DAVIDE DE BONI… IL CHIRURGO E LE TRADUZIONI DEI GRANDI DELLA SF

E’ da pochi giorni in edicola, nella prestigiosa collana Segretissimo Mondadori n. 1658, la spy story intitolata “Il Chirurgo – Anatomia di un golpe”. Si tratta della prima avventura firmata da David Bones, pseudonimo di Davide De Boni, che guarda caso è un medico chirurgo proprio come l’eroe delle sue pagine. Nato e cresciuto a Bolzano Vicentino, in provincia di Vicenza, laureato a Padova dove lavora, Davide è uno scrittore eclettico, un abile traduttore e insaziabile divoratore di libri, fumetti, film, serie televisive, musica rock e soundtrack oltre che un cultore dello sport. «Il mio sogno – ci ha detto – è poter lavorare a tempo pieno con le storie, e posso dire con orgoglio che pian piano lo sto realizzando!».

CIAO DAVIDE, IL SEGRETISSIMO DI QUESTO MESE DI MAGGIO E’ DEDICATO AL TUO PRIMO ROMANZO, FIRMATO DAVID BONES, DAL TITOLO “IL CHIRURGO – ANATOMIA DI UN GOLPE”. QUI SCOPRIAMO UN NUOVO PERSONAGGIO: EMILIO FURIA, OSSIA IL CHIRURGO. CI VUOI DIRE QUALCOSA DI LUI? QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE? CHE TIPO DI LAVORO SVOLGE COME AGENTE SPECIALE?

Ciao, Filippo, innanzitutto grazie per l’invito: è un immenso piacere essere ospite di questa pagina. Emilio Furia, alias il Chirurgo, è un nuovo personaggio seriale nato da una domanda che mi sono fatto spesso leggendo Segretissimo: cosa succede quando un operativo viene ferito sul campo, ma non può essere estratto in sicurezza? Il Chirurgo si occupa proprio di questi casi. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia si è arruolato nel 9° reggimento d’assalto incursori paracadutisti “Col Moschin”, continuando a fare esperienza nelle sale operatorie ai margini dei più sanguinosi campi di fuoco del nuovo millennio. Adesso lavora a contratto, offrendo i propri servizi a svariati governi e agenzie, il che lo porta a dover intervenire in ogni angolo del mondo, e spesso e volentieri a doversi sporcare le mani in prima persona pur di garantire la sopravvivenza del paziente di turno.

LA STORIA CHE HAI RACCONTATO E’ AMBIENTATA IN TURCHIA. TI SEI ISPIRATO AL TENTATIVO DI GOLPE FALLITO CINQUE ANNI FA?

Il romanzo trae spunto proprio dal golpe militare che ha infiammato la Turchia nel 2016, durante il quale Emilio Furia si trovava ad Ankara per conto della Cia. La storia principale si svolge due anni dopo, quando Emilio viene inviato a Istanbul per salvare un altro agente americano in possesso di informazioni cruciali: all’inizio si tratta di un “semplice” intervento al cervello in una vecchia rimessa per le barche sulla riva del Bosforo, ma poi… la faccenda si complica. E tocca a Emilio trovare il modo di venirne fuori.

COSA TI HA PORTATO A SCRIVERE UN ROMANZO CHE VEDE COINVOLTO PROPRIO QUESTO PAESE?

La Turchia è un Paese che mi ha sempre affascinato in quanto punto di contatto tra Oriente e Occidente; Istanbul, in particolare, si presta molto come ambientazione per le storie di spionaggio (una delle prime spy story che ho letto è stata proprio “SAS a Istanbul” di Gérard de Villiers). Mi è sembrato il posto migliore da cui cominciare, anche per via dei suoi innumerevoli legami con Venezia, città alla quale sono molto legato.

COME TI SEI DOCUMENTATO PER LA STESURA?

Prima di iniziare a scrivere mi sono documentato leggendo tutti i romanzi e i saggi ambientati a Istanbul su cui sono riuscito a mettere le mani (i più utili e interessanti sono stati “Istanbul” del Premio Nobel Orhan Pamuk e “I segreti di Istanbul” di Corrado Augias, ma anche “Topkapi” di Eric Ambler e “La bastarda di Istanbul” di Elif Şafak); ho quindi raccolto tutte le informazioni che mi servivano sulle dinamiche del golpe militare del 2016 e sulla storia della Repubblica di Turchia. La parte più facile è stata quella medico-chirurgica: lì mi sono basato direttamente sui miei studi, approfondendo qualche aspetto funzionale alla trama.

STAI GIA’ PREPARANDO ALTRO SUL CHIRURGO?

Certo, sto già lavorando a una nuova avventura che spero di poter proporre ai lettori di Segretissimo il prossimo anno.

NELLA QUOTIDIANITA’ SEI MEDICO CHIRURGO. COSA TI ACCOMUNA AL TUO PERSONAGGIO? HAI VOLUTO CREARE UN ALTER EGO?

