FANTASCIENZA STORY 217

AI MARGINI DEL CAOS (1995) – PARTE 04

VILLAGGIO DEI DANNATI (Village of the damned)

Ritorna sugli schermi il bellissimo romanzo di John Wyndham The Midwich Cuckocs (I figli dell’invasione) portato superbamente sullo schermo nel 1960 da Wolf Rilla con lo stesso titolo di questo remake diretto con la mano sinistra da John Carpenter.

Una grande ombra scivola sul terreno, attraversa la costa e passa sopra la casa di Barbara ed Alan Chaffee (Karen Kahn e Christopher Reeve). I due stanno dormendo nell’alba nascente ma un leggero fruscio sveglia l’uomo che va alla finestra e guarda il cielo con aria perplessa. Non si vede nulla. Barbara si avvicina al marito e lo bacia.

Siamo a Midwich, un paesino di duemila abitanti e Frank e Jill McGowan (Michael Parè e Linda Koslowski) si sono alzati e si stanno dirigendo alla festa che viene tenuta davanti alla scuola dagli studenti e dagli abitanti del paese. Jill è la preside della piccola scuola e una delle organizzatrici della festicciola. Giunti con il furgone di Frank, l’uomo comincia a scaricare del materiale e poi torna indietro per recuperare delle bombole di elio che servono per gonfiare i palloncini. L’uomo, alla stazione di servizio, incontra Alan che si sta dirigendo fuori città per un consulto mentre la moglie sta facendo visitare a due eventuali compratori, una villetta.

La grande ombra si staglia sopra i partecipanti alla festa che cadono a terra come morti, la stessa cosa succede nelle case e in tutto il paese. Frank sta rientrando quando vede ai bordi delle strade delle mucche per terra poi deve sterzare bruscamente per evitare un camion ma perde i sensi e il suo furgone urta contro la staccionata incendiandosi.

Fine della parte di Michael Parè.

Sono le dieci di mattina. Quando, nel pomeriggio, Alan ritorna verso casa, trova un blocco presieduto dai militari che hanno tracciato una striscia bianca oltre la quale non si può andare se non si vuole correre il rischio di cadere a terra, forse morti. Alan chiede alla dottoressa Susan Verner (Kirstie Alley) quale possa essere la causa del fenomeno ma non esiste spiegazione a un qualcosa di così ben delimitato che è capace pure di penetrare attraverso la maschera antigas di un soldato mandato a fare da cavia volontaria. Sono le ore 16: preciso come un cronometro svizzero, il fenomeno finisce e tutti riprendono conoscenza. Melanie Roberts (Meredith Salenger) svenuta nel bagno, cerca di fermare una mezza alluvione che le ha allagato la casa. Oltre a Frank, un’altra vittima è stata l’uomo che stava preparando la grigliata. Caduto sulla medesima si è arrostito a sua volta. Una squadra batteriologica esamina l’aria, l’acqua e tutto ciò che è necessario ma così come è nato, il fenomeno è sparito misteriosamente.

Un punto è assodato: qualunque cosa fosse era statico, inodoro ed invisibile, non rilevabile al radar, non era metallico e non spostava i contatori geiger. Tu hai ricevuto i rapporti, non vi sono segni di mutamenti fisici, biologici o psicologici.

(Il Villaggio dei Dannati di Wolf Rilla – 1960)

La Dottoressa Verner sta per andarsene da Midwich senza aver concluso nulla e ne parla con Alan.

Alan: “Lei conosce Jack Forth?

Susan: “No.

Alan: “Ha scritto Il libro dei dannati, sulle cose che nessuno può spiegare come rane che piovono dal cielo, neve blu, grandine rossa…

Susan: “Mi suggerisce di leggerlo?

Alan: “No, ma c’è il fatto che i misteri, a volte, non si risolvono. Dottoressa, se dovesse accadere di nuovo… non so io… cosa devo fare, le telefono?

Lei gli porge il suo biglietto da visita.

