ANTHONY DANIELS… STAR WARS E C-3PO

L’attore inglese Anthony Daniels ha un primato nell’ambito della celebre saga di Star Wars: è apparso nei panni del droide dorato C-3PO in tutti gli episodi. Dei suoi quarant’anni di onorata carriera Daniels ha parlato volentieri, nello scorso maggio, alla Starcon Italia di Chianciano Terme (Siena).

Varie sono state le occasioni in cui egli, sempre in modo molto “british”, si è concesso al pubblico italiano, sia per le fotografie, sia per altri incontri con i fan.

Tra questi i momenti la cosa che più ci è rimasta impressa è stata quella di vedere gli sguardi elettrizzati e i volti sorridenti degli amici del Fan Club Yavin 4 di Star Wars, nell’area autografi, fremere a pochi passi dal loro beneamato.

Si è svolta anche la conferenza stampa con i giornalisti, organizzata dall’efficiente ufficio comunicazione della convention, in una elegante saletta del Grand Hotel Excelsior. Nell’incontro l’attore settantunenne, ma che per spirito e forma fisica ne dimostrava venti in meno, è riuscito a raccontare  molte vicende della sua carriera artistica.

Tra i cronisti presenti c’eravamo anche noi de La Zona Morta. Gli abbiamo  subito chiesto se da giovane avesse preferenze verso qualche professione artistica e quale fosse il suo primo ricordo legato alla sua professione di attore:

“Non ho un ricordo specifico – ci ha risposto Daniels – però dico subito che, dalle prime reminiscenze dell’ infanzia, rammento che ho sempre voluto fare l’attore. Non ero un bravo studente a scuola, non mi interessava e l’unico momento che mi appagava era la recita natalizia. Quando divenni adolescente e riferii ai miei genitori che volevo fare l’attore loro mi opposero un netto rifiuto.  Allora iniziai a fare la classica gavetta impegnandomi in vari lavori per mantenermi e nel frattempo recitavo per passione. Questo hobby mi manteneva vivo – ha continuato l’attore – poi ho studiato in un corso di recitazione. A metà di questo corso un insegnante mi sentì dire che avrei desiderato fare l’attore come mestiere, allora intervenne e mi disse in modo molto semplice: “vuoi fare l’attore? Bene! Impegnati e  fallo!”. Sono stato fortunato ho finito il corso e due anni dopo ho incontrato George Lucas, ma il  momento chiave per me è stato incontrare quell’insegnante che mi incoraggiò”.

Ci vengono immediate e spontanee  due domande, la seconda è anche una battuta. Ma come ha convissuto questi quarant’anni con C- 3PO? Anthony Daniels è preciso come  il suo droide?  L’attore sorride e ci pensa un po’ su, poi risponde: “Mi piace molto C-3PO. Vorrei vivere con lui tutto il tempo. Una delle cose che mi piacciono di lui è che è molto leale. Io posso essere un po’ pignolo ma curiosamente sono anche un po’ disordinato. Lui ha una caratteristica importante perché ha calore umano. Ci sono persone cui egli tiene molto e soprattutto tiene agli amici”.

La conversazione, anche con gli interventi di altri colleghi, è quindi scivolata sulla sorpresa che la produzione e il cast  ebbe con il primo film Guerre stellari, quando all’inizio rimasero stupiti del successo.  Qual è stato il rapporto che Daniels ha avuto negli anni con i fan?  “Dopo il primo film – riferisce – ricevevo lettere in cui mi si chiedevano autografi e foto autografate che stampavo io stesso pagandone anche la spedizione. Ho conosciuto alcuni di quei fan negli anni. Allora erano bambini e alcuni, oggi che sono adulti, si commuovono a questo ricordo”. E così  il Nostro ci racconta come alcuni fan si emozionano molto a pensare a quella prima volta nel 1977, perché spesso i ricordi  sono legati al papà o alla mamma che adesso magari non ci sono più.

“L’altro giorno – aggiunge sorridendo Daniels – ho incontrato un uomo di mezza età che mi ha detto: “la prima volta che ho visto Star Wars mi sono nascosto nei bagni ogni volta che il film finiva e l’ho visto tre volte.  Quindi sono stato nel cinema tutto il giorno e quando sono tornato a casa ho visto i miei genitori che stavano chiamando la polizia perché pensavano che mi fosse successo qualcosa”.

L’atmosfera, anche grazie all’abilità dell’interprete Chiara Codecà si è sciolta è così il grande attore ci ha rivelato altri episodi simpatici: “Stavo partecipando ad un evento in Germania – ha raccontato -  e c’era un gruppo in costume della guardia imperiale. Alcuni li trovano un po’ sciocchi. Ho chiesto a uno di loro cosa facesse nella vita pensando ed era uno scenografo. Un altro era chirurgo e così via. E’ stata un’esperienza illuminate perché loro mi hanno detto che lo facevano per rilassarsi, in quanto avevano una vita piuttosto intensa. Ma lo facevano anche per un senso di cameratismo. Era un modo di condividere una loro passione. Poi qualche anno fa ho avuto la fortuna di essere il presentatore di uno dei concerti di Star Wars. C’era un’orchestra sinfonica alle mie spalle ed erano presenti venticinquemila persone. E’ stata un’esperienza bellissima perché trovarmeli di fronte mi faceva sentire il loro grande calore per me e per il mio personaggio. Ecco, in questo senso vorrei che ci fosse un termine diverso da fan, che manifesti meglio il tipo di dignità che può avere un appassionato. Perché fan è un termine esposto alla facile denigrazione”.

Nella conversazione si sfiorano anche argomenti malinconici, quando si parla della  dipartita di Carrie Fisher, la Principessa Leila. Sul tema l’attore inglese preferisce glissare “perché  Carrie – dice con un velo di tristezza – non c’è più. Però la magia del film fa sì che rimanga  sempre con noi. La sua presenza si sente ancora. Noi attori siamo fortunati perché  il film è un mezzo che ci permette di vivere per sempre. E’ un privilegio!”.

E ancora si discute sul costume che egli indossa che rende più difficoltosa per lui la partecipazione sul set. Infine, le sue considerazioni vanno alle diverse esperienze con i registi: da George Lucas a J.J. Abrams.  Qualcuno chiede all’attore come è stata l’esperienza con quest’ultimo. “ E’ stato molto interessante  lavorare con lui e con il suo cast. L’atmosfera era fantastica, tutti erano contenti di trovarsi là e il lavoro di ognuno di noi era molto rispettato!”.

E lo stesso rispetto, nonostante l’aplomb che lo contraddistingue, Anthony Daniels lo ha tributato al fandom nel corso della cena di gala della Starcon Italia, parola del presidente di Yavin 4Filippo Rossi, che vi ha preso parte. “Daniels – ci ha riferito Rossi – è un personaggio difficile ma generoso. E’ un istrione che sa di essere entrato nella leggenda”.  Una leggenda, quella di Star Wars, che anche grazie a professionisti come Anthony Daniels non ha perso smalto e che continuerà ancora ad accompagnarci nel nostro percorso come quando ci conquistò  quarant’anni fa!

Filippo Radogna