MARIA ELENA CRISTIANO

Scrittrice horror molto interessante e ricca di un’immaginazione da brivido puro, Maria Elena Cristiano riesce in ogni suo romanzo a creare incubi spaventosi difficili da scordare. Per questo l’abbiamo incontrata per voi. Ecco cosa ci ha detto.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È MARIA ELENA CRISTIANO?

Romana. Laureata in medicina. Scrittrice horror da sempre. Amante dei gatti. Cinefila. Lettrice instancabile. Fan dell’Heavy Metal in tutte le sue sfumature. Presidente dell’Associazione Culturale “Babylon Cafè”, che, grazie ad una squadra di competenti professionisti dell’editoria, fornisce servizi letterari per scrittori.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho scritto il mio primo, pessimo, romanzo a diciassette anni, ma la mia passione per la narrativa ha radici più “precoci”. Da bambina inventavo storie di spettri, morti redivivi e creature soprannaturali e le raccontavo ai miei compagni di classe terrorizzandoli. Ho sempre amato provocare incubi nei miei simili, ed ho sempre amato trovare vie di fuga dalla realtà circostante. Scrivere, per me, è questo: portare il lettore per mano nella landa sconfinata della mia immaginazione.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATA?

“L’isola delle bambole” è un romanzo pubblicato lo scorso anno da Europa Edizioni, e ancora reperibile in tutte le librerie, a cui sono particolarmente affezionata. Innanzitutto perché è un’opera corale, con una pluralità di personaggi tutti di uguale importanza che condividono ed animano la scena, che prende spunto dall’Isla de las Munecas, una striscia di terra emersa costellata di bambole impiccate che si trova nella parte sud di Città del Messico. I protagonisti sono un’allegra brigata di acchiappamostri formata da un imbroglione, un fantasma, un vampiro ed una giornalista che con tanta ironia e molto sano, buon vecchio gotico ha conquistato il cuore di diversi lettori, portandomi a scrivere un seguito spero di prossima pubblicazione.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO IL ROMANZO “ME AND THE DEVIL”. CE NE VUOI PARLARE?

“Me and the Devil” è un romanzo nato da una chiacchierata notturna fatta, fra una birra e l’altra, con il mio compagno, cultore di Robert Johnson. Parlando di musica e di cover, mi raccontò della leggenda che aleggia attorno al padre del blues e che narra di un patto col Diavolo stretto per ottenere fama e successo. La mia storia parte proprio dalla notte in cui Johnson morì verso la fine degli anni ’30 e, attraverso una chitarra maledetta, giunge nell’assolata California della prima metà degli anni ’80 dove un gruppo di spiantati, capitanati dal musicista Frank Ferrano, cerca di farsi strada nel complesso mondo del Glam Rock. La scalata al successo della band sarà improvvisa e coadiuvata da Satana in carne e corna, ma il Male non tarderà a esigere il suo compenso di anime e sangue.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Sicuramente ricostruire l’ambiente musicale degli anni ’80, e tratteggiare in maniera convincente e non caricaturistica Satana, evitando gli stereotipi caprini o l’idolatria pagana, pur non nascondendo la mia innata simpatia per i ribelli, di cui Lucifero è un fulgido esempio.

DAL MOMENTO CHE LA STORIA PARTE DA ALCUNI FATTI REALMENTE ACCADUTI MESCOLANDOSI POI CON LA LEGGENDA, QUANTO DI REALE E QUANTO INVECE DI TOTALMENTE INVENTATO TROVIAMO IN QUESTO ROMANZO?

La morte di Robert Johnson, descritta nel prologo del romanzo, è quanto più possibile fedele alla descrizione di ciò che accadde durante l’ultimo concerto del bluesman. L’ambientazione, i nomi dei locali di una Los Angeles sospesa nella sua stessa decadenza, sono assolutamente reali. Il resto è interamente frutto della mia immaginazione bacata.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Credo che l’editoria, come l’industria della musica o dell’home video, stia subendo una naturale evoluzione. Quando i cd presero il posto dei vinili, noi puristi della musica gridammo quasi allo scandalo, ed ora siamo inseparabili dal nostro lettore Mp3. Probabilmente cartaceo ed e-book conviveranno ancora per qualche tempo e poi il digitale diventerà il supporto principale su cui leggere e la brossura un lusso da regalare nelle grandi occasioni. In fin dei conti quello che conta è la storia, non dove è conservata.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Una via d’uscita dal quotidiano. E poi basta guardarsi intorno per rendersi conto che l’horror fa molta meno paura della realtà metropolitana.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Dalla quotidianità. Un’immagine. Una notizia del telegiornale. Un film, una canzone. Gli atteggiamenti della gente in fila alla posta. Osservo molto e le reazioni umane mi intrigano.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Stephen King sopra tutti. Se lo Zio pubblicasse la sua lista della spesa degli ultimi dieci anni in tre volumi, giuro che la leggerei e, probabilmente, mi piacerebbe pure! Poe, Lovecraft, Barker, Davidson, Matheson, Shakespeare, Hesse, Kafka, Cooper, e potremmo andare vanti per molte righe…

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Mi piacciono gli horror vecchio stile. Sono una patita dei lungometraggi della Hammer interpretati dal mitico trio: Vincent Price, Christopher Lee e Peter Cushing. Amo molto le storie di Guillermo del Toro e simpatizzo per la cattiveria spesso immotivata che anima le pellicole di Rob Zombie. Conosco a memoria il monologo di Al Pacino ne “L’Avvocato del Diavolo”.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Sto ultimando la revisione del seguito de “L’isola delle bambole” e per i sogni nel cassetto… beh, diventare una delle sceneggiatrici di punta della New Line Cinema… sogno troppo in grande? Non costa nulla, posso permettermelo…

Davide Longoni