ELEONORA PESCAROLO

Interessante autrice specializzata soprattutto nel genere fantastico, la padovana Eleonora Pescarolo fin da bambina è appassionata di libri, fumetti e della cultura del vicino oriente antico. Ha alle spalle numerosi racconti e il romanzo “Naltatis – Il sentiero degli Dei”… e non solo, visto che da sempre si dà un gran daffare. Attualmente è uscita la sua saga fantascientifica “Cherry Fox” e per questo abbiamo voluto conoscerla meglio: ecco cosa ci ha raccontato.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ELEONORA PESCAROLO?

Chi è? È qualcuno che si diverte a fingersi un limone e saltare fuori e dentro da un gin-tonic (semi-cit.). Riferimenti autostoppistici a parte, sono una donna classe 1992, che ha voglia di raccontare storie in ogni forma possibile, per cui ho studiato musica, disegno, in parte anche teatro, ma mi sono dedicata principalmente alla scrittura. A pari merito con la scrittura, è la mia passione per l’archeologia, specificatamente per quella del vicino oriente antico, che sta guidando i miei studi universitari. Amo ogni forma d’arte, mi piace scolpire, dipingere, disegnare, suonare (principalmente il pianoforte) e cantare, recitare, ci metterei la firma per poter coltivare tutti questi interessi tutti assieme (ma le giornate non hanno abbastanza ore).

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Raccontare storie mi è sempre piaciuto, fin da quando ho imparato a leggere e scrivere. Mi aiutava ad avere un mondo tutto mio nel quale rintanarmi, non ero una bambina in grado di socializzare ed ero per questo sempre da sola. All’inizio, pensavo che la mia strada sarebbe stata solo come sceneggiatrice di fumetti, poi ho scoperto la forma della narrazione sotto forma di racconti e romanzi. E lì è nato un amore. Direi attorno ai miei nove-dieci anni. Sì, in effetti molto molto presto.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATA?

Alle spalle ho più che altro racconti, e un solo romanzo. In un certo senso sono legata a tutte queste produzioni, in un modo o nell’altro. Sicuramente sono molto legata alla mia prima raccolta, nata da una sfida collettiva sulla pagina “Roba da Scrittori” di Facebook che si concretizzò in una raccolta, “L’Ombra dell’Ignoto”, curata da Antonio Schiena e Beniamino Soprano. Ho poi partecipato al concorso indetto dal blog “Stirpe Chimerica” e alla raccolta “Dreamscapes – I racconti perduti” edita da GDS. Le ultime due produzioni sono state la partecipazione a una Strenna Natalizia diffusa dal Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara dal titolo “Chi ha ucciso Babbo Natale?” e “Nel Tempo e nello Spazio”, la prima raccolta italiana dedicata a Doctor Who edita da Edizioni Pendragon e curato da Daniela Bortolotti, Gianluca Morozzi e Alberto Petrelli. A quest’ultima sono particolarmente legata perché ho potuto sfogare il mio cuore nerd con un tributo a una delle mie serie tv preferite. Prima di “Cherry Fox”, inoltre, ho pubblicato un romanzo low fantasy intitolato “Il Sentiero degli Dei” per I Doni delle Muse.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO, COME DETTO, IL PRIMO VOLUME DELLA SAGA DI “CHERRY FOX”. CE NE VUOI PARLARE?

