPRATTUTTO ALL’ESTERO. CE NE VUOI PARLARE?

Devo ringraziare Antonio Tentori, l’amico fraterno che ha creduto più di tutti nelle mie capacità tanto da spingermi ad esordire alla regia, contribuendo anche economicamente alla produzione del film. Abbiamo creduto fortemente nel progetto, anche quando sembrava che a nessuno interessasse il film. Poi, per fortuna, un distributore tedesco ha comprato i diritti per la Germania e ha realizzato una prestigiosa edizione in DVD, che ha fatto registrare sold-out già al secondo giorno di presentazione al “Weekend of Horror”. Da quel momento in poi è iniziata la salita del film e prossimamente verrà distribuito anche dalla Troma per il mercato USA, in Spagna già dai prossimi mesi in VOD e anche in Italia per la Sinister, con la quale abbiamo già un accordo in via di definizione.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Per l’ambientazione ho usato come set principale la mia ex casa di Ardea, che avevo già messo in vendita. Prima di consegnarla ai nuovi proprietari ne ho approfittato per girare tutto il film e, con degli espedienti scenografici, siamo riusciti a trasformare i vari ambienti negli interni principali, compresa la sagrestia dove avviene l’omicidio del prete e lo studio televisivo. Gli unici ambienti reali in interni sono stati la discoteca e la chiesa. Per il resto abbiamo allestito i vari set in casa e, in un paio di sequenza, anche presso l’abitazione di Tentori. Per quanto riguarda gli attori, ad eccezione di Riccardo Serventi Longhi, ho scelto tutti esordienti e poi li ho fatti doppiare. Ho girato solo con un audio di riferimento, perché ho voluto ricostruire tutto il sonoro in studio, dialoghi compresi.

LA SCENEGGIATURA L’HAI SCRITTA INSIEME AD ANTONIO TENTORI: COME NASCE UN FILM SCRITTO A QUATTRO MANI E QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ CHE SI INCONTRANO QUANDO A SCRIVERE SONO DUE TESTE?

Scrivere con Antonio è un vero piacere, perché ai momenti creativi si uniscono anche i momenti di goliardia in cui si cena insieme, si beve, si scherza e si diventa complici di un’avventura dalla quale nessuno sa cosa accadrà. Nell’ordine di tempo COME UNA CRISALIDE è la quarta sceneggiatura scritta a quattro mani ma, ormai, il sodalizio con Antonio è consolidato e penso che continuerà anche in futuro.

COME MAI, SECONDO TE, FILM DI QUESTO TIPO FUNZIONANO DI PIU’ ALL’ESTERO CHE NON IN ITALIA?

La risposta a questa domanda è complessa, lunga e articolata. Mi limiterò a dire che, purtroppo, non abbiamo più produzioni e distribuzioni disposte ad investire sul genere. Inoltre ci sono troppe limitazioni e vincoli burocratici che ti fanno passare la voglia e, quindi, si continua a puntare sul sicuro con commedie demenziali, film di impegno sociale e qualche drammatico. Per il resto il cinema di genere in Italia è agonizzante, ma non morirà e ho fiducia che si riprenderà presto. All’estero, per fortuna, abbiamo più considerazione e io stesso ho potuto constatare la stima e l’affetto dei cugini tedeschi, che mi hanno davvero stupito quando li ho visti in fila per salutarmi e avere il DVD e il poster del film firmati.  E’ stato molto emozionate e mi ha ripagato per la fatica e la lunga attesa.

OLTRE CHE REGISTA E SCENEGGIATORE, SEI ANCHE CURATORE DI UN SITO INTERNET E DI UN CANALE TELEVISIVO E TI OCCUPI DI SERVIZI DI VARIO GENERE NELL’AMBITO DELLA CINEMATOGRAFIA. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?

Proprio perché il cinema in Italia, purtroppo, non porta soddisfazioni economiche e devi fare sempre i conti con la realtà, già dal 2002 sono titolare della Lu.Pa. Film che si occupa di produzione e postproduzione audiovisiva, web, eventi e ultimamente anche di storage multimediale. Inoltre già da tre anni collaboro attivamente con la Federazione Motociclistica Italiana, per la quale curo due notiziari: FMI SPORT e FMI INFORMA trasmessi in streaming su Federmoto.tv. Ho realizzato per loro anche il documentario sul centenario della FMI, che è stato un lavoro di ricerca certosino ma allo stesso tempo entusiasmante ed emozionante. Ultimamente ho lavorato come aiuto regista per Sergio Stivaletti e continuo a collaborare con lui ad un progetto internazionale molto interessante, ma di cui ancora non posso svelare nulla.

ULTIMO MA NON ULTIMO, DA QUALCHE ANNO ORGANIZZI ANCHE IL “NETTUNO ITALIAN HORROR FEST”, CHE QUEST’ANNO SI TERRA’ DAL 30 AGOSTO AL 7 SETTEMBRE: COME E’ NATA QUESTA INIZIATIVA?

