ALESSANDRO MANZETTI… E I BRAM STOKER AWARDS

Scrittore, saggista, curatore di antologie, editore, fondatore della sezione italiana della “Horror Writers Association”… ma quante cose riesce a fare Alessandro Manzetti? Talmente tante che, fra una cosa e l’altra, riesce anche a vincere un “Bram Stoker Award”. Non ci credete? Beh, guarda caso ce l’abbiamo proprio qui con noi per farci raccontare come è andata.

CIAO ALESSANDRO E BEN RITROVATO SULLE PAGINE DELLA ZONA MORTA. L’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI STAVI PER AFFRONTARE LE FINALI DEI “BRAM STOKER AWARDS” DELLO SCORSO ANNO. COSA E’ SUCCESSO DA ALLORA?

È sempre un piacere farti visita da queste parti. Dunque, da allora sono accadute diverse cose, lo scorso anno ho partecipato alla “World Horror Convention” ad Atlanta, come finalista dei “Bram Stoker Awards”, e ho avuto modo di incontrare moltissimi autori e amici, mettere in piedi nuovi progetti e collaborazioni, e vivere la magica atmosfera della cerimonia dei “Bram Stoker Awards”, nella quale mi hanno coinvolto per presentare e premiare la categoria “Short Fiction”. Dopo il ritorno in Italia, ho continuato a lavorare a diversi progetti e pubblicazioni, sia in lingua italiana che inglese, che non sto a elencarti. A distanza di un anno, sono appena rientrato da Las Vegas, dallo “StokerCon”, la convention annuale organizzata dalla “Horror Writers Association” dove insieme a Paolo Di Orazio ho presentato un nuovo libro in lingua inglese ‘The Monster, the Bad and the Ugly”, ho tenuto un panel dedicato al mercato internazionale e ho di nuovo partecipato come finalista ai “Bram Stoker Awards”, per la seconda volta consecutiva, ma stavolta portando a casa un risultato a dir poco eccezionale.

SAPPIAMO CHE PURTROPPO ALLORA NON VINCESTI, MA GIA’ ESSERE ARRIVATO IN QUELLA POSIZIONE PER UN ITALIANO ERA COSA MOLTO ARDUA. COME MAI E’ COSI’ SELETTIVA QUESTA COMPETIZIONE?

Ad Atlanta, lo scorso anno, alla precedente edizione dei “Bram Stoker Awards”, non ho vinto il premio, ma trattandosi della prima nomination in assoluto per un autore italiano è stata una esperienza fantastica e non chiedevo certo di più. Quest’anno, a Las Vegas, all’ultima edizione del premio, sono invece risultato vincitore, una grandissima emozione, e ho portato in Italia, per la prima volta dalla prima edizione del 1986, il “Bram Stoker Award”, la mitica casetta infestata che è stata tra le mani di grandissimi maestri del genere horror. Questa competizione è molto selettiva in quanto valuta tutte le opere pubblicate al mondo in lingua inglese nel corso dell’anno precedente, in varie categorie, dunque non è un concorso e ci si trova a vedersela ogni anno con tutti i più grandi nomi dell’horror internazionale. Inoltre il sistema di valutazione delle opere è rigoroso e molto complesso (bisogna superare ben tre diverse votazioni) e sono i colleghi stessi a doverti votare, membri della “Horror Writers Association”, con grandissima maggioranza. Non esiste un pubblico che può influenzare i voti (tantomeno chi ha semplicemente acquistato un biglietto per partecipare alla convention, come accade invece per altri premi) e il potere di una giuria “di pochi” è estremamente ridotto, e caratterizzato solo dall’intervento alla prima votazione, durante la quale può proporre alcune opere. Tutto il resto (quindi 2° e 3° votazione, nomination e vittoria finale) è deciso dalla grande maggioranza di scrittori professionisti (la HWA conta circa 1.400 membri, dei quali circa 500 sono definiti scrittori professionisti). Per vincere, serve una grandissima maggioranza di voti dei colleghi, tra i quali i nomi più celebri dell’horror moderno, che sono nello stesso tempo anche dei competitor. Basta questo per capire quanto sia selettivo questo premio, senza dubbio il più importante al mondo per il genere horror.

QUEST’ANNO COME DICEVAMO INVECE E’ ANDATA BENISSIMO: CE L’HAI FATTA E TI SEI AGGIUDICATO IL “PREMIO PER LA MIGLIOR RACCOLTA DI POESIE”. COME CI SI SENTE?

