ANTONIO ALVARES

Giovane scrittore che sa mescolare sapientemente fantascienza e fantasy, Antonio Alvares è il creatore della saga “LUNA”, una serie che saprà appassionare sicuramente tutti gli appassionati del genere fantastico… basta solo lasciarsi trasportare dalle sue parole. Nel frattempo abbiamo deciso di incontrarlo per voi per conoscerlo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ANTONIO ALVARES?

Antonio Alvares è un giovane autore con molto da narrare. La curiosità è fin da sempre stata un elemento caratterizzante la mia personalità, e viaggiando molto insieme alla famiglia ho avuto modo di vedere numerose realtà, conoscere molte persone e rilevare la diversità che c’è in ognuno di noi. Diversità che non ha però connotati positivi o negativi, che significa soltanto “diverso” e questa mia consapevolezza mi ha sempre spinto ad immedesimarmi nel prossimo, domandandomi in che modo gli altri vedessero il mondo, o una certa situazione della quale forse mi ero già fatto un’idea. Tutto è relativo, no? Queste premesse mi hanno spinto a creare il mondo (o dovrei dire “mondi”) di LUNA, inserendo al suo interno ogni genere di personaggio. È come se sentissi la necessità di descrivere, tramite il genere fantastico, le speranze dell’uomo, le sue paure, le sue debolezze, il grande amore per la vita di alcuni e la profonda disillusione per la società di altri.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Se per scrivere si intende romanzi, ho cominciato al termine della carriera da studente universitario, mentre da una parte preparavo la tesi di laurea e dall’altra cercavo di sbarcare il lunario con un lavoro stagionale. Durante le notti di quell’estate nacque il primo libro, tra evidenziatori consumati e tavoli da servire, l’idea della saga venne talmente prepotentemente che per me fu impossibile resistere. Se invece si intende scrittura in senso lato, ho iniziato a circa 15-16 anni, ma come ho già anticipato non si trattava di romanzi. Da giovane ero un Game Master nei giochi di ruolo: partendo dal sempreverde D&D, insieme al gruppo di amici abbiamo affrontato varie ambientazioni nelle nostre nottate di gioco. Dal fantasy siamo passati al gotico, dal gotico ci siamo spostati alla fantascienza, poi all’horror, da questo alle realtà post-apocalittiche e, quindi, a tematiche più psicologiche e di interpretazione. All’inizio mi basavo sempre sui manuali per fare progredire le avventure dei miei giocatori, ben presto ho iniziato a mischiare e fondere personaggi e ambientazioni, creando dei giochi diversi da quelli che in origine avevo tra le mani, sia nel sistema di gioco che nelle trame. Fino a quell’estate di tavoli ed evidenziatori.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO PER INTRECCI EDIZIONI IL ROMANZO “LA NOTTE DELL’HOMECOMING”. CE NE VUOI PARLARE?

“La notte dell’Homecoming” è il secondo romanzo della saga “LUNA”, cominciata tre anni fa con “Il Sequestratore di Graal”. Il primo è un romanzo introduttivo di una realtà cinica e ipertecnologica, romanzo nel quale si descrivono al lettore gli equilibri e le ipocrisie della società futura, le organizzazioni politiche e militari, gli intrecci economici, tutti quegli elementi che con un insolito mescolarsi di trame fanno da sfondo a una vera e propria “caccia all’uomo”. Ne “La notte dell’Homecoming” mi sono focalizzato maggiormente sulla psicologia dei personaggi. Il filo conduttore del secondo romanzo è, appunto, l’homecoming, ovvero quell’evento che capita una volta ogni dieci anni e durante il quale i pirati spaziali ritornano sulla Terra, portando con sé tutto il bottino raccolto nei saccheggi del decennio. Questo evento è vissuto dalla popolazione terrestre come una festa, gli speculatori la vedono piuttosto come un “rientro di capitale” già pregustando gli introiti del mercato nero; i più dimenticano gli orrori che avvengono al di sopra dei fuochi d’artificio, nell’orbita terrestre, pochi chilometri sulle loro teste. Esiste infatti un’organizzazione militare sovranazionale chiamata “Asse della Specie”, già conosciuta nel Sequestratore, che attende il rientro di queste astronavi nella speranza di recuperare il tesoro racchiuso nelle stive dei criminali. Come ogni volta è necessaria una battaglia, finora mai vinta dalle libere colonie di Asgard. Ne “La notte dell’Homecoming”, però, questo evento e la battaglia che ne seguirà fanno da contraltare alla trama, farcita invece di politica, temi sociali, vendette personali e amori perduti. Come nel primo libro, insomma, ci sono avvenimenti e tematiche che fanno da vivido sfondo, eppure i personaggi saranno condizionati nelle loro scelte da qualcosa che sta avvenendo da un’altra parte, grazie (o per colpa) di persone che nemmeno conoscono. Il punto è: sono temi così diversi da quelli che affrontiamo noi ogni giorno? Basti pensare a prezzo del barile, tsunami e terremoti, spread e crisi del Medioriente, attentati terroristici…

