FANTASCIENZA STORY 226

C’E’ QUALCUNO LASSU’ (1997) – PARTE 03

PUNTO DI NON RITORNO (Event Horizon)

2015

Fondazione della prima colonia permanente sulla Luna.

2032

Inizio dell’attività mineraria su Marte.

2040

La nave da ricerca interplanetaria Event Horizon viene lanciata ai confini del Sistema Solare in una missione esplorativa.

Scompare senza lasciare traccia oltre l’ottavo pianeta, Nettuno.

È il peggior disastro nella storia delle missioni spaziali.

2047

Oggi…

Sulla stazione spaziale Daylight in orbita attorno alla Terra, il Dottor William Weir (Sam Neill) sta sognando la gigantesca astronave in orbita attorno al pianeta Nettuno, vede l’interno della stessa, il lungo corridoio dove stanno svolazzando, in assenza di peso, un bicchiere di carta, una bottiglia e un orologio (tutto realizzato con il computer) e un cadavere con gli occhi sbarrati e la bocca aperta.

Weir si sveglia, stacca una delle tante fotografie di una donna che ha attaccato alla parete e va in bagno a disfarsi la barba.

Dalla versione uscita poi nelle sale cinematografiche sono state tagliate alcune scene dove il Dottor Weir veniva informato del ritorno della nave e dove ascoltava la trasmissione del radio segnale emesso dall’astronave stessa. Il trailer originale mostra una parte di queste scene comprovando il fatto che erano state girate e rimosse in seguito dal regista Paul W. S. Anderson.

Stazione Satellitare. Orbita inferiore alla Terra.

Aeronave U.S.A.C.: Lewis & Clark

Categoria: Ricerca e Soccorso

Missione: Top Secret

A bordo della nave stessa gli astronauti non sono per nulla soddisfatti della nuova, improvvisa e imprevista missione. Il Comandante Miller (Laurence Fishburne) sta parlando della cosa con il pilota Smith (Sean Pertwee), con il suo secondo, il Tenente Starck (Joely Richardson) e con Justin (Jack Noseworthy). Miller avvisa in seguito Cooper (Richard T. Jones) e gli altri che il Trasferimento Ionico partirà in dieci minuti. Ignora Weir che cerca di parlargli e lo affida alle cure di Peters (Kathleen Quinlan) e di D.J. (Jason Isaacs) che gli fa un’iniezione prima di condurlo nella vasca dove, immerso in un liquido, cadrà addormentato.

Weir: “È proprio necessario?

D.J.: “A trasferitore ionico acceso c’è un fattore di accelerazione di trenta G. Senza la vasca la velocità liquefarebbe lo scheletro!

Weir: “Ne ho visto l’effetto sui topi.

Weir indossa il respiratore ed entra nella vasca verticale.

D.J.: “È claustrofobico?

Weir: “Sì molto.

U.S.A.C. Lewis & Clark: 56° giorno di navigazione.

Weir si sveglia prima degli altri, la vasca si apre dopo aver assorbito l’acqua e l’uomo si trova da solo mentre osserva le vasche con tutto l’equipaggio ancora dentro. Un rumore lo conduce nella sala di pilotaggio dove vede una figura seduta al posto di guida. Weir gira la poltrona e vede la donna della foto, Claire (Holley Chant).

Weir: “Claire…

La donna apre gli occhi, due orbite vuote.

Claire: “Ti sto aspettando…

Weir si sveglia ancora nella vasca, sta soffocando nel liquido, la vasca si apre e Weir viene soccorso dai compagni di volo. Intanto, nella saletta che fa da mensa e da sala riunioni, Miller si scusa con la Peters per non aver potuto sostituirla per questa missione, la donna doveva andare a raggiungere il figlio Denny ma ha dovuto fare scambio con l’ex marito.

Smith entra nella sala in quel momento.

Smith: “Scusatemi, signore e signori, vi comunico che fra circa due ore e ventitré minuti raggiungeremo l’orbita del pianeta Nettuno, vi ringrazio per l’attenzione.

Dopo qualche altra amenità Miller richiama l’attenzione dell’equipaggio.

Miller: “Come sapete il nostro equipaggio ha un ospite. Dottor Weir, può avvicinarsi? Procediamo con le presentazioni… Accanto a lei c’è il mio secondo, il Tenente Starck, il Signor Justin, addetto alle macchine. Quest’uomo dello spazio è il Signor Cooper. Cos’è che fa a bordo di questa nave, Cooper?

Cooper: “Dunque, Dottore. Io sono il suo migliore amico, okay? Mi occupo di salvataggi… e di abbordaggi (guarda la Starck).”

Miller: “Esperto in tecniche di soccorso. Lei è Peters, l’ufficiale medico, poi c’è il mio pilota, il Signor Smith, quel tipo malinconico che vede laggiù è D.J….

D.J.: “Che trauma…

Cooper: “D’accordo, ora che ci conosciamo tutti, Capitano, avrei una domanda…

Miller: “Prego.

Cooper: “Che cavolo dobbiamo fare quando arriviamo?

Miller: “Forse il nostro dottore sarà così gentile da spiegarcelo.

Weir: “Grazie. Prima di tutto voglio che sappiate quanto apprezzo l’opportunità che mi è stata data…

Miller: “Sappiamo che lei è contento di essere qui, Dottore, ma deve capire che per noi non è così. Siamo stati strappati ad una meritata licenza e spediti intorno a Nettuno e ora siamo a tre miliardi di chilometri dall’avamposto più vicino. L’ultima volta che è stata tentata una manovra di soccorso così lontano abbiamo perso entrambe le navi, quindi, la prego…

Weir: “Certo… Beh, quello che sto per dirvi è considerato materia da Codice Nero dall’Ente Spaziale. L’Ente ha intercettato una trasmissione radio proveniente da un’orbita intorno a Nettuno. La fonte della trasmissione è stata identificata nella nave Event Horizon…

Smith: “Già… E noi siamo partiti per questa stronzata!