Vincere il “Bram Stoker Award” è una straordinaria emozione, inaspettata, magica. Ho vissuto una serata incredibile, circondato dall’affetto e dalla stima di tantissimi colleghi e amici da ogni parte del mondo. Per ogni scrittore del genere horror, questo riconoscimento è il punto d’arrivo, la chimera da acchiappare per la coda, qualcosa che sembra irraggiungibile, e per questo ancora più affascinante. Si tratta della prima vittoria di un autore Italiano in trent’anni di storia di questo premio, basta questo per capire come ci si può sentire con il premio in mano davanti a una grande platea zeppa di leggende dell’horror, e in una location iconica come quella dell’Hotel Flamingo di Las Vegas. Ci ho messo un po’ a rendermi davvero conto di quello che era accaduto, a essere sincero. Solo la mattina dopo la cerimonia, vedendo il “Bram Stoker Award” sul comodino vicino al letto della mia camera d’albergo, con inciso il mio nome sulla targa in bronzo dentro la porticina della “casetta infestata”, ho iniziato a farmi un’idea.

VUOI RACCONTARCI QUESTA ESPERIENZA E COME E’ STATO PARTECIPARE ALLA “STOKERCON”, LA CONVENTION DI LAS VEGAS INSIEME AL GOTHA DELLA NARRATIVA HORROR MONDIALE?

Una bellissima esperienza, l’occasione migliore per incontrare tanti amici e colleghi, per instaurare nuove collaborazioni artistiche e mettere in piedi nuovi progetti editoriali. Mi piace ricordare i pranzi e le cene di lavoro con tantissime delle migliori firme internazionali, e cari amici, come Marge Simon, Linda Addison, Gene O’Neill, Lisa Mannetti, Rena Mason, gli incontri con i grandi editor, tra i quali Ellen Datlow, e librai della caratura di Del Howison, la serata passata insieme a Kelly Laymon, la figlia di Richard, assistendo a un bellissimo show sui Beatles, rivedere Lisa Morton e Joh Palisano (Presidente e Vice-Presidente della HWA) che attualmente stanno guidando l’associazione verso nuovi successi e traguardi, e il sempre super-attivo Jonathan Maberry. Ma naturalmente è stato bellissimo anche condividere, di nuovo, dei momenti con leggende come Jack Ketchum o John Skipp, o con autori della mia casa editrice Independent Legions, come Shane McKenzie, Tim Waggoner, Maria Alexander, JG Faherty, lo stesso “funambolico” Skipp e tanti altri. È stata anche occasione per passare del tempo col mio editor in lingua inglese, Jodi Renee Lester, ormai una grande amica con la quale lavoro praticamente ogni giorno. Il programma di lavoro è stato intenso, senza pause. Insieme con l’amico Paolo Di Orazio abbiamo presentato il nuovo libro “The Monster, the Bad and the Ugly”, che ha avuto un grande riscontro (abbiamo venduto tutte le copie del libro nella Dealers Room della Convention) e siamo stati onorati di firmare delle copie acquistate personalmente da grandissimi autori di genere. Particolarmente stimolante si è rivelato intervenire al panel “The Pulse of the International Market”, esperienza che ho condiviso con autori e professionisti da ogni parte del mondo, dalla neozelandese Lee Murray alla canadese Sephera Giron, giusto per citare due dei colleghi del panel. Abbiamo parlato a lungo delle dinamiche del mercato, dei singoli paesi, davanti a una platea interessata e molto interattiva. Insomma, potrei andare avanti a lungo, ma mi fermo qui. Sono stati quattro giorni di lavoro incredibilmente interessanti e produttivi, culminati con la vittoria del “Bram Stoker Award”, non avrei potuto chiedere di più. Durante la conferenza dei vincitori dello Stoker, a chiusura della convention, avevo sulla faccia un sorriso inestinguibile, nonostante la stanchezza. Mi sono sentito a casa a 10.000 chilometri di distanza dalla mia città, da Roma.

COSA E’ CAMBIATO NEL FRATTEMPO NELLA VITA DI ALESSANDRO MANZETTI E DI COSA TI SEI OCCUPATO?