Cherry Fox è una serie di fantascienza che nasce in primis da una mia esigenza di lettrice: perché la fantascienza è un genere così bistrattato in Italia? E perché, mentre all’estero si stanno muovendo molte autrici di fantascienza, che arrivano anche a vincere premi prestigiosi in questa categoria, da noi non arriva pressoché nulla, nemmeno dei principali autori internazionali? È da questa mia frustrazione, a vedermi costretta a reperire titoli interessanti dall’estero, che mi sono detta: perché qui facciamo così fatica a produrre della fantascienza, se non quasi come esercizio sporadico? Ecco, qui mi è scattata la molla. Io ho sempre voluto specializzarmi nel fantastico, non è detto che non esplorerò altri generi come scrittrice, ma il fantastico e la fantascienza nello specifico l’ho sempre sentito come il mio genere di appartenenza. Mi sono detta: ho voglia di scrivere una storia, una bella storia, anche se è una space opera. E così è nata Cherry Fox. Ireen Devar doveva essere appunto uno dei tanti personaggi di uno dei miei tanti racconti per una antologia, ma ho capito che aveva ancora molto da raccontare. Così quel racconto è diventata una serie, il cui primo numero è appunto “Braccati”. “Braccati” è quindi una space opera che racconta la storia di Ireen Devar, una donna, una bashara (così è il nome della sua specie) che fugge dalla schiavitù e cerca di sopravvivere alla caccia spietata che viene indirizzata nei suoi confronti, e nei confronti dell’uomo che fugge con lei, un umano di nome Korrar Tammon. Quindi il romanzo, in poche parole, segue due storie parallele: quella di Ireen e Korrar che fuggono, e quelle dei Cacciatori che vengono mandati sulle loro tracce.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Avevo già avuto modo di allenarmi nel “worldbuilding” già dalle mie precedenti produzioni fantasy, ma nulla mi aveva preparato al fatto di costruire un’intera galassia. Certo, dalla mia sta il fatto che i sistemi stellari con pianeti abitabili non siano così tanti, però ammetto si è trattato di una grande sfida. Altrettanto è stato costruire una serie di fantascienza ambientata milioni di anni nel futuro e quindi con la presenza di specie che non fossero solo quella umana. La stessa protagonista, Ireen, non è umana, ma è una bashara.

Per quanto riguarda la creazione dei personaggi, una scelta allo stesso tempo difficile e stimolante è stata affrontarli già ad un buon punto della loro storia. Sono personaggi che hanno un profondo e complesso passato alle spalle, non sono dei ragazzini che cominciano il loro viaggio di trasformazione in adulti, sono adulti già fatti e finiti. E questo può essere una lama a doppio taglio perché personaggi già complessi richiedono delle trasformazioni diverse, anche e soprattutto dal punto di vista psicologico, diverse da personaggi che sono in sostanza ancora immaturi.

TRATTANDOSI DI UNA SERIE, COSA CI ASPETTA NEI PROSSIMI NUMERI?

Spoiler! No, scherzo! Sicuramente ci saranno dei cambiamenti molto importanti, soprattutto per quanto riguarda la protagonista (e chi ha già letto Braccati lo può facilmente intuire). Tuttavia per quanto dia il nome alla serie, Ireen “Cherry Fox” Devar non è il solo personaggio importante, quindi aspettatevi di esplorare le evoluzioni e il passato anche di altri personaggi, sia già conosciuti, che nuovi. Inoltre, ci saranno anche dei cambi nell’ambientazione, si spazierà dai deserti dei pianeti ai confini delle rotte commerciali alle grandi città del Cerchio Interno. La mia intenzione è quella di fare sì una serie, ma ogni “episodio” avrà una dinamica diversa, sia nell’ambientazione che nella trama.

HAI GIA’ UN DISEGNO PRECISO E SAI GIA’ QUANTI VOLUMI SARANNO, OPPURE OGNI STRADA E’ APERTA A SECONDA DELL’EVOLUZIONE DEI PERSONAGGI?

Teoricamente la prima serie sarà formata da quattro volumi.

Praticamente è molto probabile ci sarà una seconda serie perché i personaggi subiranno diverse evoluzioni importanti e mi piacerebbe esplorare queste nuove dinamiche che andranno a formarsi. È anche vero che la storia ha una discreta importanza all’interno dell’universo del romanzo, quindi probabilmente richiederà davvero una seconda serie. Sicuramente, fra un romanzo e l’altro, ci saranno disponibili tutta una serie di volumetti spillati a tiratura limitata con degli approfondimenti sotto forma di racconto.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Questa domanda è molto interessante perché fra l’altro questa tematica l’ho toccata trasversalmente anche nel mio corso di laurea. Io concordo con la tesi che l’e-book non soppianterà mai del tutto il cartaceo, non nel futuro prossimo. Io personalmente faccio uso sia del cartaceo che dell’e-book, ed entrambi hanno pregi e difetti che possono permettere loro di convivere ancora a lungo.

OLTRE CHE SCRITTRICE, TI SEI ANCHE OCCUPATA IN PASSATO DELL’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI TEMATICI: VUOI PARLARCENE?

Sì, ho avuto l’onore di partecipare e veder nascere quella che ora è una realtà ben radicata, che è quella di Rovigo Comics, Cosplay & Games. Ho potuto toccare con mano la voglia di fare degli organizzatori, tutte persone che hanno la medesima passione in comune, anche se declinata in migliaia di modi diversi: quella per il fumetto, un’altra forma di arte che è considerata “inferiore” o disprezzata perché relegata ai soli “ragazzini”. Far parte dell’organizzazione mi ha permesso di comprendere la difficoltà delle Associazioni Culturali che qui in Italia vogliono fare manifestazioni di stampo culturale, ma anche mi ha permesso di incontrare un sacco di persone del settore, dai nomi più piccoli a quelli più grandi.

