SOCIETA’ DEL FUTURO

Come sarà il nostro futuro? Molti si sono posti questa domanda, molti hanno cercato di darvi una risposta.
Gli scrittori di fantascienza sono naturalmente i più patentati a farlo: da Asimov a Dean Foster, da K. Dick e Van Vogt, tutti hanno cercato di darci nei loro romanzi dei “resoconti” il più verosimilmente possibili riguardo le società del futuro.
E’ difficile seguire un criterio per catalogarle, come è difficile dire quanti tipi di società siano stati ipotizzati: per questo motivo ve ne presenteremo solo alcuni, quelli che a noi sono sembrati i più interessanti.
Un tipo molto preso in considerazione è il cosiddetto “Impero spaziale”: i romanzi di Asimov, il ciclo di “Dune” di Frank Herbert, le saga di “Star Wars” di George Lucas e “Star Trek” di Gene Roddenberry al cinema e in televisione. Pare che la forma di governo più ideale (ma sarà davvero così?) nel futuro sia la cara vecchia monarchia, che può naturalmente essere, come ci insegna anche la storia, buona o cattiva.
Inoltre sappiamo che un ruolo molto importante lo avranno i robot, i computer, i cloni e gli esseri sintetici: ne abbiamo un vasto campionario ancora nella serie di “Star Wars”, in “Blade runner” di K. Dick, nel ciclo dedicato ai robot da Asimov, in “2001 – odissea nello spazio” di Clarke e in moltissimi altri casi. L’intelligenza artificiale e il cyborg pare siano di casa nel futuro e le società “miste” per niente fuori dal normale. Addirittura alcune verranno rette da esseri artificiali, come nel caso de “La fuga di Logan” di William F. Nolan.
In altri casi invece sono i mass-media a comandare, come in “1984” di Orwell o nel film “La decima vittima” di Elio Petri.
Neppure società “miste” con animali sono state risparmiate dalla fulgida immaginazione degli scrittori di fantascienza: in questo caso però sono proprio loro, i nostri compagni di gioco, a far da padroni e noi da schiavi: è il caso del ciclo de “Il pianeta delle scimmie” di Pierre Boulle o della saga fumettistica di “Kamandi”, scritta da Jack Kirby, dell’americana DC (la stessa casa editrice di “Batman” e “Superman”).
Esistono poi le società colonizzatrici del cosmo: Asimov, sempre presente, ce ne dà un ottimo esempio con il ciclo della “Fondazione”. Stesso discorso vale per la saga cinematografica di “Alien” con la magistrale Sigourney Weaver, per “2001 – odissea nello spazio” e i suoi seguiti, per molti romanzi di Heinlein, per le “Cronache marziane” di Bradbury o per, tanto per chiudere i molteplici esempi, il film “Atmosfera zero” di Peter Hyams.
Perfino gli sport del futuro sono stati analizzati e, naturalmente, è la violenza a farla da padrona, come possiamo vedere ne “L’implacabile” di Stephen King, nelle due versioni della pellicola “Rollerball”, in “Giochi di morte” di David People e in “Quintet” di Robert Altman.
Sempre parlando di società “miste” non possiamo dimenticare quelle con gli alieni, dove extraterrestri e terrestri vivono insieme, anche se mai, naturalmente, d’amore e d’accordo, come possiamo vedere nella saga di “Alien nation” (nella foto), in “Essi vivono” di Carpenter e nel serial “V-Visitors”.
Ultimo aspetto che analizziamo, dopo aver compiuto enormi voli pindarici, è quello della temuta guerra atomica. Il modello più ricorrente della società post-nucleare è quello del ritorno agli schemi del passato, dalla società primitiva al Medioevo, il tutto condito con dosi eccessive di violenza, come possiamo vedere nella trilogia di “Mad Max” di George Miller e in film minori come “I nuovi barbari” di Enzo G. Castellari, “America 3000 – il pianeta delle amazzoni” di David Engelbach, “Denstructors” di Harley Cokliss, “Gli sciacalli dell’anno 2000” di Richard Compton, “Bambola meccanica modello Cherry 2000” di Steve De Jarnatt, “2019 dopo la caduta di New York” di Martin Dolman, nelle serie a fumetti “Yor” e “Hor” di Ray Collins e Juan Zanotto, “Akira” di Katsuhiro Otomo e “Ken il guerriero” di Buronson e Tetsuo Hara.
Che altro si può dire del nostro futuro? Certo le previsioni sono varie e molteplici e, sotto certi aspetti, anche interessanti. Abbiamo certo dovuto saltare molti esempi e l’argomento del resto è molto vasto, ma di una cosa siamo certi, in merito al nostro futuro: speriamo solo che i “cervelloni” si siano sbagliati!
 
Originariamente pubblicato sul numero 4 de LA ZONA MORTA, ottobre 1990

Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, marzo 2007

02/04/2007, Davide Longoni