CRISTIANA ASTORI… TRA ROSSO E NOIR

La protagonista dei suoi romanzi si chiama Susanna Marino, laureata in cinema al Dams, investigatrice (per passione) di vecchie pellicole andate perdute. Ha i tratti latini ed è bella e intelligente ma non è  certamente una superdonna, così spesso si caccia nei guai. L’autrice si chiama Cristiana Astori, è nata ad Asti, è laureata in psicologia, da qualche tempo  vive a Roma e lavora nelle biblioteche comunali della Capitale. Solare e con un sorriso gradevole sul bel viso che trasmette positività, Cristiana quando parla è un fiume in piena di citazioni di scrittori e registi noir e horror.

Nella sua formazione si passa da Alessandro Manzoni (che preferisce all’altro padre della letteratura italiana e suo concittadino Vittorio Alfieri), a due grandi della narrativa di genere quali Stephen King e Joe R. Lansdale, sino al Dario Argento, regista del leggendario film “Profondo Rosso”, cui  Cristiana ha dedicato il suo secondo noir  “Tutto quel rosso” del 2012, romanzo che ha fatto seguito a “Tutto quel nero” (2011) e che ha anticipato “Tutto quel blu” (2014), pubblicati nell’ambito della Collana Il Giallo Mondadori, oggi ricercatissimi da fan e lettori.  Al momento sta promuovendo il nuovo thriller  dal titolo “Tutto quel buio” (Elliot, 2018).

Cristiana, ha preso parte in qualità di relatrice, a uno dei tanti seminari tenuti nell’ambito della seconda edizione della convention letteraria “Paura sotto la pelle”, egregiamente diretta da Giusy Giulianini, Giovanni Modica e Fabio Mundadori, che si è tenuta il 29 e il 30 novembre al Dipartimento di Filologia Classica dell’Università di Bologna. Tanti gli ospiti tra scrittori, sceneggiatori, fumettisti, registi, docenti universitari, giornalisti  e studiosi che hanno discusso dei processi di generazione della paura attraverso la scrittura e le immagini.

Tra i vari interventi che la nostra webzine è riuscita a seguire da segnalare quelli di Paola Barbato, che si è soffermata sul rapporto tra parole e immagini; di Antonio Tentori e Luigi Cozzi sulla scrittura narrativa e cinematografica; di Valerio  Caprara e Giuseppe Cozzolino i quali hanno tenuto una lezione sul tema della paura in televisione e sul web; di Angelo Iacono e Sergio Stivaletti sulla loro esperienza nel cinema di paura. Da segnalare in proposito il nuovo volume pubblicato da Stefano Di Marino, presente alla manifestazione, “Guida al cinema noir” edito da Odoya in cui l’autore con puntualità e competenza ha analizzato e approfondito decine di pellicole dedicate al genere. E sull’influenza del cinema nella narrativa di paura hanno dissertato Enrico Luceri e la nostra Cristiana Astori. Enrico, con l’abituale accuratezza ha illustrato i criteri che gli aspiranti autori devono seguire per ottimizzare ricordi ed emozioni  finalizzati a comporre efficacemente la pagina, mentre la scrittrice piemontese ha riferito sull’influenza dei colori nelle sue trame con particolare riferimento al rosso, “colore che mi ha segnato – ha sottolineato – attraverso Profondo Rosso di Dario Argento”, ma anche della musica e dell’importanza della psicologia per i suoi personaggi. E proprio partendo da quest’ultimo punto apriamo l’intervista che gentilmente Cristiana ci ha rilasciato.

QUANTO E’ IMPORTANTE LA PSICOLOGIA NEI TUOI ROMANZI?

Moltissimo, non appartengo alla corrente lovecraftiana che parla del mostro che si vede, io preferisco scrivere del mostro dentro l’individuo. Mi interessa la psicologia dei criminali, quello che può portare alla follia, la nostra “metà oscura” se vogliamo citare Stephen King. Ecco perché prediligo il genere noir al giallo, perché in quest’ultimo c’è sempre un protagonista rassicurante, un poliziotto che sa mettere a posto le cose, invece la protagonista dei miei romanzi, Susanna Marino, è tutto fuorché rassicurante.

IN EFFETTI, IL NOME SUSANNA APPARENTEMENTE PUO’ NON SEMBRARE QUELLO DI UNA PERSONA NON DETERMINATA. PERCHE’ L’HAI CHIAMATA COSI’?