L’Italian Horror Fest nasce per caso ad Anzio, durante un pranzo di lavoro con un produttore e distributore con il quale ho collaborato ai tempi di WaveTV, quando presentavo un ciclo di film horror internazionali. Gli proposi di realizzare una piccola rassegna cinematografica dedicata ai nostri autori e così invitai tutti i registi con i quali, nel tempo, avevo già stretto rapporti di amicizia. Poi finimmo sulle pagine dei giornali, a causa di una polemica sollevata dagli animalisti che riuscirono ad impedire la proiezione di “Cannibal Holocaust”, spingendo l’allora sindaco di Anzio a prendere provvedimenti. Il sindaco di Nettuno, invece, capendo l’importanza culturale del Festival ed essendo anche un grande appassionato di questo cinema, mi invitò a spostare il Festival a Nettuno e l’anno successivo ripartimmo proprio con la proiezione mancata del film di Ruggero Deodato.

PUOI RACCONTARCI QUALCHE ANEDDOTO?

Forse l’aneddoto più significativo dell’edizione di Nettuno è stato quando Eli Roth mi chiese di parlare al telefono con Lilli Carati. Era molto emozionato e confidò a Lilli che nella sua casa di Los Angeles aveva il poster originale di “Avere vent’anni” e che tutte le mattine, prima di fare colazione, lo osservava dicendo: “Buongiorno Lilli!”. Ecco, questo è l’esempio di quanto il nostro cinema di genere sia amato ed apprezzato.

QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA’ CHE HAI INCONTRATO PER METTERE IN PIEDI UNA KERMESSE DI QUESTO GENERE?

La difficoltà principale è proprio il periodo estivo, perché tutti sono in vacanza ed anche i fornitori lavorano di meno, o riprendono a lavorare dopo Ferragosto. Poi il compito più difficile è quello di trattare gli ospiti con i dovuti accorgimenti, facendoli sentire a proprio agio e trattandoli con il massimo rispetto e la massima professionalità. Non bisogna mai sottovalutare questo aspetto, bisogna conoscere molto bene le abitudini di tutti gli artisti, anche ciò che gradiscono trovare a pranzo e a cena.

PUOI DARCI QUALCHE ANTICIPAZIONE SULLA PROSSIMA EDIZIONE?

La prossima edizione sarà ancora più ricca di novità rispetto a quella precedente. Prima di tutto durerà ben nove giorni e, oltre al concorso riservato ai cortometraggi, ci sarà anche la competizione dei lungometraggi. Come la scorsa volta, ci sarà una bella e ricca giuria di qualità composta dai grandi nomi di Lamberto Bava, Luigi Cozzi, Ruggero Deodato, Sergio Stivaletti e Antonio Tentori in veste di presidente. Poi avremo molte anteprime internazionali e grandissimi e attesissimi ospiti come Dario Argento, Pupi Avati, Sergio Martino, Umberto Lenzi, Enzo G. Castellari e come superstar internazionale il simpaticissimo Tom Savini. Inoltre, nel corso delle varie serate, sul palco dell’Italian Horror Fest si alterneranno diverse band musicali, oltre agli autori di colonne sonore memorabili tra cui Claudio Simonetti con il concerto Horror Project, il maestro Fabio Frizzi con l’omaggio musicale a Lucio Fulci, e Marco Werba con una suggestiva performance tra musica e immagini.

ORA UN PAIO DI DOMANDE PIU’ GENERALI, CHE SONO D’OBBLIGO PER I NOSTRI OSPITI: QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

I miei scrittori preferiti sono Guy De Maupassant, Arthur Schnitzler, Arthur Conan Doyle, Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft, Robert Bloch, Stephen King, Ray Shell, Dan Brown, ma anche gli italiani Dante Alighieri, Ugo Foscolo, Luigi Pirandello, le opere teatrali di Eduardo De Filippo, Leonardo Sciascia, Giorgio Scerbanenco, Andrea Camilleri e anche autori amici come Alda Teodorani e Ivo Scanner.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Sono davvero tanti i film che mi piacciono ma uno tra tutti, il più importante, quello che metto al primo posto, che reputo un capolavoro assoluto della cinematografia mondiale, che ancora oggi resta a mio avviso imbattuto e che continua ad emozionarmi, nonostante lo abbia visto decine di volte, è “C’era una volta in America” di Sergio Leone.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Vorrei sicuramente realizzare il mio secondo film e ho già delle sceneggiatura pronte. Mi piacerebbe continuare anche per i prossimi anni con l’Italian Horror Fest. Ma il mio sogno più grande è vedere il nostro Paese, che io amo profondamente, uscire dall’orribile pantano in cui è finito e ritornare a testa alta a competere in tutti i settori, soprattutto in quello cinematografico.

E QUESTA E’ UNA COSA CHE NATURALMENTE CI AUGURIAMO TUTTI… SPERIAMO CHE PRIMA O POI IL SOGNO SI TRASFORMI IN REALTA’!

Davide Longoni