A parte le attività autoriali, e le diverse nuove pubblicazioni in italiano e inglese, ho dedicato gran parte del mio tempo alla start-up della mia casa editrice Independent Legions, che ha richiesto grande impegno, e alle attività di traduzione di molte opere di grandi maestri, quali Laymon, Campbell, Poppy Z Brite, Edward Lee, Braunbeck, Masterton e tanti altri, sia per la mia casa editrice che per altri editori. Non contento di tutto questo, ho anche fondato la filiale italiana della “Horror Writers Association”, affiancato da tanti autori e amici, che oggi organizza diverse attività, innovative per il nostro paese, e sta creando e consolidando un gruppo di autori italiani, che lavorano di squadra, da lanciare sul mercato internazionale. Metto volentieri a disposizione la mie esperienza per dare l’opportunità ad altri autori italiani di presentarsi e lavorare sul mercato internazionale. Ormai mi occupo solo di editoria, come autore ed editore, e mi reputo davvero fortunato.

COME CI HAI DETTO, OLTRE A DIRIGERE LA CASA EDITRICE INDEPENDENT LEGIONS PUBLISHING, SEI ANCHE IL PRESIDENTE DELLA SEZIONE ITALIANA DELLA “HORROR WRITERS ASSOCIATION”: COSA COMPORTA QUESTA INCARICO E COSA DEVONO ASPETTARSI DALL’ASSOCIAZIONE GLI ISCRITTI DEL NOSTRO PAESE?

Rappresento formalmente la “Horror Writers Association” in Italia come Italy Representative, con l’incarico di dare forza al movimento horror italiano e supportare altri autori con la mia esperienza. Per questo motivo, ho fondato insieme ad altri autori la filiale italiana della “Horror Writers Association”, la HWA Italy, parte integrante dell’associazione internazionale, che oggi rappresenta un serbatoio di risorse, iniziative, opportunità e formazione unico in Italia, a servizio di tutti gli associati. La HWA Italy è aperta a tutti, e tutti possono partecipare e fruire dei tanti servizi messi a disposizione, molti dei quali (vedi submissions riservate, premi dedicati, opportunità di pubblicazione in antologie) grazie a diversi editori partner che ci affiancano in questa avventura senza precedenti nel nostro paese, dove non esiste una associazione del genere e dove ogni autore coltiva il proprio orticello e non collabora mai con altri autori, se non per opportunità. Siamo direttamente collegati al mercato internazionale, per cui la HWA Italy rappresenta, concretamente, una grande opportunità per tutti gli autori che intendono presentarsi all’estero, su mercati importanti per il genere come gli Stati Uniti e l’Inghilterra. Ma a differenza di altre filiali, quella italiana prevede servizi personalizzati, che completano e superano quelli standard offerti della HWA, pensati proprio per gli associati italiani e le loro problematiche e necessità. Questi servizi a valore aggiunto, da noi pensati e implementati, hanno fatto diventare la nostra filiale un modello per le nuove filiali HWA in altri paesi, e questo è motivo di grande orgoglio per noi. L’associazione internazionale ci finanzia progetti dedicati alla promozione delle attività autoriali dei nostri associati e finalizzati al marketing e alla comunicazione della nostra filiale e dei nostri servizi, per cui presto parteciperemo con nostri stand e spazi espositivi nelle principali manifestazioni editoriali italiane. Il 18 giugno abbiamo organizzato a Roma il primo Meeting della “Horror Writers Association” in Italia, un fatto storico per il movimento horror. Presto replicheremo l’evento, con partecipazione anche di non associati, a Milano. Invito tutti a contattarci ed entrare in squadra.

E INVECE LA INDEPENDENT LEGIONS PUBLISHING COME SI MUOVERA’ NEI PROSSIMI MESI?

