CORALINE

Avevamo già visto il film Coraline e la porta magica (2009) di Henry Selick, candidato all’Oscar come miglior pellicola di animazione, basato sul romanzo di Neil Gaiman, quindi conoscevamo la storia che in parte si discostava dal testo narrativo, arricchendolo di personaggi e situazioni.

Attraversando una porta nella casa in cui la sua famiglia si era appena trasferita, Coraline scopre un’altra casa stranamente simile alla sua, ma migliore. All’inizio sembra tutto meraviglioso: il cibo è molto più buono e la scatola dei giocattoli è piena di angeli a molla e di teschi di dinosauro che strisciano per terra e battono i denti.

Ma ci sono anche un’altra madre e un altro padre che vogliono che lei rimanga lì e sia la loro bambina. Vogliono trasformarla e tenerla per sempre con loro. Hanno soltanto una piccola richiesta: che si lasci cucire due bottoni al posto degli occhi.

Coraline dovrà usare tutta la sua intelligenza e lottare con ogni mezzo per salvarsi e tornare, finalmente consapevole, alla sua vita di tutti i giorni.

La versione a fumetti (186 pagine; 12 euro) non aggiunge novità sensibili, toglie il bambino amico e conserva il gatto nero, ma la vicenda è identica, con una ragazzina intraprendente e sognatrice come Coraline, costretta a vivere in una villa solitaria, soprattutto a fare i conti con i demoni della sua mente – reali o immaginari non è dato sapere – e con genitori alternativi che vivono in una dimensione parallela, oltre una porta magica. Una storia fantastica, a tinte horror, una fiaba nera dove la strega della situazione sfoggia bottoni al posto degli occhi e chi viene catturato si trova a subire identica terribile operazione oculistica. Un fumetto (un film, un romanzo) strano, bizzarro, spaventoso, ma forse il linguaggio del graphic novel stempera la parte horror che nel cartone animato in 3 D era più evidente.

I disegni di Craig Russell sono molto classici, come sono classiche sceneggiatura e suddivisione in vignette; suggestivo il colore di Lovern Kindzierski, con un sottofondo rosso porpora dal taglio horror.

Storia ben tradotta per Nicola Pesce Editore da Annunziata Ugas e Smoky Man. Edizione in carta lucida, formato libretto tascabile, molto curata, prezzo economico, considerato che il pocket è tutto a colori, inoltre va pagato un traduttore e i diritti di acquisizione non devono essere stati uno scherzo.

NPE è un piccolo grande editore che sta facendo cose buone nel campo del fumetto, tra ben ponderate ristampe di classici italiani e azzeccate novità internazionali. Forse un recupero fumettistico manca all’appello nel quadro editoriale: la produzione Bianconi degli anni Sessanta, primo tra tutti il Braccio di Ferro di Sangalli, un tempo tradotto in tutta Europa. Noi la buttiamo lì come idea. Hai visto mai?

Gordiano Lupi