Susan: “Senza pensarci due volte. Ah, vorrei consigliarle di leggere Sir Arthur Conan Doyle, vale a dire Sherlock Holmes: quando si è scartato l’impossibile, tutto ciò che resta, per quanto improbabile, può essere la soluzione.

Sale nella grande macchina che è venuta a prenderla e se ne va.

Il tempo passa e le donne si accorgono presto che un misterioso fenomeno le sta colpendo. Melanie, piangendo, si reca in chiesa per parlare della cosa con il Reverendo George (Mark – Luke Skywalker – Hamill, quasi irriconoscibile) e la cosa comincia a creare dei problemi anche gravi come quello causato a Calle Blum (Constance Forslund) il cui marito, Ben (Peter Jason), è appena tornato dopo parecchio tempo dal Giappone dove lavorava e si ritrova la moglie incinta senza nemmeno sapere chi ringraziare. Si consideri poi che anche la figlia è incinta ed ecco che il clima che spira nella casa non è certamente dei più idilliaci. Anche Barbara ha scoperto di essere incinta e lo comunica con un simpatico biglietto ad Alan ma lui ne è invece preoccupato e quando Jill lo va a trovare in ambulatorio per sapere anche lei gli esiti degli esami, non se la sente di rincuorare l’amica ma, anzi, le dice che nel paese si sta verificando un numero assolutamente inconsueto e spropositato di future nascite.

Alan: “Pare che tutte le gravidanze siano iniziate il giorno del black out.

Una riunione viene convocata alla Midwich Meeting Hall, presente anche la dottoressa Verner, chiamata da Alan. Gli abitanti del paese sono tutti preoccupati perché temono che possano nascere dei mostri.

Alan li rassicura.

Alan: “No, amici, questo non è vero. Non è… ascoltatemi… non è vero, sono chiacchiere infondate. Anche mia moglie aspetta un figlio, siamo nella vostra identica situazione. So cosa pensate, perciò ripeterò quello che ho detto a qualcuno di voi. Ai miei controlli non è risultata alcuna anormalità, nessuna in nessuna visita, chiaro questo? Ora ascoltiamo… per favore ora ascoltiamo la dottoressa Verner. È venuta qui per dire qualcosa a tutti noi.

Susan: “Comincerò col dirvi che a tutti noi sta molto a cuore la vostra buona salute… (Poiché in fondo tutto il mondo è paese le prime parole della scienziata sono accolte con mormorii di sano scetticismo)… Ognuno di voi potrà decidere individualmente e mi rendo conto che le vostre scelte saranno forse le più sofferte, coinvolgenti e difficili scelte di tutta la vostra vita. Tuttavia, poiché le vostre gravidanze sono al centro di immenso interesse scientifico per il Ministero della Sanità e per la Fondazione Nazionale, quelle che porteranno al termine la gestazione, oltre al rimborso di ogni spesa prenatale, riceveranno un sussidio di tremila dollari mensili a patto… a patto che permettano regolari visite di controllo dei neonati da parte dei nostri specialisti… Ma io non vorrei che consideraste questo sussidio come una forma di pressione. Sta solo a voi decidere e chi vorrà interrompere la gravidanza avrà ovviamente ogni diritto di farlo. Può provvedere privatamente e per chi ha problemi finanziari a giorni verrà una nostra squadra medica. La scelta è vostra.

Anche se degli strani sogni, mostrati in sequenze brevissime quanto inutili, turbano le donne tutte accettano di portare avanti la gravidanza. Il tempo passa e si avvicina per tutte il giorno del parto, per tutte lo stesso giorno.

Melanie ha dei problemi mentre gli altri piccoli, perfetti e bellissimi, nascono quasi contemporaneamente. Susan porta via immediatamente il piccolo, anzi la piccola, dicendo che è nata morta.

Finito il turno massacrante di lavoro Alan si avvicina a Susan che, all’esterno della clinica, sta fumando una sigaretta.

Alan: “Dottoressa, come andiamo? È tutto a posto?

Susan: “A Melanie Roberts è nata morta.

Alan: “Oh, Dio… e la causa?

Susan: “Morta per soffocamento, asfissia ombelicale.