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Sarò sincero: non c’è stata alcuna difficoltà. Essere GM per così larga parte della mia adolescenza (e talvolta, anche nella vita adulta) mi ha facilitato certamente il compito. Non è stato un problema creare un’ambientazione alternativa con tanto di mappa dettagliata, né lo è stato creare un gran numero di protagonisti che, con le loro avventure, contribuiscono a dipanare il filo della trama, strutturata quasi come se ogni capitolo fosse un pezzo di un puzzle. È questa anzi la mia caratteristica, ovvero quella di far scorrere la storia attraverso le azioni di più personaggi. E bada bene, non conta che sia un protagonista o un personaggio secondario, ogni individualità del libro prende vita, con le sue scelte influenza quelle degli altri in una catena indissolubile ancorché a molti inconsapevole. Nella vita siamo tutti connessi, che lo vogliamo o meno. Non vedo perché nelle storie di fantasia dovrebbe essere diverso.

LA STORIA E’ UN BRILLANTE CONNUBIO FRA FANTASCIENZA E FANTASY, IMPORTANTI TEMATICHE SOCIALI, AMORE E THRILLER: COME TI SEI COMPORTATO NEI CONFRONTI DELLA TRAMA E COME HA PRESO CORPO LA STORIA?

Ognuno di noi ha avuto nella sua vita, se vogliamo, momenti fantasy e di fantascienza quando eravamo bambini, di amore da adolescenti, attimi di pura adrenalina da adulti (hai presente la “paletta” mentre sei alla guida?); poi ci sono i momenti drammatici che mettono alla prova una persona… addirittura ci sono buone possibilità che purtroppo nel mondo, in questo momento, alcuni stiano vivendo un momento horror, a sentire quello che raccontano ogni giorno i telegiornali. Ecco, tutto nasce da qui. Non voglio relegare i personaggi dei miei romanzi a un tema specifico, li lascio liberi di agire, di rischiare, di esprimersi all’interno di una realtà vasta molto più della nostra, considerando che nel mondo di “LUNA” si contano già diverse colonie nel sistema solare, e molte di esse sono considerate covi di banditi e ricettacolo per rinnegati. I personaggi sono autonomi, la loro trama alla fine risulta sempre diversa da quella che avevo inizialmente pensato per loro. Ognuno ha una psicologia, un modo di fare, delle capacità, che incidono inevitabilmente con la storia. Ovviamente c’è una trama di fondo solida che sa dove andare a parare, certa di poter regalare ogni volta al lettore qualcosa di diverso ma ugualmente profondo.

COME NASCE IL PERSONAGGIO DI LUNA, CHE UN PO’ COORDINA TUTTI I CAPITOLI DELLA SAGA?