E COSA CI DICI INVECE DEI VARI CONTRIBUTI CHE HAI DATO AD ANTOLOGIE E RIVISTE LETTERARIE DI SETTORE?

Oltre le già citate antologie, ho collaborato con un paio di racconti alla rivista online “Storie Bizzarre”, con un racconto weird e uno fantascientifico, e ho partecipato alla piattaforma online “THeiNCIPIT” con due storie, un investigativo fantascientifico e un thriller psicologico.

CI SEMBRA DI CAPIRE CHE HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Questa tematica è una tematica difficile da affrontare in Italia. Ne senti di ogni, soprattutto serpeggia costantemente l’idea che il genere fantastico non abbia più niente da offrire e che sia un genere solo di intrattenimento o di serie B. Per me questa tematica ha significato una lotta costante per abbattere questi pregiudizi, a partire dal fatto che siano generi “facile” o che siano slegati dalla nostra realtà e quindi non degni di attenzione. In realtà, oltre a essere dannatamente complesso, il fantastico può essere un potente veicolo di trasmissione e indagine di temi che ci riguardano direttamente, anche per il semplice motivo che permettono un’obiettivazione di tali temi e quindi una maggiore analisi. Quindi può anche essere ambientato in un altro mondo o in un altro universo, ma non vuol dire che non sia legato anche a noi, in un modo o nell’altro.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Difficile dare una risposta univoca per tutte le storie. Certamente una grande ispirazione è data dalla musica. Sono stata pianista e cantante, per me la musica è sempre stata una parte fondamentale, mi serve a entrare nello stato d’animo corretto e richiesto dalla storia. Poi c’è l’ovvia risposta di tutto quello che leggo e vedo fra film, libri, fumetti: le sensazioni che mi lasciano e le riflessioni che mi inducono a fare spesso e volentieri sfociano in nuove idee.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Sono tantissimi. Troppi. Davvero. Però sicuramente uno fra tutti è Neil Gaiman, lui è sempre stato il mio primo “ispiratore”, sempre il modello a cui aspiro. Non tanto per le tematiche, ma per la costanza di amare un genere tanto bistrattato come quello fantastico e affrontarlo con una genialità e una delicatezza che spazia dalla dolcezza dell’Oceano in fondo al sentiero, passando per la cupezza di Coraline fino ad arrivare al suo capolavoro di American Gods. La mia predilezione per gli autori britannici continua poi per altri due capisaldi, Terry Pratchett e Douglas Adams. Ma anche Agatha Christie, Robert Louis Stevenson, Ray Bradbury, George Orwell, Isaac Asimov, Jorge Luis Borges, o anche Italo Calvino, John Fante. Poi ci sono più libri che autori ai quali sono affezionata, ma se dovessi cominciare a fare l’elenco di questi, non finiremmo più.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Anche qui di solito guardo più alla storia che al genere di appartenenza. Spazio dagli storici come Braveheart ai fantascientifici come Blade Runner. Ad esempio, ho un grande amore per The Fall, film pressoché sconosciuto di Tarsem Singh, o per classici come The Rocky Horror Picture Show e Moulin Rouge di Baz Luhrmann, o Fight Club. E molti, molti altri. Poi ammetto che mi dedico molto ai film di intrattenimento come quelli della Marvel Cinematic Universe, o Star Wars o Il Signore degli Anelli, insomma vario molto anche da questo punto di vista.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Dopo aver terminato la serie di Cherry Fox mi piacerebbe riprendere un mio vecchio progetto, una commistione di vari generi che doveva comporre un’opera complessa, forse talmente ambiziosa da essere infattibile, quindi in realtà resterà probabilmente nel cassetto. Ci sarebbe anche un’idea per una serie di romanzi brevi fantasy, ma in realtà spererei, per una volta, di riuscire a portare a termine una delle idee per romanzi autoconclusivi che ricadono ancora sotto il genere fantascientifico.

IN BOCCA AL LUPO ALLORA… NOI STAREMO QUI AD ATTENDERE I PROSSIMI SVILUPPI!

Davide Longoni