DANIELE FRANCARDI

Si occupa da anni di tutto quanto fa horror, in ogni sua accezione, declinazione, forma, espressione… insomma, potremmo dire che Daniele Francardi è un horror-man al 100 per cento. Potevamo forse esimerci dall’incontrarlo? Certo che no… dunque, eccolo qua!

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È DANIELE FRANCARDI?

Da sempre sono un appassionato di horror. Ricordo che da bambino vedevo con mio padre film come Halloween, Nightmare – Dal profondo della notte, Shining e tanti altri. Mio padre li registrava dalla televisione e poi ce li guardavamo la domenica pomeriggio. E poi c’erano i fumetti: leggevo Nick Raider, Tex, Diabolik – che collezionava e colleziona ancora oggi mio padre -, Kriminal, Satanik, Splatter, Mostri e Dylan Dog. Insomma a 10 anni già avevo capito che il genere horror era un qualcosa che mi emozionava e divertiva. Sono cresciuto con la convinzione che l’horror avrebbe avuto un ruolo fondamentale per la mia vita.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Direi per gioco, oltre che per passione. Nel 2010 è iniziato il progetto Terrore Italiano, che voleva essere un omaggio all’horror tricolore del nuovo millennio rapportato al cinema, alla letteratura, ai fumetti e alla musica. Devo molto a questo libro e a Manuel Onorati, editore della casa editrice UniversItalia con il quale è nato un bellissimo rapporto professionale, oltre che di profonda amicizia. Poi nel mio percorso ho incontrato un grande professionista, oltre che una splendida persona, Gabriele “Pacio” Pacitto, un produttore esecutivo con il quale oggi collaboro nel campo dell’editoria. Ma prima ancora di tutto, anche con lui è nata una splendida amicizia. Lui è un “bambinone” come me, passeremmo ore a parlare di film, fumetti e cazzate varie.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Ogni libro ha una sua storia, e porto con me bellissimi ricordi. Sicuramente Terrore Italiano è il libro che più porto nel cuore, perché tutto è partito da lì. Ricordo che quando l’editore espresse il suo entusiasmo per i risultati che il libro aveva raggiunto – proponendomi di curare per la sua casa editrice una collana dedicata al genere horror – stavo al settimo cielo. In quel momento ho iniziato a capire che la mia passione poteva divenire il mio lavoro.

TI SEI OCCUPATO DI MOLTISSIME COSE NELL’AMBITO DELL’HORROR: HAI COLLABORATO CON SITI INTERNET, ORGANIZZATO FESTIVAL, CURATO FANZINE E COLLANE… COSA PUOI DIRCI IN MERITO A QUESTO TUO MUOVERTI A 360 GRADI NEL GENERE?

Be’, sì, in questi anni devo dire che mi sono dato da fare tra libri, riviste, eventi e festival. Spesso mi sono incazzato, soprattutto per quanto riguarda i festival, perché mi sono dovuto trovare a combattere con tante teste di cazzo che credono di essere i nuovi Lucio Fulci, sempre pronti a lamentarsi e, soprattutto, a parlare male degli altri, una cosa che davvero non sopporto. Nell’ultimo anno ho voluto staccare con i festival e dedicarmi solo all’editoria perché è più costruttivo e meno stressante. Ma non nego che, incazzature a parte, già da oggi mi metterei a lavorare per organizzare un nuovo festival dedicato al genere.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER L’HORROR, COME DICEVAMO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Il genere horror ha una straordinaria capacità di scovare il fantastico nel quotidiano, in quello che viviamo tutti i giorni. Se ci riflettiamo bene, ci sono sempre ragioni psicologiche e sociologiche dietro la nascita di un mostro o di un assassino. Ecco perché mi arrabbio quando si affronta in modo superficiale questo genere. Per carità, la letteratura, il cinema, le nuvole parlanti, nella storia hanno “partorito” tante boiate di puro intrattenimento, ma ci sono capolavori che andrebbero studiati non solo nelle università (e meno male che da qualche hanno la tendenza è cambiata) ma anche nelle scuole.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO PER EUS EDIZIONI IL VOLUME “GUIDA AI MIGLIORI (E PEGGIORI) FUMETTI HORROR MADE IN ITALY”, CON LA PREFAZIONE DI STEFANO “EL BRUJO” FANTELLI. CE NE VUOI PARLARE?