Più che un alter ego, Emilio Furia è un’incarnazione degli aspetti che più mi affascinano della medicina. Abbiamo qualcosa in comune, certo, ma lui ha scelto una strada molto diversa dalla mia.

OLTRE ALLE SPY STORY SCRIVI ANCHE FANTASCIENZA…

La mia vena fantascientifica rimane una parte importante di me: ho iniziato a muovere i primi passi concreti nel mondo della scrittura proprio grazie alle collane Delos Digital e alle riviste Writers Magazine Italia e Robot, per poi approdare su Urania. Tra i titoli pubblicati con Delos, ho una netta preferenza per la serie post-apocalittica “Afterlands”, che è stata la prima creatura davvero mia in tutto e per tutto: lì racconto un futuro fittizio, ma verosimile, in cui gli antibiotici hanno smesso di funzionare, trascinando il mondo in un nuovo medioevo segnato dalle malattie infettive. Al di là di questo, nei prossimi mesi usciranno due nuovi racconti scritti appositamente per antologie di fantascienza davvero interessanti, che saranno annunciate a breve.

MA C’E’ UN GENERE CHE PREDILIGI?

In realtà non ho una vera preferenza, forse proprio per questo ho finito per cimentarmi con tanti generi diversi: mi piacciono le belle storie, perciò cerco innanzitutto di focalizzarmi su di esse. Che poi ci siano alieni, mostri terrificanti, spie o semplici persone comuni non fa differenza, per me, se la storia funziona. Il mio scrittore preferito in assoluto è Stephen King, ma amo leggere di tutto, seppur con una certa predilezione per il fantastico: tra i miei riferimenti ci sono Tolkien, Rowling, Martin, Stevenson, Lovecraft, Poe, Bradbury, adoro i romanzi di Isaac Asimov, Frank Herbert e Clifford D. Simak, ma anche quelli di Thomas Harris, Stieg Larsson, Glenn Cooper, così come Bernard Cornwell, Christian Jacq, Valerio Evangelisti… Per quanto riguarda la spy story, pur amando e leggendo sempre con grande interesse Ian Fleming e Gérard de Villiers, i miei preferiti sono due italiani: Stefano Di Marino, alias Stephen Gunn, e Alan D. Altieri, che rispettivamente con il Professionista e lo Sniper hanno dato vita ai miei principali modelli di riferimento nel genere.

LA TUA ATTIVITA’ LETTERARIA SI ESTENDE ANCHE ALLE TRADUZIONI. IN MERITO RECENTEMENTE HAI LAVORATO ALLA TRASPOSIZIONE DE “LA STIRPE DI NETTUNO” DI CHARLES STROSS, PUBBLICATO SULLA COLLANA URANIA MONDADORI DEL MESE DI MARZO. QUANTO REPUTI IMPORTANTE QUESTA ATTIVITA’? DA QUANTO TEMPO LA SVOLGI? QUALI ALTRI AUTORI HAI TRADOTTO O STAI TRADUCENDO?

Ho iniziato a lavorare come traduttore per Mondadori nel 2018, quando mi è stata affidata la nuova traduzione del classico apocalittico “La nube purpurea” di M. P. Shiel (Urania Collezione n. 192, poi Oscar Fantastica). In seguito ho tradotto Terry Goodkind (“I figli del D’Hara”, Oscar Fantastica), Clifford D. Simak (“Oltre l’invisibile”, Urania Collezione n. 215) e, per l’appunto, Charles Stross (“I figli di Saturno”, Urania n. 1680, e “La stirpe di Nettuno”, Urania n. 1688). Con Stross non è stata una passeggiata: i suoi romanzi sono molto ricchi e complessi, un concentrato di conoscenze e tecnicismi che richiedono un importante lavoro di ricerca, ma mi sono divertito a tradurli e li ho trovati estremamente intriganti. Per quanto riguarda i lavori più recenti, ho da poco consegnato altri tre romanzi di un noto autore in uscita prossimamente nella collana Oscar Draghi Urania e sto per iniziare la traduzione di una trilogia annunciata per Urania Jumbo.

CI SONO ALTRI PROGETTI IN CORSO?

I progetti in ballo sono tanti, dalla traduzione alla scrittura. Oltre a quelli già menzionati, a novembre uscirà un romanzo storico che ho scritto insieme a Franco Forte e Maria Cristina Grella: “Servio Tullio”, sesto libro della serie “I Sette Re di Roma” (Mondadori Oscar Bestseller Historica). Poi, come dicevo, ho intenzione di scrivere una nuova storia del Chirurgo, portando avanti in parallelo un altro paio di progetti sui quali per il momento non posso anticipare nulla, ma che spero possano vedere presto la luce.

VISTO IL TALENTO CHE STAI DIMOSTRANDO IMMAGINIAMO CHE SARANNO PROGETTI INTERESSANTI COME TUTTI GLI ALTRI. AUGURI PER TUTTO. DAL CANTO NOSTRO CONTINUEREMO A SEGUIRTI!

Filippo Radogna