Independent Legions ha programmato una estate 2016 davvero rovente, in termini di pubblicazioni. Mentre scrivo è disponibile in pre-ordine la raccolta di racconti “I Giorni della Bestia” della quattro volte vincitrice del “Bram Stoker Award” Charlee Jacob, mai tradotta nel nostro paese. Seguirà, a luglio, la pubblicazione dei romanzi “Io Viaggio di Notte” di Robert McCammon e “L’Isola” di Richard Laymon, due opere inedite in italiano di grandissimi maestri dell’horror mondiale. Queste opere saranno pubblicate sia in edizione cartacea che digitale. Ma abbiamo già all’attivo circa dieci titoli digitali già pubblicati, in italiano e inglese (abbiamo due linee di produzione, caratterizzate a seconda dei mercati di riferimento) e più o meno venti opere lunghe (quasi tutti romanzi) da pubblicare da qui al 2019, con contratti già firmati, in esclusiva, che riguardano quasi tutti i maestri dello splatterpunk internazionale, da Skipp & Spector a Poppy Z. Brite, da Laymon (del quale abbiamo i diritti di ben 5 romanzi inediti in Italia) a Edward Lee, da Schow (fondatore del movimento splatterpunk) a McKenzie. Sempre per il 2016, tra le pubblicazioni di opere lunghe, abbiamo in programma per settembre il romanzo “Disegni di Sangue” di Poppy Z, Brite e a dicembre, dulcis in fundo, il romanzo “La Casa a Nazareth Hill” di Ramsey Campbell. Independent Legions continuerà dunque a muoversi secondo questa filosofia di proposta di opere dei grandi maestri dello splatterpunk internazionale, in particolare di titoli cult degli anni ‘80 e ‘90. Un percorso editoriale abbastanza inedito, se si pensa che pubblichiamo anche autori anglosassoni in lingua inglese, in lingua originale, lavorando dunque direttamente sul mercato internazionale. Per chiudere mi fa piacere segnalare, tra i titoli in lingua inglese, l’uscita della antologia “The Beauty of Death”, curata da me, che include racconti di 40 autori, tra i quali praticamente tutti i grandi nomi dell’horror internazionale (eccetto King) come Peter Straub, Ramsey Campbell, Poppy Z. Brite, John Skipp, Edward Lee, Nick Mamatas, Tim Waggoner, Lisa Morton, Shane McKenzie, Linda Addison, Rena Mason, Gene O’Neill e tanti altri, insieme ad alcuni autori italiani come Paolo Di Orazio, Stefano Fantelli, Simonetta Santamaria, Nicola Lombardi, Luigi Musolino, Daniele Bonfanti. Anche questo progetto è di portata storica, e offrirà grande visibilità internazionale alla narrativa horror italiana… era ora.

IN AMERICA HAI ANCHE PRESENTATO ALCUNI LAVORI ITALIANI PER IL PUBBLICO ANGLOSASSONE: DI COSA SI TRATTA?

Come ti dicevo, allo “StokerCon” di Las Vegas con Paolo Di Orazio abbiamo presentato la raccolta di racconti “The Monster, the Bad and the Ugly” (Kipple Officina Libraria); la prima parte del libro è dedicata a racconti horror e weird ambientati nel vecchio e selvaggio West (per questo motivo abbiamo scelto un titolo alla Sergio Leone), mentre la seconda parte contiene racconti horror della nostra varia produzione. Il libro contiene anche una graphic novel, “Mamathilda” (una macabra favola indiana da noi immaginata), disegnata in modo davvero originale e innovativo dallo stesso Paolo, che ha illustrato anche il libro. Da quanto abbiamo vissuto a Las Vegas durante la presentazione, questo libro dal particolare format grafico e artistico ha attirato molta attenzione. nonostante siamo stati così folli da andare a vendere in America storie del vecchio West. Ma la scelta si è rivelata azzeccata, anche grazie alla forte impronta lasciata da Sergio Leone nell’immaginario statunitense.

ULTIMA DOMANDA: QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO?

Come autore ho molti progetti in cantiere, sia per opere dedicate al mercato italiano che anglosassone, e diverse nuove uscite dietro l’angolo. A metà giugno vedrà la luce, per l’editore Kipple, la raccolta di poesie dark e flash fiction in lingua inglese “Sacrificial Nights”, scritta a quattro mani con Bruce Boston, autore pluri-vincitore del “Bram Stoker Award”. A settembre uscirà una mia novella inedita in lingua italiana (insieme a una novella mai tradotta di Richard Laymon) per l’editore Cut Up Publishing, e questa stessa novella sarà poi tradotta in inglese e pubblicata all’estero a novembre da un editore statunitense. A ottobre uscirà l’edizione italiana, completamente illustrata, della mia raccolta di poesie dark “Eden Underground”, opera che ha recentemente vinto il “Bram Stoker Award”. Questo libro dal taglio molto innovativo sarà presentato al “Lucca Comics”. Ho già programmato, con diversi editori, alcune delle uscite per il 2017, sia in inglese che in italiano. Insomma, la carne al fuoco è tantissima e sarà dura stare dietro a tutti i progetti. Come editore, ti ho già raccontato cosa e quanto sta facendo Independent Legions, che in questo caso mi vedrà protagonista anche come traduttore per diverse opere di Laymon, Poppy Z. Brite e Edward Lee, autori che continuerò sempre a curare personalmente, insieme a pochi altri.

Ti ringrazio per lo spazio che mi hai voluto dedicare, e complimenti per il “Premio Italia” e per il virtuoso lavoro di comunicazione del fantastico che porti avanti con la tua Zona Morta.

COSA POSSIAMO DIRE DI PIU’, SE NON… GRAZIE A TE!

Davide Longoni