Cooper: “E per questo lei ha rinviato la nostra licenza? No, non è possibile.

Peters: “È pazzesco!

Miller: “Smith, si sieda, Cooper vada al suo posto. Dovete lasciarlo parlare…

Weir: “Tutto ciò che si sa della Event Horizon, che era una nave da ricerca interplanetaria, che il suo reattore è entrato in crisi e che il velivolo è esploso, non corrisponde al vero. La Event Horizon era il culmine di un progetto segreto per la creazione di un’astronave capace di superare la velocità della luce.

Smith: “Mi scusi ma, vede, in realtà non si può fare…

Starck: “Per la legge della relatività non è superabile la velocità della luce.

Weir: “La relatività, certo, non possiamo infrangere la relatività… però possiamo aggirarla. La nave, in realtà, non supera la velocità della luce ma crea un punto di passaggio dimensionale che permette di saltare da un punto dell’universo ad un altro distante dal primo anni luce.

Starck: “E come?

Weir: “Beh, è difficile da spiegare… È tutta matematica…

Miller: “Ci provi, Dottore.

Weir: “Bene. Allora, per dirla in parole povere, si usa un trattenitore di campo magnetico per mettere a fuoco un fascio luminoso di gravitoni in modo che pieghino lo spazio-tempo, conformemente alla legge della dinamica terziva di Vaile, finché la curvatura dello spazio-tempo non diventa infinitamente grande producendo un’eccentricità. Ora…

Miller: “Queste sono parole povere?

Cooper: “Parole povere un cazzo! Non potrebbe parlare come noi?

Weir: “Uhm… (stacca un foglio dalla paratia del cubicolo dormitorio di Smith. È una foto, in probabile stile playboy di una ragazza) Immaginate, per un momento, che questo pezzo di carta…

Smith: “Mi scusi, quella è Vanessa… ed è mia.

Weir: “…che questo attraente pezzo di carta rappresenti lo spazio-tempo e voi volete andare dal punto A che si trova qui (fa un foro in cima al foglio con una matita sotto gli occhi sofferenti di Smith) al punto B, qui (stessa cosa per il fondo del foglio). Ora, qual è.… qual è la distanza minore tra i due punti?

Justin: “Una linea retta.

Weir: “No, sbagliato. La distanza minore tra i due punti è zero. (Piega il foglio fino a far coincidere i due fori e passa attraverso entrambi con la matita poi restituisce il foglio a Smith) Questo è ciò che fa il passaggio dimensionale, cioè piega lo spazio finché il punto A e il punto B non vanno a coesistere nello stesso spazio-tempo, così, quando l’astronave attraversa l’ingresso dimensionale, lo spazio ritorna normale. È un trasferitore gravitazionale.

Justin: “Lei tutto questo come lo sa?

Weir: “L’ho costruita io.

Cooper: “Ora capisco perché hanno mandato lei.

Justin: “Ma se la nave non è esplosa, cosa gli è successo?

Weir: “Beh, la missione andava alla perfezione, come da manuale, aveva raggiunto la distanza di sicurezza usando propulsori convenzionali ma, al momento di proseguire con il trasferitore aprendosi un passaggio per Proxima Centauri, allora, all’improvviso, è scomparsa senza lasciare traccia… fino ad ora…

La conversazione prosegue in un altro ambiente dove Weir ha qualcosa da mostrare.

Weir: “Finora non siamo riusciti a verificare se c’è qualche forma di vita. Il sistema di soccorso ha ricevuto solo questa trasmissione.

Weir fa partire la registrazione e si sentono solo urla scomposte.

Smith: “Ma che razza di roba è?

Weir: “Ascoltatela bene. A Houston hanno filtrato la registrazione diverse volte e sono riusciti ad isolare quella che sembrerebbe una voce umana… Non è stato possibile definire la lingua.

D.J.: “Latino.

Weir: “Cosa?

D.J.: “Io credo… sembra in latino…

Miller: “Può tradurla?

D.J.: “La mandi di nuovo… aspetta… Sentito? Sembra liberate me… qualcosa del genere, non capisco il resto…

Miller: “Liberate me?

D.J.: “Salvatemi.

Un segnale avvisa l’equipaggio che si sta avvicinando il momento dell’aggancio. La Lewis & Clark si avvicina alla ionosfera di Nettuno e scivola in mezzo alle turbolenze fino ad arrivare, quasi all’improvviso, davanti alla gigantesca Event Horizon, solo l’uso subitaneo dei reattori di virata evita una collisione.

La nave di soccorso comincia a esaminare l’esterno dell’astronave fino a che Weir non individua l’attracco davanti al portello principale.

Miller: “Starck, mi dia la situazione.

Starck: “Il reattore è troppo caldo e c’è un gran numero di piccole sorgenti radioattive ma con tutta probabilità non è niente di serio.

Miller: “C’è ancora pressione?

Starck: “Affermativo. Lo scafo è ancora intatto ma non c’è gravità e le unità termiche non sono più attive. Lì dentro deve fare un gran freddo, nessuno sarà sopravvissuto senza vasche statiche.

Miller: “Le cerchi, Starck!