Quando ho scritto “Tutto quel nero” non avevo pensato a una serie, ma a un romanzo fine a se stesso. Susanna Marino, era una studentessa che doveva cercare un film di un’attrice degli Anni ’70, deceduta a 27 anni in un incidente d’auto, che si chiamava Soledad Miranda. Attorno c’era tutto il mistero della morte di quest’attrice che ha girato film horror erotici con Jess Franco. Le sue iniziali erano  SM, da qui Susanna Marino…

…SENZA RIVELARE PIU’ DI TANTO COSA AVVIENE IN “TUTTO QUEL NERO”?

Via via la protagonista si identifica in Soledad Miranda con conseguenze piuttosto inquietanti. Susanna  vede le sue iniziali sulla  lapide e non riesce a capire se si tratti delle sue o di quelle di Soledad Miranda. Quindi da qui è nato il nome…

QUANTI ANNI HA SUSANNA?

Allora aveva 27 anni e doveva laurearsi. Poi tutti i lettori mi chiedevano se concludeva gli studi ed io, in seguito,  l’ho fatta laureare in cinema al Dams.

ANCHE TU HAI STUDIATO AL DAMS?

No io mi sono laureata in psicologia a Torino.

 IMMAGINO CHE UTILIZZI ANCHE I TUOI STUDI NELLE TRAME…

Sicuramente sono stati importanti. Ho studiato psicologia clinica, quindi indubbiamente sì. Per esempio nella mia raccolta di racconti “Il re dei topi”, nella storia che dà il titolo all’antologia, parlo di violenza domestica: chi subisce un abuso può diventare anche colui che lo perpetua. E’ un racconto, quindi, che ha una matrice  psicologica.  Quella è  la mia raccolta che più mi fa paura.

QUALI CARATTERISTICHE DEVONO AVERE I TUOI PERSONAGGI?

Mi piace molto caratterizzarli perché per creare paura devi immedesimarti nei personaggi che racconti e anche in quelli di contorno. Se ad esempio sta per morire uno di cui non ti importa, non proverai paura, se invece l’hai costruito entrando nella sua mente, sapendo come ragiona e come pensa, ci si affeziona e dispiacerà ammazzarlo. Quindi indubbiamente l’aspetto psicologico è importante.

HAI PARLATO DI VIOLENZA DOMESTICA. UN ARGOMENTO DI GRANDE ATTUALITA’ E’ LA VIOLENZA DI GENERE. QUALCHE GIORNO FA, TRA L’ALTRO, C’E’ STATA LA GIORNATA DEDICATA ALLA GRAVE QUESTIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE. COME PENSI CHE UNA SCRITTRICE POSSA AFFRONTARE L’ARGOMENTO E UTILIZZARE QUESTO TEMA, ANCHE PER SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA ?

Io penso di utilizzarlo attraverso la mia protagonista. Normalmente gli uomini dicono che i libri scritti dalle donne li leggono solo le donne. Invece io ho tantissimi lettori uomini. Penso che, comunque, molte iniziative che si realizzano per sensibilizzare siano organizzate da donne per le donne. Io credo che, invece, anche gli uomini debbano essere coinvolti. Quindi se il protagonista è una donna, chi legge si immedesima con la donna, sia nella fragilità sia nella forza. Perché alla fine la mia Susanna riesce sempre a sconfiggere tutti quei pazzi che affronta.

SUSANNA SOMIGLIA UN PO’ A TE?

Non la immagino simile a me, lei ha l’aspetto di Soledad Miranda, capelli castani, spagnola, lineamenti latini.

E PER IL CARATTERE?

Qui certamente mi rassomiglia: è testarda e distratta e poi ha la passione per il cinema.

SEI NATA AD ASTI MA PREFERISCI MANZONI AD ALFIERI. TRA L’ALTRO DI ASTI ERA ANCHE LO SCRITTORE DI NOIR DI SUCCESSO GIORGIO FALETTI. COSA PENSI DEI SUOI LIBRI?

Faletti non è male.  Sinceramente però i suoi libri non sono il mio genere. Non sono appassionata di storie con i serial killer. I suoi romanzi sono più alla Michael Connelly. Io ho tradotto Jeffery Deaver e i suoi thriller mi piacciono per quegli aspetti che ritengo molto oscuri.

LAVORI IN UNA BIBLIOTECA. SEI SEMPRE IN CONTATTO CON I LIBRI…

Mi appassiona come lavoro. Le biblioteche svolgono una funzione fondamentale nella promozione della cultura e della lettura e poi si possono  scoprire autori che magari in libreria non avresti mai trovato.

