AUDITION

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Ōdishon

Anno: 1999

Regia: Takashi Miike

Soggetto: dall’omonimo romanzo di Ryū Murakami

Sceneggiatura: Daisuke Tengan

Direttore della fotografia: Hideo Yamamoto

Montaggio: Yasushi Shimamura

Musica: Kōji Endō

Effetti speciali: Masashi Furuya

Produzione: Satoshi Fukushima e Akemi Suyama

Origine: Giappone / Corea del Sud

Durata: 1h e 95’

CAST

Ryō Ishibashi, Eihi Shiina, Tetsu Sawaki, Jun Kunimura, Miyuki Matsuda, Renji Ishibashi, Ren Ōsugi, Ken Mitsuishi, Fumiyo Kohinata, Tatsuo Endo, Yuuto Arima, Kimiko Tachibana, Takako Katoh

TRAMA

Shigeharu Aoyama è un uomo di mezza età rimasto vedovo dopo la morte per malattia della moglie. Suo figlio Shigeiko gli propone dopo tanti anni di incontrare nuovamente una donna e di risposarsi. Dopo un attimo di esitazione l’uomo si convince e si reca dall’amico produttore cinematografico Yasuhisa Yoshigawa, che organizza un’audizione per un film che non verrà mai realizzato, con il solo scopo di far incontrare più ragazze ad Aoyama, che sceglierà la sua sposa.

All’audizione si presentano varie ragazze, ma Aoyama rimane subito colpito dalla bellezza e dalla dolcezza di Asami, una ragazza che dichiara di essere stata una ballerina che dopo un grave incidente ha dovuto rinunciare ad una fortunata carriera. Yoshigawa ha però molti dubbi su Asami. Nel curriculum da lei compilato infatti non si possono contattare le sue referenze, poiché tutti gli indirizzi da lei scritti si rivelano falsi. Aoyama non crede a quello che dice il suo amico, e decide di telefonare e di incontrare Asami. Questa vive in uno squallido appartamento quasi vuoto, ad eccezione di un grande sacco e di un telefono, vicino al quale Asami sta seduta immobile per giorni e giorni, in attesa della telefonata di Aoyama. Quando finalmente il telefono squilla, il sacco inizia improvvisamente a muoversi, e Asami sfoggia un sorriso inquietante.

Aoyama e Asami iniziano così a frequentarsi, uscendo insieme, fino a quando l’uomo la invita in un hotel vicino al mare. Lì i due hanno un rapporto sessuale, prima del quale Asami rivela ad Aoyama di avere delle cicatrici sulle gambe, asserendo di essersi ustionata a causa di un incidente quando era bambina. Poi gli chiede di amare esclusivamente lei e Aoyama accetta.

Il mattino seguente Aoyama si risveglia da solo. Di Asami infatti non vi è più traccia. Aoyama, disperato, inizia a cercarla, ma tutti gli indirizzi e i luoghi da lei citati si rivelano deserti. Aoyama si reca allora dal vecchio insegnante di danza di Asami, che si trova su una sedia a rotelle. Si scopre che l’uomo abusò di Asami e che fu proprio lui ad infliggerle le cicatrici sulle gambe con un ferro rovente quand’era ancora una bambina.

Aoyama si reca allora al bar dove Asami lavorava, ma lo trova chiuso. Un uomo gli dice che il locale è chiuso da più di un anno, a causa di un orribile omicidio. La donna che gestiva il locale è stata infatti uccisa, e il suo corpo ridotto a brandelli. Quando la polizia è giunta sul luogo ha trovato alcuni particolari macabri: una lingua, un orecchio e tre dita che non appartenevano alla vittima. Aoyama fugge sconvolto.

Nel frattempo Asami si reca a casa di Aoyama e inserisce del sedativo in un drink. L’uomo, rincasato, beve il suo drink. A questo punto partono dei flashback che ricostruiscono gli incontri precedenti dei due, svelando alcuni particolari. Si scopre che nel sacco che si trova a casa di Asami vi è un uomo a cui mancano la lingua, i piedi, un orecchio e tre dita della mano. L’uomo si ciba del vomito di Asami in una ciotola per cani.

Asami prende delle siringhe e immobilizza a terra Aoyama, che rimane cosciente. Asami inizia lentamente a torturarlo, infilandogli degli aghi nella pancia, sul viso e negli occhi. Mentre lo tortura, dice all’uomo che lui è come tutti gli altri, incapace di amare esclusivamente lei, e quindi gli taglia un piede. Mentre Asami sta per tagliare l’altro piede, giunge nella casa Shigeiko. Asami si nasconde e il ragazzo trova il padre immobilizzato a terra, in un lago di sangue. A questo punto Asami assale Shigeiko e gli spruzza dello spray corrosivo sulla faccia, ma il ragazzo riesce a difendersi e la fa cadere dalle scale. Asami si rompe il collo. Aoyama, una volta detto al figlio di chiamare la polizia, guarda Asami, ancora viva e con lo sguardo diretto verso Aoyama.