Starck: “Le ho già trovate, Capitano. Il bioscanner è stato attivato… C’è qualcosa che non va…

Miller: “Un’interferenza delle radiazioni…

Starck: “Non sono tante da mandarlo in tilt. Rilevo tracce di vita ma non riesco a localizzarle esattamente. La nave è tutta piena di questi piccoli segnali. Non ha senso!

Miller: “Passiamo agli estremi rimedi. Comparto per comparto, stanza per stanza. Starck, fuori il collettore.. Smith, allestisca la stanza di guerra!

Smith: “Signore…

Miller: “Justin, facciamo un salto sulla nave?

Justin: “Sissignore.

Miller: “Dottore, lei mi serve a bordo.

Weir: “Capitano, non sono venuto per stare sul ponte di comando, devo vedere la nave.

Miller: “Quando l’avremo esaminata verrà anche lei.

Weir: “Mi dispiace non l’accetto. Io devo vedere la nave!

Miller: “Verrà dopo che l’avremo controllata, le ho detto! Dovrà guidarci dal ponte di comando è lì che mi serve, cerchi di collaborare.

Il connettore, un lungo tubo a pressione, viene mandato dalla Lewis & Clark verso la Event Horizon. Miller, Justin e la Peters, dopo aver indossato la tuta spaziale, volteggiano verso il portello della grande nave e lo aprono facendone uscire aria e scartoffie. Entrano prudentemente nel lungo corridoio buio.

Miller: “Questo posto è congelato. Ci sono cristalli di ghiaccio ovunque.

Weir: “Ora vi trovate nel corridoio centrale che collega la zona dell’equipaggio a prua della nave alla zona macchine sul retro.

Miller: “Justin, controlli la sala macchine.

Justin: “Sissignore.

Miller: “Io e Peters andremo nei ponti anteriori.

Miller vede delle scatole che pulsano a intermittenza.

Miller: “Dottore, che cosa sono questi?

Peters: “Già c’è ne è anche un altro laggiù… Sono sparsi dappertutto!

Weir: “In caso d’emergenza servono a distruggere il corridoio centrale e dividere in due la nave in modo che l’equipaggio usi i ponti residui come scialuppa.

Miller: “Sono nell’infermeria. Non ci sono feriti. A quanto pare nessuno l’ha mai usata.

Weir: “Nessuna traccia dell’equipaggio?

Miller: “Se vedessimo qualcuno, dottore, lo vedrebbe anche lei. Attivate il bioscanner. Questo posto è una tomba!

Qualcosa lo tocca e Miller urla, si tratta del guanto di una tuta, vuoto, che riprende il suo volo.

Justin: “Credo di aver raggiunto la porta d’ingresso del primo blocco, Dottor Weir.

Weir: “Il ponte macchine è dalla parte opposta.

Justin: “Okay, ora do un’occhiata.

L’astronauta preme il bottone d’apertura e Justin si trova davanti a una passerella e, tutto intorno, un soffitto che rotea incessantemente.

Justin: “Che accidenti sarebbe questo posto, Dottor Weir?

Weir: “Da lì si accede al secondo blocco senza compromettere i campi magnetici.

Justin: “A me sembra un enorme tritacarne.

Peters: “Sono sul ponte. Qui c’è del sangue.

Alla semplice luce di una torcia la ragazza non si accorge che tutt’intorno vi sono schizzi di sangue e brandelli di carne appiccicati alle pareti.

Justin, intanto, ha percorso il corridoio.

Justin: “Deve essere ghiacciato per via di una falla. Ragazzi, è pieno d’immondizia, qui. I livelli di refrigerazione sono bassi ma ancora entro il margine di sicurezza.

Weir: “Peters, potrebbe voltarsi indietro, a sinistra?

Starck: “Che cos’è?

Weir: “Il diario di bordo.

La donna si avvicina all’apparecchiatura per estrarre il dischetto ma questo s’incastra nell’apertura.

Peters: “È fuori uso. Il meccanismo è tutto bloccato.

Con uno sforzo riesce a levare il dischetto ma, voltandosi, lancia un urlo vedendo il cadavere semidecomposto e sfigurato che volteggia vicino a lei.

Smith: “Che diavolo gli è successo agli occhi?

Starck: “Sono esplosi per decompressione.

D.J.: “Non sembrerebbe la decompressione… sembra che siano stati strappati da un animale, da qualcosa del genere…

Weir: “Guardate i danni ai tessuti epiteliali, ci sono enormi abrasioni…

Peters: “È in decomposizione.

Justin: “Ho attivato il bioscanner… Ragazzi, il monitor mi dà un segnale molto strano… Aumento un po’ l’energia…

Weir: “Quello è il trasferitore gravitazionale… È il cuore della nave.

Per una curiosa coincidenza esso ha qualche punto in comune con il mezzo costruito in Contact che aveva lo stesso scopo, quello di attraversare lo spazio usando passaggi temporali. La sfera che gira attorno ai due anelli si illumina violentemente e sembra scomparire aprendosi.

Il segnale di Justin non arriva più alla nave di soccorso. Dopo l’accecante fascio di luce appare un foro perfettamente rotondo e buio. Justin si avvicina e sfiora con il dito la superficie “acquosa” che ha preso il posto del motore. Poi Justin vi mette una mano, qualcosa lo afferra e lo trascina dall’altra parte mentre il cavo a cui l’astronauta è assicurato si srotola velocemente. Un’onda di forza immane scaturisce dal vano motore e investe la nave e anche la Lewis & Clark danneggiandola gravemente e causando un foro nello scafo di grosse dimensioni.

