MARIO LUCA MORETTI… FRA REMAKE E REBOOT

Remake e reboot, termini che significano qualcosa che viene riproposto dopo la sua prima apparizione al cinema. E stiamo parlando di un volume apparso di recente per le Edizioni Weirdbook, REMAKE E REBOOT NELLA FANTASCIENZA PER IMMAGINI, che pubblica una bella serie di libri simili.

Su remake e reboot si sono cimentati Giovanni Mongini, storica e ineguagliata voce del cinema di fantascienza, e Mario Luca Moretti, degno discepolo del Grande Vecchio.

Quello che oggi leggiamo è il primo di due volumi, perché l’argomento è indubbiamente vasto.

La tecnica di presentazione dei film selezionati dai due autori segue un criterio interessante: non tanto e non solo note critiche, quanto descrizione dei dietro le quinte, aneddoti, storie poco note.

Come dice il lancio: “Si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, che descrive opere che vanno dal muto al 2021.”

Mario Luca Moretti è qui con noi e gli chiediamo subito… CHE COSA DISTINGUE I REMAKE DAI REBOOT?

Un remake è un’opera che ripropone il soggetto di un film che è rimasto per così dire “isolato”, che non ha prodotto seguiti o spin-off. Un reboot è il remake di un film che nel frattempo ha avuto seguiti, o prodotto serie tv, o spin-off su altri media. Ad esempio, il classico L’invasione degli ultracorpi del 1956, tratto dal romanzo di Jack Finney, non ha avuto derivazioni dirette fino a quando dallo stesso romanzo non è stato tratto il film Terrore dallo spazio profondo del 1978: questo è un remake. RoboCop del 1987 ha dato vita a due seguiti per il grande schermo e a ben tre serie tv, per cui il film RoboCop del 2014 è un reboot, perché si ispira alla sceneggiatura del film del 1987, cercando di riadattarlo ai tempi, ma allo stesso tempo ignora tutti i seguiti e le serie tv.

COME FUNZIONA LA TUA COLLABORAZIONE CON VANNI MONGINI? COME VI DIVIDETE IL LAVORO?

Direi che è uno schema ormai rodato. Ci dividiamo i titoli di trattare e poi ci scambiamo quello che abbiamo scritto e ognuno dei due è libero di fare aggiunte e correzioni.

MARIO, TU TI INTERESSI DI MOLTI FILM E DI TELEVISIONE DA TEMPO: LO FAI PERCHÉ LO CONSIDERI PIÙ UN DOVERE, O PIÙ UN PIACERE?

Sicuramente è un piacere. L’audiovisivo è un mondo complesso e affascinante, che coinvolge industria, creatività e fattore umano: non dimentichiamo che in ogni film o telefilm sono coinvolte molte persone e ciascuna porta se stessa nel suo lavoro. Esaminarne le dinamiche è sempre fonte di scoperte ricche e sorprendenti.

PARLACI DI QUESTO LIBRO: COME NASCE L’IDEA?

L’idea è nata da Vanni. Si è reso conto come la pratica di rifare titoli già sfruttati negli ultimi anni ha preso particolarmente piede e soprattutto nel nostro genere preferito, la fantascienza. Ma che è una pratica che non è solo del cinema. Anche la televisione, con l’espansione e la diversificazione che ha avuto negli ultimi anni, “saccheggia” a piene mani dal cinema o dalla letteratura precedenti, e a sua volta il cinema prende da altri media come la tv stessa o gli anime giapponesi, in un continuo gioco di specchi. Quindi, oltre a film ci sono miniserie tv, episodi di serie tv antologiche, film tv, o appunto anime. Da qui è nato il titolo: REMAKE E REBOOT NELLA FANTASCIENZA PER IMMAGINI, non solo cinema, quindi.

COME AVETE SUDDIVISO IL VOLUME? È UNA SERIE DI SCHEDE?

Sì, ogni film o telefilm è trattato in una sua scheda. Le schede però sono suddivise per “gruppi”, nel senso che dopo aver trattato il primo film basato su un dato soggetto, trattiamo di seguito i suoi remake in ordine cronologico. Di volta in volta raccontiamo le peculiarità del singolo titolo, ma anche i punti di contatto o di distacco dal capostipite. Nel caso di lavori tratti da opere letterarie, analizziamo anche come la fonte letteraria si è “evoluta” nei vari adattamenti. Ma quella del remake è una pratica vecchia quasi quanto il cinema: il primo caso di remake che trattiamo è del 1903! Abbiamo chiamato il libro un viaggio nel tempo e nello spazio, perché i remake si fanno in ogni angolo del mondo, o prendono spunto da film provenienti da ogni angolo del mondo. Un esempio è A Message from Mars, un titolo che nel periodo del muto ha avuto tre versioni, una neozelandese, una inglese e una americana.

Certamente sì, il nostro libro non ha certo un tono accademico o per iniziati, e abbiamo scelto uno stile chiaro e accessibile, il che non vuol dire a scapito della serietà delle fonti e della documentazione. Inoltre, abbiamo cercato di calare i titoli nel loro contesto storico, evidenziando anche i lati “umani” che stanno dietro alla creazione di un film: elementi che crediamo possano appassionare chiunque.

SECONDO TE, IL LIBRO È RIVOLTO ANCHE A UN PUBBLICO DI NON ESPERTI… COME ME, PER ESEMPIO?

Certamente sì, il nostro libro non ha certo un tono accademico o per iniziati, e abbiamo scelto uno stile chiaro e accessibile, il che non vuol dire a scapito della serietà delle fonti e della documentazione. Inoltre, abbiamo cercato di calare i titoli nel loro contesto storico, evidenziando anche i lati “umani” che stanno dietro alla creazione di un film: elementi che crediamo possano appassionare chiunque.

QUINDI BISOGNA ASSOLUTAMENTE COMPERARLO, NO?

Se si è appassionati di cinema, di fantascienza (o di entrambi), o semplicemente si vuole una lettura piacevole su un argomento insolito, direi proprio di sì!

PUOI DARCI QUALCHE ANTICIPAZIONE SU COSA CI SARÀ NEL SECONDO VOLUME?

Il primo volume comincia con Viaggio sulla Luna di Georges Méliès (e ovviamente il suo remake) e si conclude con Il villaggio dei dannati di John Carpenter, remake del film omonimo del 1960, trattato appena prima. Il secondo riprende quindi con gli anni Sessanta, e rispetto al primo, oltre a trattare titoli più recenti, affronta l’intreccio fra cinema e televisione, che si fa sempre più stretto con l’avanzare degli anni. Si diceva prima che i remake si fanno ovunque, e infatti nel secondo volume ci saranno argomenti che in Italia, credo, non  sono mai stati trattati, come il remake sovietico di Fahrenheit 451, o di quello finlandese di Stalker di Andrei Tarkovski, e abbiamo scoperto che il romanzo Starship Troopers di Robert Heinlein, ancor prima di un celebre film hollywoodiano, aveva già ispirato un anime giapponese. E anche la nostra “mamma Rai” in qualche caso ha precorso i tempi…

Grazie a Mario Luca Moretti: sei riuscito a ispirarmi la curiosità per REMAKE E REBOOT NELLA FANTASCIENZA PER IMMAGINI, diviso in due volumi, pubblicato da Weirdbook.

Franco Giambalvo