NOTE

“Audition”, diretto da Takashi Miike (la trilogia di “Dead or alive”, “The City of Lost Souls”, “Visitor Q”, “Gozu”, “The call – Non rispondere”, la saga di “Zebraman”, “Izo”, “The Great Yokai War”, “God’s Puzzle”, “Yattaman – Il film”, “Il canone del male”, “As the Gods Will”, “JoJo’s Bizarre Adventure: Diamond Is Unbreakable – Chapter I” solo per citare alcuni titoli), è basato sul romanzo omonimo di Ryū Murakami, reso famoso da Coin Locker Babies (1980) che ha fatto molto per la scoperta della nuova letteratura giapponese.  Non va comunque confuso con l’altro Murakami, Haruki, la cui immaginazione è molto meno eccitata. La sceneggiatura di “Audition” è invece di Daisuke Tengan, figlio maggiore del regista e sceneggiatore Shohei Imamura. Per inciso, è stato proprio con Imamura che Miike si è formato come assistente alla regia in “Il mezzano” (1987) e “Pioggia nera” (1989). Non c’è dubbio che il cinema molto fisico di Miike e la sua assenza di tabù abbiano un legame con quello dell’autore di “La Vendetta è mia” (1979)

Considerato uno dei migliori lavori del regista giapponese, “Audition” è il film che lo ha fatto conoscere definitivamente in tutto il mondo, consacrandolo come autore di culto per gli amanti dell’horror e i cinefili in generale.

“Volevo fare un film che gli spettatori si sarebbero pentiti di aver visto”, ha dichiarato il regista, che ha concepito il film come una storia d’amore contorta e beffarda. A chi gli chiede se la visione di “Audition” possa essere pericolosa per gli spettatori più impressionabili, Takashi Miike risponde: “Il mio film è pericoloso, ma sempre meno di quanto possa diventarlo un essere umano”. Uscito per la prima volta nel 1999, “Audition” diventò il fenomeno del festival di Rotterdam di quell’anno, conferendogli una visibilità internazionale senza precedenti e permettendogli di ricevere vari riconoscimenti, fra cui: International Film Festival Rotterdam (premio FIPRESCI, KNF Award) nel 2000, Fantasporto (International Fantasy Film Award – Special Mention) nel 2001 e Chlotrudis Awards (miglior regia) nel 2002.

Alcune curiosità cinematografiche.

Hostel” di Eli Roth prende molti spunti da “Audition”: la struttura narrativa è infatti quasi analoga. La differenza sta nel fatto che in “Audition” l’elemento cardine è la ricerca dell’amore, mentre per “Hostel” è la ricerca del sesso. Inoltre gli indumenti utilizzati dai torturatori di “Hostel” sono molto simili a quelli utilizzati da Asami durante la scena della tortura.

Nel film “The Departed – Il bene e il male”, diretto da Martin Scorsese nel 2006, una sequenza di “Audition” viene mostrata nella televisione di Matt Damon, quando questi parla con la sua fidanzata.

La struttura di “Noriko’s Dinner Table”, diretto da Sion Sono nel 2005, presenta delle similitudini con “Audition”. Anche in questo film è infatti presente un flusso continuo di flashback, visioni e sogni.

Il videoclip dei My Chemical Romance, “Honey, This Mirror Isn’t Big Enough to the Two of Us”, mostrato per la prima volta nel 2002, è basato proprio su “Audition”. Il video è infatti una ricostruzione totale basata sul film, della durata di tre minuti e cinquanta secondi.

Il primo episodio di Channel 101, nella serie del 2006 “Phone Sexxers”, è basato sulle torture mostrate in “Audition”.

Fra gli interpreti segnaliamo: Ryō Ishibashi (i due film della serie “The Grudge”), Eihi Shiina (“Vampire Girl vs. Frankenstein Girl”), Jun Kunimura (“Pianeta Terra: Anno Zero”, “Kill Bill vol. 1 e 2”, “Gojira – Final Wars”, “Goksung – La presenza del diavolo”, “Shin Godzilla”, “Fullmetal Alchemist – Il film”), Renji Ishibashi (“Tetsuo”, “Gemini”, “Gozu”, “The call – Non rispondere”, “Izo”), Ren Ōsugi (la trilogia di “Dead or alive”, “The City of Lost Souls”, “Zebraman”, “Shin Godzilla”), Ken Mitsuishi (“2009 memorie perdute”, “Gatchaman – Il film”, “Shin Godzilla”) e Fumiyo Kohinata (“Ring 2”, “Dark water”, “Kyashan – La rinascita”, “Fullmetal Alchemist – Il film”).

Davide Longoni