Mentre Cooper si lancia per recuperare Justin e vi riesce riportandolo fuori da quell’antro nero, Miller ordina di evacuare la nave di soccorso e di rifugiarsi tutti sulla Horizon mentre Peters cerca di attivare le unità termiche della grande nave. La donna riesce anche a ridare la gravità e il cadavere si frantuma in mille pezzi cristallizzati cadendo violentemente al suolo.

Il Capitano cerca di fare il punto della situazione.

Miller: “Dottor Weir…

Weir: “Beh, sono riuscito ad attivare i sistemi fondamentali, per ora.

Miller: “Grazie. Starck, il nostro status.

Starck: “La strumentazione è completamente fuori uso. Non abbiamo né radio né laser, né altri collegamenti. Nessuno potrà soccorrerci. C’è un odore terribile…

Miller: “Sì, di anidride carbonica.

Starck: “E peggiora sempre di più per ogni nostro respiro. I filtri del CO2 della Event Horizon sono saltati.

Miller: “Allora dobbiamo recuperarli dalla Clark, situazione?

Starck: “C’è aria sufficiente per venti ore. Dopo ci conviene tornare al più presto.

Sulla Lewis & Clark, Smith sta facendo una ispezione dei danni.

Smith: “Sono nella zona di babordo dello scafo, verso le vasche termiche… maledizione! Capitano Miller, Capitano Miller, mi sente?

Miller: “La sento, Smith. Come sta la mia nave?

Smith: “Signore, c’è una frattura di sette metri sullo scafo esterno, credo si possa riparare ma ci vorrà moltissimo tempo, Signore.

Miller: “Negativo, tra venti ore non avremo più aria.

Smith: “Capisco, Signore.

Miller (guardando le paratie intrise di sangue): “Che è successo qui, Dottore?

Weir non sa cosa rispondere.

Justin è stato portato in infermeria in stato catatonico e gli sforzi della Peters e di D.J. per riportarlo alla realtà risultano inutili.

Cooper cerca di spiegare a Miller e a Weir quello che ha visto.

Cooper: “Senta, Capitano, so che sembra impossibile ma, insomma, prima non c’era nulla poi è riapparso Justin e allora… è… è diventato liquido e poi il nucleo è ridiventato solido…

Weir: “Questo non è fisicamente possibile.

Cooper: “Dottore, la prego, la prego… non ricominci con le sue stronzate fisiche, le sto dicendo che l’ho visto!

Weir: “Signor Cooper, lei vorrebbe dire che l’ingresso gravitazionale era aperto, insomma che…

Cooper: “Esatto! Quell’ingresso del cazzo era aperto!

Weir: “L’ingresso non poteva essere aperto perché il trasferitore gravitazionale non era attivo!

Cooper: “Ma io le sto dicendo che l’ho visto, Dottore, cazzo, io l’ho visto!

Weir: “Sì ma non può accendersi da solo!

Miller: “Signor Cooper, ora sta esagerando! Dottore, Justin potrebbe morire. Devo derivarne che qualunque cosa gli sia accaduta potrebbe accadere anche a noi. Se il Signor Cooper dice di aver visto qualcosa io credo abbia visto qualcosa. Esigo una spiegazione!

Weir: “Secondo me il Signor Cooper ha delle manie persecutorie, se mi permette l’espressione, ma potrebbe anche darsi che ci sia stato un effetto ottico per via della distorsione gravitazionale.

Cooper: “Quale effetto ottico? Queste sono tutte stronzate! Deve…

Miller: “COOPER! È certo che possa essere stata la distorsione gravitazionale, Dottore?

Weir: “Se, in qualche modo, dal nucleo fossero uscite delle onde gravitazionali, avrebbero potuto distorcere lo spazio tempo, dare l’impressione che Justin fosse scomparso e danneggiare la Lewis & Clark. Comunque, a mio avviso, è inverosimile.

Miller: “Che cosa c’è nel nucleo, Dottore?

Weir: “È complicato…

Miller: “Di quanto tempo ha bisogno? Abbiamo… diciassette ore e quarantotto minuti… Cosa c’è nel nucleo!

Weir, Miller e la Starck sono ora davanti al trasferitore che continua a ruotare.

Weir: “Questo è l’ingresso dimensionale. Ora, quando i tre anelli magnetici sono sullo stesso asse, si crea un buco nero artificiale che permette alla nave di raggiungere qualsiasi punto dello spazio.

Starck: “Un buco nero, la forza più distruttiva di tutto l’universo… e lei ne ha creato uno.

Weir: “Assolutamente sì! Affinché si possa usare quell’immensa energia per curvare lo spazio-tempo. Vede, la Lewis & Clark impiegherebbe centinaia di anni per raggiungere la stella più vicina. La Event Horizon la raggiungerebbe in un giorno.

Starck: “Se funzionasse…

Weir: “Venite a vedere. È assolutamente sicuro.

Miller: “E così se Justin è stato risucchiato nel suo ingresso dovrebbe essere stato nello stesso posto dove è stata la Event Horizon.

Weir: “Teoricamente sì ma, come le dicevo prima, l’ingresso non può in nessun modo aprirsi da solo.

Miller: “Capisco. Tenente, faccia sigillare la stanza. Il secondo comparto, d’ora in poi è off limits!

Starck: “Sissignore.

Weir: “Ma, Capitano, non è pericoloso. L’ingresso è tenuto chiuso da tre campi magnetici, è assolutamente sicuro!

Miller: “Sicuro? Dottore, la mia nave è in pezzi e uno dei miei uomini potrebbe non sopravvivere. Nessuno dovrà più avvicinarsi.