Anche il Reverendo George si avvicina a Susan, una volta rientrata in clinica.

George: “Dove ha portato il corpo? L’ho vista andar via con la bambina morta.

Susan: “L’ho prelevata per un’autopsia ed è meglio che le altri madri non la vedano.

Susan trasferisce il corpo nei sotterranei della clinica.

Padre George battezza i piccoli.

Perciò, in apparenza, sono normali con queste eccezioni: strani occhi, disarmanti direi, delle insolite unghie ed ignoto gruppo di capelli…

(Il Villaggio dei Dannati di Wolf Rilla – 1960)

Susan e Alan stanno compiendo i primi esami sui neonati.

Susan: “In sezione i capelli sono piatti da una parte e tondi dall’altra… hanno una sezione a D.

Alan: “È vero.

Susan: “E tutti i tessuti risultano insolitamente morbidi.

Alan: “Ha provveduto a esaminare le unghie?

Susan: “Più strette del normale.

Alan: “E le analisi del DNA cosa dicono?

Susan: “Hanno uguali dati genetici. Sembrano tutti figli degli stessi genitori. Ma è troppo presto per trarre qualsiasi conclusione.

Trascorso un anno, il figlio di Jill, David (Bradley Wilhem), è capace di scrivere il suo nome con i dadi. Un grave incidente capita a casa di Barbara. La pappa che la donna ha dato alla piccola Mara (Hillary Harvey) è troppo calda, gli occhi della bimba acquistano delle strane luci (effetti di computer grafica, ovviamente nettamente migliori di quelli del suo predecessore che erano disegnati fotogramma per fotogramma, ma ci mancherebbe!) e la donna mette una mano nella pentola di acqua bollente che sta sul fuoco. Solo l’intervento di Jill la salva da altri danni.

La donna, già colpita duramente dai fatti, si lascia andare, la mente di Mara la segue mentre si dirige verso il retro della casa che dà su un’erta scogliera e si addormenta tranquillamente quando la donna scompare chiamata a gran voce da Alan.

Susan, pone la sua consueta relazione annuale per ottenere i fondi per poter proseguire il programma di ricerche su Midwich.

Ora sono passati sei anni. Uno degli scienziati (Lane Nishikawa) le pone una domanda:

Scienziato: “Dopo sei anni ci sono degli sviluppi a Midwich?

Susan: “Sì. I bambini hanno cominciato ad interagire con la comunità. Vi sono state alcune morti, apparentemente disgrazie o suicidi, forse collegati a contatti con loro, comunque senza alcuna diretta violenza fisica. Ho provato, ma con scarso successo, a coinvolgere il Dottor Chaffee nel programma.

Scienziato: “Il capogruppo dei bambini è sua figlia, avrà già dei grossi problemi.

Susan: “I problemi personali sono irrilevanti. L’opportunità di studiare quei bambini deve avere la precedenza su ogni altra considerazione… Ma veniamo subito al sodo. Per categorico interesse della Sicurezza Nazionale dobbiamo continuare a seguire lo sviluppo dei loro poteri. Stanziate i fondi per un altro anno.

Ora i bambini girano assieme per le strade del paese, un paese, come abbiamo visto di duemila abitanti e nel quale, una rilevante percentuale di donne era incinta, un paese dove nessuno ha abortito, e dove sono nati nove, diconsi nove pargoli più una che è morta.

Anche a voler tenere bassissima la media vogliamo considerare almeno un centinaio di donne fertili? Dove erano quel giorno? In vacanza? O la produzione voleva risparmiare sulle comparse? Comunque sia, i giovani camminano a gruppi di due, un maschio e una femmina e, ultimo, da solo, David (Thomas Dekker).

Il gruppetto si reca per una visita alla Clinica, li accoglie Susan.

Susan: “Buongiorno, bambini. Mara, perché sorridi?

Mara: “Tu provi a nasconderci i tuoi pensieri.

Susan: “Ooooh, e tu puoi leggere tutti i miei pensieri?

Mara: “Qualunque cosa ci sia nella tua mente, ma il processo che vi porta ad esprimervi a parole ci sfugge. Per quali motivi manifesti questi pensieri e altri invece no?