Luna è una giovane pellerossa, adolescente e cacciatrice della tribù Shanshi, proveniente da un tempo che noi abitanti del XXI secolo potremmo catalogare come “preistoria leggendaria”, se vogliamo una realtà dai connotati fantasy ma dalla magia molto soffusa, impalpabile eppure estremamente presente. Il fatto è che Luna (il suo vero nome sarebbe Mapijapihishta-ah… ma mi dilungherei troppo) ha già vissuto buona parte della sua storia personale tra giungle selvagge e villaggi di nomadi, avventure in un’ambientazione magica e ricca di atmosfere in compagnia del suo Straniero, un insolito esperto di arti magiche, un ragazzo poco più grande di età rispetto Luna tanto da apparire improbabile come maestro, quando invece è dotato dei poteri, della saggezza e della conoscenza che solo molti secoli vissuti sulla propria pelle possono fornire. La scomparsa dello stregone, e il terribile segreto cui è legata la sua sorte, convinceranno Luna a compiere il balzo in una realtà futuristica che, almeno inizialmente, la lascerà estasiata per le incredibili possibilità e tecnologie che sono riservate al genere umano. Lei credeva di ritrovare il suo maestro in un mondo simile al suo; e invece le macchine volano, il flyball è lo sport più seguito al mondo, e i polpi sono capaci di compiere veri e propri miracoli, pura energia al servizio dell’immaginazione. Luna è un personaggio analogico che si ritrova in un mondo digitale, dove la natura è morente e l’uomo corrotto, lei naturale al cento per cento mentre già nel mondo camminano i primi umani divenuti volontariamente cyborg, per un motivo o per l’altro. È come mettere Frodo Baggins dentro Matrix. Uno strano miscuglio tra fantasy e fantascienza, un punto di vista critico e oggettivo in un mondo che va troppo veloce per concedere alle persone il tempo di fermarsi a riflettere sulle loro esistenze… un felice esperimento portato avanti con “La notte dell’Homecoming”.

INFATTI “LA NOTTE DELL’HOMECOMING” E’ IN REALTA’ IL SECONDO CAPITOLO DELL’AVVENTURA DI QUESTA RAGAZZA. COME E’ INIZIATA TUTTA QUESTA STORIA E A COSA TI SEI ISPIRATO?

L’idea di base è se i personaggi di un libro hanno o meno la consapevolezza del mondo che li circonda, per quanto sarebbe interessante porre questa domanda anche a noi stessi. Un paio di esempi potranno essere di aiuto a comprendere il concetto. Nelle rovine di Hierapolis, nome di una città di epoca romana in Turchia, degli archeologi hanno di recente scoperto il trucco che usavano alcuni sacerdoti per compiere i sacrifici al dio Plutone, il dio dell’oltretomba. In questo tempio, con una piccola porta costruita al di sotto delle gradinate chiamata appunto “Porta degli Inferi”, venivano portati degli animali che, non appena si avvicinavano all’ingresso, crollavano a terra morti senza che nessuno li sfiorasse. Sono sicuro che doveva apparire come una chiara espressione del potere divino, visto che né gli spettatori, in alto sulle gradinate, né i sacerdoti, in piedi sopra ai piedistalli al centro del tempio, pativano gli stessi effetti. Ebbene, sembra che l’arcano fosse legato piuttosto a delle esalazioni di diossido di carbonio (altrimenti detta anidride carbonica, o CO2) provenienti da quella apertura e di origine naturale, e che all’alba, momento scelto per svolgere i sacrifici, si accumulavano più densamente al livello del terreno, essendo quel gas più pesante dell’aria. I sacerdoti, che ne fossero consapevoli o meno, usavano tale trucco per mantenere il loro potere spirituale sui devoti. Un po’ quello che oggi fanno gli illusionisti con il pubblico in platea. E che differenza c’è con uno stregone di un romanzo “fantasy”, che usa formule e riti per nascondere un fenomeno fisico di cui, forse, nemmeno lui conosce le cause, e che tuttavia sfrutta per mantenere il suo potere sugli altri?