E’ DI QUEST’ANNO IL TUO NUOVO THRILLER “TUTTO QUEL BUIO”, PUBBLICATO PER LA CASA EDITRICE ELLIOT. MA GLI ALTRI TUOI ROMANZI SONO STATI PUBBLICATI NELLA COLLANA DA EDICOLA  DEL GIALLO MONDADORI, PER CUI SONO ORMAI INTROVABILI…

Infatti, è successo un fenomeno particolare, ossia che ci sono molti collezionisti che si sono appassionati ai miei libri. Alcuni miei romanzi introvabili pubblicati nella collana del Giallo Mondadori li hanno messi in vendita a 50 euro su Amazon o su eBay. Sono diventati libri quasi di culto. Io, veramente, preferirei essere una scrittrice di bestseller piuttosto che di culto.

A QUANTO PARE SEI SULLA STRADA GIUSTA…

Diciamo che il mio genere è un po’ particolare perché  voglio scrivere quello che mi piace. Oggi si usa più andare sul classico serial killer. Invece a me piace scrivere di film perduti che non a tutti possono interessare, ma non escludo che questo tema possa anche incuriosire.

ADESSO LA TUA EROINA COSA STA FACENDO?

In questo momento, per fortuna, non si sta cacciando nei guai, però mi è venuta qualche idea per scrivere un’altra storia.  Devo dire che mi ci sono affezionata.

HAI BISOGNO DI TIRARLA FUORI?

In questo momento sì!

C’E’ QUALCHE LATO DELLA PERSONALITA’ DI SUSANNA DA COMPLETARE?

Lei non è completa, ma a me piace questa sua incompletezza. Se già avessi raccontato tutto di lei non avrei più saputo cosa scrivere. Io non amo le serie tv in cui i personaggi vengono troppo sviscerati e fanno fare loro ciò che vogliono gli spettatori. Secondo me se noi facciamo fare quello che vogliono i lettori o gli spettatori finisce che poi questi ultimi perdono interesse. Come ne “I  promessi sposi” quando Renzo e Lucia si sposano per Manzoni non c’è più niente da raccontare. La vita diventa ordinaria. Quindi, secondo me, è giusto che un personaggio venga raccontato con le sue mancanze, occorre lasciare dei lati oscuri.

UN’ALTRA DOMANDA DI ATTUALITA’ RIGUARDA LA LEGITTIMA DIFESA: IL MINISTRO DELL’INTERNO, MATTEO SALVINI, STA PORTANDO AVANTI QUESTA SUA BATTAGLIA. TU DA SCRITTRICE DI NOIR CHE IDEA HAI IN PROPOSITO?

Io sono anzitutto contro la pena di morte perché penso che noi non abbiamo diritto di dare la morte ad un’altra persona. Quanto alla legittima difesa, negli Stati Uniti in tanti circolano con il porto d’armi e vediamo ciò che accade. Questa cosa assolutamente non la condivido.

SEI UN’APPASSIONATA DI CINEMA, QUALCHE GIORNO FA E’ SCOMPARSO IL GRANDE REGISTA BERTOLUCCI…

Anche se non è il mio genere ne riconosco il grande valore: “Ultimo tango a Parigi” è indubbiamente un grande film, ma preferisco registi come Sergio Leone o Dario Argento. Sono stato molto legata a Romero che ha saputo rappresentare l’horror come una metafora sociale.  Romero ha raccontato l’horror per parlare di altro, come si fa nelle fiabe, si racconta una cosa per raccontarne un’altra.

COLGO LA PALLA AL BALZO. QUALI SONO STATE LE FIABE CHE HAI PREFERITO?

A me piacevano molto le fiabe di Andersen che sono spaventose, tranne  “La piccola fiammiferaia” che è molto triste. Mi piaceva “La regina delle nevi” in cui c’è una ragazza alla ricerca del suo principe azzurro rapito dalla regina. Lei compirà il suo viaggio e la sua avventura per riuscire a salvarlo.

E LA TUA SUSANNA TROVERA’ IL PRINCIPE AZZURRO?

Nell’ultima storia lo aveva trovato, ma era un vampiro psichico, affascinante però con il suo lato oscuro. Quanto al futuro… chi lo sa? Ogni strada rimane aperta!

GRAZIE CRISTIANA, ASPETTIAMO GLI SVILUPPI DELLE TUE PROSSIME STORIE, CERTI CHE SENTIREMO ANCORA TANTO PARLARE DI TE!

Filippo Radogna