Susan: “Che rumore nel mondo se esprimessimo qualunque pensiero.

Alla visita oculistica la dottoressa (Sharon Iwai) esamina gli strani e affascinanti riflessi che hanno gli occhi dei ragazzi ma, durante la visita a una delle bambine, sbaglia liquido procurandole del dolore.

Subito i bambini si vendicano costringendola a versarsi negli occhi il liquido pericoloso.

Davanti alla clinica Mara (Lindsey Haun) e gli altri stanno guardando Susan e il Reverendo George che parlano tra loro.

George: “Ha avuto notizie?

Susan: “Lesioni alla cornea. Ha perso la vista per sempre.

George: “Ma come è accaduto?

Susan: “Non ricorda granché. Incidente professionale.

George: “Sono stati i bambini.

Susan: “Non c’è alcuna prova.

George: “Ormai è fin troppo chiaro che chi vive qui è in pericolo. Cosa faranno di noi?

Jill capisce che la situazione sta diventando insostenibile. Gli altri bambini non vogliono stare con loro e chiede quindi ad Alan di fare loro da insegnante ma lui non ne è molto convinto.

Jill: “Alan, solo tu puoi provarci.

Alan: “Dì, ma cosa vuoi che gl’insegni?

Jill: “Un pò di umanità… umanità…

È sera. Nella propria casa Jill osserva David che si mette il pigiama, prende la spazzola per i capelli e, in un gesto affettuoso, gliela passa sui capelli argentei che lui e tutti gli altri hanno. Il bambino le prende di mano la spazzola e si pettina a sua volta poi l’appoggia su un cassettone.

David: “I tuoi slanci emotivi non hanno il minimo senso. Ormai sono abbastanza grande da fare le cose da solo.

Jill: “Ehi, David, mi puoi dire cosa è successo oggi alla clinica?

David: “Per quali ragioni dovrei provare delle emozioni in questo momento?

Jill: “Beh…

David: “Cosa vuol dire la parola che stai pensando? Empatia… Ah, ho capito… Se io ho provato dolore dovrei essere in grado di identificarmi con altri che ora provano dolore?

Jill: “Sì… sì… certo… sì… Buona notte, David.

Il giorno dopo, dalla solita fila dei nove si stacca il piccolo David.

Mentre Mara lo guarda lui entra nel piccolo cimitero del paese e trova Melanie seduta vicino a una tomba che sta bevendo. Con i suoi poteri David vede che, tra breve, la ragazza si metterà in bocca una pistola e si sparerà. Intanto gli altri si fermano davanti a un grande granaio abbandonato e vi entrano.

Quello che doveva avvenire è avvenuto. Si svolgono i funerali di Melanie ai quali assistono anche Jill ed Alan oltre che a Sarah (Pippa Pearthree) che già nutre un odio profondo verso i bambini. Ma anche il Reverendo George sta dimenticando o mettendo da parte tutti i sentimenti di carità cristiana.

George: “Poi Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza. A nostra immagine non vuol dire immagine esteriore. Qualunque statua, fotografia, sarebbe uomo. Vuol dire a immagine interiore, lo spirito, l’anima. E noi ci troviamo qui oggi per ricordare la bellezza interiore di colei che ci ha appena lasciati: Melanie Roberts. Era giunta a non essere più in grado di vedersi come creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio. Ma si aggirano creature tra noi che non hanno nè un’anima individuale nè uno spirito. Essi hanno un’unica mente che spartiscono tra loro, un solo spirito. Hanno aspetto umano ma sono privi di spirito umano…

Alan è andato al cimitero e lì vi trova David.

Alan: “Ehi, come mai qui?

David: “Sto cercando la bambina, la bambina che era nata con noi, la bambina che è morta.

Alan: “Tu come sai di lei? Ma comunque non è qui. L’hanno portata via.

David: “E dove?

Alan: “Non ne ho idea. David, tu sai di quella bambina? E ti addolora? (Il piccolo annuisce) Fa male perdere qualcuno a cui si vuole bene.