Peters sta esaminando il diario di bordo quando, all’improvviso, sente un rumore. Dopo aver controllato la posizione di D.J. la donna prende in mano un grosso coltello a sega e comincia a controllare in giro. Sotto una tenda posta su un lettino vede un’ombra, scosta il telo e le appare suo figlio, Denny (Barclay Wright). Ha le gambe sanguinanti. D.J. sopraggiunge in quel momento, spaventandola. Sul lettino non c’è assolutamente nessuno.

Mentre Smith sta continuando il suo lavoro, la Peters, rimessasi dallo spavento, mostra agli altri le ultime immagini del diario che arrivano fino al momento in cui la Event Horizon e il suo equipaggio stanno per intraprendere il viaggio interstellare. Poi la registrazione diventa confusa e, nello stesso momento, sull’astronave si verifica una perdita di energia.

Weir e Miller si dirigono verso il nucleo e lo scienziato entra in un vano circuiti per trovare il guasto.

In infermeria Justin, preso da una sorta di delirium tremens, riesce a balbettare qualcosa:

Justin: “Sta arrivando… il buio.

Weir sta percorrendo il condotto illuminato da una ferale luce verde, trova il guasto e sta procedendo alla riparazione quando gli sembra di sentire delle voci. Poi il condotto resta al buio e pure la torcia non sembra funzionare bene. Quando, all’improvviso, la luce ritorna, ecco apparirgli davanti Claire.

Claire: “Resta con me. Per sempre!

Miller, all’esterno del condotto, sta chiamando Weir quando vede spostarsi la sfera dal suo alloggiamento: sotto la stessa c’è del liquido fiammeggiante e, da esso, esce un corpo dilaniato e fiammeggiante.

Gli astronauti si riuniscono e Peters parla della sua visione, Miller aggiunge che era una visione molto realistica perché emanava calore. Weir continua a dimostrarsi incredulo e la sua ironia scatena l’ira di Smith che si lancia contro lo scienziato, fermato da D.J. che lo minaccia con un bisturi alla gola. Miller manda Smith e Cooper a continuare le riparazioni poi si allontana ma Starck gli va dietro.

Starck: “Miller!

Miller: “Che c’è Starck?

Starck: “Ho acceso il bioscanner attivando i filtri DNA ed RNA ed è risultata una presenza…

Miller: “…Di origine indeterminata… lo so. Tenente, deve dirmi qualcosa di veramente utile o no?

Starck: “Ho una mia teoria.

Miller: “Sentiamo…

Starck: “Io credo che ci sia una connessione tra queste letture del bioscanner e le allucinazioni, come se si trattasse di reazioni di difesa di una specie di sistema immunitario.

Miller: “Non ho tempo di starla ad ascoltare!

Starck: “Invece deve ascoltare!

Miller: “Ma che cosa?

Starck: “Questa nave reagisce ai nostri stimoli e le reazioni sono sempre più violente, come se la nave avesse una specie di forza vitale di qualche tipo!

Miller: “Lei vorrebbe dirmi che questa nave è viva?

Starck: “Lei voleva una risposta e questa è l’unica che ho.

Miller: “Io voglio solo sopravvivere alle prossime dieci ore!

In infermeria Justin è sempre immobile, gli occhi sbarrati sul lettino; Peters sta passeggiando nervosamente avanti e indietro e, quando torna vicino al lettino l’uomo è sparito. Un rumore sordo e penetrante rimbomba per tutta la nave poi delle scariche si verificano per tutta l’infermeria e la donna fugge terrorizzata per i corridoi raggiungendo, in un altro compartimento, D.J., la Starck e Weir.

Dei colpi sordi si abbattono sulla porta metallica deformandola. Weir si alza quasi come se fosse in trance…

Weir: “Aprite quella porta.

Starck lo ferma torcendogli un braccio ma gli allarmi non sono finiti.

Qualcuno ha azionato il portello di chiusura della paratia stagna.

Starck, D.J. e la Peters raggiungono la paratia dietro la quale c’è Justin ancora in uno stato molto simile alla trance.

Mentre Starck sta cercando di aprire manualmente la paratia, Miller, che è all’esterno per le riparazioni, viene avvisato del pericolo e si precipita verso il portello.

Peters: “Justin, apri la porta!

Justin: “Lo avete sentito?

Starck: “Lo faccia parlare!

Peters: “Sì, lo abbiamo sentito, ma tu sai cos’era?

Justin: “Ti fa vedere certe cose, cose orribili…

Peters: “Ma quali cose?

Justin: “Il buio che è dentro di me da quell’altro posto. Io non ci torno là, non ci torno… Se potessi vedere le cose che ho visto io non cercheresti di fermarmi.

Justin sembra riprendere coscienza, il portello si apre e l’uomo esce nello spazio in preda a rigurgiti di sangue rumorosamente evidenziati.

Miller lo riporta indietro con rapidità. L’aria viene reimmessa e tutti si prodigano per soccorrere Justin mentre, nella sua stanza, Weir sembra captare i movimenti del nucleo.

Di nuovo si ritrovano a colloquio per fare il punto della situazione.

D.J.: “Ho fermato l’emorragia, l’ho curato come meglio ho potuto. Non ne uscirà bene ma sopravviverà, se ritorneremo…

Miller: “Ce la faremo. Starck, quanto tempo abbiamo?

Starck: “Il livello di CO2 diventerà tossico tra quattro ore.

Miller: “D’accordo. Peters, dobbiamo scoprire cos’è successo a quell’altro equipaggio prima che succeda anche a noi.

