SEGRETISSIMO ITALIA: OVVERO IL RITORNO DELL’ACTION POLAR

E’ giusto spendere due parole su una collana che ancora si ostina a proporre letteratura seriale di genere nelle edicole del Bel Paese. Parlo ovviamente della serie “Segretissimo”, meritoriamente editata da una grande casa editrice come la Mondadori. Da quanti anni questa collana accompagna l’Italia e il mondo nelle sue molteplici trasformazioni? Quaranta, cinquant’anni? Non saprei dirlo con precisione e non ho voglia di controllare. Quello che so è che la collana è certamente nata sulla scia dei successi filmici (più che letterari) di 007, incernierando le prime storie sull’eterna contrapposizione tra i due blocchi mondiali usciti trionfatori dalla II World War. Per i primi tre decenni il racconto di spie non ha subito grandi mutazioni. Poi il muro è venuto giù. L’URSS è scomparsa assieme allo spauracchio delle albe rosse. E’ arrivata la disgregazione geografica dell’Europa dell’Est. Lo sbriciolarsi dei Balcani. Si è affacciato sui nostri teleschermi un nuovo tipo di terrorismo, un nuovo linguaggio del terrore. Nuove guerre. Magari non più globali, ma non per questo incruente. L’11 settembre ha battezzato il mondo globalizzato. La crisi economica che si trascina dal 2007 ha plasmato le nuove democrazie occidentali. Conclusione: altri spettri si aggirano per l’Europa e fanno comunque paura.

Certo, è vero che di fondo, la struttura, il plot, la trama (chiamatela come volete) della fiction spy action non è mutata poi molto: “Segretissimo” è un cocktail interscambiabile di personaggi (una buona parte serializzati, cioè ritornanti in una infinità di puntate), avventura, esotismo (nel senso che ogni angolino del mondo è ben raffigurato, dalle giungle tropicali, ai deserti, alle banlieu incazzate, ma il comune denominatore è la resa sensazionale di questi sfondi, set, mai pacificati, sempre ricchi di insidie e trappole mortali). Altri elementi salienti sono l’azione e il tecnicismo (bellico, per le armi, i calibri, le tecniche di tiro, le sigle) esasperato fino all’astrazione (Alan Altieri e il suo Sniper ne sono un esempio sommo).

Nella serie di “Segretissimo”, nel corso del tempo, si sono distinti scrittori/autori che, per longevità e ingegno, hanno saputo rinnovare la collana. Mi piace citare alcuni nomi stranieri, dietro ai quali si celano narratori italianissimi: il poco rassicurante Stephen Gunn, Jack Morisco, Francois Torrent. Sempre italico è il bravissimo chimico-scrittore Secondo Signoroni, il cui ultimo lavoro “Acque mortali” affrontava l’interessante e inedito tema dei pirati moderni, sequestratori di navi cargo immense. Oppure Robert Morcet, scrittore ex rapinatore di banche, che con le Gauloises senza filtro in bocca ai suoi personaggi e le ambientazioni parigine, rimanda molto alle atmosfere di certi polar anni ’80 di Delon. E che dire dei ragazzi fracassoni della Phoenix Force di Gar Wilson? In una loro avventura presa a caso leggo di un Brigatista (e siamo già nei ’90, roba che delle BR vere non c’era manco più l’ombra!) che vuole comprare un’atomica da un mercenario rinnegato americano! In particolare, torniamo a  Mr. Gun, autore della serie di successo del Professionista, nata dalle ceneri di un romanzo di Scerbanenco e dalla serie a fumetti dello “Sconosciuto” di Magnus. Nel Professionista troviamo gli elementi migliori che caratterizzano il nuovo corso di “Segretissimo”: action sempre più adrenalinica alternata a una vena spesso intimistica, direi quasi polar, noir, dove l’amarezza del mercenario ben si sposa con la crudeltà dei tempi bui nei quali siamo immersi.

Un altro autore immancabile è Gerard De Villers, una specie di Jess Franco della scrittura, uno capace (da solo prima, con l’aiuto di imprecisati ghost writer poi) di confezionare qualcosa come 180 romanzi, tutti centrati sulle gesta della super spia Malko Linge della Sas, un tipo nato come epigono alla buona di Sir. James Bond e poi affrancatosi dal modello fleminghiano. De Villers è stato tra i primi a smarcarsi dall’impronta di Fleming e dei suoi super criminali da fumetto desiderosi di dominare il mondo. Gerard preferisce immergersi nell’attualità bruciante degli anni ’60, ’70, ’80 e così via, aprendo i plot a una instabilità e inconcludenza (nei finali) che risulta uno dei punti più interessanti. Altro marchio di fabbrica è il sesso, inserito con una ritualità hardcore tra una scena e l’altra, quasi come nei porno film di Massaccesi di fine ’70, primi ’80. Se proprio dovessi indicarvi un titolo tra l’infinità proposta da De Villers, vi indicherei “Incubo in Colombia”, avventura targata 1989. Qui Malko Linge viene catapultato in Colombia a combattere il cartello del narcotraffico, roba mica da ridere. E infatti si ride pochissimo e si scopa meno che in altri libri. La faccende prende subito una brutta piega: i criminali sono dei ceffi da incubo, i poliziotti sono impotenti, marchiati dalla sconfitta. Le donne oggetti di carne da scagliare giù da un elicottero. La qualità del romanzo è tale da farlo sembrare un Manchette spy tipo la “Principessa di Sangue”.

Per concludere, oggi la serie “Segretissimo” ha mutato nuovamente la sua veste grafica (dopo le pitture del Maestro Altissimo Jacono e i collage fotografici, da action tamarro stile Cannon Group, degli anni ’90), approdando a un elegante nero rotto dal giallo/rosso della scritta e dalle figurine di modelle bellissime, spoglie, scalze e armate che ci invogliano a comperare un volume dietro l’altro. Anche il formato è identico alla collana del “Giallo Mondadori”.

Donnine nude e armate, dunque, come preamboli di mondi narrativi in cui l’onore è scomparso, la morte è padrona e i soprusi si nascondono dentro ogni pagina, dentro ogni riga, dentro ogni parola.

Un po’ come nel mondo nel quale sopravviviamo.

Ps: da dove cominciare? Andate in edicola a prendere quel che trovate. La qualità media della serie è altissima. A Gennaio ci aspettano dei titoli succosi: il ritorno del Professionista con “Appuntamento a Shinjku”, il solito DeVillers con “Appuntamento a Boris Gleb” e Brent Guelfi con l’accattivante “Lago di Fuoco”.

Oppure prendete la sana abitudine di frequentare i mercatini dell’usato del Sabato e della Domenica. Troverete senz’altro ambulanti riforniti di “Segretissimi” sgualciti.

Con pochi euro porterete a casa dei gioielli.

Neri, naturalmente!

Davide Rosso