David: “Lei doveva stare insieme a me. Doveva essere la mia compagna.

Alan: “E tu come fai a saperlo?

Il piccolo non risponde. Alan, che si era inginocchiato davanti a lui, si alza e guarda la tomba di sua moglie.

David: “Hai perduto qualcuno anche tu?

Alan annuisce, David gli si avvicina e gli prende la mano.

Il medico decide di dare lezioni ai ragazzi ma viene chiamato per interfono da Jill e si allontana. Il bidello, nel suo solito stato di semiubriachezza, entra nell’aula e comincia a inveire contro i ragazzi minacciandoli con il manico della scopa. Poi commette l’errore fatale di urtare uno dei ragazzi i quali, usando i loro poteri coercitivi, obbligano l’uomo a uscire all’esterno e a salire una scala fino sopra il tetto dell’edificio e da lì, con la scopa sul petto, lo costringono a gettarsi. L’uomo si schianta contro il parabrezza di un furgone e il manico lo trafigge da parte a parte. Alan e Jill accorrono e vedono i bambini andarsene come al solito in fila per due con Mara in testa.

A casa Alan sta guardando una fotografia di Barbara e il biglietto che la donna gli aveva lasciato quando sapeva di essere incinta.

Entra Mara.

Mara: “Ci saranno alcuni cambiamenti.

Alan va da Susan alla clinica.

Alan: “Sono stati i bambini, non c’è alcun dubbio, e mia figlia è coinvolta. Chi diavolo sono?

Susan: “In origine ho pensato a una mutazione, una forma di brusco salto evolutivo per la loro consapevolezza collettiva. Però questo non spiega il black out, o le gravidanze contemporanee e invece non è l’unica colonia di bambini simili. Nel Nord dell’Australia, in una città, ne sono nati trenta in un sol giorno, morti tutti nel giro di dieci ore. In un piccolo villaggio esquimese isolato ne è nato un gruppo di dieci e altri venti in un villaggio sulla frontiera turco – iraniana. Tutti luoghi lontani fra loro in cui tutto è iniziato con una perdita di conoscenza come a Midwich.

Alan: “Come può essere avvenuto tutto questo?

Susan: “Io vedo solo tre possibilità. Numero uno: partenogenesi, la formazione di un feto senza fertilizzazione, ma sono la prima a non crederci. Numero due: sappiamo che la CIA dà grosse dosi di LSD a dei soggetti ignari per studiare gli effetti degli psicotropi sui geni ereditari e forse il Governo ha organizzato il black out per fecondare artificialmente le donne con un superseme… Per quanto strano non è da escludere.

Alan: “Qual è la terza possibilità?

Susan: “La extenogenesi, impianto di ovulo per ottenere una progenie di genere diverso dall’organismo che ospita l’ovulo.

La dottoressa porta Alan dentro al suo laboratorio. Scendono le scale e lei gli mostra il feto.

Susan: “Torni a lavorare al progetto. E non solo allo scopo di proteggere sua figlia, come può ben vedere questi vanno molto oltre.

Alan osserva la creatura umanoide che galleggia dentro al grande vaso, la sua grande testa e i suoi occhi alieni. I due escono dal laboratorio e si trovano all’aperto.

Susan: “Questo deve isolarlo nella sua mente. Non ci pensi mai quando è vicino ai bambini, loro non devono sapere che noi sappiamo…

Alan: “Perché non ce lo ha detto? Avrebbe dovuto avvertirci.

Susan: “Perché non potevo… Non potevo avvertirvi. Se lo sapevate voi lo avrebbero saputo i bambini. Ho passato anni a imparare come schermare i miei pensieri, a murarli perché non leggessero tutto nella mia mente… Ma i loro poteri si rafforzano, mi è sempre più difficile tenerli fuori. Ho bisogno del suo aiuto, Alan, mi aiuti, la prego. Collabori al progetto…

Il medico non le risponde, sale in macchina e se ne va.

Entra in casa e inciampa in una valigia addossata alle scale. La sposta e sale per andare nella camera della figlia.