Peters: “Beh, se vuole lavoro al giornale di bordo ma non tornerò in infermeria.

Miller: “Bene.

Peters: “Sissignore.

Starck: “Justin ha detto una cosa come… il buio è dentro di me… Che cosa vuol dire?

Miller: “Dottore?

Weir: “Ah, io non credo che significhi nulla.

Weir si allontana ma Miller non lo molla.

Miller: “Non cerchi di sfuggirmi, Signor Weir. Esigo spiegazioni, Dottore! Perché uno dei miei uomini ha tentato il suicidio cercando di uscire da un portello d’ingresso? (Perché, se era un portello d’uscita, anche senza tuta, andava bene?) Cos’era quel rumore terrificante?

Weir: “Forse le modificazioni termiche dello scafo avranno causato un’espansione e poi una contrazione del metallo provocando quel riverbero…

Miller: “Stronzate! L’ha costruita lei questa nave del cazzo e ora non fa che dirmi stronzate!

Weir: “Che cosa vuole che le dica?

Miller: “Lei ha detto che il nucleo della nave crea un ingresso gravitazionale…

Weir: “Sì.

Miller: “Verso cosa?

Weir: “Ehm… non lo so…

Miller: “Dove è andata? Dove l’ha spedita?

Weir: “Non lo so.

Miller: “Dove è finita negli ultimi sette anni?

Weir: “Mi creda, io non lo so!

Miller: “Non lo so, non è sufficiente, Dottore, dovrebbe essere lei il cazzo di esperto! Se esigo spiegazioni lei me le deve dare! Ora, quell’altro posto, dov’è?

Weir: “Io non lo so, non lo so! Ascolti, ci sono un sacco di cose che succedono qui di cui io non ho la più pallida idea. Io ho… ho… ho bisogno di tempo.

Miller: “Capisco. Ma è precisamente del tempo che non disponiamo più.

Miller si allontana lungo i corridoi silenziosi della Event Horizon.

Ora sente una voce lontana, ovattata, che lo implora di aiutarlo e di non lasciarlo. Si appoggia alla paratia…

Miller: “È nella tua testa, è tutto nella tua testa…

Le immagini di un viso urlante e sanguinante si sovrappongono per un attimo alla realtà.

Miller: “Dio, aiutaci!

Il Capitano parla con D.J. della sua ultima visione e della voce che ha sentito.

Miller: “Io dico che era la sua voce quella che ho sentito. Mi chiamava. Era un giovane nostromo di nome Edward Corrigh, lavoravamo insieme sul Gojath. Quando le bombole di ossigeno esplosero quattro di noi raggiunsero la scialuppa ma tutto prese fuoco mentre Corrigh era ancora a bordo del Gojath. Ha mai visto delle fiamme a gravità zero? È uno spettacolo… Sono come liquide, scivolano sopra ogni cosa, s’innalzano ondeggiando e così lo hanno colpito, ondata dopo ondata mentre lui m’implorava di salvarlo…

D.J.: “E lei cos’ha fatto?

Miller: “L’unica cosa che potevo fare. Ho chiuso il portello della scialuppa lasciandomelo alle spalle. Giurai di non abbandonare più un uomo.

D.J.: “Io la conosco da anni, non me lo aveva mai detto.

Miller: “Proprio così, D.J. Io… io non l’ho mai detto a nessuno ma questa nave lo sapeva molto bene. Conosce tutte le tue paure, conosce tutti i tuoi segreti. S’insinua nella tua mente e te le fa vedere.

E quelle irragionevoli bestie del subconscio ebbero libero accesso ad una macchina inarrestabile. Il demone segreto di ogni anima sul pianeta libero di saccheggiare e predare, per vendicarsi, Morbius, e uccidere!

(Da Il Pianeta Proibito di Fred McLeod Wilcox).

D.J.: “Non avrei voluto dirglielo. Ho riascoltato il messaggio di soccorso e credo… credo di aver sbagliato la traduzione.

D.J. gliela fa riascoltare.

Miller: “E allora?

D.J.: “Pensavo dicesse liberate me, salvatemi ma non dice me, dice liberate… liberate vos, cioè salvatevi. E il seguito è peggio… ecco… io credo che dica ex inferis e cioè salvatevi dall’inferno. Vede, se quello che dice il Dottor Weir è vero, questa nave deve aver oltrepassato i confini dell’universo, della realtà conosciuta dalla scienza, chissà dov’è andata, che cosa ha visto e che cosa si è portata dietro…

Miller: “Dall’inferno… Lei non ci crede in questa roba, vero?

D.J.: “Chiunque abbia mandato il messaggio nell’inferno ci credeva…

All’interfono risuona la voce di Smith.

Smith: “Capitano Miller!

Miller: “Qualunque sia la notizia mi dica che è buona.

Smith: “Sì, Signore. Siamo pronti a ripressurizzare la Clark e ad abbandonare quest’incubo.

Miller: “Ricevuto.

Il tentativo provoca ancora qualche perdita e Cooper chiede altri venti minuti per perfezionare la riparazione. Frattanto la Peters è riuscita a decodificare le immagini dell’equipaggio della Event Horizon. Immagini di morte, di torture, di occhi strappati, sangue e urla dappertutto.

