ADDIO A CARRIE FISHER, LA PRINCIPESSA DELLE STELLE

La abbiamo rivista l’anno scorso, ne Il risveglio della forza, come Leia disillusa dalla vita e dagli affetti, ma capace ancora di combattere per la giustizia, abbracciando la giovane Rey, nuova speranza per i suoi ideali in un mondo che sta ricadendo nella dittatura.

In questi giorni è tornata giovane, in Rogue One, quando prende in mano i progetti della Morte Nera rubati a caro prezzo da un’altra donna d’acciaio, definendoli speranza.

I fan si aspettavano di ritrovarla nei prossimi capitoli di Star Wars (e forse in uno comparirà), in cerca di redenzione per un figlio corrotto dal male: ma purtroppo, in questo 2016 segnato da tante scomparse, anche di idoli della cultura geek come David Bowie e Alan Rickman, anche Carrie Fisher se ne è andata, a soli sessant’anni, per una grave crisi cardiaca che i moralisti hanno detto essere frutto della sua gioventù da tossicodipendente, ma che in realtà può capitare a chiunque e a qualsiasi età… come dice qualcuno fatevene una ragione e non giudicate.

Figlia d’arte, suo padre era il direttore d’orchestra Eddie Fisher, sua madre l’attrice teatrale e cinematografica Debbie Reynolds a tutt’oggi viva, Carrie ebbe la sua grande occasione a vent’anni, nel primo Star Wars, presentando un nuovo personaggio femminile, una ragazza forte, non necessariamente bella da mozzare il fiato ma simpatica, travolgente. Un personaggio che in un certo senso ha poi fagocitato la carriera di Carrie, comparsa in altri ruoli, come The Blues Brothers, Harry ti presento Sally, Women, ma anche sceneggiatrice, produttrice, scrittrice di libri come l’autobiografico Cartoline dall’inferno, portato sullo schermo con Meryl Streep nella sua parte che ha svelato i problemi di una giovinezza non certo idilliaca ma poi comunque superata.

Negli anni Carrie Fisher partecipò sempre con entusiasmo a molte iniziative su Star Wars: senza dubbio il suo personaggio, la principessa Leia, ha aperto nuovi orizzonti al protagonismo delle donne, portando dignità all’altra metà del cielo con finalmente un’eroina in prima persona e non la solita damigella in pericolo in attesa di intervento maschile. Leia ha aperto la strada a tutte le nuove eroine della fantascienza e del fantastico, da Buffy a Xena, da Scully al capitano Janeway, da Ripley a Katniss, per arrivare alle Rey e Jyn di oggi. Ragazze che vivono avventure, combattono, sono capitani, guidano rivolte, presentando un modello che ha avvicinato al genere fantastico le ragazze e donne, oggi grandi appassionate, autrici, cultrici.

Per cui grazie Carrie, ovunque tu sia: qualcuno penserà che hai raggiunto le stelle, ma in fondo basta quello che hai fatto qui sulla Terra, per i fan, soprattutto per le donne, che hanno scoperto che c’era un altro modo di essere principessa che aspettare il principe azzurro.

Elena Romanello