STEFANO DI MARINO… IL PROFESSIONISTA E KALIMANTAN

Nei giorni scorsi il Professionista story n. 22 di Stephen Gunn con i due romanzi “Destinazione Tikrit” e “Corsa nel fuoco”, della collana Segretissimo Mondadori, risultava primo in classifica tra gli e-book più venduti di Amazon all’interno della categoria guerra e spionaggio.

Certo non è la prima e non sarà l’ultima volta, comunque è sempre una gran bella soddisfazione per l’autore Stephen Gunn, creatore del Professionista e, come tutti sappiamo, pseudonimo del maestro italiano delle spy story, Stefano Di Marino.

Celebre e stimato autore milanese, Di Marino è scrittore multiforme. Tra le sue opere annovera oltre sessanta tra romanzi thriller, fantasy e d’azione, saggi sul cinema e sulle diverse arti marziali (di cui è istruttore), decine di articoli sulla narrativa popolare e su eventi sportivi.

Recentemente il Nostro, per la casa editrice dbooks.it, ha pubblicato il romanzo fantastico “Kalimantan – Il fiume dei diamanti” che ha presentato nel corso di Stranimondi, grande evento dedicato alla narrativa fantastica, weird e di fantascienza che si è tenuto alla Uesm/Casa dei giochi  di Milano il 6 e 7 ottobre.

Del testo di Stefano se n’è discusso in una vivace quanto interessante e divertente tavola rotonda dal titolo “Avventura, fantasia, distopia: sogni e incubi del nuovo millennio”, coordinata dall’editore di dbooks.it, Luigi Lo Forti, cui hanno partecipato anche Alain Voudì che ha presentato l’ultimo romanzo “Morte di una fatina perbene”, Davide Schito che ha presentato il suo “Triality Show – Giuria  impopolare” e Rubrus che ha parlato del suo “Sosta di mezzanotte”, tutti come “Kalimantan”, pubblicati da dbooks.it.

A margine dell’incontro abbiamo avuto il piacere di conversare con Stefano Di Marino, sia sul suo ultimo lavoro narrativo, sia più in generale sulla sua ormai lunga e feconda attività.

“Il libro che, con l’editore Luigi Lo Forte abbiamo portato quest’anno a Stranimondi – ci ha detto l’autore – è una storia  fantastico-avventurosa, tematica con suggestioni salgariane ma anche, con tanta azione che si svolge nell’attualità. Sono presenti grandi bestie, mondi perduti e ricerca di tesori, tutti scenari nei quali mi trovo a mio agio”.

SI CONFLUISCE ANCHE NEL SOVRANNATURALE?

Si ritrovano echi lovecraftiani, ci sono esseri strani, ma non andiamo nel sovrannaturale.

QUALE AMBIENTAZIONE HAI SCELTO?

Si svolge in due epoche diverse. Metà della storia è ambientata nel 1857:   un capitano pirata, dopo aver saccheggiato un sultanato nel Borneo, viene spinto da una tempesta in un fiume che sembra scorrere al contrario verso l’interno dell’Isola. Qui viene accolto da uno strano personaggio  che ha trovato un tempio stracolmo di gioielli e risalente ad un antichissimo passato. Qui ha ricavato una sostanza miracolosa con cui fa un’ibridizzazione.

E COSA SUCCEDE?

Succedono cose terribili che non raccontiamo. Il capitano si salva e scrive un portolano con delle indicazioni su questa sua avventura.

QUESTO NEL PASSATO. MENTRE NEL PRESENTE COSA AVVIENE?

Nell’oggi c’è una discendente del capitano che è a capo di un’organizzazione criminale del Nord Europa. Insieme a un ladro d’arte, che è un infiltrato dell’Interpol, recupera il portolano e decidono di andare a vedere cosa c’è dentro la misteriosa isola di Kalimantan – che nella lingua degli isolani significa fiume dei diamanti – alla scoperta dell’arcano presente nel tempio. Insomma è una storia un po’ alla Indiana Jones. Com’è noto a me piacciono queste trame di azione e avventura.

SEI MOLTO APPASSIONATO DI COSE E LUOGHI ORIENTALI. HAI VIAGGIATO MOLTO?

Una volta viaggiavo molto più di oggi. In particolare negli Anni ‘90 ho girato parecchio l’Asia, ma anche l’America Centrale.

COME NASCE IL TUO INTERESSE PER I PAESI ORIENTALI E QUANTO TI HANNO ISPIRATO I VIAGGI?

Tutto nasce da ragazzino leggendo Salgari, in particolare “La tigre della Malesia”. A dodici-tredici anni avevo letto tutto Salgari. Da lì è nato il mio interesse per l’Oriente e la passione per le arti marziali. Poi ho unito tutto e dalla metà degli Anni ‘80 sino alla metà degli Anni 2000 ho viaggiato. Comunque, sono ancora appassionato di questo tipo di ambientazione e tutta la mia produzione narrativa è ispirata un po’ a queste cose.

DOVE SEI STATO?

L’Asia Sud Orientale l’ho girata tutta raccogliendo tantissimo materiale, soprattutto fotografico. Il mio ultimo viaggio è stato ad Hong Kong e ho anche scritto una guida.