Miller ne ha abbastanza e ordina l’evacuazione della grande nave. Weir non è d’accordo ma Miller non lo ascolta e dà disposizione alla Peters e a Smith di portare via i filtri di CO2 dalla Event Horizon (questo non è molto chiaro, quando li hanno cambiati? Non possono essere quelli della Event in quanto, stando a quanto detto dalla Starck, non erano funzionanti. Ma se si trattava semplicemente di cambiarli per rendere l’aria respirabile perché Miller si agitava tanto scandendo le ore mancanti prima che l’aria diventasse irrespirabile?). Ordina a D.J. di trasferire Justin sulla Clark.

Poi Miller stesso si avvia attraverso i lunghi corridoi della nave tallonato da Weir.

Weir: “Che ne sarà della nave, l’abbandonerà?

Miller: “Non ho intenzione di abbandonarla. Porterò la Lewis & Clark ad una distanza di sicurezza e lancerò dei missili contro la Event Horizon finché non l’avrò polverizzata! Al diavolo la sua nave!

Weir: “Lei non può!

Starck: “Capitano Miller, il bioscanner è uscito di nuovo fuori scala. È come se… se il nucleo risucchiasse energia dal resto della nave.

Miller: “Richiami gli altri, ritirata! Abbandonare la nave!

Weir: “Non potete abbandonarla. Non ve lo permetterà!

Miller: “Lei si prepari e raggiunga il retro della Lewis & Clark, Dottore, o ci tornerà a piedi a casa!

Weir: “Io sono a casa.

L’uomo sparisce nel buio della nave mentre Smith e la Peters stanno portando via le cartucce di CO2. Un suono e un’ombra richiamano indietro la Peters che si ritrova a inseguire quello che crede suo figlio attraverso uno dei corridoi di manutenzione del trasferitore.

Sale su un’alta scala e percorre un ennesimo corridoio, sta per raggiungere Denny quando precipita in un pozzo che il buio non le aveva permesso di vedere. Un lungo volo e cade ai piedi del globo, morta.

Dall’alto del pozzo Denny sorride soddisfatto.

Weir giunge nei pressi del nucleo e vede la Peters morta, sente la voce di Claire e si ritrova a casa propria costretto a rivivere il suicidio della moglie senza poter intervenire. Poi si trova di fronte nuovamente a Claire, inginocchiato ai suoi piedi. La donna tiene gli occhi chiusi.

Claire: “Willy… Ora va tutto bene…

Weir: “Sai, mi sentivo così solo…

Claire: “D’ora in poi non sarai mai più solo… Sei con me, ora, sei con me… Ed ora io ho delle bellissime, meravigliose cose da mostrarti…

La donna apre gli occhi mostrando le orbite vuote e le sue dita penetrano negli occhi di Weir. Nella realtà è lui stesso che se li sta togliendo urlando di dolore.

Cooper sta comunicando a Smith che ha finito la riparazione e il pilota vede Weir che si sta allontanando dalla Clark senza voltarsi, nemmeno quando Smith lo chiama più volte.

Immediatamente Smith comunica a Miller ciò che è successo. Il Capitano si accorge che una delle capsule esplosive è stata rimossa dal corridoio della Event Horizon e ordina a Smith di abbandonare immediatamente la nave perché è convinto che Weir abbia collocato la capsula sulla navetta. Smith non obbedisce agli ordini e cerca disperatamente l’esplosivo, quando lo trova mancano solo cinque secondi all’esplosione. Smith sa che per lui è finita. L’esplosione distrugge completamente la Lewis & Clark e scaraventa Cooper su uno dei relitti.

L’astronauta aziona i getti dell’ossigeno delle bombole per staccarsi e tornare verso la Event Horizon. Miller avvisa D.J. dell’accaduto e gli ordina di andare a cercare Weir stando molto attento perché è ormai diventato fin troppo pericoloso. L’uomo non fa in tempo a girarsi che Weir gli mette una mano sul collo sollevandolo e scaraventandolo via. D.J. cade svenuto sul lettino e Weir mette mano ai bisturi e poi al filo chirurgico per le suture; Miller trova così D.J. sventrato e appeso nell’infermeria per i lembi della pelle.. si arma per dargli la caccia.

Il Capitano trova la Starck svenuta e cerca di rianimarla. Poi si rende conto che nella stessa stanza c’è anche Weir che lo sta guardando attraverso le orbite vuote.

Miller: “Oh, mio Dio! …Che cosa è successo ai suoi occhi?

Weir: “Lì dove andremo non serviranno gli occhi per vedere…

Miller: “Ma di che cosa sta parlando?

Weir: “Ho creato la Event Horizon per raggiungere le stelle ma la mia nave è andata molto, molto al di là. Ha aperto un buco nel nostro universo, ha aperto un ingresso verso un’altra dimensione, una dimensione di puro caos, una dimensione di puro male. Quando vi è entrata non era che una nave spaziale ma quando ne è ritornata era una cosa viva… La guardi bene, Miller. Questa nave non le sembra meravigliosa?

Miller: “La sua nave meravigliosa ha ucciso il suo equipaggio, Dottore.

Weir: “Sì. Ma ora ha un nuovo equipaggio. Ora ci siamo noi.

Miller: “Che cosa crede di fare, Dottore?

Weir: “Lei voleva sapere dove era stata la nave, tra poco lo scoprirà da solo.

La Starck attacca Weir in quel momento ma, anche senza occhi, il Dottore ci vede benissimo, la blocca e la scaraventa via mandandola a sbattere contro la porta della paratia. Miller impugna la sua arma contemporaneamente a Weir.

Miller: “Se mi manca distruggerà lo scafo.

Weir: “Che cosa le fa credere che la mancherò?

