ROGUE ONE: A STAR WARS STORY

Titolo originale: Rogue One: A Star Wars Story

Anno: 2016

Regia: Gareth Edwards

Soggetto: John Knoll e Gary Whitta,

Sceneggiatura: Chris Weitz e Tony Gilroy

Direttore della fotografia: Greig Fraser

Montaggio: Jabez Olssen, John Gilroy e Colin Goudie

Musica: Michael Giacchino, tema di Star Wars di John Williams

Effetti speciali: Neil Corbould e John Knoll

Produzione: Kathleen Kennedy, Allison Shearmur, Simon Emanuel, John Knoll e Jason D. McGatlin

Origine: Stati Uniti

Durata: 2h e 13’

CAST

Felicity Jones, Diego Luna, Ben Mendelsohn, Donnie Yen, Mads Mikkelsen, Alan Tudyk, Riz Ahmed, Jiang Wen, Forest Whitaker

TRAMA

Jyn Erso è solo una bambina quando vede sua madre Lyra morire per mano delle truppe imperiali e suo padre Galen rapito perché costruisca nuove armi di distruzione per un potere a cui ha cercato di sottrarsi. Sopravvive grazie al ribelle Saw Gerrera, che però poi la lascia anche lui, travolto dalla lotta dove diventa un outsider integralista e senza pietà. Jyn è ormai adulta quando entra in contatto con i Ribelli, scoprendo che un pilota dell’Impero ha disertato, portando con sé i progetti della Morte Nera per ordine di suo padre, che l’ha progettata con una falla nel sistema di sicurezza che la renderà facilmente distruttibile. Con l’aiuto di un manipolo di resistenti, Jyn guida un attacco a sorpresa e basato sulla speranza al pianeta Scarif, dove c’è l’archivio imperiale, contro il volere dello stesso comando dei Ribelli, per dare nuova speranza ad una lotta che altrimenti sarebbe spacciata con la forza di questa nuova arma distruttiva, costi quello che costi.

NOTE

Il risveglio della forza, primo film di Star Wars sotto l’egida Disney, ha diviso il fandom, che a tratti l’ha trovato forse troppo scontato, per ragazzini e troppo simile a Una nuova speranza del 1977. Qui i toni sono diversi, nel raccontare un fatto che in fondo è noto da quarant’anni, cioè il furto dei piani della Morte Nera da parte dei Ribelli, ma con le sue sottotrame, in quello che è il primo di una serie di film autoconclusivi sull’universo di Star Wars.

Con citazioni di film che spaziano da Kubrick a Salvate il soldato Ryan di Spielberg passando per Kurosawa si assiste ad un’epopea di eroi per caso, scalcinati, non perfetti, con un passato non sempre cristallino, che si uniscono per dare una speranza alla ribellione, contro tutto e tutti, riuscendo in un’impresa impossibile e dal costo altissimo.

Rogue One, nome dell’astronave e della missione che porta a termine il furto, crea un microcosmo parallelo a Star Wars, con strizzate d’occhio ai fan a cominciare dalla presenza di Darth Fener, dal redivivo Tarkin di Peter Cushing e dalla principessa Leia restituita giovane e alla quale è affidato il messaggio di speranza, con personaggi molto umani nei loro difetti, multietnici visto che nell’equipaggio ci sono afroamericani, ispanici, cinesi e un arabo, a testimoniare che la fantascienza può superare le barriere etniche e razziali nella proposta di un universo migliore, anche se non facile da conquistare.

E le barriere le supera un’altra donna protagonista, Jyn, non una ragazza in cerca della sua strada nella vita come Rey, né una principessa in cerca di giustizia, ma una persona indurita da una vita di drammi, che decide di votarsi ad una causa, per riabilitare un padre che non ha mai dimenticato e dare una possibilità ad un mondo in cui comunque lei è un’emarginata per tutti, ricercata, sospetta, sempre in fuga.

Il cast presenta volti noti e meno noti, ma vede spiccare Felicity Jones, nuova incarnazione dell’archetipo della donna forte nella fantascienza, e il carismatico Mads Mikkelsen, scienziato dolente e desideroso di una felicità che non potrà mai avere.

Più adulto di Il risveglio della forza, più tragico della trilogia classica, più interessante della serie su Anakin, Rogue One lascia alla fine un solo rimpianto, quello che questa vicenda si concluda qui, in attesa di altre storie a sé stanti nei film che si alterneranno alla nuova trilogia. Ma la Forza sarà sempre con Rogue One, come si dice alla fine, e si è detto che ora non si potrà più vedere Una nuova speranza senza pensare a Jyn e ai suoi compagni.

Elena Romanello