Mara: “La decisione è presa e nessuno potrà alterare i nostri piani. Noi andremo a vivere in un granaio abbandonato. Ci porterete il necessario. Non potete fermarci, lo sai, quindi non provarci. Hai parlato di noi con la dottoressa Verner, che cosa ti ha detto? Sta nascondendo qualcosa…

E così i bambini vengono accompagnati nel vecchio granaio ripulito e riadattato, anche Jill accompagna David.

Jill: “Io non ti lascio andare.

David: “Non hai facoltà di opposizione.

Jill: “E tu ne hai? Non sei tenuto a fare tutto quello che dicono loro.

David: “Siamo un unico essere.

Jill: “No, tu no. Tu sei David, sei diverso.

Il mattino dopo Ben vuole andare a riprendere Julie (Thrishalee Hardy), una delle bambine che ora abitano nel granaio. Ma tre dei ragazzi gli sbarrano la strada. Lui si ferma in tempo e Dorothy (Jessye Quarry) gli dice che Julie non desidera affatto tornare a casa. Ma Ben non si lascia convincere e questo segna la sua fine: i bambini lo fanno risalire in macchina e lo mandano a schiantarsi contro un serbatoio di liquido infiammabile. Mentre mezza città si dirige verso il luogo dell’incidente Susan ferma Alan che stava salendo a sua volta in macchina.

Susan: “Aspetti Alan, Alan… ho saputo ora che gli altri centri con i bambini sono stati distrutti.

Alan: “Cosa, tutti quanti?

Susan: “Sì, con tutti gli abitanti, adulti e bambini. Non potevano evacuarli senza che loro lo scoprissero. Hanno agito senza preavviso.

Alan: “E lo faranno anche con Midwich?

Susan: “Mi hanno detto di andarmene. Parto stasera, lo faccia anche lei fin che può, Alan.

Alan raggiunge i bambini nel fienile. Sono tutti seduti nei banchi come se fossero dei bravi scolaretti.

Non succederà con noi perché dobbiamo sopravvivere, costi quello che costi… Imparerete che siamo decisi a sopravvivere e che non potete far nulla per impedirlo… Dovete imparare a non sfidarci… voi non dovete sfidarci…

(Il Villaggio dei Dannati di Wolf Rilla – 1960)

Alan: “C’è stata un’altra morte… Perché ci odiate tanto, Mara?

Mara: “Non è questione di odio. È necessità di sopravvivenza. Tu ora stai pensando alla morte degli altri quindi perché ti sorprendono le nostre azioni? Noi siamo tenuti a sopravvivere a qualunque costo, siamo gli unici rimasti, ormai.

Alan: “Perché non possiamo cercare di capirci e di vivere in buona armonia?

Mara: “Se coesistessimo noi vi domineremmo. È una cosa inevitabile e voi cerchereste di eliminarci. Siamo tutti emanazione della forza della vita che ci ha messi l’uno contro l’altro per vedere chi sopravvive.

Alan: “Gioco molto crudele.

Mara: “La vita è crudeltà, la vita è sofferenza, approfittiamo l’uno dell’altro per poter sopravvivere.

Alan: “Io non sono d’accordo. È l’adattabilità la chiave della sopravvivenza, la cooperazione e la simbiosi, l’umana fratellanza…

Mara: “Perché ora pensi che la tua sopravvivenza dipenda dalle nostre emozioni? Vuoi la nostra compassione? Vuoi che ci sentiamo coinvolti?

Alan: “Voglio sentimenti! Voi non provate sentimenti, senza sentimenti siete nulla, siete solo la parodia di un organismo superiore. Certo, sarete più evoluti di noi, ma noi vi superiamo per la capacità d’amare, senza amore siete una specie condannata.

Mara: “Le emozioni sono irrilevanti, fuori dalla nostra natura.

Alan guarda David.

Alan: “Non ne sarei tanto sicuro, Mara.

Mara: “Tu sei al corrente delle nostre colonie, di conseguenza hai, seppure in modo vago, avuto cognizioni di che cosa siamo noi.

Alan: “Sì.