Per la fantascienza è ancora più semplice fare esempi: prendi l’arrivo della televisione nelle nostre case, nel dopoguerra. Nelle prime settimane, le famiglie si riunivano intorno al tubo catodico per assistere a quello spettacolo meraviglioso. Sapevano che si trattava di una nuova tecnologia, ovviamente, eppure si agghindavano a festa quasi avessero il timore che, dall’altra parte, il presentatore in studio potesse a sua volta vederli. Oppure gli odierni smartphone: tutti, persino i bambini, li sanno usare, ma ben pochi sono consapevoli dei meccanismi che li fanno funzionare. Nessuno con un minimo di senno definirebbe queste delle forme di “magia”, eppure rimane il fatto che, se volessimo spiegare davanti a una lavagna l’assemblaggio dei chip del telefono, o se volessimo riparare da soli un televisore o un forno a microonde, quasi tutti nel mondo sarebbero impossibilitati a portare a termine l’impresa con successo. E se tenterete di spiegare a vostra nonna le potenzialità del suo nuovo smartphone, dieci a uno che vi dirà che è un aggeggio magico e che non vuole averci niente a che fare con quella roba. Intanto, il potere risiede nelle mani delle grandi aziende, e i fili che muovono la nostra società sono ben nascosti alla moltitudine, misteriosi nei contenuti e nelle finalità. Come un mago tiene celati i suoi libri di formule alchemiche, come un illusionista nasconde con sapiente destrezza i suoi trucchi senza rivelarli mai a chicchessia. L’informazione è potere, e l’uomo di potere farà di tutto per mantenerla segreta e sfruttarla a proprio beneficio.

Ecco il punto: nel mio immaginario il fantasy e la fantascienza sono due prospettive della nostra realtà, due facce della stessa moneta, generi diversi negli schemi ma simili nei contenuti. Al centro rimane sempre l’essere umano, la sua consapevolezza, la sua ignoranza, e le conseguenze di questa antinomia.

E COME SI EVOLVERANNO IN FUTURO LE AVVENTURE DI LUNA?

Beh, io sono una di quelle persone che si possono definire “spoileratori seriali”, perciò vi rispondo così: leggetelo e lo saprete. Vi posso solo anticipare che il prossimo libro tratterà della battaglia dell’Homecoming al di fuori del pianeta Terra, portando perciò il lettore a rivivere quegli avvenimenti di cui, nel secondo libro, sapremo già le conseguenze. Si vedrà lo stesso evento ma da una diversa prospettiva, al di sopra invece che al di sotto dell’orbita terrestre; soprattutto dalla prospettiva dei cosiddetti “pirati”, bistrattati dalle popolazioni mondiali quando invece le ciurme costituiscono un popolo fiero, che ha in sé storia, tradizioni e visione del mondo totalmente diverse da quelle ritenute accettabili dal mondo “civilizzato”. E Luna, chissà come, sarà presente anche lì, sebbene l’avremo già vista in azione in altro luogo ma medesimo tempo. Il prossimo libro semplicemente finirà di sconvolgere il mondo di “LUNA”, squassandolo crudelmente nelle sue fondamenta già incrinate, modificando la stessa prospettiva del “Sequestratore di Graal” e della stessa storia vissuta nel secondo libro. E non dico altro, altrimenti…

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Eh, difficile a dirsi. Personalmente preferisco il cartaceo: da lettore, l’odore che emanano le pagine di un libro appena comprato non ha eguali. Tuttavia, va riconosciuta la comodità dell’e-book. Per non parlare di tutti i pro e i contro delle due categorie. Di certo so solo che, anche su questo tema, la questione ambientale ha il suo peso. La carta ha un costo, non solo monetario, pertanto il cartaceo può continuare a esistere se si trovano valide alternative nel materiale usato. Oppure sarà soltanto una di quelle situazioni in cui una certa pratica, usata per secoli nella storia, viene improvvisamente cancellata e sostituita da uno sviluppo tecnologico o culturale dell’uomo. Come per il grammofono o il vaso da notte, il mantello sulle spalle oppure la carrozza a cavallo, forse anche il libro di carta dovrà conoscere il suo pensionamento. Ciò che conta, come sempre, sono le idee, in ogni loro espressione. Quelle non scompariranno mai, non importa il mezzo sul quale viaggiano.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Da ogni cosa. Tutto ciò che stuzzica la mia fantasia o la mia curiosità. Ad esempio, non molto tempo fa, ho letto della scoperta della presenza di un lago di acqua salata sotto la superficie di Marte. E allora mi ritrovo a immaginare di balene con antenne sopra la testa o di meduse super brillanti che creano bellissimi girotondi multicolore mentre giocano tenendosi per i tentacoli. Possono essere idee stupide? Forse, su Marte per lo meno. E su Europa, invece, coi suoi oceani sommersi? Su Titano invece quelle creature dovrebbero respirare metano…