Cooper si è avvicinato alla nave e sta chiamando via radio. Poiché non riceve risposta guarda all’interno dal vetro pressurizzato. Weir spara un colpo e l’arpione penetra attraverso la lastra corazzata. Cooper viene allontanato dal getto d’aria che esce dalla nave. Poi il vetro si frantuma e un turbine d’aria investe i tre all’interno. Weir viene scaraventato fuori dal risucchio mentre Miller riesce, aggrappandosi a un cavo, a uscire dalla paratia ma poi torna indietro per aiutare la Starck a uscire a sua volta. Quindi, tramite il portello d’ingresso, riescono a far rientrare anche Cooper ormai senz’aria.

Starck: “È tutto okay, è tutto okay, è tutto finito…

Miller: “Purtroppo no. Weir ha attivato il trasferitore, dobbiamo disattivarlo.

Starck: “E come? Il ponte è distrutto.

Miller: “Proviamo dalla sala macchine. Si potrà chiudere da qui?

Starck: “Non ne sono capace, l’esperto era il Dottor Weir.

Cooper: “Non voglio finire come quell’equipaggio, meglio morire!

Miller: “Okay, okay. Lo faremo saltare in aria.

Starck: “Vuole farlo saltare?

Miller: “Come diceva Weir? Se esplode il corridoio ci si separa dal corpo della nave e si usa il resto come scialuppa. Con un po’ di fortuna qualcuno raccoglierà il messaggio. Prepariamo le vasche gravitazionali, ci mettiamo in stasi e aspettiamo l’arrivo di un’unità di soccorso, nel frattempo io azionerò manualmente l’esplosivo.

Cooper: “Capitano, funzionerà?

Miller: “Se l’ha detto il Dottor Weir… Lanciate il messaggio di soccorso e tornate qui al più presto!

Cooper: “Sissignore.

Starck: “Io vengo con lei.

Miller: “No, prepari le vasche gravitazionali!

Starck: “Miller!

Miller: “Chiuda subito la porta, Tenente!

Mentre Miller comincia ad attivare gli esplosivi un fiume di sangue si precipita dalle pareti e dal soffitto addosso alla Starck e a Cooper.

Le cariche sono attivate e Miller ha in mano un detonatore ma un uomo, sfigurato e fiammeggiante, lo insegue lungo il corridoio. Ora Miller si trova davanti al trasferitore, davanti a un lago di acqua e sangue sovrastato dalle fiamme. La figura fiammeggiante gli si avvicina.

Miller: “Tu non sei l’Edward Corrigh che io ho visto morire… Weir!

Weir (sghignazzando): “La nave mi ha riportato qui. Gliel’avevo detto che non vi avrebbe lasciato andare. Non lo permetterà a nessuno di noi. Credeva veramente di poter distruggere questa nave? La mia nave ha sconfitto lo spazio e il tempo. È stata in posti che lei non può neanche immaginare e ora è giunto il tempo di ritornare…

Miller: “…all’inferno, lo so.

Weir: “Lei non sa nulla, l’inferno è solo una parola, la realtà è molto, molto peggio…

Miller cerca di lottare contro Weir che ha miracolosamente e stranamente riacquistato gli occhi. La sua figura devastata afferra Miller. La voce è ora cavernosa.

Weir: “E ora si goda lo spettacolo.

Altre visioni di massacri e di torture passano per la mente di Miller e riguardano i superstiti della Lewis & Clark.

Weir: “Ha visto?

Miller: “No, No! Loro non sono morti!

Weir: “Non ancora…

Non serve lottare.

Weir contrasta facilmente Miller.

Weir: “Ormai non sono più il suo equipaggio, ora appartengono alla nave.

Miller: “Prenda me, prenda me! Lasci andare loro!

Weir: “No. Da qui non c’è via di fuga. L’ingresso è aperto e tutti voi verrete insieme a me. Ora vede? …Ora vede, Miller?… Vede?

Miller afferra il detonatore che era caduto nella lotta.

Miller: “Sì, ora vedo!

Weir: “Noooo!

L’esplosione cancella il ponte e allontana la prua dalla poppa della nave. Mentre la prua con a bordo i tre superstiti Starck, Cooper e Justin si allontana, la poppa, quella che contiene il trasferitore con Miller e Weir, viene investita da scariche, esplode inghiottita dall’atmosfera di Nettuno.

Settantadue giorni dopo i soccorsi recuperano i tre. La Starck esce così da un incubo nel quale sognava di essere salvata da una spedizione di soccorso capeggiata da un ghignante Weir.

L’incubo è finito… forse…

Rendere liquido e poi solido e poi ancora liquido un modellino era ed è impossibile, quindi si è ricorsi ancora una volta all’uso del computer: la sceneggiatura prevedeva una massiccia dose di effetti speciali per tutta la durata del film, ma si è preferito focalizzare alcuni punti salienti, come il nucleo della nave, lasciando il resto a livelli medi. La scelta si è rivelata ottimale. Ogni singolo fotogramma in cui si vedono particelle di sangue svolazzare allegramente per la nave è stato creato al computer usando un sistema quanto mai inusitato: quattro computer (tre Pentium II 800Mhz e un Pentium II 500Mhz collegati in rete locale) in sequenza ritoccavano ogni singolo fotogramma che veniva sottoposto alla loro attenzione; il programma usato potrebbe far sorridere i più, Adobe Photoshop, riprogrammato e adattato per le specifiche esigenze. Ovviamente altri software sono stati utilizzati e sono stati implementati con ritocchi a mano e piccole sovrapposizioni.

La fluttuazione dei corpi, ovviamente, è il risultato di una sovrapposizione di immagini operate dal computer.

(3 – continua)

Giovanni Mongini