Mara: “Questo fa sorgere l’interrogativo se è opportuno lasciarti vivere… Tu stai pensando d’improvviso al mare. Stai schermando molto bene i tuoi pensieri con questa immagine. Ora dobbiamo andare via, sparpagliarci, disperderci. Presto saremo in condizione di formare nuove colonie e tu organizzerai la nostra partenza da qui.

Alan: “E se mi rifiutassi di farlo?

Mara: “Sei così legato ai tuoi valori che non potrai riuscire a fare a meno di aiutarci. Lo sai anche tu, non è vero, paparino mio?

Alan: “Sì, sì è vero, hai ragione, Mara.

Mara: “Organizza tutto, noi dobbiamo andare via stasera

Alan si allontana. David è fuori, all’aperto, con aria assorta. Mara lo raggiunge.

Mara: “Pensi di nuovo a quella che è morta.

David: “Doveva essere la mia compagna.

Mara: “Avrebbe dovuto esserlo e, senza compagna, sei meno importante per noi e questo tuo sviluppo di emozioni è allarmante. Non possiamo lasciarti indietro, David, sei un problema che ormai va affrontato.

Di questi alieni si potrà dire tutto ma non certo che sono poligami, per una razza che non ha sentimenti che differenza fa se il seme per la procreazione viene dato dal proprio compagno o da un elemento alternativo? Calcolando anche la necessità estrema che dovrebbero avere questi esseri di procreare per invadere lentamente la Terra.

Insondabili misteri del cosmo…

Il Reverendo George sta puntando un fucile contro Mara e l’ha inquadrata esattamente nel mirino ma un fruscio lo fa voltare e si trova tre dei ragazzi davanti a lui. La solita manovra e l’uomo rivolge l’arma contro il suo viso premendo il grilletto. Brutta e ignominiosa fine per un cavaliere Jedi…

Susan sta sgomberando il laboratorio e vede che i cittadini di Midwich, guidati da Sarah, stanno preparando una spedizione punitiva muniti di torce, una cosa che, in passato è servita molto bene contro Frankenstein e Dracula. La donna ritorna nel laboratorio ma incontra Mara, David e Isaac (Adam Robbins) che la costringono a scendere nel laboratorio per vedere il feto. Alla vista della creatura una lacrima riga il volto di David. Intanto la spedizione punitiva viene fermata da Robert (Cody Dorkin) e dagli altri che immobilizzano Sarah, le fanno cadere la torcia ai piedi dando fuoco alle sue vesti e costringendola a restare ferma mentre il fuoco la divora.

Susan viene costretta a sdraiarsi sul lettino e, sotto gli occhi attoniti di David, viene costretta ad autosventrarsi con un bisturi.

Intanto la polizia e una pattuglia dell’esercito circondano il fienile dei ragazzi. Jill incontra Alan alla scuola.

Jill: “Alan, i bambini hanno ucciso Sarah.

Alan: “Anche la dottoressa Verner, l’ho trovata nella clinica.

Jill: “C’è la polizia. Si stanno dirigendo al granaio per prendere i bambini, dobbiamo fermarli!

Alan: “No, Jill, non ci puoi andare, resta qui, non puoi andare là!

Jill: “Ma io devo salvarlo!

Alan: “La polizia non può fare niente ai bambini, sarà un bagno di sangue.

Jill: “Ma David è…

Alan: “No, ferma! Stammi a sentire, stammi a sentire, c’è un altro modo e si tenta una cosa nuova. Sono riuscito ad impedire a Mara di leggermi il pensiero…

Jill: “Come?

Alan: “Ho cominciato a pensare al mare quando s’infrange sugli scogli che abbiamo sotto casa. Io e Barbara ogni sera andavamo… a guardare le onde dalla cima della collina. Ci affascinava l’immensità del mare, la sua forza inarrestabile. Rievocando quelle immagini ho alzato come uno schermo che non riescono a superare. So di poterlo fare di nuovo, posso creare un muro, posso creare un muro che mi schermerà da loro.

La bacia e si allontana.

Jill: “Alan, che cosa vuoi fare?