Non importa l’argomento o la fonte dell’ispirazione, l’importante è coglierla al volo e non limitare la propria fantasia, in alcun modo. Da un’idea ne deriva un’altra, e un’altra ancora e via così. A volte mi fermo e mi dico “Certo che sei veramente fuori di testa!” e rido, da solo, chiedendomi se in fondo è questo il vero senso della libertà.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Ce ne sono molti, in verità, e ognuno ha quel qualcosa che mi ha conquistato. Essendo un autore di fantascienza sarebbe facile dire Asimov, per come ha ideato i canoni del genere, oppure Adams, per l’ironia che si apprezza dalle sue pagine, o ancora Clarke, Verne, Dick, Orwell, Bradbury o Huxley… tutti autori che ci hanno insegnato a espandere la nostra immaginazione oltre ogni limite (e che spesso hanno elaborato dei contenuti incredibilmente attuali, anche a distanza di decenni!) Se si passa al fantasy ovviamente Tolkien per le sue atmosfere, ma anche Martin per come è riuscito a ribaltare la concezione stessa del fantasy. Lovecraft come lo cataloghiamo, se non genialmente folle? Anche in Italia non mancano esempi di autori che apprezzo, ad esempio Cecilia Randall o Licia Troisi, tra gli attuali. Emilio Salgari e Clive Cussler per il genere avventura. Ciò detto, non mi fermo a leggere soltanto autori di genere, invece mi appassiono a tutti i libri dotati di un contenuto che, in qualche modo, riesca ad arricchire il mio bagaglio culturale. Gli argomenti possono essere i più disparati: adoro i libri che trattano di storia e di personaggi del passato (vedi Manfredi), mi appassiono anche ad alcuni testi di divulgazione scientifica, o magari semplici racconti di vita vissuta. Adesso mi è venuto in mente Terzani, per dirne un altro. Insomma, mi reputo onnivoro… ma per favore, niente autobiografie di calciatori o di pseudo-celebrità: quelli proprio non li sopporto.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM O LE SERIE CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Film ne ho una marea, sono un cinefilo d’assalto e spazio parecchio! Tra i top personali (e te li dico così come vengono): Il Gladiatore, L’uomo dalla Maschera di Ferro, Mission to Mars, Apollo 11, Minority Report, Amistad, Intervista col vampiro, L’avvocato del Diavolo, Full Metal Jacket, Il nemico alle porte, Matrix, tutti i film di Tarantino… ne ho per tutti i gusti, ne potrei consigliare qualcuno persino sentimentale.  Non apprezzo particolarmente gli ultimi film tratti dalle saghe letterarie, come Twilight oppure Hunger Games, mentre mi ritengo un fan di Harry Potter. Se invece vuoi sapere di serie tv, eh vabbè, si va da Lost al Trono di Spade, da Dexter a Fringe, The man in the Highcastle, Black Mirror e Scrubs… come vedi, anche qui si spazia parecchio tra i generi. Lo dicevo prima, tutto quello che solletica la fantasia.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Non ho alcun sogno nel cassetto. Ho un lavoro fisso, una splendida famiglia, amici sinceri… La mia ambizione semmai, viva e pulsante, è di scrivere tutto ciò che porto nella mente (e su innumerevoli post-it scollati e quaderni dalle pagine ingiallite). È un obiettivo che, poco alla volta, sto riuscendo a realizzare. Serve semplicemente tempo per certe cose, specialmente se si vuole che siano di qualità.

IN BOCCA AL LUPO PER TUTTO ALLORA… E ALLA PROSSIMA!

Davide Longoni