Guida ai migliori (e peggiori) fumetti horror made in Italy è un progetto nato nel 2011. All’epoca avevo da poco realizzato il mio primo libro, Terrore Italiano, pubblicato, come ho detto prima,  per la casa editrice UniversItalia all’interno della collana “Horror Project”, collana che poi ho iniziato anche a dirigere. Questo libro sui fumetti è nato dal concetto che se da una parte il cinema horror italiano è stato riscoperto e valorizzato negli anni, la stessa cosa non si può dire dei fumetti. Ci sono tanti appassionati di horror in Italia, e confrontandomi con alcuni di loro, mi rendevo conto che tanti fumetti erano per lo più sconosciuti. Da qui la necessità di realizzare questa guida-dizionario, un volume che io per primo avrei voluto che esistesse in quanto appassionato del genere. In questa seconda edizione ci sono gli aggiornamenti degli ultimi anni, una nuova veste grafica e soprattutto una bellissima introduzione di Stefano “El Brujo” Fantelli. A lui avevo parlato di riportare in vita questo progetto, e ho chiesto di scrivere questa introduzione perché lo ritengo il nuovo volto simbolo della letteratura e del fumetto horror tricolore. Non a caso è, tra le altre cose, coautore insieme a Rossano Piccioni di The Cannibal Family (Inkiostro Edizioni), creatore del Brujo (Cut Up Publishing) e di Zombie Paradise (presto in ristampa con EUS Edizioni).

SECONDO TE QUALE E’ IL MIGLIOR FUMETTO HORROR MADE IN ITALY MAI PUBBLICATO?

Questa è una domanda bastarda: è come avere 1000 figli e scegliere  il preferito. Non riuscirei mai a rispondere. Mi limito a dire che amo il 90% delle produzioni horror made in Italy. Se penso ai fumetti della mia adolescenza, dico Splatter e Mostri. Oggi la serie che seguo con più attenzione è il già citato The Cannibal Family di Fantelli e Piccioni, un fumetto che tra vent’anni sarà ancora più cult di quanto non lo sia già oggi.

E IL PEGGIORE IN ASSOLUTO?

Ma sai certi fumetti sono talmente brutti e trash che per me meritano a priori la lettura. Il primo che mi viene in mente è Elton Cop, un delirio delle nuvole parlanti degli anni Novanta. Brutto nelle storie, nei disegni, nei dialoghi… eppure ogni tanto sento il bisogno di leggerli. Chissà perché…

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

L’idea che la carta stampata possa scomparire mi fa stare malissimo. E non sto parlando in qualità di addetto ai lavori, ma da appassionato. Leggere un libro cartaceo non è paragonabile, l’e-book purtroppo è una realtà che non condivido ma, soprattutto non comprendo. Però riconosco che il settore è in crisi, che tanta gente per praticità legge su quella tavoletta. Ma è una reale comodità o semplice moda? Spero in quest’ultima ipotesi, magari è una tendenza temporanea che potrebbe sparire da qui a breve. Un po’ come le sigarette elettroniche…

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Se parliamo di letteratura, devo confessare che non sono un grande lettore di horror. Tanto per fare un esempio, ho letto solo due libri di Stephen King, e mi hanno pure annoiato. Purtroppo non sono un grande appassionato della letteratura. Ho letto tantissimi saggi invece, la saggistica è un genere che amo. Tra i tanti autori, ho profonda stima per Antonio Tentori, secondo me uno dei saggisti di genere più “cazzuti” in Italia.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Per quanto riguarda il cinema, ho tanta stima per registi come Carpenter, il primo Raimi, Hooper, Romero e Craven. Non amo molto gli horror di questi ultimi anni, salvo qualche eccezione. Se invece parliamo di horror italiano e dovessi dire il regista che più ho approfondito, potrei fare il nome di Lucio Fulci. Eppure, l’horror che maggiormente mi ha colpito, diretto da un nostro connazionale, è Amityville Possession di Damiano Damiani, un regista che nella sua carriera si è confrontato con questo genere sono in questo film, ma ci è riuscito magnificamente. D’altronde stiamo parlando di un grande autore.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Il cassetto ormai straborda di sogni. E per realizzarli tutti dovrei avere altre 10 vite, oltre che tanta fortuna. Ora insieme a “Pacio” stiamo realizzando interessanti progetti per il futuro, soprattutto legati ai fumetti. Se tutto va bene, a breve porteremo in Italia alcuni fumetti americani ancora inediti, testate davvero prestigiose. E poi anche con “El Brujo” Fantelli sta nascendo una bellissima collaborazione. Anche lui è un “bambinone” come me, e abbiamo trovato un’ottima intesa.

ALLORA CI METTIAMO IN STAND BY… SIAMO CERTI CHE NON RESTEREMO DELUSI!

Davide Longoni