Alan: “Quello di cui non si può fare a meno.

Esce chiudendola dietro la scuola e lei, disperata, gli urla che David non è come gli altri, ma questo Alan lo sa già.

Intanto i bambini, David escluso, hanno fatto piazza pulita dei poliziotti e dei militari che si sono sparati tra loro e mentre tutto questo avviene Jill spezza il vetro della porta per liberarsi poi prende dalla borsetta vicino al cadavere di Sarah e le chiavi della sua macchina. Alan, a sua volta, ha caricato una bomba nella sua borsa e si dirige in macchina in mezzo ai cadaveri e alle auto della polizia, verso il fienile. Entra con la borsa in mano.

Una muraglia… una muraglia… devo pensare… a una muraglia… ci siamo quasi… una muraglia… una muraglia… solo a questo devo pensare…

(Il Villaggio dei Dannati di Wolf Rilla – 1960)

Alan: “Ancora morti.

Mara: “Sopravvivenza… Hai organizzato per farci partire?

Alan: “Beh, col poco tempo che ho avuto…

Mara: “Sono le 11 e 22. Cosa ti mette in ansia?

Alan: “La partenza… ah, sì, ora che ci penso, ho lasciato gli appunti in auto, qualcuno di voi può andare a prendere il blocco degli appunti sul sedile della macchina? David?

Mara: “No!

Alle sue spalle si avvicina Jill, entrata dal retro.

Mara: “Tu ora stai schermando i tuoi pensieri…

Si avvicinano a lui che è seduto dietro la scrivania. Jill è entrata nella stanza.

Mara: “Stai pensando… a un muro di mattoni. Perché continui a guardare l’orologio?

Jill vuole portare via David. La bloccano con lo sguardo poi si rivoltano verso Alan.

Poi Jill ritenta ma di nuovo Mara e gli altri la bloccano, allora David si scaglia contro Mara facendola cadere.

David: “Smettila, lasciala stare.

Alan riesce a connettere quel tanto che basta per urlare:

Alan: “Jill, David, uscite di qui, scappate!

Jill prende il bambino ed esce di corsa. Mara e gli altri si concentrano profondamente per abbattere la barriera di Alan, il muro viene perforato dai loro occhi lampeggianti che scavano i contorni di un viso alieno. Dietro a esso la borsa di Alan e dentro la bomba. Troppo tardi, il fienile viene disintegrato da una fortissima esplosione che distrugge Alan e le menti aliene mentre Jill si allontana dalla città con il suo piccolo David.

Jill: “Sta tranquillo, David, andremo dove nessuno saprà chi siamo.

Il bambino guarda la strada senza rispondere.

Ed è questa la figura più interessante di questo remake, David, il bambino alieno che sta imparando l’umanità, per il resto i personaggi sono maldestramente abbozzati e le scene quasi girate svogliatamente.

Durante le riprese del film, in California, il protagonista Christopher Reeve, comprò un cavallo soprannominato Buck, a Reeve piaceva l’equitazione. Poco tempo dopo il cavallo rifiutava inspiegabilmente di saltare un ostacolo e sbalzava di sella il suo cavaliere. Da allora, a causa di questo incidente, Cristopher Reeve è rimasto paralizzato dal collo in giù ma ha continuato a recitare e ha pure debuttato come regista fino alla sua more avvenuta nel 2004. Il progetto di fare un remake de Il villaggio dei dannati risale alla fine degli anni ‘70 quando Michael Preger ne acquisì i diritti e lo propose alla Universal, ma solo nel 1992 fu scelto il regista. La sceneggiatura è stata scritta da David Himmelstein e Carpenter accettò di dirigere il film purché fosse autorizzato a modificare la storia per renderla più simile a quella del romanzo di John Wyndham; per gli effetti speciali, proprio per scelta del regista, ci si è affidati alla Knb SfX Group con la quale aveva lavorato nelle sue ultime pellicole. Il villaggio di Midwich è in realtà Marin County una piccola cittadina dove 15 anni prima Carpenter aveva girato Fog.

(4 – continua)

Giovanni Mongini