PRIMA HAI CITATO SALGARI E POI QUALI SONO STATI I TUOI SCRITTORI DI RIFERIMENTO?

Dopo aver letto i romanzi di Salgari passai a Segretissimo. Iniziai a leggere freneticamente le spy story a cominciare da quelle Ian Fleming e Gerard De Villers.  Uno degli autori da cui ho imparato molto è Jean Van Hamme, belga, noto soprattutto come fumettista ma è stato anche un ottimo scrittore e sceneggiatore televisivo. Ho letto tutti gli autori di storie avventurose pubblicati negli Anni ’70, lo spionaggio è così diventato la materia principale del mio lavoro. Tra le tante pubblicazioni ho recentemente scritto, per Odoya, una guida cinematografica.

DI LE CARRE’, INVECE, COSA NE PENSI?

Lo conosco bene. Ho studiato anche gli autori che non mi piacciono. Secondo me è un autore sopravvalutato e considerato letterario a torto. Diciamo che nella sua produzione ci sono libri molto interessanti e chi scrive di spionaggio deve conoscerlo anche se di quel genere preferisco Graham Green.

E DI KEN FOLLETT?

E’ un grande autore popolare, fa parte delle mie letture degli Anni ’80, anche se gli preferivo Forsyth.

MA TI SONO SERVITI COME AUTORI?

Tutto serve nella lettura.

MENTRE DI LETTERATURA MAINSTREAM COSA LEGGI?

Ho frequentato il Liceo Classico per cui mi sono formato sui grandi classici anche se poi ho focalizzato le mie letture sulla narrativa popolare.

ALTRA CARATTERISTICA BASILARE DEI TUOI ROMANZI SONO LE ARTI MARZIALI. LE HAI PRATICATE A LIVELLO PROFESSIONISTICO?

Sono istruttore di Thai Boxe, Boxe Francese e Tai Chi. Ho fatto anche karate e ho avuto una carriera molto intensa nelle arti marziali. Me ne sono occupato anche a livello giornalistico, scrivevo sulla rivista “Samurai” fino a pochi anni fa.

RECENTEMENTE, IN PROPOSITO, HAI PUBBLICATO IL PODEROSO VOLUME “CORPO A CORPO – L’AVVENTURA DELLE DISCIPLINE DA COMBATTIMENTO” (EDIZIONI DBOOKS) NEL QUALE INTRODUCI IL LETTORE NELL’AFFASCINANTE MONDO DI TALI DISCIPLINE…

Si tratta di una storia delle discipline da combattimento dall’era antica a quella moderna. E’ un libro cui tengo molto perché parla del mondo e della cultura marziale che poi è lo specchio delle persone che la praticano.

E SULLA FILMOGRAFIA RELATIVA ALLE ARTI MARZIALI COSA HAI SCRITTO?

Anni addietro pubblicai un libro sulla storia del cinema marziale di cui sono un grandissimo cultore e fonte importante di ispirazione per me, il titolo era “Dragons Forever”. Il testo tra l’altro è stato ripubblicato a febbraio come “Guida al cinema di arti marziali” dalla casa editrice Odoya.

PARLACI DELL’ULTIMA AVVENTURA DEL PROFESSIONISTA

Nel Professionista story n. 22 ci sono due romanzi: “Corsa nel fuoco” romanzo del 2005, e “Destinazione Tikrit” ambientato in quell’epoca però scritto oggi, in quanto la formula prevede la ristampa di un vecchio romanzo più uno nuovo.

COSA  RACCONTANO LE DUE STORIE?

La prima è una storia africana ambientata in Sierra Leone però anche in Italia. L’altra si svolge in Irak, con inizio in Turkmenistan, zona poco   conosciuta quindi fondamentalmente nuova. Comunque ci sono un paio di capitoli che si svolgono a Siena per ricordare che l’Italia nelle storie di spionaggio ci sta bene. E’ un po’ la caratteristica delle spy story che scrivo da ventitrè anni, quella di cercare di coinvolgere sempre l’Italia.

COME ULTIMA DOMANDA TI CHIEDO UN CONSIGLIO AGLI ESORDIENTI CHE INTENDONO SCRIVERE SPY STORY…

Conoscete il genere! Non basta leggere qualche libro mio o di altri e andare a vedere qualche film. Io stesso mi devo sempre aggiornare, osservare le nuove tendenze. Ad esempio oggi la tendenza, difficile, è confrontarsi con la tecnologia perché lo spionaggio reale è molto condizionato dalla tecnologia, vedi i droni o il cyber terrorismo. Però sono delle cose che sulla pagina, come anche al cinema, non funzionano perché la gente vuole vedere l’eroe in azione. Quindi bisogna da un lato conoscere bene l’argomento e dall’altro occorre essere bravi a saper trovare degli escamotage!

UN SUGGERIMENTO DI STEPHEN GUNN – ALIAS STEFANO DI MARINO – VALE ORO, PER CUI SEGUIAMOLO. PAROLA DEL PROFESSIONISTA!

Filippo Radogna